martedì 24 dicembre 2024

sabato 21 dicembre 2024

IL CASO MATTEI - Marco Travaglio

 

Se Salvini sperava nell’aureola del martire arrestato
(per finta, siamo in Italia)
per aver difeso i sacri confini patrii da qualche decina di derelitti, i giudici gliel’hanno negata.
Se il partito dell’impunità puntava alla sua condanna per dimostrare che i giudici danno sempre ragione ai pm e dunque bisogna separarne le carriere, in due giorni è stato sbugiardato prima dal Gup di Firenze su Renzi&C. nel processo Open e poi su Salvini dal Tribunale di Palermo nel processo Open Arms.
Non esiste alcun Toga Party che marcia compatto come falange per abbattere politici sgraditi: solo pm che indagano doverosamente su notizie di reato e giudici che le valutano in autonomia e indipendenza, dando ragione o torto a chi ritengono che ce l’abbia.
È la fisiologia del processo, che funziona senza bisogno di schiforme.
L’unica patologia (voluta, creata e aggravata dai politici che poi strillano) sono i tempi intollerabili: due anni di udienza preliminare sul Matteo minor, cinque anni e mezzo per la sentenza sul Matteo maior.
Il Gup di Firenze, in base alla schiforma Cartabia, ha ritenuto che gli indizi portati dai pm (e decimati da Consulta e Cassazione) non bastassero a rendere probabile una condanna per finanziamento illecito, corruzione e traffico d’influenze sui fondi versati da gruppi privati alla fondazione Open dei renziani, che poi in alcuni casi si attivavano per i donatori: e ha negato financo il processo.
A Palermo il Tribunale ha ritenuto, con la formula “il fatto non sussiste”, che il sequestro di persona non si applichi al ministro dell’Interno che nell’agosto 2019 rifiutò di comunicare il porto sicuro a una nave carica di migranti al largo delle coste italiane, negando lo sbarco anche ai minori malgrado l’ordine del Tribunale minorile e due lettere del premier Conte che gli intimava di compiere il suo dovere.
Per conoscere le ragioni dei due verdetti bisogna attendere le motivazioni, che nessuno può conoscere.
Ma già si sa ciò che i giudici non potranno scrivere:
e cioè che i comportamenti oggetto dei due processi fossero eticamente e politicamente ineccepibili.
I fatti, a prescindere dalla rilevanza penale e dalle valutazioni giuridiche, erano già noti e inequivocabili da prima.
E solo una classe politico-giornalistica miserabile – quella italiana – ha bisogno di “aspettare la sentenza” per dare il proprio giudizio. Che non deve riguardare i reati, ma i fatti.
Non serve un giudice per stabilire che trasformare una corrente politica in una fondazione schermando i nomi dei finanziatori e in barba al dovere di trasparenza verso gli elettori, così come lasciar arrostire in alto mare sotto il sole di agosto decine di disgraziati per allungarne il calvario in cambio di qualche voto, è peggio di un reato:
è una vergogna.

Marco Travaglio

LA PREDIZIONE PIÙ AGGHIACCIANTE DI TUTTE.

Il 2 febbraio 1905 nasceva a San Pietroburgo una donna destinata a scuotere le coscienze: Alissa Zinovievna, meglio conosciuta come Ayn Rand, filosofa e scrittrice di origine russa, che avrebbe lasciato un segno indelebile nel mondo della letteratura e del pensiero.
La sua opera più conosciuta, "La Rivolta di Atlante", non è solo un romanzo, ma un manifesto filosofico. In una delle sue riflessioni più celebri, Ayn Rand delineò un quadro inquietante di una società in declino, un monito che sembra risuonare ancora oggi:
📝 "Quando ti renderai conto che, per produrre, devi ottenere l’autorizzazione da coloro che non producono nulla; quando vedrai che il denaro scorre verso chi non commercia beni, ma favori; quando ti accorgerai che molti si arricchiscono tramite la corruzione e le influenze, piuttosto che con il proprio lavoro, e che le leggi non ti proteggono da loro, ma anzi, sono loro ad essere protetti contro di te; quando scoprirai che la corruzione è premiata e l’onestà diventa un sacrificio personale, allora potrai affermare, senza timore di sbagliarti, che la tua società è condannata."
Questa profezia è un riflesso potente del mondo che viviamo, un invito a guardare con occhi aperti le dinamiche che ci circondano.
📚 Ayn Rand, scomparsa nel marzo del 1982, ci ha lasciato un’eredità intellettuale inestimabile, una sfida a non accettare passivamente il degrado morale e politico, ma a combattere per i nostri valori.

