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venerdì 9 settembre 2011
Serravalle, Penati indagato per corruzione. - di Igor Greganti
MONZA - C'e' una nuova accusa a carico di Filippo Penati, oltre a quelle per cui la Procura di Monza ha chiesto l'arresto, poi negato dal gip. L'ex esponente del Pd, infatti, e' indagato per concorso in corruzione nell'ambito di uno dei filoni dell'inchiesta che ha 'scoperchiato' il 'sistema Sesto', quello relativo ad una presunta tangente pagata per l'acquisto da parte della Provincia di Milano del 15% delle quote dell'autostrada Milano-Serravalle dal gruppo Gavio. Una contestazione che si aggiunge alle accuse di corruzione e concussione relative a presunte 'mazzette' che sarebbero arrivate a Penati nell'ambito di interventi di sviluppo urbanistico nelle aree ex Falck e Marelli di Sesto San Giovanni, e a quella di finanziamento illecito al partito che vede, stando alle indagini, l'ex presidente della Provincia di Milano legato 'a doppio filo' a un manager del gruppo Gavio e all'imprenditore Piero Di Caterina. I pm di Monza, Walter Mapelli e Franca Macchi, e gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano hanno deciso, infatti, di 'scavare' nella operazione Milano-Serravalle, che venne contestata anche dall' allora sindaco di Milano Gabriele Albertini. La Provincia compro' le quote a quasi 9 euro e cosi' il gruppo Gavio, che le aveva pagate meno di 3 euro, realizzo' una plusvalenza di 179 milioni di euro. L'imprenditore Di Caterina, sentito a verbale dai pm nel giugno 2010, ha riferito cio' che gli avrebbe detto l'ex dirigente della Provincia, Antonino Princiotta: ''nell'aprile del 2005'' ci sarebbero stati ''alcuni incontri presso lo studio del commercialista Ferruccio di Milano via Pontaccio'' per stabilire il ''sovrapprezzo'' dell'operazione ''da pagare a favore di Penati e Vimercati (suo ex braccio destro, ndr)''. Trattative a cui, stando a Di Caterina, avrebbero partecipato lo stesso Princiotta, ''Vimercati, Binasco (Bruno, manager del gruppo Gavio, ndr) e un rappresentante di Banca Intesa, tale Pagani''. Tutte le persone che avrebbero preso parte agli incontri sono state iscritte nel registro degli indagati e i finanzieri hanno primo perquisito verso meta' agosto gli uffici del manager di Intesa, Maurizio Pagani, e poi nei giorni scorsi sono andati ad acquisire documenti nelle sedi di alcune societa' del gruppo Gavio. Poi gli uomini della Tributaria hanno continuato anche oggi a prelevare 'carte' sul 'capitolo Serravalle', presentandosi nelle sede della Salt spa, altra societa' del gruppo con base in provincia di Lucca. I pm, che contestano a Penati il concorso in corruzione nella vicenda dell'acquisto della societa' autostradale, spiegano in parte l'accusa anche nell'appello depositato al Tribunale del Riesame (l'udienza e' fissata per il prossimo 21 ottobre) per chiedere l'arresto dell'ex presidente della Provincia. ''L'unica alternativa razionale e coerente - scrivono - per spiegare il pagamento di Binasco a Di Caterina (2 milioni di euro attraverso un'operazione immobiliare fittizia, ndr) nell'interesse di Penati e Vimercati e' che la somma sia parte della tangente a loro destinata per l'acquisto'' della Milano-Serravvale. ''Non ho ricevuto alcuna comunicazione formale dalla Procura di Monza. Non ho mai sentito parlare di sovrapprezzo per Serravalle'', e' stata la reazione di Penati. Mentre l'avvocato Angelo Giarda, che difende il manager Pagani, ha spiegato che il luogo indicato da Di Caterina, dove si sarebbero svolte le trattative, ''non esiste''. Intanto, oggi, e' stato interrogato dai pm l'avvocato Giovanni Camozzi, braccio destro dell'immobiliarista Luigi Zunino e indagato per corruzione nell' inchiesta. Stando alle indagini, Camozzi, ''quale legale rappresentante pro-tempore di Immobiliare Cascina Rubina'', societa' del gruppo Risanamento di Zunino che aveva acquisito la proprieta' dell'area Falck, avrebbe preso parte, tra il 2006 e il 2007, al versamento di 1,5 milioni di euro a favore dell'allora assessore di Sesto Pasqualino Di Leva, ora in carcere (domani a Milano ci sara' l'udienza davanti al Tribunale del Riesame). Da quanto si e' saputo, Camozzi avrebbe fornito a verbale riscontri all'ipotesi accusatoria, ma avrebbe in parte rettificato alcune sue precedenti dichiarazioni che riguardavano Penati. In un interrogatorio nel 2010, infatti, aveva detto che a Zunino (verra' interrogato lunedi') serviva ''un appoggio politico che Di Caterina, uomo legato all'allora presidente della Provincia di Milano Penati, poteva dare''.
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