giovedì 31 dicembre 2009

Buon Anno.



Auguro a tutti un 2010 felice, tranquillo, foriero di novità eclatanti e positive.


Auguro a tutti uno strabiliante e sfavillante 2010!

domenica 27 dicembre 2009

Carcere di Teramo, muore il «negro» - Il detenuto testimone del pestaggio.

Di lui parlava in un nastro anonimo mandato ai giornali il capo dei secondini: «Il negro» ha visto tutto.

MILANO - Un detenuto, Uzoma Emeka rinchiuso nel carcere di Castrogno, è morto venerdì scorso in circostanza misteriose nell'ospedale di Teramo. Nigeriano, 32 anni, condannato a due anni per spaccio di stupefacenti, l'uomo aveva assistito il 22 settembre al pestaggio di un altro detenuto. In quell'occasione scoppiarono le polemiche perché un nastro anonimo, che parlava delle violenze, fu affidato alla stampa: «Non si massacrano così i detenuti in sezione, si massacrano sotto... il negro (Uzoma Emeka) ha visto tutto». Queste parole, dette da Giuseppe Luzi, capo delle guardie carcerarie ad un sottoposto, furono registrate da qualcuno e inviate al quotidiano locale La Città. Luzi fu sollevato dall'incarico dal ministro della Giustizia Alfano. Ora, a distanza di tre mesim arriva il decesso di Uzom. La procura ha aperto un'inchiesta anche su questa morte e secondo il quotidiano La Stampa, che lunedì mattina riportava la notizia, i giudici hanno disposto che l'autopsia del giovane nigeriano sia filmata.

MANCONI - Sentitosi male alle 8.30 mentre era al telefono con la moglie, Uzoma Emeka, è stato ricoverato in ospedale nel pomeriggio quasi cinque ore dopo ed è morto. «Non sappiamo, ma in ogni caso è certo che a Teramo si è verificato l’ennesimo caso di ’abbandono terapeutico’», commenta in una nota Luigi Manconi, presidente dell’associazione A buon diritto. «Ora, va da sé - aggiunge - si parla di ’morte per cause naturali’: ma sappiamo che oltre il 50% dei decessi in cella è classificato come dovuto a cause da accertare». Autolesionismo, abusi, morti improvvise, overdose presentate come suicidi, suicidi presentati come overdose, mancato aiuto, assistenza negata, «è un vero e proprio regime di omissione di soccorso - dice Manconi - quello che governa il sistema penitenziario italiano. Sullo sfondo di questo tragico avvenimento, l’ultimo di una lunga teoria di morti o inspiegate o sospette, c’è la vicenda del ’negro ha visto tutto’, del ’massacro’ involontariamente confessato, dei testimoni che esitano a parlare. Forse non ci sono ’misteri’ nel carcere di Teramo, ma certamente c’è un bubbone che va eliminato».

I DATI - Con il detenuto nigeriano morto nel carcere di Teramo le morti in carcere nel 2009 toccano quota 172: viene così superato il triste record del 2001, che aveva segnato con 171 detenuti morti, il numero più alto di morti in carcere nella storia della Repubblica. I dati sono dell’Osservatorio permanente sulle morti in carcere. Negli ultimi 10 anni, nelle carceri italiane, sono morte 1.560 persone, di queste 558 si sono suicidate. Per la maggior parte si trattava di persone giovani, spesso con problemi di salute fisica e psichica, spesso tossicodipendenti.

http://www.corriere.it/cronache/09_dicembre_21/detenuto-testimone-morto-teramo_0ffb1548-ee23-11de-9127-00144f02aabc.shtml

Il caso di Stefano Cucchi si infittisce..........




Violenza politica e aggressione a Berlusconi. L'Economist: “Attenti alle rivolte popolari”!

Nel 2010 la violenza sociale e politica, causata dalla grande crisi economica e occupazionale, che nel mondo produrrà oltre 60 milioni di disoccupati in più rispetto al 2008 e 200 milioni di lavoratori “a rischio” che potranno basarsi su un salario di appena 1,30 euro al giorno, metterà a rischio elevato la stabilità di 78 stati.
E’ questa l’analisi fatta dall’Unità di Intelligence dell’autorevole settimanale inglese Economist e confermata da analoghi studi svolti dal Fondo Monetario Internazionale, dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro e dalle Nazioni Unite.
Insomma, uno scenario a tinte fosche, che rischia di aggravare le tensioni sociali che, almeno per ora, in Europa sono state controllate dalle organizzazioni sindacali, dai movimenti politici di opposizione e dalla tenuta di una “pax” sociale, figlia di alcuni decenni di economia altalenante ma pur sempre in espansione.

Su 166 Stati monitorati, dunque, 78 sono considerati ad alto rischio di rivolte popolari: in maggioranza nell’Africa Sub-sahariana e centrale, ma anche nell’Europa dell’Est, nell’Asia (compresa la Cina in continua espansione industriale) e in America latina e centrale. Rischio medio per 51 paesi e più contenuto per altri 37.
In queste due ultime categorie vengono compresi la maggior parte dei membri dell’Unione Europea, con punte critiche per Gran Bretagna, Francia, Irlanda, Spagna e Portogallo, oltre ad Islanda e alle tre Repubbliche Baltiche (Lettonia, Estonia e Lituania).

Una situazione, sostengono gli analisti, che continuerà oltre il 2010, in quanto la fine della recessione (la peggiore degli ultimi 80 anni, rispetto a quella già drammatica del 1929) non porterà nuova occupazione, ma vedrà “la crescita di povertà e disuguaglianze, riduzione delle classi medie e il rincaro dei prezzi delle derrate alimentari, oltre ad una cura di austerità dopo gli alleggerimenti fiscali accordati nel 2009”.
Uno stato di crisi sociale, aggravata dunque dall’estensione del numero dei disoccupati e della caduta dei livelli salariali in tutto il mondo, che ha spinto il Senato degli Stati Uniti ad ascoltare in un’audizione speciale il capo dei Servizi segreti interni, il DNI (la CIA invece opera all’estero), l’ammiraglio Dennis Blair, che ha parlato dei danni legati alle conseguenze potenziali del rischio per l’instabilità politica provocata proprio dalla crisi, divenuta così “la principale preoccupazione degli Stati Uniti a breve termine in materia di sicurezza”.
Rispetto alla fine degli anni Sessanta e metà degli anni Settanta, quando non solo la crisi economica dovuta al primo stop della crescita economica del dopoguerra, ma anche l’esplosione della contestazione culturale e sociale di studenti e giovani lavoratori, portarono a forme di violenza di piazza e, in alcuni paesi, come Italia e Germania, anche alla nascita di gruppi “rivoluzionari” armati (Brigate Rosse, Prima Linea, a sinistra, e Ordine Nuovo a destra, in Italia, la RAF in Germania federale), questa volta non si prevede almeno per ora il ripetersi di organizzazioni terroristiche.

Oggi , sostengono gli analisti dell’Economist, stiamo vivendo “la calma prima della tempesta”, tanto che: “Gli elettori finora non hanno votato in massa per l’estrema sinistra o per la destra populista.
Le vittime della crisi hanno per lo più sofferto in silenzio.
Ma non per questo finora non è detto che questo allarme non sia fondato! E’ troppo presto per affermarlo.
Alcuni elementi lasciano pensare che il 2010 potrebbe essere un anno di sconvolgimenti”.

In questo contesto, all’interno del numero speciale dell’Economist-Courrier International, ci si domanda come faccia “l’instancabile Cavaliere a resistere a tutti gli scandali, alla popolarità in calo, ad un bilancio economico critico”.

Certo il “Nababbo dei media”, che si comporta come un “Nerone”, sostiene l’Economist, “beneficia ancora dell’importante sostegno popolare, seppure in ribasso” e ce la metterà tutta per mantenere il suo potere, nonostante o grazie anche al suo “viso da clown, con un sorriso smagliante sotto una coltre di fondo tinta sempre più spesso”.

Molto dipenderà anche dall’opposizione, ritenuta ancora debole, seppure rafforzata dalla nuova leadership del PD, guidato da Bersani, “uomo competente e intransigente, antico esponente comunista, un avversario molto combattivo per Berlusconi”.

Ma la crisi economica ancora forte, il debito pubblico troppo alto, l’impossibilità di basarsi sulla ripresa delle esportazioni e una bassa crescita del PIL per il 2010, saranno le spine nel fianco del governo di questa destra che ha reso “l’Italia un’anomalia nel mondo occidentale, un paese diretto da un populista, una società che resiste ferocemente alle liberalizzazioni”, che fa ancora dichiarare l’Economist: Berlusconi “inadatto a dirigere l’Italia”!
Gli ultimi dati ISTAT sulla disoccupazione che cresce in maniera esponenziale, la fine degli ammortizzatori sociali per gran parte di cassintegrati e lavoratori “atipici”, la riduzione dello stato di benessere delle classi medie, la chiusura di tante fabbriche e l’aumento degli “inoccupati” (soprattutto giovani neolaureati), creeranno quelle condizioni di allarme sociale che, appunto, l’Economist segnala nel suo Rapporto di fine anno.
Altro che giornali e programmi televisivi e giornalisti istigatori di violenza e incubatori di terrorismo!

Le gioiose, pacifiche e responsabili manifestazioni popolari del 3 ottobre e del 5 dicembre dimostrano come i movimenti spontanei, il “popolo della Rete”, grazie alla forza di penetrazione del WEB e dei “socialnetwork”, hanno fatto crescere una coscienza critica matura che si oppone a questo “regime mediatico autocratico” della “destra anomala italiana”, come la definiscono tutti i più autorevoli giornali internazionali ( la stragrande maggioranza di orientamenti conservatori!).

Sono questi il baluardo della moderna democrazia. Altro che censurarli o ridurre al silenzio.
Norme repressive contro qualsiasi forma di comunicazione ed espressione di contestazione di piazza possono portare solo ad acuire lo scontro sociale.