Biden -Trump - NATO - Zelensky

Donald Trump mette nel mirino la Ue minacciandola di dazi se i suoi paesi membri non acquisteranno più petrolio e gas americani. Gli acquirenti di Gnl – tra cui Ue e Vietnam – hanno già parlato di acquistare più carburante dagli Stati Uniti, in parte per scoraggiare la minaccia dei dazi. Ma non finisce qui: il team del tycoon ha detto ai funzionari europei che il presidente entrante degli Stati Uniti chiederà agli stati membri della Nato di aumentare la spesa per la difesa al 5% del Pil, ma ha intenzione di continuare a fornire aiuti militari all’Ucraina. Lo riporta il Financial Times. (ILSO24h)

Questa è la democrazia americana... Produce guerre e ne trae profitto applicando regole alquanto discutibili...

In quanto agli aiuti all'Ucraina, DEVE darli, in quanto artefice del misfatto...
cetta.


La scelta della pace. - Tommaso Merlo

 

Se investissimo nella pace le stesse risorse che investiamo nella guerra, salveremmo l’umanità invece di rischiare l’autodistruzione nucleare. Non utopia, ma una scelta. Investire nella pace significa investire nella nostra crescita personale, perché più evolviamo come persone più abbandoniamo la guerra in maniera naturale. La pace è una conseguenza della consapevolezza di noi stessi e della vita. Più abbiamo una visione profonda ed ampia del mistero della nostra esistenza e delle vicende del mondo, più la guerra appare nella sua follia autodistruttiva e si fa di tutto per evitarla. Vale per la nostra vita privata come in quella pubblica. I contrasti sono inevitabili, ma la persona consapevole fa di tutto per prevenirli e li gestisce in maniera intelligente e quindi pacifica. Nessuna utopia, la pace si sceglie, si costruisce ogni giorno ed è più faticosa della guerra. Perché richiede pazienza, ascolto, ragionamento, altruismo, lungimiranza e tenere a bada il proprio ego. La guerra è invece uno sfogo egoistico contro un nemico considerato la causa dei nostri mali, è l’illusione che prevalendo su quel nemico tutto si risolverà. Ma la guerra non risolve i problemi ma ne crea di nuovi e non ha mai veri vincitori. Perché l’odio logora chi lo prova e la violenza prima o poi si ritorce contro chi la compie. L’unico modo che gli esseri umani hanno per trovare soluzioni è discuterne. Vale tra persone come tra paesi. Eppure l’umanità non riesce a vincere la guerra contro la guerra e questo perché le sue radici sono dentro di noi. Prima le persone danno importanza vitale a cose che non ne hanno, poi vi si attaccano con le unghie e poi guerreggiano per difenderle o conquistarle. Nella storia europea milioni di persone sono morte per difendere reggenti e bandiere e confini e ideologie che oggi non significano più nulla. Milioni e milioni di vite buttate via per colpa delle ambizioni egoistiche di qualche potente o per credenze ed opinioni spacciate come verità assolute o per minacce e nemici immaginari. Follia autodistruttiva. Non vi sono ragioni al mondo per sprecare il proprio unico e fugace passaggio sul pianeta, non vi sono ragioni al mondo per uccidere altri esseri umani. Lo hanno scolpito sulla roccia i profeti dell’antichità, insegnamenti ignorati da millenni come tutti quelli che contrastano coi sempiterni deliri egoistici. Dopo secoli di guerre inutili, almeno in Europa pensavamo di avere conquistato la pace ed invece i politicanti stanno facendo di tutto per trascinarci verso una pericolosa escalation tra stampa guerrafondaia e indifferenza generale. I più apriranno gli occhi quando i loro figli o nipoti verranno chiamati alle armi e sarà troppo tardi per fermare la macchina della guerra. A quel punto non gli resterà che pregare che tornino sani e salvi. Perché la guerra alla fine è questo, poveri cristi che escono di casa per ammazzare altri poveri cristi e spesso non tornano più indietro. Diventano lapidi di pietra che col tempo nessuno legge più. Le deleterie guerre private perlomeno le combatte chi le scatena, quelle pubbliche vengono invece decise dai reggenti a qualche cena di gala e a morire in trincea ci vanno i poveri cristi. È sempre stato così. Il compito dei reggenti è trovare scuse come qualche imminente minaccia o questione di principio, è alimentare la paura in modo da spacciare la guerra come indispensabile, è dirottate soldi pubblici per produrre armi e poi godersi lo spettacolo seduti ad una tavola imbandita sperando nella vittoria. È sempre stato così. Una deriva particolarmente grave in un Europa che ha vissuto ben due conflitti mondiali con decine di milioni di morti e stava vivendo il più lungo periodo di pace della sua storia. Dopo secoli a scannarci a vicenda abbiamo capito che uniti siamo tutti più ricchi e sicuri. Eppure i politicanti che oggi bazzicano in quel di Bruxelles sembrano esserselo scordato e stanno facendo di tutto per trascinarci verso una pericolosa escalation. Chissà quanti di loro si rendono conto della responsabilità storica di tale pericolosa retromarcia e quanti invece sono vittime del conformismo guerrafondaio che aleggia nei palazzi o agiscono per mere convenienze di carriera. Chissà quanti di loro si rendono conto di mettere a rischio la vita delle generazioni future e lo stesso progetto continentale che è fondato sulla pace. Non capiscono che se investissimo nella pace le stesse risorse che investiamo nella guerra, salveremmo l’umanità invece di rischiare l’autodistruzione nucleare. Non capiscono che la pace è una scelta sempre più obbligata. Tutta colpa della loro scarsa consapevolezza. Più evolviamo come persone e come paesi infatti, più ripudiamo la follia della guerra. Una strada che dobbiamo riprendere prima che sia troppo tardi.
Tommaso Merlo

