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lunedì 16 marzo 2015
Furti di luce, maxi inchiesta con cento indagati a Palermo. L'Enel licenzia gli impiegati infedeli. - Romina Marceca
Sul registro degli indagati sono finiti professionisti, forze dell'ordine, commercianti e anche un verificatore della società. Un elettricista, soprannominato "il mago dei computer", è riuscito a modificare centinaia di contatori. A tradire l'azienda anche gli uomini di fiducia che si occupano di controllare gli impianti sospetti: licenziati in cinque.
E' l'inchiesta che da tre anni scava dentro e fuori all'Enel svelando truffe e furti di luce. Colpo su colpo, polizia e procura hanno alzato il velo su un fenomeno che a Palermo cresce di anno in anno. In cento, tra commercianti, professionisti, poliziotti e carabinieri, ma anche un verificatore dell'Enel, sono già finiti sott'inchiesta.
La beffa è che a tradire la società sono anche gli uomini di fiducia dell'Enel. Si chiamano verificatori e sono degli elettricisti provetti formati proprio per svelare le ruberie. In cinque sono stati già licenziati. Di questi, tre sono stati condannati, un altro è in attesa di giudizio e il quinto è coinvolto nella maxi inchiesta che coinvolge mezza città. La procura, per la mole di nomi e carte, ha dovuto istituire un pool di quattro magistrati - Maurizio Agnello, Renza Cescon, Claudio De Lazzaro e Gaetano Guardì - che da tre anni lavora all'indagine seguita dalla sezione Reati contro l'amministrazione della squadra mobile.
Il personaggio attorno al quale si sono concentrati gli investigatori, sin da subito, è Lino Caruso, un elettricista che è riuscito a violare il software di centinaia di contatori senza lasciare traccia e soprannominato "il mago dei computer". "Ho la terza media e ho studiato su internet. Ma quale mago, quello che facevo io l'hanno fatto anche altri", ha dichiarato a Repubblica. Dietro la sua porta ci sarebbe stata la fila per ottenere la modifica al misuratore dei consumi. Una modifica che ha consentito anche a grossi imprenditori della città di abbattere i consumi. Tutto al costo di massimo 300 euro. Il metodo cosiddetto della "regressione" è stato impossibile da intercettare anche agli esperti dell'Enel che hanno ammesso: "Non ci sappiamo spiegare come abbia potuto fare".
E proprio dopo che il caso è scoppiato, l'Enel è corsa ai ripari. Ingegneri e studiosi hanno messo a punto alcune modifiche sui contatori, ancora top secret, sperando ancora una volta di riuscire a contrastare i furbetti della bolletta.
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/03/14/news/furti_di_luce_maxi_inchiesta_a_palermo_l_enel_licenzia_gli_impiegati_infedeli-109495668/
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