E’ già successo negli anni Settanta, quando solo grazie alla determinazione e senso dello Stato del Partito Comunista, dei sindacati, dei movimenti pacifisti e di una parte della magistratura si riuscì ad isolare e battere la violenza e il terrorismo di estrema sinistra e di destra, e a scompaginare la “strategia della tensione e delle stragi”, messa in atto da settori deviati dello stato e dei servizi segreti e dagli ambienti affaristico-politici (come i piduisti).

Altro che le ricostruzioni astruse di una giovane ministra, Mara Carfagna, in quegli anni appena nata, che rifà la storia secondo i suoi interessi di parte, stravolgendo i fatti che insanguinarono l’Italia, da Piazza Fontana ai tanti martiri per la libertà, molti dei quali uccisi o gambizzati perché “servi del padrone e del PCI”.
Dopo l’aggressione a Berlusconi ha infatti dichiarato che: “L'impressione è che l'opposizione, debolissima ed egemonizzata da quell'Antonio Di Pietro che ancora oggi non si vergogna di scherzare col fuoco e, di fatto, porta fuori il suo partito da quell'insieme di regole democratiche condivise fatte di confronto duro ma corretto, stia facendo come negli anni Settanta, quando il PCI, per non dovere affrontare la propria base, chiuse un occhio e cullò al suo interno quelli che sarebbero diventati terroristi assassini".

Anche questo revisionismo storico, dannoso e infantile, ci spinge come Articolo 21 a manifestare per la difesa della Costituzione repubblicana, messa in pericolo proprio dalla maggioranza di destra, che vorrebbe stravolgerne i contenuti, per consegnare tutti i poteri ad un monarca mediatico, “allergico” a qualsiasi contrappeso istituzionale.

L’ultimo Governo Prodi è stato in carica per un totale di 722 giorni, ovvero 1 anno, 11 mesi e 19 giorni, dal 17 maggio al 7 maggio del 2008, e dal primo giorno dopo la vittoria dell’Ulivo, fino all’ultimo giorno, Berlusconi e tutto l’apparato mediatico suo alleato non lo riconobbero mai, anzi lo accusarono di non aver vinto, ma di aver imbrogliato “il voto popolare”; né Berlusconi telefonò mai a Prodi per riconoscerne la vittoria.
Era ritenuto un “nemico” e non un “avversario”, un “usurpatore” e non un leader eletto democraticamente a Palazzo Chigi!
Questa è stata la strategia mass-mediatica della destra, che poi culminò con la manifestazione di San Giovanni contro il governo Prodi, zeppa di urlanti gruppi della destra estrema, che scandivano slogan violenti, come tutte le TV ripresero.

Il 2010 sarà ancora un “annus horribilis” per l’Italia e per gli altri paesi occidentali in crisi. “Attenzione alle rivolte popolari”, ammonisce l’Economist!
Attenzione, quindi, al malessere generalizzato che potrebbe esprimersi fuori da qualsiasi schema e senza che le organizzazioni storiche del consenso (partiti, sindacati e movimenti) potranno controllare e convogliare in dissenso democratico.
In quel caso, se le previsioni si avverassero, saremmo tutti perdenti e la democrazia ne uscirebbe ferita e sconfitta.

Altro che leggi censorie contro Facebook, giornali, giornalisti e programmi televisivi “indigesti”.

http://www.articolo21.org/6302/editoriale/violenza-politica-e-aggressione-a-berlusconi.html

E' quello del segreto di stato sulle intercettazioni il codice deontologico del partito dell'Amore?

Articolo 21 ha appreso dal Quotidiano Il Fatto che è stato posto il segreto di stato sull’archivio riservato del Sismi sequestrato il 5 luglio 2006 dalla Digos su mandato della Procura di Milano nell’ufficio segreto di via Nazionale 230 a Roma e gestito dall’analista Pio Pompa, fedelissimo dell’allora direttore Niccolò Pollari.
La motivazione è direttamente legata all’autorizzazione che sarebbe stata data a quelle intercettazione dal presidente del Consiglio dei ministri.
«E’ ora di farla finita con la schedatura degli avversari». – afferma l’associazione Articolo 21, il cui portavoce Beppe Giulietti appare nell’elenco degli intercettati -
«E’ questo il nuovo clima, quello richiamato dal Partito dell’amore? Non è che tra gli istigatori ci sono proprio alcuni che parlano di questo partito?». – sono alcune delle domande che pone l’associazione.

Da parte sua il portavoce dell’associazione Beppe Giulietti afferma che «per quel che mi riguarda preferisco non parlare del mio caso specifico.
Ci sono persone più esposte, magistrati che ogni giorno si impegnano contro le mafie e la camorra e direi di dedicare la nostra attenzione a loro.
Sul piano politico» – prosegue Giulietti - «è forse è giunto il momento di aprire una grande campagna per chiedere che nel nostro Paese il segreto di Stato venga tolto non solo su questa vicenda ma anche su Piazza Fontana, Piazza della Loggia; sugli atti di mafia e di camorra.
Ci sono troppe carte secretate». – conclude Giulietti. «Se davvero si vuole promuovere una stagione del dialogo, si rendano pubbliche tutte le carte che rendono difficile il dialogo, in modo da liberarsi di tutti i veleni e di tutte le metastasi alcune delle quali ancora operanti».


http://www.articolo21.org/1213/news/e-quello-del-segreto-di-stato-sulle.html

sabato 26 dicembre 2009

Abruzzo. Più di ventimila terremotati fuori casa. E Berlusconi parla di “miracolo”

Gianni De Cesari, segretario regionale Cgil: il lavoro a rischio, milioni le ore di cassa integrazione.

L’Aquila, una città senza vita.
Le bugie raccontate da Rai e Mediaset.
Le telefonate del premier.

L’AQUILA – Se ne vanno le telecamere di Rai e Mediaset. Hanno assolto al loro compito: quello, vergognoso, di imbrogliare le popolazioni abruzzesi e tutti i telespettatori italiani.
Berlusconi, dalla convalescenza di Arcore, ha parlato via telefono e con gli inviati dei telegiornali e dei giornali radio, ha fatto diffondere messaggi.
‘In Abruzzo è tutto risolto, la gente è contenta, vivono in case di lusso, c’è anche lo spumante offerto dalla ditta Berlusconi e company’.
Il più bravo propalatore di menzogne è stato senza dubbio Emilio Fede.
Lui non ci ha pensato due volte a fare intervistare solo alcuni terremotati che avevano avuto una casa.
Certo che erano felici.
Il buon Emilo ha rivolto anche un rimbrotto, benevolo essendo in clima natalizio, nei confronti di chi si esercita il “pessimismo e il disfattismo”, come dice il suo capo.

Qui siamo in presenza del “miracolo” fatto da Berlusconi e dal suo governo e voi vi esercitate nella critica.
Miscredenti!
Il Tg3, certo poteva fare di più, perlomeno ha mandato un inviato che si è affidato ad una “guida locale” per far vedere che le cose non stanno e se come dicono il premier e i suoi cortigiani “l’emergenza è finita”.


Ma non è così: i fatti parlano chiaro come ci racconta Gianni De Cesaris segretario regionale del Cgil abruzzese. “ certo, che non c’è più gente sotto le tende.
Vorrei vedere che ad otto mesi di distanza dal sisma, con il freddo, il gelo, la pioggia, non si fosse ancora provveduto a trovare un riparo che non sia una tenda.
Ma l’emergenza è ben lontano dal finire.
Ci sono migliaia e migliaia di persone che non hanno una casa.
Non solo.
Il progetto casa messo a punto è largamente insufficiente.
Si parla di mettere in cantiere nuovi moduli rinnovati mobili.
Ancora niente di definitivo.”

Il quotidiano abruzzese “Il Centro” pubblica dei numeri da brivido: in alberghi sono ospitate 11.185 persone, 7.292 in case private,1550 nelle caserme.

Il progetto casa prevede la costruzione di 4.600 appartamenti che dovrebbero accogliere 17.000 persone.
Fino ad oggi hanno trovato alloggio solo 6.735 persone.
Questo sarebbe il “miracolo” propagandato da imbonitori di infimo livello in cui si sono appecorati dei cosiddetti giornalisti.
“Ma c’è di più – sottolinea De Cesari – in base ai criteri sui quali si sono formate le graduatorie dando la precedenza a chi aveva per esempio figli in età scolare, è accaduto che gli anziani, soli, sono rimasti fuori, sradicati dai luoghi della loto vita.
In questi mesi, e non è un caso, è aumentata la mortalità”.
Naturalmente il capo del governo in convalescenza nei suoi messaggi si guarda bene dal parlare della situazione economica.
Il segretario della Cgil abruzzese cita alcuni dati che meglio di ogni parola danno il senso della drammaticità della situazione. Nel mese di novembre per quanto riguarda la cassa integrazione si è registrato il secondo peggior dato dal momento del terremoto con 3.7 milioni di ore di Cig, di cui ben 1,8 milioni all’Aquila.
In sei mesi nella regione sono stati persi 34 mila posti di lavori. “E quando finirà la cassa integrazione – si chiede De Cesari – quale il destino di migliaia e migliaia di famiglie di lavoratori?

Un’incognita.

Come del resto tutto è un incognita”.
Le telecamere Rai e Mediaset non hanno fatto vedere le macerie dell’Aquila, “una città che sembra morta, senza vita, senza rumori, senza luce.
Finché questa sarà la situazione non finirà l’emergenza – prosegue De Cesari – perché qui c’è il cuore, oltre alla storia, della nostra Regione.
Siamo davvero all’assurdo.
Fino a qualche tempo fa – racconta – potevo entrare in casa mia una volta alla settimana per prendere cose, oggetti, insomma almeno vederla.
Ora posso visitarla una volta ogni quindici giorni.
Invece di migliorare la situazione peggiorata”.
Non solo: non c’è un progetto, non si conosce quale destino, quale segno si vorrà dare alla ricostruzione. “Perlomeno – dice – si potesse conoscere la data d’inizio dei lavori. Niente.