Progetto Selene: l’Italia vuole costruire piccole centrali nucleari sulla Luna.

 

I progetti atomici del Governo Meloni non trovano territori favorevoli lungo lo Stivale, potrebbe andare meglio nello spazio?

Il ritorno dell’energia nucleare su suolo italiano, che il Governo Meloni continua a propagandare come chiave di volta per la transizione energetica – nonostante costi e tempi maggiorati rispetto alle fonti rinnovabili, per tacere delle preoccupazioni sul fronte sicurezza – non trova spazio sui territori: da ultimo è stato il Consiglio regionale del Veneto, governato dalla destra, a dire no a nuove centrali. Non va meglio col Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi, l’unica infrastruttura davvero utile per il Paese, che il ministro Pichetto immagina però possa entrare in funzione non prima del 2039. Perché allora non ampliare gli orizzonti localizzativi al cosmo?

In un certo senso, è l’idea che davvero sta nascendo in seno al progetto tutto italiano denominato Selene (Sistema energetico lunare con l’energia nucleare), finanziato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) e condotto dall’Enea come capofila, in collaborazione con il dipartimento di Energia del Politecnico di Milano e Thales Alenia Space Italia.

«L’Italia è fortemente impegnata nell’esplorazione della Luna e nella realizzazione di una base lunare permanente. Per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico, le soluzioni attualmente disponibili, basate sull’utilizzo dell’energia solare, non consentono – dichiara Angelo Olivieri, responsabile Missioni scientifiche dell’Asi – di raggiungere gli obiettivi energetici sfidanti per le future attività sulla superficie lunare, a causa dell’alternanza di 14 giorni di luce e 14 di buio. La ricerca di una soluzione tecnologica adeguata rappresenta un campo di ricerca di notevole interesse per l’Asi».

L’obiettivo dell’infrastruttura denominata Moon energy hub (Menh) sarà di fornire una base energetica stabile ai futuri insediamenti lunari attraverso l'impiego di piccoli reattori nucleari a fissione, i Surface nuclear reactors (Snr).

«In prospettiva, queste innovazioni potrebbero consentire di superare i limiti dei pannelli solari che hanno mostrato bassa densità di potenza, scarsa scalabilità, breve vita operativa e vulnerabilità da irraggiamento cosmico – aggiunge il coordinatore del progetto Francesco Lodi, ricercatore Enea – In questo senso, il Menh segna un passo rivoluzionario nell'esplorazione lunare, ponendosi al centro della strategia per espandere le capacità umane sulla Luna».

