Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
mercoledì 24 luglio 2013
Andrea Scanzi.
Toh, è tornato Giusi La Ganga.
Il craxiano più craxiano di tutti, con alle spalle una sfilza di patteggiamenti per tangenti e ricettazione negli Anni Novanta.
Con un curriculum simile, uno così non poteva essere dimenticato dalla politica italiana. E infatti non lo hanno dimenticato. Lo trovate da poche ore nel consiglio comunale di Torino. Dove?
Nel Pdl?
No, tra i banchi del Pd. Pronto ad appoggiare Fassino.
Si sono liberati due posti, e zac, è subentrato lui. Tutti favorevoli - 29 consiglieri - tranne M5S ("il suo subentro è un atto dovuto previsto dalla legge, ma noi non l’avremmo mai candidato e non ci può essere nessuna pacificazione con la classe politica di quegli anni che hanno spolpato il Paese”) e Sel ("C’è un eterno ritorno al passato. Qui in Comune gli anni Ottanta tornano a ruggire”).
La Ganga, stupito per le proteste, ha parlato (pure lui) di "pacificazione politica". Ai (suoi) bei tempi, furoreggiava una vignetta di Forattini. C'era Craxi vestito da gangster che scandiva minaccioso: "Fermi tutti, arriva La Ganga". Nel 1994 disse: "Mi assumo la responsabilità dei finanziamenti illeciti ricevuti e per coerenza non posso più continuare a fare il politico”. Ma già nel 2005, in una intervista a Repubblica, ammise di essere malato cronicamente di politica.
La Ganga ha aderito da tempo al Pd. Quando fu candidato alle comunali di Torino, si lamentarono giusto i Giovani Democratici. Agli altri la sua presenza andava bene. Non era per nulla imbarazzante. In fondo La Ganga si era persino speso, personalmente, per agevolare l'elezione di Chiamparino a sindaco.
E' certo possibile che io, come tanti, sia "troppo cattivo" con il Pd. Ma è altrettanto certo che tutti coloro che riescono a ingoiare una tal dose di rospi, hanno anticorpi (im)morali che spero di non avere mai.
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