L’Aquila è la città del silenzio”.

http://www.dazebao.org/news/index.php?option=com_content&view=article&id=8084:abruzzo-piu-di-ventimila-terremotati-fuori-casa-e-berlusconi-parla-di-miracolo-&catid=90:cronaca&Itemid=288

Tariffe, allarme dei consumatori: "Da gennaio stangata da 596 euro a famiglia"

Roma - (Ign) - Federconsumatori e Adusbef: dall'Rc Auto ai trasporti, dai ricorsi al giudice di pace alle rate dei mutui, pesanti rincari in arrivo per i cittadini. Tremonti: "Il sistema in Italia ha tenuto bene l'impatto con la crisi".

Roma, 26 dic. - (Ign) - Con il nuovo anno arriverà una vera e propria stangata per i cittadini. A lanciare l'allarme sono Adusbef e Federconsumatori, secondo cui gli aumenti riguarderanno molte voci e si tradurranno in un esborso di 596 euro a famiglia.

Secondo le due associazioni dei consumatori non è vero quello che dicono il ministro Tremonti e il premier Berlusconi sostenendo che la Finanziaria non ha aumentato le tasse.

Di certo intanto, c'è che il settore 'nero' si conferma ancora una volta quello dei trasporti: il comma 200 della finanziaria - spiegano Adusbef e Federconsumatori - autorizza infatti dal 1 gennaio 2010, anticipazioni tariffarie di 3 euro a passeggero su ogni singolo biglietto aereo a favore dei gestori aeroportuali, che invece di tirare fuori mezzi propri per finanziarsi, lo fanno a spese dei viaggiatori configurando una vera e propria stangata tariffaria pari ad almeno 65 euro l’anno a carico dei viaggiatori.

Ma dalla Finanziaria arrivano nuovi balzelli anche per la giustizia. Il comma 215 infatti, affermano i consumatori, introduce il contributo unificato pari a 103,3 euro a carico dei lavoratori licenziati che fanno ricorso in Cassazione, con la beffa della compensazione delle spese legali; mentre il comma 6-bis della stessa legge finanziaria istituisce un ulteriore balzello, pari ad un contributo minimo di 38 euro, a carico di quei cittadini che decidano di fare ricorso contro le multe da autovelox. In sostanza, avvertono le due associazioni, per impugnare una multa di circa 45 euro davanti al Giudice di Pace, occorre spenderne circa 55 tra i costi di 3 raccomandate bolli e contributo unificato non previsti in precedenza.

Non solo. A questa ministangata governativa -dichiarano Elio Lannutti e Rosario Trefiletti - per il 2010 bisogna aggiungere 30 euro di gas, 130 di RCA, 18 euro per i servizi idrici; 35 euro di Tarsu; 30 di rincari dei servizi bancari; 80 euro per le rate dei mutui visto che le banche, prevaricando i contratti, stanno aumentando lo spread quasi raddoppiato, 65 euro per gli aumenti dei biglietti dei treni, 90 euro per i costi dei carburanti.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Economia/Tariffe-allarme-dei-consumatori-Da-gennaio-stangata-da-596-euro-a-famiglia_4144603832.html

venerdì 18 dicembre 2009

Il nostro premier, Silvio Berlusconi.

Per un uomo abituato ad ottenere tutto senza il minimo sforzo, sapere che c'è qualcuno che gli rema contro rappresentaun'ostacolo, un pericolo.

Berlusconi, che ha basato la sua fortuna usufruendo di capitali di dubbia provenienza, e che è riuscito ad ottennere una delle più alte cariche al governo grazie alla sinistra dalemiana collusa con il potere economico del paese, non accetterà mai la possibilità che esistano persone che non lo amano e non lo invidiano.

Lui è abituato ad essere ossequiato ed amato da donne che, con una sua raccomandazione, riescono ad ottenere un contratto in tv, da uomini che venderebbero la loro madre pur di far parte del suo team e di quella società di arrivisti furbetti e senza morale.

Per lui, l'esistenza di un Travaglio, un Santoro, un Grillo, un Di Pietro, individui non corruttibili, è incomprensibile, rappresenta un pericolo perchè vuol dire che c'è chi non ha bisogno di lui per diventare qualcuno ed essere apprezzato da molti.

A lui stanno bene i Cicchitto, i Capezzone, i Bondi, i Bonaiuto, i Vespa, i Feltri, le Carfagne, le Gelmini.........tutte persone che si prostrano davanti a lui per ottenere ricchezza e potere e che da sole sarebbero tante "nullità".

Lui è il male, lui non ha morale, lui odia, lui non ha rispetto di nessuno, lui si sente un dio, .......lui non è normale, lui è malato!

Pesanti minacce sul blog di Daniele Martinelli.




qualcuno lo conosce?

“attento, stai molto attento, che il panettone rischi di non mangiarlo…INFAME!!!!!”

Il commento è apparso sul video dedicato alla vicenda Tartaglia. Me lo ha scritto questo utente di Youtube.

“Ascolta viscido frocio comunista, laciami il tuo indirizzo e numero di cellulare.
Voglio venire a parlare a quattro occhi con te.”

E’ un altro dei commenti apparsi sullo stesso video. Me lo ha sritto quest’altro utente di Youtube ritratto in foto.

Gli ho risposto che lo incontrerò in tribunale dopo che la polizia postale lo avrà identificato e contattato.
Mi ha quindi riscritto ciò che segue.

“Sapevo già che eri codardo cagasotto
sai soltanto parlare e insultare bal bla bla
sai che me ne faccio io del tribunane del tuo ipotetico avvocaticchio rottinculo,
vi piscio in faccia se non peggio, ti rode tanto che ti abbia smascherato, vero
se avessi le palle affronteresti la gente di persona senza isolarti a dire bestemmie dietro un blog di You Tube, e già il codardo li si sente sicuro vero, ma ti credi che non sappiamo chi sei ? credi che non sappiamo e che non sei nessuno, pezzo di merda ambulante ? ma stanne certo che io e non solo ti rincontreremo prima o poi di nuovo per strada lurido pederasta comunista. Ti stai gagando sotto vero ?. Vali meno di una cacchina di sorcio, hai la faccia da sorcio, e scappi via come un codardo quando devi affrontare una situazione vero.
CODARDO DI MERDA !!!!!!!!
Sa hai le palle lascia il tuo recapito, tanto prima o poi ti acchiappiamo lo stesso ….”

Lo so, chi ti vuole far fuori non te lo viene a dire. Ho comunque sporto denuncia querela ai carabinieri e ho reso il video privato per facilitare le indagini, dopodiché sarà di nuovo disponibile. Andrò fino in fondo.
Le altre irriferibili minacce che il tale in foto ha aggiunto sul profilo del mio canale di Youtube ve le risparmio. Le lascio fino a indagini concluse. Vi terrò aggiornati, ma se nel frattempo qualcuno è in grado di fornirmi dettagli utili alla identificazione di quegli utenti (sempre che non si tratti di una sola persona) non esiti a contattarmi per mail. Farò tutto più velocemente.

giovedì 17 dicembre 2009

Forze armate e privatizzate

Tutta la gestione della Difesa passa in mano a una società per azioni. Che spenderà oltre 3 miliardi l'anno agli ordini di La Russa. Così un ministero smette di essere pubblico.


Le forze armate italiane smettono di essere gestite dallo Stato e diventano una società per azioni. Uno scherzo?
Un golpe?
No: è una legge, che diventerà esecutiva nel giro di poche settimane.
La rivoluzione è nascosta tra i cavilli della Finanziaria, che marcia veloce a colpi di fiducia soffocando qualunque dibattito parlamentare.
Così, in un assordante silenzio, tutte le spese della Difesa diventeranno un affare privato, nelle mani di un consiglio d'amministrazione e di dirigenti scelti soltanto dal ministro in carica, senza controllo del Parlamento, senza trasparenza.
La privatizzazione di un intero ministero passa inosservata mentre introduce un principio senza precedenti.
Che pochi parlamentari dell'opposizione leggono chiaramente come la prova generale di un disegno molto più ampio: lo smantellamento dello Stato.
"Ora si comincia dalla Difesa, poi si potranno applicare le stesse regole alla Sanità, all'Istruzione, alla Giustizia: non saranno più amministrazione pubblica, ma società d'affari", chiosa il senatore pd Gianpiero Scanu.
Stiamo parlando di Difesa Servizi Spa, una creatura fortissimamente voluta da Ignazio La Russa e dal sottosegretario Guido Crosetto: una società per azioni, con le quote interamente in mano al ministero e otto consiglieri d'amministrazione scelti dal ministro, che avrà anche l'ultima parola sulla nomina dei dirigenti.
Questa holding potrà spendere ogni anno tra i 3 e i 5 miliardi di euro senza rispondere al Parlamento o ad organismi neutrali.
In più si metterà nel portafogli un patrimonio di immobili 'da valorizzare' pari a 4 miliardi.
Sono cifre imponenti, un fatturato da multinazionale che passa di colpo dalle regole della pubblica amministrazione a quelle del mondo privato.
Ma questa Spa avrà altre prerogative abbastanza singolari.
Ed elettrizzanti. Potrà costruire centrali energetiche d'ogni tipo sfuggendo alle autorizzazioni degli enti locali: dal nucleare ai termovalorizzatori, nelle basi e nelle caserme privatizzate sarà possibile piazzare di tutto.
Bruciare spazzatura o installare reattori atomici?
Signorsì!
Segreto militare e interesse economico si sposeranno, cancellando ogni parere delle comunità e ogni ruolo degli enti locali.
Comuni, province e regioni resteranno fuori dai reticolati con la scritta 'zona militare', utilizzati in futuro per difendere ricchi business.
Infine, la Spa si occuperà di 'sponsorizzazioni'.
Altro termine vago.
Si useranno caccia, incrociatori e carri armati per fare pubblicità?
Qualunque ditta è pronta a investire per comparire sulle ali delle Frecce Tricolori, che finora hanno solo propagandato l'immagine della Nazione.
Ma ci saranno consigli per gli acquisti sulle fiancate della nuova portaerei Cavour o sugli stendardi dei reparti che sfilano il 2 giugno in diretta tv?

