Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
lunedì 9 gennaio 2012
Dramma della povertà 400 euro di pensione lei e lui morti suicida. - di Gaetano Campione
BARI - Non avevano più nulla. La crisi aveva spazzato il lavoro, i 400 euro di pensione non garantivano la sopravvivenza quotidiana, gli affetti si erano dissolti. Miseria, solitudine e disperazione avevano fatto morire anche la speranza. Così hanno deciso di farla finita con una vita senza senso. L’ultimo giallo di inizio d’anno nella città di San Nicola è archiviato come omicidio-suicidio. Mancano ancora alcuni tasselli per avere la certezza della ricostruzione ma il fil rouge che collega il ritrovamento dei due cadaveri racchiude una tragedia infinita.
Una fine per alcuni versi annunciata e addirittura tentata quattro anni fa. Lui dovrebbe essere (condizionale d’obbligo perché manca il riconoscimento ufficiale) Salvato - re De Salvo, 64 anni, bitontino rappresentante di tessuti disoccupato. Si è lasciato morire all’al - ba nello specchio d’acqua antistante il lido San Francesco, forse dopo aver ingerito barbiturici. A trovare il cadavere tra le alghe - privo dei pantaloni ma con camicia, calze e scarpe - è stato un pescatore dilettante che ha avvisato la Polizia. Entrare nel lido via mare non rappresenta un problema. C’è un varco lungo la battigia dal quale si accede senza problemi: il mare è di tutti.
n serata, il colpo di scena. Nella stanza 448 , al quarto piano dell’hotel «7 Mari», a due passi dalla spiaggia, l’addetto della reception decide di aprire la porta col passepartout e trova il corpo senza vita di Antonia Azzolini, 69 anni, molfettese. La donna, senza vestiti, è distesa sul letto. Ha il volto sereno. Sembra addormentata. È la moglie del De Salvo. Lo annunciano i documenti utilizzati nella registrazione per la prenotazione della camera. Potrebbe aver ingerito anche lei barbiturici o essere stata soffocata con un cuscino. A stabilirlo sarà l’autopsia affidata dal sostituto procuratore Emanuele De Maria al prof. Giancarlo Di Vella.
La coppia viveva lì da una settimana dopo aver trascorso il Natale presso alcuni parenti nel Salento. Persone tranquille, cordiali. Forse, un po’ chiuse. Che non parlavano molto ma pagavano con puntualità le consumazioni. Compresa la pizza dell’altro giorno. Il personale dell’albergo, non avendo notizie da venerdì sera, ha deciso di entrare nella stanza. Col trascorrere delle ore il quadro della vicenda si è arricchito di altri particolari. I Carabinieri sono risaliti all’ultimo alloggio dei due (l’ex hotel San Francisco di Triggiano dove erano stati lasciati i bagagli), hanno ricostruito gli spostamenti, rintracciato il figlio che aveva deciso di limitare i contatti al minimo in dispensabile e individuato la molla che ha fatto scattare il gesto di follia.
La conferma arriva anche dalla storia di Salvatore e Antonella pubblicata, proprio sulle pagine della «Gazzetta», nel 2007. Un racconto di porte mai aperte, di dignità violata, di solidarietà istituzionale (la macchina ha funzionato) che non è riuscita però a restituire casa e lavoro.
Il rapporto causa-effetto (mancata occupazione-suicidio) purtroppo è in devastante aumento. Solo nel 2009 in Italia c’è stato un suicidio al giorno per motivi legati al lavoro. L’Eurispes quantifica in 2.986 i suicidi con un aumento del 5, 6 % rispetto all’anno precedente. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone espulse dal mercato del lavoro (272 in valore assoluto), il 76% a fronte di 85 casi di persone in cerca di prima occupazione. Un altro indicatore della connessione tra aumento dei suicidi e crisi sono i suicidi per motivi economici, che - pur con tutte le difficoltà nel comprendere le motivazioni profonde di un gesto così assoluto - raggiungono sempre nel 2009 il valore più alto degli ultimi decenni con 198 casi, con una crescita del 32% rispetto all’anno precedente e del 68% rispetto al 2007. E il 2012 si annuncia ancora più terribile.
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=483670&IDCategoria=1
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