La Cassazione conferma la radiazione di Cesare Previti dall'ordine degli avvocati. Al termine di una lunga vicenda giocata tra ricorsi e controricorsi, i giudici di piazza Cavour, con la sentenza 10071 (si legga il testo sul sito di Guida al diritto) hanno ritenuto legittima la misura più grave, sul piano deontologico, inflitta prima dall'ordine degli avvocati di Roma, e poi confermata dal Consiglio nazionale forense all'ex deputato di Forza Italia condannato in via definitiva per corruzione in atti giudiziari nella vicenda Imi-Sir.
Dalla interdizione alla radiazione
Il procedimento disciplinare era stato avviato nel 1999, a seguito della richiesta di rinvio a giudizio da parte del tribunale di Milano. L'ordine contestava al professionista «gli stessi fatti che costituivano oggetto della imputazione nel processo penale». Il procedimento veniva poi sospeso in attesa dell'esito dell'indagine giudiziaria, fino al 4 maggio 2006 quando si è arrivati alla sentenza di condanna definitiva della Cassazione. A quel punto il Consiglio dell'ordine ha chiesto dapprima di dare esecuzione alla pena accessoria dell'interdizione dalla professione per 5 anni, così come disposta dai giudici. E, successivamente, con una delibera del 6 febbraio 200, ha riaperto l'istruttoria, al termine della quale ha irrogato la sanzione della radiazione dall'albo. A questo punto Previti è ricorso al Consiglo nazionale forense, che però lo ha respinto, e quindi in Cassazione. Ma la porta si è chiusa anche a piazza Cavour. Per la Suprema Corte, infatti, tutti motivi sollevati dalla difesa di Previti sono da respingere e il ricorso rigettato.
La vicenda
La VI Sezione penale della Corte di cassazione, il 4 maggio del 2006, a conclusione del processo Imi-Sir, aveva condannato Previti a sei anni di reclusione per corruzione in atti giudiziari. L'accusa, ritenuta provata, è quella di avere pagato i giudici in modo da orientare la decisione delle sentenze. Con Previti vennero condannati anche Vittorio Metta (6 anni), ex magistrato, e gli avvocati Attilio Pacifico (6 anni e) e Giovanni Acampora (3 anni e 8 mesi).
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