Lo scippo. Quali saranno i reali poteri della Spa non è chiaro: le regole verranno stabilite da un decreto di La Russa. Perché dopo oltre un anno di dibattiti, il parto è avvenuto con un raid notturno che ha inserito cinque articoletti nella Finanziaria. "In diciotto mesi la maggioranza non ha mai voluto confrontarsi. Noi abbiamo tentato il dialogo fino all'ultimo, loro hanno fatto un blitz per imporre la riforma", spiega Rosa Villecco Calipari, capogruppo Pd in commissione Difesa: "I tagli alla Difesa sono un dato oggettivo, dovevano essere la premessa per cercare punti di convergenza. La tutela dello Stato non può avere differenze politiche, invece la destra ha tenuto una posizione di scontro fino a questo scippo inserito nella Finanziaria"

.Non si capisce nemmeno quanti soldi verranno manovrati dalla holding. Difesa Servizi gestirà tutte le forniture tranne gli armamenti, che rimarranno nelle competenze degli Stati maggiori. Ma cosa si intende per armamenti? Di sicuro cannoni, missili, caccia e incrociatori. E gli elicotteri? E i camion? E i radar e i sistemi elettronici? Quest'ultima voce ormai rappresenta la fetta più consistente dei bilanci, perché anche il singolo paracadutista si porta addosso una serie di congegni costosissimi. La definizione di questo confine permetterà anche di capire se questa privatizzazione può configurare un futuro ancora più inquietante: una sorta di duopolio bellico. Finmeccanica, holding a controllo statale che ingaggia legioni di ex generali, oggi vende circa il 60 per cento dei sistemi delle forze armate. E a comprarli sarà un'altra spa: due entità alimentate con soldi pubblici che fanno affari privati. Con burattinai politici che ne scelgono gli amministratori. All'orizzonte sembra incarnarsi un mostro a due teste che resuscita gli slogan degli anni Settanta. Ricordate? 'L'imperialismo del complesso industriale-militare'. Un fantasma che improvvisamente si materializza nell'opera del governo Berlusconi.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/forze-armate-e-privatizzate/2117172&ref=hpsp

Milano, arrestato Prosperini

L'assessore regionale allo sport e al turismo della Lombardia accusato di corruzione e turbativa d'asta.

Piergianni ProsperiniMILANO - L'assessore regionale allo sport e al turismo della Lombardia, Piergianni Prosperini del Pdl, è stato arrestato nell'ambito di un'inchiesta sugli appalti relativi al marketing del turismo in Lombardia condotta dal pm Alfredo Robledo.

ACCUSE DI CORRUZIONE E TURBATIVA D'ASTA - Stando a quanto si apprende negli ambienti giudiziari l'assessore della regione Lombardia Piergianni Prosperini è accusato di corruzione e turbativa d'asta nell'ambito di appalti a società che hanno gestito la pubblicità televisiva per la regione Lombardia.


MANETTE PER IL PROPRIETARIO DI ODEON TV - Oltre a Pier Gianni Prosperini la Guardia di Finanza ha arrestato anche il proprietario di Odeon Tv, Raimondo Lagostena Bassi nell'ambito della stessa inchiesta sul marketing del turismo in Lombardia.


Le accuse, a vario titolo, sono di turbativa d'asta, corruzione e truffa. La vicenda riguarderebbe pubblicità mandata in onda su Odeon Tv.

Lagostena è l'artefice del rilancio di Odeon Tv, network nato 20 anni fa e oggi multipiattaforma televisiva.

Nato a Genova 58 anni fa, figlio di Tina Lagostena Bassi (l'avvocato celebre per la difesa dei diritti delle donne, scomparsa nel marzo 2008), nel 2001 l'imprenditore ha rilevato con il gruppo Profit la rete, fondata nel 1987 dal patron di Parmalat Calisto Tanzi, che ha ospitato, tra gli altri, personaggi come Fabio Fazio e il suo Forza Italia (1987), Vittorio Sgarbi con Sgarbi quotidiani, e Gianfranco Funari.

http://www.corriere.it/cronache/09_dicembre_16/prosperini-arrestato_3e490360-ea7c-11de-8d37-00144f02aabc.shtml

PdL?

E' una novità?

Per me no.

http://www.babila.it/

Babila è una società specializzata nella gestione delle attività di comunicazione sui media interattivi (sms/e-mail).

Il Team è composto da esperti in ambito comunicazione/marketing che interpretano i bisogni del mercato e collaborano fra loro per conseguire in tempi brevi risultati concreti e misurabili.

Il lavoro di squadra rappresenta uno strumento efficace ed efficiente al fine del raggiungimento degli obiettivi prefissati. I progetti nascono quindi all’interno di un clima positivo che stimola la creatività e moltiplica le idee: è infatti dall’associazione dell’idea del singolo a quella degli altri e combinandole insieme che scaturiscono le proposte migliori.

Il Team Babila, accanto ad un’elevata capacità di comprensione delle esigenze e di elaborazione delle soluzioni in tempi brevi, vanta un'approfondita conoscenza del mercato Internet e dei media interattivi, una pluriennale esperienza nel settore della comunicazione online e un continuo aggiornamento sulle nuove tecniche e strumenti del marketing digitale.

http://www.babila.it/chisiamo.htm

PdL?
Marketing?
Imbroglioni?

Quello che io vedo.

Con tutte le guardie del corpo che ha a disposizione, dare la colpa ad un'esplosione di follia, peraltro addebitata ad un "insano di mente", è instrumenizzabile!

Se ne stanno rendendo conto: o non è appropriata la sua guardia del corpo o non è vero che un pazzo è strumentizzabile.

C'è qualcosa che non quadra.

O si libera della "fasulla guardia del corpo" o ammette che è un suo passo falso.

Non è adeguato al compito assunto, non è adeguato a contenere la crisi economica pervenutagli tra capo e piedi, non è adeguato neanche a tenere in piedi una "seconda famiglia personale", figuriamoci se è adeguato a mentenere la "Famiglia Italia".

Buona notte.

Io non lo odio, lo schifo!

cettina. .., isola 17.12.09 02:00

===========

"Ma pensi piuttosto a lavarsi da dosso quella puzza che oramai lei non sente nemmeno più. Al di là, forse, vedrà nuovi orizzonti e chissà, magari anche lei capirà qualche cosa."

Babila C. 17*12*09 02*05
=====================

"Quello che piacerebbe capire a "lei" a me non interessa: io sono avvezza a pensare con la mia testa.
Io vedo i fatti, io vedo ciò che mi circonda, io vedo fame, io vedo povertà, io vedo gente abbandonata al nulla, io vedo speranze devastate, io vedo gente che non sa che pesci prendere, io vedo mamme che non sanno come supportare i propri figli, io vedo pedari disperati............

Lei, che cazzo vede?"

cettina, isola 17-12-09 02-17

Imbroglione?

Con tutte le guardie del corpo che ha a disposizione, dare la colpa ad un'esplosione di follia, peraltro addebitata ad un "insano di mente", è instrumenizzabile!

Se ne stanno rendendo conto: o non è appropriata la sua guardia del corpo o non è vero che un pazzo è strumentizzabile.

C'è qualcosa che non quadra.

O si libera della "fasulla guardia del corpo" o ammette che è un suo passo falso.

Non è adeguato al compito assunto, non è adeguato a contenere la crisi economica pervenutagli tra capo e piedi, non è adeguato neanche a tenere in piedi una "seconda famiglia personale", figuriamoci se è adeguato a mentenere la "Famiglia Italia".

Buona notte.

PS. Io non lo odio, lo schifo!

Sono tornata.

Copenaghen?

Vertice impraticabile!

Quando si predispone una crescita energetica basata sulle centrali nucleari non si può affrontare!

Come "eluderlo"?

Con un "attenatato" programmato ad "orologeria".Sarà che sono complottista...............ma, io, a quest'"uomo" non credo!

Sarò deficiente, sarò complottista, ma io: NON CI CREDO!

PS. Mi riscrivo a face book, la polizia postale sa come intervenire e scoprire chi è chi........altrimenti abbiamo perso anche quest'ultima realtà di giustizia e verità.


lunedì 14 dicembre 2009

Silvio Berlusconi Colpito e ferito al Volto a Milano.



Le immagini si commentano da sole.
Lui, dopo essere stato infilato in macchina, esce e sale sul predellino della vettura in segno di sfida.
Insano di mente chi lo ha colpito o lui con quello che fa e dice?

venerdì 11 dicembre 2009

Berlusconi al congresso Ppe




L'esternazione del presidente del consiglio di oggi al PPE è di una gravità inaudita.

Si sta attentando alle istituzioni.

L'avvisaglia grave si era già verificata una prima volta con il suo "colpo di stato" effettuato contro il governo Prodi, preparato e perpetrato con la complicità di Saccà e Mastella (due eroi alla Mangano), entrambi reintegrati uno in Rai e l'altro in politica, ora sta tentando di perpetrarlo contro i più alti organi istituzionali, il CSM e la Consulta.

Io non credo che i fratelli Graviano, domani, forniranno ulteriori prove di complicità del governo attuale con la mafia.

Per ora si sono limitati ad inviare "avvisi" e "minacce", sono in attesa di risposte.
E le risposte stanno arrivando: lo scudo fiscale è il primo, la vendita dei beni confiscati è il secondo, le sue esternazioni contro la magistratura sono la "punta di diamante" per arrivare ai processi brevi, quindi nulli, ed alle facili assoluzioni per decorrenza dei termini.


La mafia, preme il piede sull'acceleratore, lui prende tempo, mandando "pizzini".

Nn dimentichamo, inoltre, che Cosentino è un "casalese" e porta voti; Noemi, che collaborerà con Chiambretti in rai, è figlia di un componente del clan dei casalesi..........

Lui "pulito" non è!

giovedì 10 dicembre 2009

Palermo 12 dicembre, Manifestazione pubblica «L’Alba di una nuova resistenza»

Palermo, 10 dicembre 2009 -

«L’Alba di una nuova resistenza. Informazione, politica, denuncia” è il tema della manifestazione pubblica che avrà luogo sabato 12 dicembre, a partire dalle ore 16, presso l’ex deposito locomotive di via Messina Marine, a Palermo. Oltre al leader di Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e al deputato europeo dell’Idv, Sonia Alfano, interverranno: Benny Calasanzio, Peter Gomez, Felice Lima, Gianni Lannes, Rosario Crocetta, Salvatore Borsellino, Gioacchino Genchi, Giuseppe Lumia, Fabio Repici, Piergiorgio Morosini e Petra Reski.

