Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
giovedì 10 ottobre 2013
Le parole sono importanti (parafrasando una frase non mia).
Di alcune parole, non si conosce bene il significato.
"Fascista", ad esempio, è chi interpreta i rapporti sociali come rapporti di forza e quindi con prepotenza e intolleranza...in che modo potremmo attribuirla a Grillo più che a Berlusconi che tiene sotto scacco l'intero paese per scopi personali?
Fascista, pertanto, è il governo che ci manda contro le forze dell'ordine quando contestiamo una legge che non condividiamo o contro la costruzione di opere "incivili" come inceneritori, TAV, centrali nucleari...
I nostri governanti ed i loro servi-pennivendoli farebbero meglio ad imparare il significato delle parole prima di utilizzarle impropriamente.
Il nostro è l'unico paese in cui, quando si discute una legge da approvare, non si pensa al bene che potrebbe arrecare alla cittadinanza, bensì a quali benefici apporterebbe a chi la propone in parlamento.
Anche la parola "Democrazia", che è "governo del popolo", è poco conosciuta, e la Costituzione lo sancisce nel primo articolo che recita:
- L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Quante volte, chi dovrebbe rispettare e onorare questa regola fondamentale, i nostri mandatari - soggetti che agiscono in vece e per conto del loro mandante e si impegnano a rispettare il mandato ricevuto - l'ha ignorata e violata?
Tantissime.
A cominciare, per fare un esempio, dalla legge elettorale.
Legge pensata e approvata per favorire chi non vuole governare democraticamente, cioè con la piena approvazione del "popolo sovrano", bensì con pieni poteri "ad libitum et sine die".
Possiamo, pertanto, ritenere che la nostra sia una democrazia applicata?
Io non credo.
E poichè siamo noi la forza portante del paese, dobbiamo protestare, ribellarci alle continue vessazioni, coercizioni che ci impongono senza tenere conto delle nostre opinioni.
Siamo sotto un regime dittatoriale, e non è questa la forma di governo che abbiamo scelto di avere.
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