sabato 14 settembre 2024

La Struttura Yonaguni o Monumento di Yonaguni.

 

Sul fondo dell'oceano vicino alla costa del Giappone, c'è una struttura conosciuta come la "Piramide Yonaguni" che molti credono sia la prova di un'antica civiltà avanzata.! Scoperta nel 1986 dal sommozzatore Kihachiro Aratake, questa struttura subacquea è a forma di piramide ed è composta da grandi blocchi di pietra con angoli retti e superfici piane. Mentre alcuni scienziati sostengono che si tratti di una formazione naturale, altri credono che sia stata costruita dagli esseri umani oltre 10.000 anni fa, che potrebbe riscrivere la storia della civiltà umana. La vera natura della Piramide Yonaguni rimane un mistero e un oggetto di intenso dibattito.

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Durante un viaggio notano un paesaggio enigmatico. Cos’é? L’accertamento e lo studio del sistema di cavità. A che serviva.

 

Una straordinaria scoperta archeologica è stata fatta nelle montagne dell’Isalo, nel sud del Madagascar, rivelando un complesso di strutture rupestri che potrebbe cambiare la nostra comprensione della storia dell’isola e dei suoi legami con civiltà lontane. Un team internazionale di ricercatori, guidato da Guido Schreurs dell’Università di Berna, ha rinvenuto a Teniky un’enigmatica architettura rupestre, senza paralleli conosciuti sull’isola o lungo la costa africana orientale. Le similitudini stilistiche più vicine si trovano a migliaia di chilometri di distanza, in Iran, e sono associate alle comunità zoroastriane del primo millennio d.C.

Il sito di Teniky: caratteristiche e contesto.

Situato nel cuore di un massiccio montuoso, a oltre 200 chilometri dalla costa più vicina, Teniky era noto agli studiosi fin dagli inizi del XX secolo per le sue strutture archeologiche all’interno di un circo fluviale, tra cui la “Grande Grotta” o “Grotta dei Portoghesi”. Questa grande cavità è circondata da muri di arenaria costruiti con estrema precisione. Tuttavia, le nuove ricerche hanno ampliato la nostra comprensione del sito, rivelando un complesso molto più vasto, comprendente terrazze artificiali, nicchie scavate nella roccia e bacini di pietra. Le strutture si estendono per chilometri oltre il circo originario.

Un’architettura misteriosa e senza precedenti

Le nicchie quadrangolari scavate nella roccia di Teniky, associate a utensili simili a quelli documentati in Medio Oriente, suggeriscono un collegamento con la civiltà zoroastriana. Questa ipotesi è avvalorata dalla presenza di segni distintivi nell’architettura, che ricordano le necropoli zoroastriane dell’Iran. Il sito è datato tra il X e il XII secolo grazie alle analisi al radiocarbonio, e la scoperta di ceramiche provenienti dalla Cina e dal sud-est asiatico risalenti all’XI-XIV secolo rafforza l’idea che Teniky fosse un nodo commerciale dell’Oceano Indiano.

Alcuni resti di muri in pietra che proteggevano le nicchie@ Fotografia :Fotografia G. Schreurs et al.

Zoroastrismo: una religione antica e influente.

Il possibile legame tra Teniky e lo zoroastrismo è di particolare interesse. Lo zoroastrismo, nato in Persia intorno al VII secolo a.C., è una delle religioni monoteiste più antiche del mondo, fondata dal profeta Zoroastro (Zarathustra). Essa si basa su una visione dualistica del cosmo, dove il bene, rappresentato dalla divinità suprema Ahura Mazda, è in perenne lotta contro il male, incarnato da Angra Mainyu. Gli zoroastriani credono nell’importanza della verità, della giustizia e della purezza morale, e praticano rituali come il culto del fuoco sacro, simbolo della luce divina e della saggezza.

Lo zoroastrismo ha avuto una forte influenza culturale e religiosa non solo in Persia, ma anche su altre grandi religioni come il giudaismo, il cristianesimo e l’islam. Tra le sue pratiche più particolari vi è il rito funebre: i defunti venivano deposti su torri del silenzio per essere esposti agli elementi naturali, evitando così la contaminazione della terra o del fuoco, considerati sacri. Questa tradizione spiegherebbe la presenza di necropoli e strutture rupestri legate allo zoroastrismo in varie parti dell’Iran e, potenzialmente, anche a Teniky.

Una rete commerciale che collega Teniky all’Oceano Indiano.