«Questi ultimi mesi – spiega Sonia Alfano - avranno un incredibile valore nella storia, a volte difficile ma sicuramente variegata, del nostro Paese. Da tempo avevo bisogno di mettere i puntini sulle "i", di fare una analisi completa di cosa "eravamo" a gennaio 2009 e cosa "siamo" oggi, alle porte del 2010».
«Io credo – sottolinea - che le cose siano cambiate e anche parecchio, ma ho bisogno che parlino i diretti interessati. I protagonisti di questo "cambiamento". Magistrati, giornalisti, politici e società civile che racconteranno le loro esperienze e il loro punto di vista. Grazie al mio gruppo al Parlamento Europeo, l'ALDE, sabato 12 dicembre avremo la possibilità di condividere molteplici esperienze, insieme a tanti nomi illustri e competenti. Sono certa che queste piccole luci siano l'alba di una nuova resistenza».


http://www.soniaalfano.it/

B. e Dell'Utri: quei summit con i capimafia

Quel che c'è da sapere prima di Spatuzza. Non c’è soltanto l’ultimo super-pentito: nella sentenza di primo grado che condanna il cofondatore di Forza Italia, il sistema di relazioni tra il Cavaliere e Cosa Nostra.

Di Peter Gomez e Marco Travaglio.

Chi si scandalizza per le dichiarazioni di Spatuzza, chi attende col fiato sospeso quelle eventuali dei fratelli Graviano, chi si domanda "perché proprio ora?", chi invoca "i riscontri" ad accuse tanto "inverosimili", non sa che da 15 anni decine di mafiosi pentiti e di semplici testimoni hanno parlato dei rapporti fra Dell’Utri, Berlusconi e Cosa Nostra.E che le loro parole sono già state riscontrate da indagini accurate e documenti inoppugnabili. Di più: le parole scritte dal Tribunale di Palermo che nel 2004 ha condannato Marcello Dell’Utri a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa fanno impallidire quelle dell’ultimo pentito. Il quale si limita ad aggiungere un paio di tasselli a un mosaico già più che completo. Purtroppo quel processo, diversamente da quelli di Cogne, Erba, Perugia e Garlasco, nessuno l’ha mai raccontato in tv e nemmeno i mafiologi dei giornali che oggi si svegliano con 15 anni di ritardo. Ci provarono Luttazzi, Biagi e Santoro nel 2001, infatti furono epurati dalla Rai proprio per evitare che informassero i cittadini elettori del processo più importante d’Italia e più oscurato del mondo. Oggi le parole di Spatuzza cadono in quel vuoto informativo accuratamente studiato a tavolino e appaiono come funghi cresciuti nel deserto, calunnie di un pazzo o di un pentito prezzolato che ha deciso di infangare l’immacolata reputazione del premier e del suo braccio destro. Il Fatto ha deciso di riempire quel vuoto pubblicando in due puntate ampi stralci della sentenza Dell’Utri. Nella prima di oggi si raccontano i rapporti fra i fondatori di Forza Italia e Cosa Nostra negli anni Settanta e Ottanta. Domani sarà la volta degli anni Novanta: la "stagione politica", dominata anche secondo i giudici dai fratelli Graviano.

Leggi e scarica il dossier (pdf 1,67mb)

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578





martedì 8 dicembre 2009

Genchi: L'arresto di Nicchi e Fidanzati è stata una montatura!



A riprova:
http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=415400502b1fd4fa

Incredibile, ma vero.

lunedì 7 dicembre 2009

Muovi Palermo

Ai membri di Adotta un sacchetto di spazzatura Palermitano e donalo a DIEGO CAMMARATA...

Marcello Capetta 07 dicembre alle ore 15.49

Care amiche e cari amici, dopo una partecipatissima assemblea cittadina presso la Facoltà di Giurisprudenza, dopo i festeggiamenti alla squadra mobile in occasione dell'arresto di un altro boss mafioso (sarebbe bello organizzare un'iniziativa per ringraziare la squadra catturandi) e dopo un week end di riposo, ci siamo rimessi al lavoro e stiamo programmando nuove iniziative per coinvolgere la cittadinanza e per invitarla ad unirsi a noi..

TRE LE INIZIATIVE PRONTE:
1) Raccolta di giocattoli nuovi ed usati per regalare un sorriso ai bimbi dei quartieri disagiati in occasione delle feste natalizie.
2) Multe civiche per sensibilizzare i cittadini al rispetto delle regole (su tutte..lasciar liberi gli scivoli per i disabili!!!), guardando all'assenza dell'Amministrazione comunale.
3) Appello alle cittadine ed ai cittadini per firmare una mozione di sfiducia simbolica contro il Sindaco Cammarata e la Giunta Comunale, da consegnare ai 50 consiglieri comunali, per metterli di fronte alle proprie responsabilità e per esortarli a presentare l'unica mozione possibile: quella all'interno del consiglio comunale.

L'APPUNTAMENTO PER LANCIARE LE INIZIATIVE DI CUI AI PUNTI 2 E 3 E' FISSATO PER SABATO 12 DICEMBRE ALLE ORE 16 AL PALCHETTO DELLA MUSICA, IN PIAZZA POLITEAMA.

QUESTE LE INIZIATIVE POSSIBILI SU CUI STIAMO RIFLETTENDO E CHE LANCEREMO NON APPENA SAPREMO COME MUOVERCI E SE CI TROVEREMO TUTTI D'ACCORDO.
1) Lotta ai parcheggiatori abusivi con denunce ed inchieste, partendo da un documentario lanciato dal centro culturale francese.
2) Organizzazione di una "spazzata" cittadina per le vie del centro e/o di un NO CAMMARATA DAY seguendo il percorso della bellissima iniziativa nazionale del popolo viola.

Vi comunichiamo inoltre che ci stiamo confrontando con tantissime realtà territoriali ed associazionistiche per costruire un progetto di cambiamento, insieme! Possiamo scrivere una bellissima pagina nella storia di questa Città, ma dobbiamo crederci TUTTI ed unire le forze.

E' attivo il sito di Muovi Palermo: www.muovipalermo.com
E' attiva una casella di posta elettronica per inviare le vostre segnalazioni: muovipalermo@gmail.com

Questo è il link del gruppo ufficiale su facebook:

http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Fgroup.php%3Fgid%3D161445152341%26ref%3Dmf&h=6e39a088f839047cb913018e6c9b250a

Iscrivetevi, diffondete e partecipate...se vi pare e per rimanere sempre aggiornati!

Buona settimana! Lo staff di Muovi Palermo.

martedì 1 dicembre 2009

Fini, fuorionda su Berlusconi: "Ha il consenso per governare, ma non l'immunità assoluta"




Durante un convegno a Pescara, il presidente della Camera non sa che i microfoni sono apertie parla a ruota libera con un magistrato suo amico. E spiega le sue opinioni sul premier.

"Lui confonde la leadership con la monarchia assoluta... il consenso popolare che lo legittima a governare, con una sorta di immunità nei confronti di qualsiasi altra autorità..."

ROMA - Il 6 novembre scorso il presidente della Camera Gianfranco Fini partecipa a Pescara alla giornata conclusiva del "Premio Borsellino".

In quell'occasione discute con il procuratore della Repubblica Nicola Trifuoggi che è seduto accanto a lui.

Tra i due c'è una conoscenza di antica data.

Fini, convinto che la conversazione si svolga a microfoni spenti, parla delle vicende di stringente attualità, tra cui quelle che riguardano Silvio Berlusconi, le sue inchieste giudiziarie e le rivelazioni del pentito Spatuzza.

Si tratta di una conversazione dai toni colloquiali nella quale, tuttavia, il presidente della Camera ribadisce alcuni concetti espressi più volte anche in sedi istituzionali.

GUARDA IL FUORIONDA

Fini: "A Scampia c'è un altro sacerdote che si chiama Don Aniello e di cognome Mancaniello, ed è un personaggio come questo (ndr Don Luigi Merola). Una volta è venuto un guappo e lui gli ha detto 'Io non sono un prete, so un mancaniello!'" Subito dopo il presidente della Camera indica a don Merola, che si lamentava del fatto di non essere ancora mai riuscito ad incontrare il ministro Gelmini, il suo segretario personale.

Fini: "Qualche giorno fa rileggevo un libro sull'Italia giolittiana e a Giolitti, che era considerato il ministro della malavita, un oppositore gli disse: 'Lei rappresenta lo stato... participio passato del verbo essere'. Efficace, no?"

Trifuoggi: "Potrebbe essere riesumata"

Fini: "Infatti non escludo di farlo, citando la fonte... prima o poi lo faccio" **********

Fini (riferendosi ad Aldo Pecora): "Lui è un creativo nato, perché il movimento lo ha chiamato 'Ammazzateci tutti'... e sì... il talento è quello"

Pecora nell'ambito del suo discorso afferma: "Noi siamo di passaggio, qua nessuno è eterno, non si vive in eterno" E allora Fini commenta: "... se ti sente il Presidente del Consiglio si incazza" **********

Fini: "Sono un ragazzaccio io... come dicevano i greci... poco se mi giudico molto se mi confronto... è così, sembra una battuta invece è una massima di vita. E' l'umiltà e nello stesso tempo la consapevolezza di vivere" **********

Fini: "Per i ragazzi come questi (riferendosi a Pecora) .. è chiaro che una delusione a 23 anni, non alla nostra età, ti toglie qualunque possibilità di credere nella vita" **********

Fini, rivolgendosi a Pecora: "Con la giacca e la cravatta sei ancora più bravo" **********

Fini: "E' che con i ragazzi non parli con le parole ma con gli esempi" **********

Fini: "Il riscontro delle dichiarazioni di Spatuzza (ndr il pentito Gaspare Spatuzza)... speriamo che lo facciano con uno scrupolo tale da... perché è una bomba atomica"

Trifuoggi: "Assolutamente si... non ci si può permettere un errore neanche minimo"

Fini: "Si perché non sarebbe solo un errore giudiziario, è una tale bomba che... lei lo saprà .. Spatuzza parla apertamente di Mancino, che è stato ministro degli Interni, e di ... (ndr Berlusconi?)... uno è vice presidente del CSM e l'altro è il Presidente del Consiglio..."