Oltre alla progettazione dei sistemi di conversione, distribuzione dell'energia e degli Snr, i ricercatori dell’Enea lavoreranno all’analisi degli aspetti di decommissioning e della supply chain e alla creazione di una roadmap per l'industrializzazione dell’infrastruttura.

https://www.greenreport.it/news/nuove-energie/4345-progetto-selene-litalia-vuole-costruire-piccole-centrali-nucleari-sulla-luna

giovedì 19 dicembre 2024

LA RESA DI ZELENSKY. - Gioacchino Musumeci L'opinione Contro

 

Da “vinceremo contro la Russia” a “Non abbiamo le forze per riprenderci Donbass e Crimea. Dobbiamo sperare nella diplomazia”. Parole che suonano come le resa del presidente Volodymyr Zelensky.
Sfuma pateticamente la narrazione dell'Ucraina presto nella Nato, oppure “ Ucraina nella Ue con procedura accelerata”...Nulla del racconto propinato per quasi tre anni era vero.
Invece è orribilmente reale il risultato della politica estera Usa nell'est europeo. L'occidente di chiacchieroni al potere esce malissimo dallo scontro con Mosca. Dopo quasi tre anni di clamorosa propaganda originale americana e miserabile zerbinaggio europeo, ridicole ipotesi di vittoria militare ucraina e finanche il ridimensionamento del neonazismo a utile e necessario patriottismo, gli Ucraini pagheranno il prezzo imposto da leader cialtroni che hanno giocato il destino di milioni di persone come carte da poker.
Il niet dei vertici nato alla istanze di Mosca si rivela un bluff che costa territori ridotti in cenere strappati all'Ucraina, miliardi sprecati, speculazioni d'ogni sorta, inflazione al galoppo e vite cancellate. A tutto questo non c'è rimedio, e bisognerebbe vergognarsi per l'ennesima prova di imbecillità bellicista offerta dai soliti noti.
Non basterà sostenere “ ha cominciato Putin”, non servirà la postura mediatica occidentale improvvisamente capovolta per ripulire la reputazione di Usa e GB e Ue compromesse ben prima delle operazioni militari Russe in Ucraina. Non basterà proclamare il raggiungimento della pace procrastinata nel sangue di innocenti per cancellare dall'orizzonte la più incapace e ignorante e a tratti sordida classe dirigente europea del millennio.
Ma più di tutti esce svergognato il binomio dei principali guerrafondai mondiali. A Usa e GB gli ucraini devono la guerra ad oltranza che ha invischiato Kiev, peraltro capitanata da un manipolo di incapaci sostenuti da oligarchi corrotti, nel pantano da cui si esce esclusivamente con la trattativa diplomatica bannata da coloro che peroravano la causa democratica.
La guerra in Ucraina mai come prima è stata reclamizzata come un prodotto da banco del supermercato, perfino assimilata all'epico scontro di Davide contro Golia, ma le fionde ucraine, a dispetto delle enormi bugie raccontate, non hanno abbattuto il gigante e di sicuro non ci voleva molto per prevederlo.
Finiti i tempi delle contro offensive risolutive e della resistenza epica, Zelensky si schianta rovinosamente contro la realtà: le promesse delle sirene occidentali sono come quelle narrate nell'Odissea, spesso portano alla rovina e la morte.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=1269082294428041&set=a.104436357559313

lunedì 16 dicembre 2024

Tomba di Senenmut.

 

Raffigurazioni astronomiche nella Tomba di Senenmut.
Questa impressionante immagine mostra le raffigurazioni astronomiche trovate nella tomba di Senenmut, un influente funzionario e architetto durante il regno del faraone Hatshepsut (XVIII dinastia) .
La tomba di Senenmut, situata a Deir el-Bahri vicino Luxor, presenta alcune delle prime rappresentazioni conosciute delle costellazioni egiziane e dei fenomeni celesti. L'opera d'arte dettagliata sul soffitto della sua tomba include:
Ammassi stellari e costellazioni: gli intricati schemi di stelle e costellazioni sono raffigurati meticolosamente, riflettendo la comprensione avanzata degli antichi egizi del cielo notturno . Queste costellazioni non erano solo importanti per la navigazione e il tempo, ma avevano anche significati religiosi e mitologici significativi.
Barche celesti: figure di dei e barche celesti che viaggiano attraverso il cielo, simboleggiando il viaggio del dio sole Ra attraverso l'oltretomba e i cieli. Questo viaggio è stato fondamentale per l'antico sistema di credenze egiziane, rappresentando il ciclo della vita, della morte e della rinascita .
Diagrammi astronomici: Diagrammi dettagliati che mostrano il movimento dei corpi celesti, come il sole, la luna e i pianeti. Queste raffigurazioni illustrano gli sforzi degli antichi egizi di tracciare e prevedere eventi astronomici, strettamente legati al loro calendario agricolo e alle feste religiose .
La tomba di Senenmut è una testimonianza della raffinatezza dell'antica astronomia egizia e della sua integrazione nella loro arte, religione e vita quotidiana. Il soffitto astronomico offre preziose intuizioni su come gli antichi Egizi vedevano e comprendono il cosmo, evidenziando le loro notevoli conquiste in questo campo.

domenica 15 dicembre 2024

La Motilla del Azuer: un capolavoro dell’ingegneria antica!

