martedì 28 giugno 2011

Dite la verità al Paese. - di Emanuele Macaluso.


Il clima politico è diventato veramente torbido. Domenica Il Riformista ha fatto un titolo, che qualcuno ha definito “criptico”. Diceva: «A giovedì». Era semmai allusivo, ma chiaro.
Giovedì si riunisce il Consiglio dei ministri e noi, nella nota che supportava il titolo, mettevamo in forte evidenza il fatto che in quella occasione il ministro Giulio Tremonti avrebbe posto tre temi: la manovra di 45 miliardi; la bozza della legge delega sul fisco; la nomina del governatore della Banca d’Italia.
Osservavamo che il ministro avrebbe chiesto una deliberazione complessiva su tutto il pacchetto, come un voto di fiducia sul suo operato. Non abbiamo sbagliato se leggiamo bene quel che è successo tra domenica e lunedì. Anzitutto, l’incredibile e brutale sortita del sottosegretario Guido Crosetto, ex responsabile economico di Forza Italia, uomo di fiducia di Silvio Berlusconi: «La manovra del ministro Tremonti è roba da psichiatria». Il portavoce del presidente del Consiglio dice che si è trattato di «un’uscita a titolo personale». Ridicolo.
La verità è quella che ormai tutti sanno, anche nel Pdl: Berlusconi è nel pallone. Nella stessa giornata loda l’operato del suo ministro (tiene i conti pubblici sotto controllo) e conferma la necessità della manovra, poi dice, o fa dire dai suoi uomini, il contrario.
Oggi, prima del Consiglio dei ministri, è stata convocata una riunione della maggioranza e, udite! udite!, il Pdl e la Lega, con il contorno di Scilipoti, hanno finalmente scoperto la collegialità, nel tentativo maldestro (l’ha ben capito la Marcegaglia) di cambiare le carte in tavola.
Sulla cosiddetta riforma fiscale c’è silenzio. Sia chiaro, il paese è con le spalle al muro, e ieri è stato toccato un nuovo record per lo spread tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi: la differenza tra i due andamenti si attesta a 222 punti base, otto in più rispetto a venerdì. Nuovo record. Ed è con le spalle al muro sul terreno sociale: non c’è sviluppo economico e le nuove generazioni sembrano tagliate fuori dai processi produttivi.
La responsabilità di questa situazione va ricercata in un fatto incontrovertibile: il governo racimola la fiducia alle Camere, ma non ha forza politica per governare. La guerriglia all’interno della maggioranza coinvolge interessi generali, come quelli che emergono nella Napoli ancora sepolta dai rifiuti. Tutto si svolge solo sul terreno del potere tra persone e gruppi violentemente contrapposti. Anche la nomina del nuovo governatore della Banca d’Italia è giocata su questo terreno. E vi partecipano attivamente anche gruppi editoriali e persone che non sono nella maggioranza.
Per fortuna la cosiddetta P4 di Bisignani non è in grado di mobilitarsi, ma altre lobbies, meno chiassose e più potenti, sono, come in altre occasioni, in campo.
Su un giornale di destra, “Il Tempo”, dove si leggono anche analisi e ragionamenti, si parla di un «Pdl balcanizzato». La Lega non è da meno. Il problema però riguarda tutti. Una maggioranza e un governo balcanizzati possono governare un paese in crisi che ha bisogno di una guida forte e autorevole?
Una risposta seria dovrebbe darla non solo l’opposizione, ma coloro che nella maggioranza sono ancora in grado di dire la verità a se stessi e al paese.




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