Trifuoggi: "Pare che basti, no"

Fini: "Pare che basti"

Trifuoggi: "Però comunque si devono fare queste indagini"

Fini: "E ci mancherebbe altro"

Fini: "No ma lui, l'uomo confonde il consenso popolare che ovviamente ha e che lo legittima a governare, con una sorta di immunità nei confronti di... qualsiasi altra autorità di garanzia e di controllo... magistratura, Corte dei Conti, Cassazione, Capo dello Stato, Parlamento... siccome è eletto dal popolo...

Trifuoggi: "E' nato con qualche millennio di ritardo, voleva fare l'imperatore romano"

Fini: "Ma io gliel'ho detto... confonde la leadership con la monarchia assoluta.... poi in privato gli ho detto... ricordati che gli hanno tagliato la testa a... quindi statte quieto" **********

Fini applaude Nino Di Matteo ed esclama "Bravo" Nino Di Matteo, sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia di Palermo, con il collega Antonio Ingroia, sta raccogliendo le dichiarazioni di Massimo Ciancimino (ndr figlio di Vito) sulla trattativa avvenuta nel '92 fra Cosa nostra e pezzi dello Stato. E' inoltre PM del processo Mori.
(1 dicembre 2009)

http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/politica/giustizia-19/fuorionda-fini/fuorionda-fini.html

domenica 29 novembre 2009

Partecipatissima assemblea a Giurisprudenza:) Ed informazioni per tutti...

Marcello Capetta 29 novembre alle ore 18.54

Care amiche e cari amici, solo per dirvi che ieri l'aula magna di Giurisprudenza era affollatissima. Tantissimi cittadini e numerose associazioni hanno avviato un importante confronto per scegliere insieme la strada da intraprendere.
Cresciamo giorno dopo giorno e moltissime persone cominciano a credere nel nostro progetto. Unitevi anche voi! Unendo le minoranze invisibili di questa Città, possiamo davvero creare un'alternativa.....
Siamo già tanti, ma non basta! PARTECIPATE IN PRIMA PERSONA SENZA DARE PIU' DELEGHE A NESSUNO.......VI INOLTRO DEI LINK, IN MODO CHE CHIUNQUE VORRA' POTRA' INFORMARSI SU CIO' CHE STIAMO FACENDO...L'ARTICOLO DE "LA REPUBBLICA" SULL'ASSEMBLEA E SUL DOSSIER AMIA.

http://www.facebook.com/photo.php?pid=30933871&id=1181883425

UNA NOTA CHE RIPORTA LA POESIA CHE L'AMICA LINA HA DEDICATO AL MOVIMENTO "MUOVI PALERMO"

http://www.facebook.com/notes/marcello-capetta/una-poesia-dellamica-lina-dedicata-al-movimento-muovi-palermo/214644888131

IL GRUPPO FACEBOOK DI MUOVI PALERMO, CON ARTICOLI, VIDEO, DENUNCE, INCHIESTE

http://www.facebook.com/group.php?gid=161445152341&ref=ts

UNA NOTA DELL'AMICO SERGIO CHE CONTIENE UNA PROPOSTA CHE RENDEREMO OPERATIVA A PARTIRE DALLA PROSSIMA SETTIMANA.

http://www.facebook.com/note.php?note_id=188036714532&id=1212723753&ref=mf

RICORDO INOLTRE A TUTTE/I CHE QUESTI MESSAGGI PARTONO IN AUTOMATICO VERSO TUTTI GLI ISCRITTI. CHIUNQUE NON VOLESSE RICEVERE PIU' COMUNICAZIONI, PUO' CANCELLARSI DAL GRUPPO.CHI, INVECE, HA LA VOLONTA DI RIMANERE IN CONTATTO CON NOI, PUO' CONSULTARE ANCHE IL SITO:

WWW.MUOVIPALERMO.

COMGRAZIE A TUTTI. A CHI C'ERA ED A CHI NON C'ERA. SPERANDO DI ESSERE ANCORA DI PIU' LA PROSSIMA VOLTA.

La squadra di Muovi Palermo...

venerdì 27 novembre 2009

per non dimenticare..........



Tira una brutta aria un rete. L'amico blogger byoblu consiglia di fare un backup del suo ultimo articolo.
Obbligato.

C’era un tempo in cui gli amici non erano amici, e non mangiavano più nello stesso piatto.

C’era un tempo in cui un partito accusava un imprenditore del nord di avere edificato il suo impero con i soldi della mafia. C’era un tempo in cui un direttore di giornale decise che era giunto il momento di dare a tutti una lezione di giornalismo.

Quel tempo era mercoledì 8 luglio 1998. Quel direttore era Max Parisi, alla guida de La Padania, l’organo di partito della Lega. Gli amici che non erano amici, erano Umberto Bossi e Silvio Berlusconi. Il partito era la Lega Lombarda e l’imprenditore del nord accusato di essere mafioso era proprio Silvio Berlusconi (lo so, non l’avreste mai detto). La lezione di giornalismo, invece, consisteva in una serie di domande per chiedere conto a Silvio Berlusconi del suo passato e del suo presente imprenditoriale. Il titolo era “Berlusconi Mafioso? 11 domande al Cavaliere per negarlo”. Ma le domande pubblicate erano solo 10. L’undicesima, la domanda che non c’era, nessuno la conobbe mai. Forse perché giorno venne che i due ex-amici, poi divenuti nemici, d’improvviso fecero inspiegabilmente ...la pace.

La conseguenza di questo abbraccio fraterno, degno di Carramba Che Sopresa!, fu che tutti i violenti attacchi portati da La Padania al Cavaliere cessarono come per incanto. Tutte le tracce vennero minuziosamente cancellate dagli archivi web del quotidiano leghista, e Max Parisi venne premiato con un incarico al TG2.

Ma la rete non perdona. Lo diciamo sempre. Qualcuno ha recuperato da archive.org gli articoli originali, immortalati per voi e per tutti, in remissione di ogni reticenza. E così, nella magnificenza del TechniColor, possiamo vedere cose come la foto di Berlusconi insieme alle foto di Totò Riina, Giovanni Brusca, Pippo Calò, Tano Badalamenti ed altri personaggi del tutto innocui, campeggiare sotto il titolo: BACIAMO LE MANI.

Continua su:

http://federicopistono.altervista.org/blog/censurate-questo-berlusconi-mafioso%3F-11-domande-al-cavaliere-negarlo



La riforma della giustizia.

Che il processo breve sia solo una scappatoia adottata dal governo per salvare "la capra ed i cavoli", è chiaro e indiscutibile.

Non avrebbe alcuna logica introdurlo nel contesto attuale in cui niente va per il verso giusto.

Che sia anche solo l'1% delle cause, come afferma l'Alfano, a prendere la via dela prescrizione, è pur sempre un danno per chi aspetta giustizia e, come afferma Caselli, non avrebbe senso introdurlo per l'ottenimento di un risultato così esiguo.

Tutto quello che il governo sta ponendo in atto è solo un voler cautelare chi ha una insana predisposizione a commettere reati.

Se si volesse veramente fare una seria riforma, si dovrebbe partire da basi più solide, prima rafforzando le procure in termini di personale, e poi, magari, provvedendo ad accorciare la durata dei processi, discutendo con la stessa magistratura su quali gradi dei giudizi è possibile ed auspicabile prevedere una durata minima e per quali reati.

Naturalmente la legge andrebbe applicata non retroattivamente, ma dal momento dell'emanazione.

Per i processi già avviati si potrebbe obbligare la magistratura, qualora ce ne fossero i presupposti, ad accelerarne la conclusione.

Come suggerisce Caselli, infine, tre gradi sono troppi, almeno per alcuni reati, applicare dei paletti per l'appellabilità ritengo sia una proposta validissima.

Io consiglierei, inoltre, di obbligare sia gli avvocati della difesa che quelli dell'accusa a non chiedere continui rinvii ed ai giudici di non concederglieli.

Che ognuno faccia il suo lavoro onestamente e con coscienza, per il bene di tutti, pena ammende salate.

giovedì 26 novembre 2009

La politica in Italia.

Quando i partiti si preparano ad affrontare le elezioni, si chiedono su quanti voti possono contare per risultare vincitori.

Naturalmente per ottenere il maggior numero di voti e vincere le elezioni, debbono poter fare affidamento su personaggi che hanno nel loro palmares un buon numero consensi.

Quali possono essere i personaggi dotati di una buona fetta di fans?
In genere personaggi famosi o politici già affermati.

Il fatto che abbiano o meno una buona ed adeguata preparazione in materia di amministrazione della cosa pubblica o delle leggi o della Costituzione non ha molta importanza, perchè questa conoscenza si può acquisire in un secondo tempo, sempre che si voglia.

L'importante è che abbiano nel loro palmares una buona fetta di fans e, quindi, di possibili elettori.

Così ci ritroviamo al governo una Carfagna, ex valletta tv, ministro delle pari opportunità,
- Alfano, avvocato di Berlusconi e referente di una buona fetta della Sicilia che conta, guardasigilli (quelli del premier, naturalmente),
- un Cuffaro, già condannato in prima istanza a cinque anni per associazione esterna alla mafia,
- si candida, infine, a governatore della regione Campania, un Cosentino indagato per associazione esterna alla camorra.

In buona sostanza, non conta cosa sappiano fare, quali attitudini possano vantare, quale sia il loro bagaglio culturale e morale, ma di quanti voti possano disporre.

La nostra politica, così com'è congegnata è una politica malata, non è politica, è un'appropriazione indebita della cosa pubblica finalizzata all'arraffamento di tutto ciò che è arraffabile
.




