Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
mercoledì 25 gennaio 2012
il viceministro figlio di papà senza delege ma che sparla di sfigati laureati: Michel Martone
Definisce 'Sfigato' chi non si laurea entro i 28 anni. Ma lui è figlio di un potente amico di Previti. Raccomandato da Sacconi, Brunetta e Montezemolo. Storia vera del rampante viceministro Michel Martone.
Giovane, preparato, ben introdotto, maniacale promotore di se stesso. Un Klaus Davi tendente Jaki Elkann, con posa all'Antonio Gramsci. Incarichi, docenze, consulenze, e libri, e convegni, e articoli, e tv. Persino un blog dove pubblica ogni suo intervento, consiglia di leggere Kavafis e di ascoltare Jimi Hendrix, mancino come lui.
Michel Martone - figlio di Antonio, di cui si dirà - Martone il giovane, giuslavorista, l'under 40 dell'esecutivo con un curriculum da paura, è entrato da viceministro al Lavoro con titoloni sui giornali. Dell'atteso exploit, però, non si ha traccia. E' scomparso. Non c'è armonia col ministro Elsa Fornero, si vocifera. A oggi non è nemmeno chiaro quali ambiti di competenza abbia. A Natale il governo ha approvato le sue deleghe, ma con la fumosa dizione "funzioni particolari". Mistero. Una sparizione sorprendente. Anche perché - raccontano - "è una vita che studia da ministro".
Eppure, addentrandosi tra biografia e rapporti ramificati, una chiave la si trova. Si capisce, per esempio, che
Martone il giovane è in realtà un giovane-vecchio: il contrario di un outsider. Piuttosto, il pezzetto di un establishment non del tutto meritocratico.
Uno che ha saputo coniugare con secolare abilità l'autopromozione, la carriera accademica, e l'avere un ben introdotto papà (il giudice Martone, ex presidente dell'Authority scioperi, già assiduo dello studio Previti, da ultimo sulle cronache per aver partecipato a un pranzo della P3 a casa di Verdini).
L'abilità sta nell'amalgama: è impossibile distinguere un elemento dall'altro. Come dimostra, fra l'altro, ciò che accadde quando il Pd Pietro Ichino attaccò l'allora ministro Renato Brunetta, colpevole di aver dato a Martone junior una consulenza da 40 mila euro, avendo nominato Martone senior presidente della Civit (la Commissione "antifannulloni"). Sciocchezze, replicò Brunetta: "La consulenza è precedente alla nomina, semmai allora il figlio ha raccomandato il padre".
Eccolo l'amalgama: e tutto tiene, l'uovo e la gallina. E' invidiabile e oliata, del resto, la disinvoltura con la quale Martone racconta di fare oggi il viceministro dopo aver "solo mandato un curriculum" a Catricalà, o ricorda che ai tempi dell'università il professor Dell'Olio "mi propose di lavorare per il suo dipartimento" (all'ora fatale, Martone senior fece pubblicare per Dell'Olio un necrologio la cui metratura gli appassionati del ramo ancora ricordano). O la scioltezza con la quale ripercorre la fulminea sua carriera: a 23 anni dottorando, a 26 ricercatore (diventa anche avvocato), a 27 professore associato (a Teramo). A 29 anni - record - Martone è ordinario avendo ottenuto l'idoneità a Siena con il classico schema all'italiana (otto candidati, sei si ritirano, due vincono).
A presiedere la commissione, il professor Persiani: quello che, anni prima, "mi aveva chiesto se volevo lavorare all'Università e la mattina alle 7 mi aveva convocato". Che fortuna. Ottimi, del resto, sono da sempre i rapporti tra Persiani e Martone Senior. "Secchioncello", si definisce. E che sia preparato anche i detrattori lo dicono. Ancora più bravo nel tenere insieme tutto.
Negli ultimi due anni, consulente di Brunetta ma anche collaboratore di Maurizio Sacconi (suo sponsor nella nomina a viceministro), Martone è riuscito a essere anche in Italiafutura, stimato senza riserve dall'antiberlusconiano Luca di Montezemolo. Se non fosse entrato al governo, aveva già pronta la nomina a presidente di FondInps: firmata da Sacconi, poche ore prima delle dimissioni di Berlusconi.
Il suo discorso per i dieci anni dalla morte di Bettino (perché è anche membro della Fondazione Craxi), cominciò così: "Molti si chiederanno che cosa ci faccio qui". Ecco, chiederselo non serve. E' cosa riuscirà a fare arrivato sin qui, e con una capacità di stare al mondo che sembra diventata un peso, la vera domanda.
Susanna Turco
http://isegretidellacasta.blogspot.com/2012/01/il-viceministro-figlio-di-papa-senza.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+blogspot%2FBOqVu+%28I+segreti+della+casta+di+Montecitorio%29
Quando la vita è facile, si rivestono cariche prestigiose e ci si arroga il diritto di sparare cacchiate...
RispondiElimina