 

Nel cuore di Daimiel, a Ciudad Real, si trova uno dei più affascinanti siti dell’età del bronzo (2200-1500 a.C.): La Motilla del Azuer. Qui è custodito il pozzo più antico della penisola iberica, un’opera straordinaria pensata per raccogliere acqua sotterranea in un territorio arido e difficile.
Questa incredibile struttura testimonia la capacità dei nostri antenati di adattarsi e sopravvivere, trasformando le sfide del clima in opportunità. Un pezzo di storia che dimostra quanto l’ingegno umano non abbia mai avuto limiti!

Ha ruttato ancora. - Tommaso Merlo

 

Il nuovo segretario della Nato Mark Rutte ha tuonato di nuovo. Vuole soldi per il riarmo e per arginare minacce che esistono solo nella sua testa. Dopo decenni di disastri, i guerrafondai da scrivania insistono col rischio di trascinarci addirittura verso un conflitto mondiale atomico. Fondata per difenderci, la Nato è diventata il nostro pericolo principale. Da decenni alimentano conflitti inutili e non hanno imparato nulla. Che Rutte ci parli piuttosto dell’Afghanistan e dell’Iraq e della Libia e ci dica a cosa sono serviti i miliardi di soldi pubblici spesi e come pensa di non ripetere più certe figuracce globali. Che Rutte ci spieghi come è andata a finire l’esportazione della democrazia e dei diritti umani a suon di bombe e pure la lotta al terrorismo islamico anche considerando gli ultimi sviluppi in Siria. E ci parli dell’Ucraina. Ci siamo svenati per ottenere solo cumuli di macerie e di cadaveri e adesso la Nato vuole altri soldi per armarsi contro Putin che fino a ieri era nostro amico e loro hanno trasformato nel nemico pubblico numero uno. Prima la Nato apre filiali come se fosse una catena di fast food e se gli altri non gradiscono se ne frega e scatena risse recitando pure la parte della vittima. Anche basta. La Nato ha reso il mondo più insicuro e instabile eppure insiste, a conferma di come il vero nemico di noi occidentali è il demone egoistico che ci impedisce di imparare dai nostri errori e scegliere la pace una volta per tutte. Dopo decenni di fallimenti, Rutte gira col cappello in mano tra le capitali europee come se nulla fosse. Come se non si rendesse conto di quello che lo circonda. Siamo sotto perenne ricatto del casinò finanziario globale, viviamo una crisi ormai permanente. Coi poveri cristi che lottano per una vita decente mentre ai governi sono rimasti quattro spiccioli. Non hanno soldi nemmeno per i servizi essenziali e Rutte vorrebbe si spendessero in missili e cannoni. Davvero assurdo. Soldi sottratti ai poveri cristi e dati ai ricchi della lobby della guerra per ammazzare altri poveri cristi perché qualche guerrafondaio da scrivania ha deciso così. Davvero vergognoso. Ma anche l’interpretazione dello scenario internazionale della Nato è tutta sballata. Chi scatena da sempre guerre in giro per il mondo siamo noi Occidentali, siamo noi la principale minaccia del pianeta. Non gli altri. Prima ci siamo massacrati tra di noi per secoli e abbiamo insanguinato il sud del mondo colonizzandolo e dopo due conflitti mondiali ci siamo specializzati in guerre da divano combinando di tutto. Abbiano invaso paesi e rovesciato governi a piacimento, abbiamo raso al suolo e creato caos a vanvera. E abbiamo ancora il coraggio di puntare il dito. Se gli altri si riarmano, è per difendersi da noi. E se vogliamo evitare l’escalation, dobbiamo fermarci e riprendere la strada dei trattati invece che della proliferazione. Il segretario generale di una organizzazione come la Nato dedita alla nostra difesa dovrebbe interpretare la storia con un minimo di onesta intellettuale e ammettere i disastri degli ultimi anni. Dovrebbe poi spiegare che una guerra atomica non la vincerà nessuno e sarà l’ultima ad essere combattuta e per questo va fatto di tutto per prevenirla. Dovrebbe poi rispettare il percorso di pace intrapreso dai nostri nonni che avevano vissuto la guerra, un percorso rispecchiato nelle costituzioni e fondamento dell’Europa. Più una civiltà evolve, più evita la follia autodistruttiva della guerra. Ed invece Rutte gira col cappello in mano predicando deliri guerrafondai da secolo scorso. Vuole soldi per il riarmo per arginare una fantomatica invasione russa. Come se l’Ucraina sia una immensa scusa per portarci indietro di decenni. Una scusa per alimentare finti nemici e fomentare finte paure allo scopo di sottrarre immense risorse pubbliche alla collettività e finanziare l’industria bellica. Un suicido collettivo anche culturale con l’aggravante di essere voluto dai guerrafondai da scrivania e non dai cittadini europei. Ma fino a prova contraria siamo ancora in democrazia e a prevalere deve essere la volontà popolare. Di questo passo i cittadini europei scenderanno in piazza per protestare contro una Nato fondata per difenderli che è diventata il suo principale pericolo.