Il pentito Spatuzza afferma "Schifani incontrò Graviano"

Palermo - In un'informativa della Dia, depositata al processo d'appello contro il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, il pentito Gaspare Spatuzza ricorda un episodio dei primissimi anni '90, sostenendo di avere visto l'attuale presidente del Senato, Renato Schifani, incontrare il boss Filippo Graviano. La vicenda si riferirebbe al periodo in cui Schifani esercitava la professione di avvocato civilista e amministrativista e Graviano non era ancora latitante. Schifani assisteva civilmente Giuseppe Cosenza, indiziato per mafia e poi sottoposto al sequestro e alla confisca dei beni (divenuti definitivi nel 1992) e alla sorveglianza speciale per tre anni.

Nella propria informativa del 26 ottobre scorso, la Dia di Firenze ricostruisce che gli incontri si sarebbero svolti nella sede della Valtras, appartenente a Cosenza. Gli agenti si sono limitati a verificare che Cosenza era titolare della ditta e che è pregiudicato, oltre a indicarlo come «notoriamente collegato ai fratelli Graviano». Di lui avevano parlato numerosi collaboratori di giustizia, ma non è mai stato condannato per mafia o omicidi. Manca invece la verifica sul difensore nei procedimenti civili e di fronte alle misure di prevenzione.

«Ho cercato nella mia memoria - dice Spatuzza - di collocare i rapporti di Graviano Filippo su Milano. In proposito preciso che Filippo Graviano utilizzava talvolta l'azienda Valtras, dove lavoravo, come luogo di incontri. Accanto a questa c'era un capannone di cucine componibili di Pippo Cosenza, dove pure si svolgevano incontri, dove ricordo avere visto più volte la persona che poi mi è stata indicata essere l'avvocato del Cosenza (Schifani ndr)».

«Preciso - dichiara ancora il pentito - che in queste circostanze questa persona contattava sia il Cosenza che il Filippo Graviano in incontri congiunti. La cosa mi fu confermata dal Graviano Filippo a Tolmezzo, allorquando, commentando questi incontri, Graviano Filippo mi diceva che l'avvocato del Cosenza, che anch'io avevo visto a colloquio con lui, era in effetti l'attuale presidente del Senato Renato Schifani. Preciso che anch'io, avendo in seguito visto Schifani su giornali ed in televisione, l'ho riconosciuto». Spatuzza sottolinea infine che Cosenza «è persona vicina ai Graviano, con i quali aveva fatto dei quartieri a Borgo Vecchio, ben conosciuta anche da Drago Giovanni (pure lui pentito, ndr)».

La replica di Schifani. «Non ho mai avuto rapporti con Filippo Graviano e non l'ho mai assistito professionalmente. Questa è la verità. Sia chiaro: denuncerò in sede giudiziaria, con determinazione e fermezza, chiunque, come il signor Spatuzza, intende infangare la mia dignità professionale, politica e umana, con calunnie e insinuazioni inaccettabili. Sono indignato e addolorato. Ho sempre fatto della lotta alla mafia e della difesa della legalità i valori fondanti della mia vita e della mia professione. I valori di un uomo onesto». Così replica Schifani alle affermazioni fatte dal pentito Spatuzza.
(25 novembre 2009)

http://palermo.repubblica.it/dettaglio/Pentito-Spatuzza:-Schifani-incontro-Graviano/1788906?ref=rephp

Pensa anche lui, come Cosentino, di passarla liscia?
Solo perchè loro sono dalla parte dei capimandamento e i pentiti no?

mercoledì 25 novembre 2009

I misteri della fede berlusconiana



Un uomo che dal nulla riesce a creare uno dei patrimoni più rilevanti a livello mondiale, non essendo un Bill Gates e non avendo creato nulla di tecnologicamente utile ed innovativo, suscita interesse e curiosità.

Un uomo che possiede uno dei patrimoni più alti al mondo, dovrebbe desiderare di godere di questo suo benessere, dedicandosi ai lussi della vita ed ineteressandosi poco dei problemi della politica.

Inoltre, un uomo che non spiega come è riuscito a crearsi questo patrimonio, che viene inquisito ed inseguito dalla legge per aver commesso la maggior parte dei reati finanziari esistenti, che entra in politica e si avvale di un entourage di persone di dubbia onestà e limpidezza, sollecita molti dubbi.

E' lapalissiano, inoltre, che da quando questo uomo si è dedicato alla politica, sono aumentati i casi di mala gestione della cosa pubblica.

Non v'è dubbio, infine, che questo individuo creda di poter gestire la cosa pubblica come se fosse una "cosa sua", con atteggiamenti molto simili a quelli di un capo cupola che detta le sue volontà ai suoi capi mandamento.

Ciò che non si riesce a comprendere è "come" questo stesso individuo, spregevole per atti e comportamenti, ottenga un consenso altissimo da parte della popolazione.

Misteri della fede berlusconiana?

Alfano che dice le bugie




di Peter Gomez e Marco Travaglio
Il Fatto Quotidiano, 24 novembre 200
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Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, minacciato di sfratto da Silvio Berlusconi tre giorni fa in caso di mancata approvazione della legge che ammazza i suoi processi, comunica: “Nessuno è riuscito a rispondere alla domanda su come mai tutte le inchieste si sono concentrate su Berlusconi soltanto dal 1994 in poi, mai per fatti funzionali alla sua attività politica, ma per fatti che vanno dal 1994 a ritroso”. Caro ministro, le rispondiamo noi. Primo: le inchieste su Berlusconi e le sue aziende sono iniziate ben prima del ‘94. Secondo: i processi attualmente in corso per la corruzione di Mills e per i fondi neri Mediaset riguardano reati successivi al ‘94, dunque nemmeno volendo i magistrati avrebbero potuto scoprirli e perseguirli prima che fossero commessi. Piccolo promemoria, a beneficio del cosiddetto Guardasigilli.

1979, 12 novembre
Massimo Maria Berruti, maggiore della Guardia di finanza, guida un’ispezione all’Edilnord Centri Residenziali e interroga Silvio Berlusconi su presunte irregolarità tributarie. Berlusconi, mentendo, sostiene di essere un “semplice consulente” Edilnord per la “progettazione e della direzione generale di Milano 2”. Invece è il proprietario della società. Berruti si beve tutto, e chiude l’ispezione. Nel 1980 si congeda e poi diventa un consulente Fininvest.

1983
La Guardia di Finanza di Milano mette sotto controllo i telefoni di Berlusconi per un presunto traffico di droga. L’indagine sarà poi archiviata.

1984, 24 maggio
Il vicecapo dell’Ufficio Istruzione di Roma, Renato Squillante, interroga Berlusconi, assistito dall’avvocato Previti e imputato “ai sensi dell'articolo 1 della legge 15/12/69 n. 932” (interruzione di pubblico servizio) per antenne abusive sul Monte Cavo che interferiscono con le frequenze radio della Protezione civile e dell'aeroporto di Fiumicino. Gli imputati sono un centinaio. Ma Berlusconi nel 1985 è subito archiviato, gli altri nel ‘92: non potevano sapere che Squillante, Fininvest e Previti avevano conti comunicanti in Svizzera.

1984,16 ottobre
Tre pretori sequestrano gli impianti che consentono a Canale5, Italia 1 e Rete4 di trasmettere in contemporanea in tutt’Italia in spregio alla legge. Craxi interviene con due “decreti Berlusconi”.

1988, 27 settembre
Berlusconi viene sentito dal pretore di Verona come parte offesa in un processo per diffamazione contro due giornalisti: “Non ricordo la data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo comunque che è di poco anteriore allo scandalo. Mai pagato la quota di iscrizione”. Doppia bugia: si iscrisse nel 1978 (lo scandalo è del 1981) e pagò la quota. La Corte d’appello di Venezia spiega che è colpevole di falsa testimonianza, ma che il reato è coperto dall’amnistia del 1990.

1992, 4 maggio
Il pm Antonio Di Pietro firma un decreto di “acquisizione di documenti” sugli appalti della Coge di Parma, partecipata da Paolo Berlusconi. Il fascicolo è il 6380/91 su Mario Chiesa che il 17 febbraio ha dato il via a Mani Pulite. In Tangentopoli la famiglia Berlusconi entra subito.

1992, 21 maggio
Paolo Borsellino parla a due cronisti francesi di un’indagine in corso sui rapporti fra il boss Mangano, Dell’Utri e Berlusconi.

1992, 9 giugno
I giornali svelano che il dc Maurizio Prada accusa la Fininvest di una tangente da 150 milioni alla Dc. Fininvest “smentisce categoricamente”: solo sconti sugli spot. Anche il dc Gianstefano Frigerio parla di 150 milioni dati da Paolo Berlusconi per la discarica di Cerro. 1992, 15 settembre. Augusto Rezzonico, ex presidente delle Ferrovie Nord, racconta ai pm che in febbraio Dc e Psi hanno inserito nella legge sul codice della strada un emendamento per favorire la “Fininvest, unica depositaria del know how tecnico necessario” per il sistema di segnalazione elettronico “Auxilium” per le autostrade, “un business da 1.000 miliardi”. Poi aggiunge che il manager del gruppo Sergio Roncucci “ringraziò per l’emendamento e mi confermò l’impegno della Fininvest a contribuzioni alla Dc per il piacere ricevuto”.

1992, dicembre
Paolo Berlusconi indagato a Roma: avrebbe venduto immobili Edilnord a enti previdenziali a prezzi gonfiati in cambio di mazzette all’Ufficio tecnico erariale. Pagamenti per cui sarà poi considerato vittima di concussione. 1993, 15 gennaio. Paolo Berlusconi rinviato a giudizio con 34 persone i finanziamenti illeciti ai partiti legati alle discariche. 1993, 8 aprile. Gianni Letta, interrogato da Di Pietro, ammette di aver finanziato illegalmente con 70 milioni il segretario Psdi Antonio Cariglia: “La somma fu da me introdotta in una busta e consegnata tramite fattorino”. Lo salva l’amnistia del 1990.

1993, 18 maggio
Arrestato per corruzione Davide Giacalone,consulente del ministro delle Poste Oscar Mammì per la legge sulle tv, e poi consulente Fininvest per 600 milioni. Verrà assolto e in parte prescritto.

