Non ho molta fiducia nella capacità di tenuta di Fini, e dei finiani, di fronte allo tsunami che sta per investirli, se decideranno di andare avanti. Però faccio il tifo per loro, perché sono i soli capaci di mettere una zeppa in un progetto cinicamente perseguito sulla pelle di questo sfortunato paese da un uomo che per sistemare le sue vicende giudiziarie, cambiare ancor più a suo vantaggio le regole del gioco e insediarsi al Quirinale, appare disposto a dare via libera ora e nel futuro prossimo ai massimi livelli di potere a una formazione come la Lega, nefasta per l’Italia sotto tutti i punti di vista, non solo svendendo il suo partito (e la cosa mi lascia indifferente) ma anche stravolgendo i valori e i meccanismi istituzionali che fanno della Repubblica una democrazia liberale europea.
La mia scarsa fiducia deriva dai comportamenti passati di chi ha pur sempre avallato la peggiore legge elettorale, e si è imbarcato in una formazione partitica che in un primo momento aveva lucidamente definito "una scorciatoia plebiscitaria e personalistica", nel mentre consentiva che il socio di maggioranza gli portasse via mezzo partito. E naturalmente è ben nota la capacità di seduzione e corruzione di chi non avrà certo scrupoli ad agire per fare il vuoto attorno al "traditore". Ma poiché Fini si trova davvero con le spalle al muro, avendo altrimenti avanti a sé un futuro politico alla Occhetto, si può sperare che vada avanti con determinazione con quel poco di ceto politico ex An che ancora gli resta.
Da il Fatto Quotidiano del 17 aprile
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
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