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giovedì 23 luglio 2015
Crocetta e la Corte dei Conti: i buchi del 2014. - Aurora Pullara
Le entrate complessive della Regione sono scese di ben il 10% passando da 19,7 miliardi a 17,6 miliardi.
Ma se le entrate scendono, salgono invece le spese complessive impegnate che sfiorano i 19,9 miliardi contro i 18,4 miliardi del 2013.
Soprattutto non si arresta il peso della spesa corrente che vale ormai l’82% dell’intero bilancio. Numeri che parlano chiaro, ma che vengono coperti dalla polemica politico- mediatica di cui è protagonista il governatore siciliano.
“I gossip” di cui si sente vittima Crocetta lo stanno ‘salvando’ dal buco dei conti della Regione. Dati oggettivi che dimostrano la inadeguatezza di Rosario al comando della Sicilia, e che dovrebbero decretare da soli, al di là della vicenda Tutino – Borsellino, le sue dimissioni.
Dimissioni che non si vedono all’orizzonte, tutt’altro, tant’è che Crocetta chiede ancora un mese di tempo per fare le riforme.
Ma l’ultimo anno Crocettiano è stata una discesa in caduta libera, l’operato del suo Governo negli ultimi anni non ha intaccato che marginalmente i dati strutturalmente negativi della Regione.
Nulla o poco è stato fatto sul fronte di quell’enorme stipendificio che è la Regione Sicilia. Solo i dipendenti a tempo indeterminato della Regione ammontano ancora a 14.950. Sommando quelli a tempo determinato si giunge a 17.325 unità. E ci sono anche i lavoratori cosiddetti esternalizzati da mettere nel conto.
Si arriva a poco meno di 20 mila persone.
Che pesano sulle casse della Regione e quindi dei contribuenti per quasi un miliardo di euro (938 milioni per l’esattezza). A questi vanno aggiunti i dipendenti pubblici-pensionati, un esercito di 16mila unità che percepiscono trattamenti per 608 milioni. Tra dipendenti ed ex dipendenti in pensione la spesa annua supera il miliardo e mezzo. Dati negati anche per quanto riguarda la mole dei residui attivi, cioè le entrate messe a bilancio, trascinate dagli anni passati e non ancora effettivamente incassate, è tuttora gigantesca totalizzando i 14,3 miliardi di euro. Di fatto l’80% dell’intero gettito delle entrate di un solo esercizio. Ma sono i dati differenziali a essere particolarmente tragici come sottolinea la magistratura contabile. C’è un buco di 980 milioni tra entrate correnti e spesa corrente (nel 2013 era di 248 milioni), mentre l’indebitamento netto è salito a 2,8 miliardi e la Giunta è dovuta ricorrere al mercato per oltre 3 miliardi contro invece una disponibilità positiva per 900 milioni l’anno precedente.
http://www.ilmoderatore.it/2015/07/23/crocetta-e-la-corte-dei-conti-i-buchi-del-2014/
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