1993, 18 giugno
Arrestato Aldo Brancher, assistente di Fedele Confalonieri, per 300 milioni dati al Psi e 300 a Giovanni Marone, segretario del ministro della Sanità Francesco De Lorenzo, in cambio di spot anti-Aids sulle reti Fininvest. Resterà tre mesi a San Vittore senz’aprire bocca. Poi diventerà deputato e viceministro.

1993, 23 giugno
Confalonieri e Brancher indagati a Milano per 300 milioni al Psi. I due usciranno indenni dall’inchiesta.

1993, settembre
La Procura di Torino indaga su un giro di false fatture nelle sponsorizzazioni sportive, che porterà al coinvolgimento di Publitalia e nel ‘95 all’arresto e alla condanna di Dell’Utri. Anche a Milano si scoprono fondi neri di Publitalia. Dell’Utri patteggerà la pena

1993, 29 ottobre
Il pm romano Maria Cordova, che indaga su tangenti al ministero delle Poste, chiede al gip Augusta Iannini (moglie di Bruno Vespa) l’arresto di De Benedetti, Galliani e Letta. Ma la Iannini arresta solo De Benedetti e si spoglia delle altre due posizioni perché relative a amici di famiglia. I due, poi assolti, restano a piede libero. 1993, 25 novembre. Craxi trasmette un memoriale ai pm: “Gruppi economici (…) hanno certamente finanziato o agevolato i partiti politici e, anche personalmente, esponenti della classe politica. Da Fiat a Olivetti, da Montedison a Fininvest”.

1993, 4 dicembre
La Procura di Torino raccoglie le confessioni del presidente del Torino Calcio, Gianmauro Borsano, deputato Psi, travolto da un crac finanziario. Borsano dice che nel marzo ‘92 il vicepresidente del Milan, Galliani, gli versò 18 miliardi e mezzo più 10 miliardi in nero per il calciatore Lentini. La Procura trasmette il fascicolo a Milano per falso in bilancio e il 22 febbraio ‘94 ascolta Borsano e altri protagonisti. Il pool mette così il naso nei conti esteri Fininvest.

1993, 14 dicembre
Arrestati a Torino il sindaco Pds e quattro assessori di Grugliasco per tangenti sul megacentro commerciale Le Gru, costruito dalle coop rosse e gestito dalla francese Trema e da Standa (Fininvest). La Procura indaga Brancher (poi archiviato) e convoca come teste Berlusconi, che si presenterà solo il 19 aprile ‘94, dopo aver vinto le elezioni.

1993, dicembre
Salvatore Cancemi, primo boss pentito della Cupola,comincia a parlare al pm di Caltanissetta Ilda Boccassini dei rapporti fra Berlusconi, Dell’Utri, mafia e stragi. 1993, 20 dicembre. Il procuratore Borrelli dice al Corriere: “Sappiamo che certe coincidenze possono provocare sconquassi, ma che possiamo farci? Quelli che si vogliono candidare si guardino dentro. Se sono puliti, vadano avanti tranquilli. Ma chi sa di avere scheletri nell’armadio, vergogne del passato, apra l’armadio e si tiri da parte prima che arriviamo noi”.

1994, 26 gennaio
Silvio Berlusconi annuncia in tv, con un videomessaggio, il suo ingresso in politica perché “questo è il paese che amo”. In privato, confida a Montanelli e a Biagi: “Se non entro in politica, finisco in galera e fallisco per debiti”.

(Vignetta di Bertolotti e De Pirro)

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lunedì 23 novembre 2009

Piovono rane di Alessandro Gilioli

A che punto siamo con le leggi salvapremier?
Abbastanza nel casino. Si sta procedendo su strade diverse. Da un lato la norma che dovrebbe abbreviare i processi, dall’altra l’idea di un nuovo Lodo Alfano per la alte cariche dello Stato, infine l’ipotesi (abbastanza tramontata) di reintrodurre semplicemente l’immuntà parlamentare, che ovviamente includerebbe anche il premier.

Partiamo dalla prima.
Per il “processo breve” i finiani e il resto della maggioranza stanno continuando a trattare su alcuni aspetti, come la durata dei diversi gradi di giudizio e l’articolo che escludeva gli immigrati irregolari. Se trovano un accordo, la legge dovrebbe passare al Senato prima di Natale e alla Camera forse entro febbraio-marzo. Ma c’è il rischio che a Montecitorio venga modificato qualcosa e allora la discussione torni a Palazzo Madama, quindi si arrivi almeno all’estate per l’approvazione.

Basterebbe a salvare Berlusconi?
Per quanto riguarda i due dibattimenti già iniziati (Mills e fondi neri Mediaset) forse sì, ma dipende da diverse variabili, a iniziare dalla durata massima che verrà alla fine stabilita per il primo grado, che potrebbe passare da due a tre anni; oltre che dai vari “legittimi impedimenti” che il premier potrebbe addurre per fare rinviare le udienze. In ogni caso Berlusconi non si fida, anche perché può arrivare nel frattempo il rinvio a giudizio per la questione Mediatrade, senza contare quello che sta succedendo a Palermo.

Che cosa sta succedendo a Palermo?
Ad esempio, continuano a saltare fuori i pizzini passati da Provenzano al defunto sindaco mafioso Vito Ciancimino. Ieri ne è uscito uno del 2000 in cui Provenzano scriveva a Ciancimino: «Abbiamo parlato con il nostro amico senatore per quella questione (…) hanno fatto una riunione e sono tutti d’accordo».
E chi era quel senatore?Ovvio che nessuno può dirlo, ma tutti pensano a uno stretto collaboratore del premier già condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. E poi da Palermo potrebbe uscire altro.

Tipo?
Il pentito Gaspare Spatuzza testimonierà il 4 dicembre prossimo al processo d’appello a Dell’Utri. Spatuzza ha già messo a verbale la dichiarazione secondo cui il suo boss, Graviano, nel ‘94 gli aveva detto che Berlusconi si era accordato con la mafia per un patto politico-elettorale tra Cosa Nostra e Forza Italia, intermediario lo stesso Dell’Utri.
E quindi?E quindi con queste previsioni a Berlusconi la legge sul processo breve rischia di non bastare più. Per stare tranquillo, avrebbe bisogno dell’immunità.

Un altro lodo Alfano?
Sì, ma dopo la bocciatura della Consulta non è facile. Bisognerebbe fare una legge costituzionale, con tempi lunghi e modalità complesse: una modifica della Costituzione deve essere approvata da ciascun ramo del Parlamento con due distinte deliberazioni, tra le quali devono trascorrere almeno tre mesi. Nel caso in cui la deliberazione, nella seconda votazione di ciascuna delle Camere, non sia avvenuta a maggioranza di due terzi, si andrebbe poi a un referendum confermativo. Lo stesso dicasi per la reintroduzione dell’immunità parlamentare, che è stata ventilata per qualche giorno ma che pure avrebbe bisogno di una revisione costituzionale.

E quindi?
Quindi in questi giorni c’è chi (come uno degli avvocati di Berlusconi, Gaetano Pecorella) ha ipotizzato una “legge-ponte” che metta al riparo il premier in attesa di una modifica della Costituzione.
Così a occhio sembra una porcheria pazzesca..In effetti è tutto da vedere che Napolitano firmi una roba del genere. Però uno spiraglio c’è.

Quale?
L’Udc di Casini sostiene che basterebbe approvare una leggina di pochi righe che blocchi i procedimenti contro il premier per legittimo impedimento fine a fine mandato.
Perché Casini sostiene una cosa del genere?Perché lui pensa che tutta Italia è bloccata attorno ai processi di Berlusconi, meglio dare al premier un salvacondotto fino a fine legislatura che rottamare migliaia di processi con norme come quella sul processo breve.

E a Berlusconi questa cosa andrebbe bene?
Certo che sì, ma non è facile né farla votare dalla componente finiana del Pdl né farla passare dal Quirinale come se niente fosse.
E poi rischierebbe una nuova bocciatura della Consulta.Sì, in effetti se passa come legge ordinaria c’è anche questo rischio, ma è secondario perché comunque così il premier guadagnerebbe un anno, che è quel che gli serve per far passare nel frattempo un nuovo lodo Alfano come legge di revisione costituzionale.

Quindi?
Quindi Berlusconi in queste settimane è nervoso come non lo era mai stato, questo ormai lo ammettono perfino i giornali del premier. Perché il Cavaliere è incerto sulle diverse ipotesi per salvarsi – con i vari Ghedini, Pecorella e Alfano che litigano tra di loro sulla strategia migliore – e teme che nessuna scelta lo metta completamente al sicuro, anche perché deve prima passare attraverso le forche caudine di Fini e (poi, eventualmente) di Napolitano. Per questo ogni tanto fa balenare – magari via Schifani – l’ipotesi di elezioni anticipate, soprattutto per spaventare Fini. Salvo poi ritirare la mano.

E perché ritira la mano?
Perché non le può indire lui, le elezioni anticipate. Lui può solo dimettersi, poi Napolitano potrebbe tranquillamente dare l’incarico a un altro, tipo lo stesso Fini o Casini. E quest’ultimo ha già detto che «in Parlamento una nuova maggioranza si troverebbe in dieci minuti». Per Berlusconi sarebbe lo scenario più agghiacciante: fuori dal governo e senza una maggioranza che lo mette al riparo dai processi.

E quindi?
E quindi vedremo come ne escono i consiglieri legali del premier, e a quale lui darà ascolto. Al momento l’ipotesi più probabile è ancora quella che passi in primavera la legge sul processo breve, e poi si vedrà se e cosa succede agli altri eventuali procedimenti. Con il premier ancora a Palazzo Chigi ma sulla graticola chissà fino a quando. Che poi è quello che vuole Fini e in un certo senso anche il Pd.

Anche il Pd?
Sì, perché Bersani ha bisogno di tempo. Tempo per ricostruire il partito (non siamo nemmeno arrivati alle nomine interne), per radicarlo sul territorio, e soprattutto per far nascere il partito di centro Rutelli-Casini con cui spera di fare asse alle prossime politiche per conquistare la maggioranza. Ma in Italia tutto è in movimento, sempre, e non è detto che la situazione non precipiti prima.


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