Oltre al collegamento religioso, le ceramiche importate dalla Cina e dal sud-est asiatico dimostrano che gli abitanti di Teniky erano coinvolti nelle vaste reti commerciali dell’Oceano Indiano, pur trovandosi a una considerevole distanza dalla costa. Questa scoperta suggerisce che il sito potrebbe essere stato un importante crocevia di scambi economici e culturali, collegando il Madagascar alle rotte commerciali asiatiche, africane e mediorientali.

Quattro aree del sistema architettonico arcaico: Fotografia G. Schreurs et al.

Ipotesi zoroastriana e implicazioni storiche.

L’ipotesi che le strutture di Teniky possano essere parte di una necropoli zoroastriana apre nuove prospettive sul popolamento del Madagascar. Sebbene non vi siano prove definitive, il legame con l’architettura zoroastriana indica la possibilità che coloni persiani, forse fuggiti da persecuzioni religiose o spinti da motivazioni commerciali, abbiano raggiunto l’isola nel corso del primo millennio d.C. Se questa teoria fosse confermata, essa ridefinirebbe le nostre conoscenze sulle interazioni tra l’isola e le civiltà lontane.

Questa scoperta solleva numerosi interrogativi: quando e come giunsero questi coloni sul Madagascar? Quali furono le loro interazioni con le popolazioni indigene? E perché il sito fu abbandonato? La presenza di un’architettura così sofisticata nel cuore dell’isola dimostra l’importanza di Teniky non solo come centro religioso, ma anche come hub commerciale e culturale durante il Medioevo.

Prospettive future: la protezione e lo studio di Teniky.

La scoperta di Teniky non solo ridefinisce il passato del Madagascar, ma mette in evidenza l’urgenza di proteggere il sito. Nonostante si trovi all’interno del Parco Nazionale dell’Isalo, Teniky ha subito saccheggi e danni nel corso degli anni. I ricercatori sottolineano la necessità di ulteriori scavi e ricerche per comprendere appieno il significato storico e culturale del sito, e per garantirne la conservazione.

Conclusioni: una riscrittura della storia del Madagascar?

Il sito di Teniky rappresenta un capitolo poco conosciuto, ma di fondamentale importanza, nella storia del Madagascar. Le sue strutture architettoniche senza precedenti e la partecipazione alle reti commerciali dell’Oceano Indiano suggeriscono che il Madagascar medievale fosse molto più integrato nelle dinamiche culturali e commerciali globali di quanto si pensasse. Se l’ipotesi zoroastriana verrà confermata, sarà una scoperta rivoluzionaria che cambierà la nostra comprensione della storia dell’isola e delle sue connessioni con il resto del mondo.


Fonti Schreurs, G., Allegro, T., Rouvinez, M., et al. (2024). Teniky: architettura enigmatica in un sito archeologico nel sud del Madagascar. Azania: Ricerca archeologica in Africa, 1–44. doi.org/10.1080/0067270X.2024.2380619.


https://stilearte.it/durante-un-viaggio-notano-un-paesaggio-enigmatico-cose-laccertamento-e-lo-studio-del-sistema-di-cavita-a-che-serviva/

Il Dolmen de Bagneux - Bagneux, Saumur, Valle della Loira in Francia.

 

Il Dolmen de Bagneux è una tomba megalitica situata nella città di Bagneux, vicino a Saumur, nella Valle della Loira in Francia. È uno dei più grandi dolmen d'Europa, misura circa 18,5 metri di lunghezza e oltre 4 metri di altezza. Risalente al Neolitico, intorno al 4000-3000 a.C., fu originariamente costruita come camera sepolcrale fatta di enormi lastre di pietra, alcune del peso di diverse tonnellate.
Le grandi dimensioni del dolmen e la maestria artigianale necessaria per costruirlo suggeriscono che si trattasse di un importante sito di sepoltura, possibilmente riservato ad un individuo di alto status o a un gruppo. La struttura è caratterizzata da una lunga camera rettangolare, coperta da grandi pietre, supportata da diverse pietre verticali chiamate ortostatici. Nel corso del tempo, il tumulo di terra coperto che originariamente incastonava i dolmen si è eroso, lasciando visibile lo scheletro di pietra.
Storicamente, i dolmen come questo non erano solo siti di sepoltura, ma servivano anche come indicatori di confini territoriali o come luoghi di significato rituale. Il Dolmen de Bagneux ha suscitato interesse per la sua portata impressionante e per le domande che solleva sulle persone che lo hanno costruito, sulle loro strutture sociali e sul significato religioso o culturale di tali monumenti nell'Europa preistorica. Oggi è una testimonianza dell'ingegno e dell'organizzazione sociale delle comunità neolitiche.