Tommaso Merlo



Nato e Mark Rutte al servizio dei padroni. Le nullità non fanno mai ciò che serve per vivere meglio e per far vivere meglio, ma si avvalgono delle loro menti bacate e vuote per mostrare il carisma che non possiedono... se lo possedessero, agirebbero per il bene comune.
cetta

Giappone svela un pannello solare con una potenza 20 volte superiore ai reattori nucleari. - di Giacomo Gianni





In ogni parte del mondo si stanno facendo rapidi progressi per innovare la tecnologia, in particolare quella atta a imbrigliare l’energia in un modo ecosostenibile. Tra i Paesi più all’avanguardia c’è il Giappone, con i suoi nuovi pannelli solari che utilizzano celle di Perovskite e che potrebbero rivoluzionare l’energia solare globale.

Quando si parla di sviluppo in ambito fotovoltaico, uno degli obiettivi più importanti è senza dubbio quello di massimizzare l’efficienza dei pannelli tradizionali, e nel caso delle cosiddette celle solari di Perovskite (PSCs) l’innovazione sta nella loro potenza tanto quanto nella composizione; le PSC sono infatti incredibilmente leggere e flessibili.

Negli ultimi anni il tasso di conversione energetica di questi pannelli è salito notevolmente (dal 3% al 25%) e oggi la loro potenza può raggiungere 20 volte quella di un reattore nucleare nei giorni più soleggiati; inoltre, il materiale di produzione è estremamente economico e ne permette la facile integrazione su facciate di edifici, finestre e automobili.

Uno dei vantaggi infatti è proprio l’adattabilità, in particolare per città come Tokyo dove l’integrazione di pannelli solari è poco conveniente a causa dei limiti di spazio. Sembra inoltre che i costi siano destinati a diventare più convenienti in futuro, anche se alcuni problemi legati alla produzione rimangono e rappresentano la principale sfida di oggi.

La durabilità delle celle è ancora poco adatta a usi per lunghe durate, soprattutto per via dei materiali leggeri utilizzati, ben diversi da quelli dei pannelli solari tradizionali. Ciononostante rimangono una delle tecnologie più promettenti in questo ambito, ed è probabile che nei prossimi anni otterremo risultati davvero interessanti.

FONTE: dailygalaxy

sabato 14 dicembre 2024

Don Milei ed i poveri cristi. - Tommaso Merlo

 

