venerdì 19 gennaio 2024

Huaca Pucllana - Lima (Peru)

 

Il sito archeologico di Huaca Pucllana si trova sulla riva sinistra del fiume Rimac, nella zona commerciale e residenziale di Miraflores. Huaca Pucllana venne costruita e utilizzata tra il 400 ed il 700 d.C. circa. La grande piramide che compone il sito archeologico è costellata di edifici bassi strutturati con l’impiego di mattoni e farciti con sabbia e ciottoli.
In origine questa piramide occupava una superficie di ben 20 ettari, oggi, invece, ne conta solo 6.
Huaca Pucllana è prevalentemente un sito cerimoniale, considerato un tempio, dedicato in origine ad una divinità femminile associata al mare. L’intero sito archeologico di Huaca Pucllana è composto dalla grande Piramide e dal complesso Northeastern che consiste in una serie di cortili, piazze e sale collegate ed interconnesse appartenenti a fasi di costruzioni differenti.
La Grande Piramide è composta da numerosi edifici ed è organizzata in 6 livelli; il primo livello venne malauguratamente demolito nel corso del secolo scorso e venne recuperata solo una piazza; il secondo livello è diviso dal terzo da un passaggio e presenta un meraviglioso patio con panche gialle; il terzo livello è costituito da un piazzale mentre il quarto è il più contenuto di tutti e presenta un cortile con panchine e scale di colore giallo. Il quinto livello, a cui si accede tramite un ulteriore passaggio, è anch’esso composto da un cortile e panche che si snodano su due livelli e sono separate da un muro.
Il sesto livello invece è una serie sequenziale di recinzioni ben conservate. La Grande Piramide si unisce al Complesso Northeastern grazie ad una magnificente e grandiosa rampa zigzagata. All’interno della Grande Piramide sono stati rinvenuti, tramite diversi scavi effettuati dagli archeologi, numerosi corpi femminili squartati; infatti, nell’antica cultura di Lima, il più elevato e solenne sacrificio possibile consisteva nell’immolazione della vita di una donna. Nel 2013 a Huaca Pucllana vennero riesumate due mummie precolombiane perfettamente integre, una di un adulto ed una di un bambino.

Stele della carestia.

 

La stele della carestia è un'epigrafe scritta in geroglifico situata sull'isola di Sehel nel Nilo, nei pressi di Assuan, in Egitto, che parla di un periodo di sette anni di siccità. Questa carestia occorse durante il regno del faraone Djoser della III dinastia. Si pensa che la stele sia stata incisa nel periodo tolemaico, ovvero tra il 332 ed il 31 a.C.

La stele della carestia è incisa su un blocco rettangolare di granito, estratto da una parete di granito naturale. L'iscrizione è in geroglifico e contiene 42 colonne. La parte superiore della stele raffigura tre divinità egizie: Khnum, Satet e Anuqet. Davanti a loro è mostrato Djoser, nell'atto di portare offerte. Una larga fessura, già presente quando la stele fu realizzata, attraversa il centro della roccia. Alcune parti della stele sono danneggiate, il che rende illeggibili alcuni passaggi del testo.

La storia raccontata sulla stele è ambientata nel diciottesimo anno del regno di Djoser. Il testo descrive come il re sia sconvolto e preoccupato dal fatto che le terre d'Egitto stavano subendo una siccità e la conseguente carestia da sette anni, dato che in questo periodo il Nilo non era mai esondato fertilizzando le coltivazioni. Il testo descrive anche come il popolo egizio soffriva a causa della siccità, e quanto erano disperati tanto da infrangere le leggi del paese. Djoser chiede aiuto agli uomini del sacerdote, guidati dall'alto sacerdote Imhotep. Il re voleva sapere dove fosse nato Hapy (una divinità dei fiumi identificato direttamente col Nilo) e che dio abitava quel luogo.

Imhotep decise di analizzare gli archivi del tempio di Hut-Ibety (“Casa delle reti”), situato a Ermopoli e dedicato al dio Thot. Informò il re del fatto che l'alluvione del Nilo era controllata dal dio Khnum ad Elefantina da una sacra sorgente situata sull'isola, dove il dio abitava. Imhotep si recò immediatamente nel luogo chiamato Jebu. Nel tempio di Khnum, chiamato “Gioia di Vita”, Imhotep si purifica, chiede aiuto a Khnum e gli offre “tutte le cose buone”. Improvvisamente cade nel sonno, e nel suo sogno Imhotep viene accolto dal gentile Khnum. Il dio si presenta ad Imhotep spiegando chi e cosa è, per poi descrivere i propri poteri divini. Alla fine del sogno Khnum promette di far esondare di nuovo il Nilo. Imhotep si sveglia e scrive tutto quello che era successo nel sogno. Torna quindi da Djoser per raccontare al re l'accaduto.

Il re è felice delle novità, ed emette un decreto nel quale ordina a sacerdoti, scribi ed operai di restaurare il tempio di Khnum e di ricominciare a fare regolari offerte al dio. Inoltre, Djoser, con un altro decreto, concede al tempio di Khnum ad Elefantina, la regione compresa tra Assuan e Takompso con tutte le sue ricchezze, oltre ad una quota di quanto importato dalla Nubia. 

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