Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
mercoledì 17 aprile 2013
Rita Pani - Apolide
L’urlo di mia madre dalla cucina, mentre tintinnavano le tazze della colazione, e l’odore del caffè si spandeva per tutta casa, arrivava quattro volte ogni mattina. Ogni volta che la porta del bagno si apriva e si richiudeva, figlio dopo figlio:
“CAMBIATIIIII LE MUTANDEEEE”.
Poi c’era quella frase che è rimasta nel mio cuore, e che ancora mi fa sorridere ogni volta che indosso un paio delle mie mutande da mercato “6 paia 5 euro”: “Cambiati le mutande, non sia mai, succedesse qualcosa …”
E la mia risposta, sempre uguale: “Che vuoi che succeda? E se mi schiacciasse un pullman, credi che starei a preoccuparmi delle mutande bucate?”
Già, perché io femminuccia le mutande le cambiavo anche se mamma non avesse urlato, solo che non ne ho mai tenuto troppo all’estetica dell’indumento, e non era bello – diceva mamma – andare in giro con le mutande bucate.
Ma erano comode.
Vecchiume. Sovrastrutture delle quali, a quanto pare, dobbiamo liberarci istituzionalmente.
Dati i tempi di follia collettiva nei quali annaspiamo, in realtà mi stupisce il fatto che la gente non abbia ancora invitato alla firma dell’appello per una legge di iniziativa popolare sui tempi legali di cambio di mutande, per un uso consapevole e responsabile delle risorse idriche.
È il ministro che ce lo chiede!
Sì, una buona idea del ministro Clini per risparmiare l’acqua? Cambiarsi le mutande ogni quattro giorni. E io, avrei voglia di stringergli la mano; complimentarmi con lui per l’impegno profuso durante il suo mandato tecnico e di prorogatio.
Perché l’ambiente è importante, e noi che ci vantiamo di far parte di quella società civile che tanto si agita e combatte, lo sappiamo benissimo. Noi che veniamo dalla terra di Sardegna, che facciamo i conti ogni estate con la siccità, col fuoco che desertifica la nostra terra, con l’uranio impoverito dei soldati americani o israeliani che uccidono le nostre genti con tumori innovativi e devastanti, l’ambiente lo abbiamo a cuore.
Come lo hanno a cuore i cittadini di Taranto, per le loro deformità, per i loro record di tumori, per i fumi velenosi. L’ambiente è importante. E la TAV, e il dissesto idrogeologico, e le discariche abusive, e la spazzatura per le strade sono tutte quelle cose che ci fanno imbestialire. E noi ci proviamo a rispettarlo questo ambiente mortificato dalla disumanità dell’uomo d’affari che lo ha reso devastato. Noi lo abbiamo sempre voluto un ministro attento, uno che “sapesse il fatto suo” uno che finalmente riuscisse anche a spiegarmi perché nel 2013 alle sei del pomeriggio i rubinetti di casa mia restano secchi, ed è proibito persino fare la cacca.
Grazie ministro Clini, per la sua genialità. Sia più ardito, si faccia più spavaldo e vada oltre in una sorta di ministero “No Limits”: ce lo dica che oltre che cambiarci le mutande, dovremmo anche lavarci il culo ogni quattro giorni. Vuol mettere la soddisfazione di risparmiare un po’ di più?
Io davvero non so, dove finisca la realtà e inizi la fantasia in questo paese votato alla follia.
Rita Pani (APOLIDE)
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