Milei non poteva diventare italiano nel giorno migliore, quello dello sciopero generale. Da quando Milei guida l’Argentina il tasso di povertà del suo paese ha superato il 50% per colpa di una macelleria sociale senza precedenti e un costo della vita alle stelle. Le bollette del gas sono talmente care che molti argentini sono tornati alla legna e mangiano pasta sciapa per strada. Milei ha tagliato con la falce diritti e stato sociale col risultato di migliore inflazione e bilancio statale ma ridurre il suo popolo in miseria. E se ne vanta pure. Del resto da fervente neoliberista che è, vede nella giungla del mercato la panacea di tutti i mali. Vede grafici ed indici, non esseri umani e valori. Stava perfino rendendo a pagamento le Università ma ha dovuto fermarsi per paura delle proteste. Da trumpiano di ferro, Milei non poteva scegliere governo migliore per ottenere una cittadinanza lampo mentre gli stranieri che vivono e lavorano in Italia devono affrontare una penosa via crucis. Magie del potere. E mentre il presidente argentino si trastullava allegramente tra i palazzi romani a disquisire sui suoi nonni calabresi, l’Italia scioperava o meglio, litigava da giorni per riuscirci. Anche il diritto di sciopero è a rischio. I politici detestano disagi ai cittadini che possono bucare la propaganda e costargli consensi, i cittadini detestano invece i disagi mentre la stampa riporta solo polemiche e tafferugli invece di spiegare le ragioni della protesta. Che sono le stesse in Italia come in Argentina e in tutto il mondo. Da una parte le esigenze delle persone, dall’altra quelle del mercato con la politica in mezzo che a seconda del governo di turno pende da una parte oppure dall’altra. Da una parte la società, dall’altra l’economia. Da una parte la cooperazione e la sensibilità verso i più deboli, dall’altra la competizione e l’arroganza verso chi resta indietro. Triste realtà quotidiana. In Italia salari e pensioni sono sempre più da fame. Aumenta tutto tranne che quelli. Per i poveri cristi se va bene arrivano tre euro in più, per i politicanti tremila. Magie del potere. Coi diritti che vengono sempre più considerati costi da ridurre in modo da sistemare i bilanci e fare contenti gli sciacalli del casinò finanziario globale. E più sei indebitato, più sei sotto ricatto e pressato a servire gli interessi dell’economia invece che quelli della società. Il risultato è sotto gli occhi di chiunque voglia vederlo. L’ingiustizia sociale ha raggiunto livelli ridicoli con gente che ha più soldi di paesi interi e con la povertà che oltre a dilagare è considerata pure una colpa. Servizi essenziali come la sanità sono sempre più al collasso perché trascurati ed erosi dal privato e quindi dalla logica del profitto che trasforma tutto in merce e quindi in privilegio. Chi è ricco accede alle cure migliori, chi è povero vi rinuncia. Quando però i governanti devono trovare soldi per missili e bombe con cui sparare a qualche altro povero cristo dall’altra parte del mondo perché qualche tecnocrate non la smette di giocare coi soldatini, allora i soldi si trovano. Ma non si trovano sugli alberi, si trovano tagliando lo stato sociale o scaricandoli sulle nuove generazioni indebitandosi. Magie del potere. Guerre frutto di deliri collettivi come la sicurezza ottenuta infarcendo il mondo di armi o come i valori esportati uccidendo. Guerre che però sono un immenso affare e molto apprezzato dai mercati. Armi sempre più devastanti e costose per servire ottimi clienti come sono i governi. Una deriva bellica spaventosa, con guerre sempre più frequenti e distruttive e vicine. Una deriva sociale vergognosa, con un disagio sociale sempre più profondo e talmente cronicizzato che milioni di cittadini si arrendono e si rifugiano nell’ombra. Resa ed indifferenza ma anche illusione di farcela da soli che fanno la fortuna di personaggi come Don Milei e compagnia trumpista e aggravano le storture della nostra era neoliberista. Per invertire la rotta i poveri cristi devono al contrario rimboccarsi le maniche ed unire le forze, devono tornare a lottare democraticamente in modo che la politica rappresenti le loro istanze. Fin che siamo in democrazia, il potere appartiene al popolo e a nessun altro. Quanto allo sviluppo di un paese, si misura in diritti e giustizia sociale, si misura in qualità dei servizi pubblici e qualità della vita dei cittadini. E se il valore delle persone si vede da come trattano i più fragili, lo stesso vale per i paesi.

Tommaso Merlo

Il cratere Kerid.

Sapevi che il cratere Kerid è un vulcano situato nel sud dell'Islanda, noto per la sua impressionante laguna al suo interno. Ha circa 3.000 anni ed è uno dei crateri più visitati del paese. La sua caratteristica più importante è il bordo rosso intenso dovuto alla presenza di ferro sulle rocce, così come le sue pareti quasi verticali. L'acqua sul fondo del cratere ha un tono turchese, il che le dà un aspetto spettacolare. È un luogo popolare per il turismo grazie al suo facile accesso e alla sua bellezza naturale.
Una curiosità sul cratere di Kerid è che, a differenza di altri crateri vulcanici in Islanda, non è pieno d'acqua a causa della pioggia, ma l'acqua al suo interno proviene da una sorgente sotterranea, che gli conferisce il suo colore turchese distintivo.

mercoledì 11 dicembre 2024

Una gigantesca struttura nello spazio sfida la nostra comprensione dell’Universo.

