Chiediamo al presidente Zavoli: in tempi di sacrifici per tutti, è giusto che i compensi Rai percepiti da conduttori, star estarlette del teleschermo non debbano essere pubblici e pubblicabili trattandosi di soldi versati appunto dal servizio pubblico, frutto in gran parte del canone che tutti noi paghiamo? Ci rivolgiamo al presidente della commissione di Vigilanza Rai per il ruolo di garanzia ricevuto dal Parlamento e per la sensibilità istituzionale che tutti gli riconoscono. Un elenco certo e ufficiale degli emolumenti Rai (non solo gli stipendi base ma le cifre complessive riscosse) sarebbe una boccata di sana trasparenza.
Primo: metterebbe fine al balletto indecoroso di liste e listarelle di incerta fonte messe in giro strumentalmente per colpire questo o quello. Secondo: toglierebbe ai vari Brunetta e Calderoli la finta maschera di “moralizzatori” quando è chiaro a tutti che la campagna sugli “stipendi d’oro” di viale Mazzini e Saxa Rubra è soprattutto diretta a colpire certi giornalisti invisi al governo, e non altri. La pubblicazione di questi dati metterebbe i cittadini nella concreta possibilità di valutare se quelle cifre corrispondono a precise e legittime logiche di mercato. O se per il loro eccessivo ammontare siano assimilabili alla categoria delle prebende e delle regalìe. È giusto, per esempio, accomunare chi conduce una trasmissione che fa il pieno di ascolti e di pubblicità con chi quei numeri se li sogna? E che il primo riceva in busta paga meno della metà del secondo? Chiediamo al presidente Zavoli: non è vigilanza anche questa?
Da il Fatto Quotidiano del 6 giugno
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
lunedì 7 giugno 2010
Zavoli e i compensi Rai - Antonio Padellaro
7 giugno 2010
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