 

Gli astronomi hanno scoperto un anello gigantesco, quasi perfetto, di galassie, di circa 1,3 miliardi di anni luce di diametro. Non corrisponde a nessuna struttura conosciuta.

Una misteriosa struttura a forma di anello nello spazio. 

È ciò che hanno scoperto gli astronomi, un anello di galassie quasi perfetto di circa 1,3 miliardi di anni luce di diametro. Non corrisponde a nessuna struttura o meccanismo di formazione noto. Il Grande Anello, come è stata soprannominato, potrebbe perfino portarci a modificare il modello standard della cosmologia. La scoperta, guidata dall’astronoma Alexia Lopez dell’Università del Lancashire, è stata presentata al 243° incontro dell’American Astronomical Society a gennaio ed è stata pubblicata sul Journal of Cosmology and Astroparticle Physics.

Cosa sappiamo del Grande Anello scoperto nello spazio

Il Grande Anello (in blu) è la seconda struttura scoperta da Lopez e dai suoi colleghi. La prima, a forma di arco (in rosso), si trova nella stessa parte del cielo, alla stessa distanza. Quando la scoperta dell’arco è stata annunciata nel 2021, ha lasciato perplessi gli astronomi. Il Grande Anello non fa che infittire il mistero. Crediti: Università del Lancashire.

Già nel 2021 era stata scoperta un’altra struttura gigantesca a forma di arco e il Grande Anello non fa che infittire il mistero. “Nessuna di queste due strutture è facile da spiegare in base alla nostra attuale conoscenza dell’universo”, ha spiegato Lopez a gennaio. “E le loro dimensioni estremamente grandi, le forme distintive e la vicinanza cosmologica devono sicuramente dirci qualcosa di importante, ma cosa esattamente?”

L’Oscillazione Acustica Barionica.

Il collegamento più immediato sembra essere con qualcosa chiamato Oscillazione Acustica Barionica (BAO). Si tratta di gigantesche disposizioni circolari di galassie che si trovano in tutto l’Universo. In realtà sono sfere, i fossili di onde acustiche che si propagarono nell’Universo primordiale e poi si congelarono quando lo spazio divenne così diffuso che le onde acustiche non potevano più viaggiare. Il Grande Anello non è un BAO. I BAO hanno tutti una dimensione fissa di circa 1 miliardo di anni luce di diametro. E un’ispezione approfondita del Grande Anello mostra che è più simile a un cavatappi allineato in modo tale da sembrare un anello.

Cos’è questa misteriosa struttura nello spazio

Un grafico che mostra il Grande Anello, approssimativamente centrato sullo 0 dell’asse x. Crediti: Università del Lancashire

Il che lascia la domanda senza risposta: che diavolo è? “Quando osserviamo l’universo su larga scala, ci aspettiamo che la materia sia distribuita uniformemente ovunque nello spazio, quindi non dovrebbero esserci irregolarità evidenti oltre una certa dimensione”, ha spiegato Lopez. “I cosmologi calcolano che l’attuale limite teorico delle dimensioni delle strutture sia di 1,2 miliardi di anni luce, eppure entrambe queste strutture sono molto più grandi: l’Arco Gigante è quasi tre volte più grande e la circonferenza del Grande Anello è paragonabile alla lunghezza dell’Arco Gigante.”

Cosa significa per la cosmologia

Ma la dimensione è solo uno dei problemi. L’altro è cosa significa per la cosmologia, lo studio dell’evoluzione dell’Universo. Il modello attuale è quello che al momento si adatta meglio a ciò che osserviamo, ma ci sono alcune caratteristiche che sono difficili da spiegare nel suo contesto. Sono stati proposti altri modelli per affrontare queste caratteristiche. In uno di questi, la cosmologia ciclica conforme di Roger Penrose, in cui l’Universo attraversa infiniti cicli di espansione del Big Bang, ci si aspettano strutture ad anello, anche se vale la pena notare che la cosmologia ciclica conforme ha notevoli problemi. Un’altra possibilità è che le strutture siano un tipo di difetto topologico nel tessuto dello spazio-tempo noto come stringhe cosmiche. Si pensa che siano come rughe larghe quanto un protone emerse nell’Universo primordiale quando lo spazio-tempo si è allungato. Non abbiamo trovato molte prove fisiche dell’esistenza delle stringhe cosmiche, ma le prove teoriche sono piuttosto promettenti.

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