Per l'accusa il pm napoletano spiato per poterlo diffamare
La procura di Catanzaro interrogherà quattro toghe di Potenza.
ROMA - C’è un’altra inchiesta che potrebbe appestare l’aria nel palazzo di giustizia di Napoli, dove stanno per arrivare gli ispettore del ministero della Giustizia per verificare il rispetto delle procedure nell’indagine sulla P4. E il nuovo caso potrebbe persino convincere il Guardasigilli a modificare la composizione della task force inviata all’ombra del Vesuvio per fare le pulci ai pm Woodcock e Curcio. Il motivo è ben spiegato nell’invito a comparire che ieri la procura di Catanzaro ha mandato a quattro alti magistrati di Potenza, indagati per aver cercato di architettare una campagna denigratoria nei confronti di Henry John Woodcock, ai tempi in cui era pm a Potenza. E adesso, a distanza di anni, l’inchiesta di Catanzaro ha evidenziato che alcuni di quei personaggi avevano rapporti con esponenti di spicco dello steso ispettorato di via Arenula che sta per accendere i riflettori sull’ufficio del pm Woodcock a Napoli.
I quattro indagati sfileranno in procura, a Catanzaro, già nei prossimi giorni. Proprio mentre gli ispettori del Guardasigilli arrivano a Napoli e il gip partenopeo si prepara a restituire la libertà a Luigi Bisignani, imputato di spicco nell’indagine sulla presunta loggia P4 condotta da Curcio e Woodcock. E’ una settimana delicatissima, dunque, quella che sta per cominciare nel quadrilatero giudiziario di Roma, Napoli, Catanzaro e Potenza. Soprattutto dopo che procuratore aggiunto del capoluogo calabrese, Giuseppe Borrelli, ed il suo sostituto Simona Rossi hanno inviato gli avvisi a comparire per l’ex procuratore generale di Potenza, Vincenzo Tufano (che è ora in pensione), i sostituti procuratori generali Gaetano Bonomi e Modestino Roca e l’ex sostituto procuratore della Repubblica Claudia De Luca (ora in servizio nella stessa procura di Napoli). Sono loro, secondo l’ipotesi accusatoria, i quattro magistrati che avrebbero ottenuto e utilizzato illecitamente i tabulati del telefonino di Woodcock per veicolare la falsa informazione che il magistrato fornisse informazioni riservate alla conduttrice della trasmissione Rai «Chi l’ha visto?», Federica Sciarelli. I contatti tra i due, inevitabilnmente, c’erano; ma solo perchè il magistrato e la giornalista erano compagni nella vita.
Per mettere in piedi la manovra che doveva delegittimare Woodcock, i quattro magistrati - sostiene la procura di Catanzaro - si sarebbero avvalsi della collaborazione di un ex agente del Sisde, Nicola Cervone; di tre ufficiali di polizia giudiziaria, di un imprenditore e di un autista della Procura generale di Potenza. Ai quali, a vario titolo, vengono contestati i reati di associazione a delinquere, violazione della legge sulle società segrete, corruzione in atti giudiziari e abuso d’ufficio.
Sulla vicenda è intervenuto anche Luigi de Magistris, sindaco di Napoli ed ex pm a Catanzaro: «E’ incredibile che ancora una volta compaiano le stesse persone che hanno contribuito a togliermi le funzioni di pm e a trasferirmi da Catanzaro. Mi auguro - ha aggiunto - che sia venuto il momento di ricostruire il grumo di interessi che, in particolare a Roma, è fatto da pezzi di politica, magistratura e istituzioni».
I quattro indagati sfileranno in procura, a Catanzaro, già nei prossimi giorni. Proprio mentre gli ispettori del Guardasigilli arrivano a Napoli e il gip partenopeo si prepara a restituire la libertà a Luigi Bisignani, imputato di spicco nell’indagine sulla presunta loggia P4 condotta da Curcio e Woodcock. E’ una settimana delicatissima, dunque, quella che sta per cominciare nel quadrilatero giudiziario di Roma, Napoli, Catanzaro e Potenza. Soprattutto dopo che procuratore aggiunto del capoluogo calabrese, Giuseppe Borrelli, ed il suo sostituto Simona Rossi hanno inviato gli avvisi a comparire per l’ex procuratore generale di Potenza, Vincenzo Tufano (che è ora in pensione), i sostituti procuratori generali Gaetano Bonomi e Modestino Roca e l’ex sostituto procuratore della Repubblica Claudia De Luca (ora in servizio nella stessa procura di Napoli). Sono loro, secondo l’ipotesi accusatoria, i quattro magistrati che avrebbero ottenuto e utilizzato illecitamente i tabulati del telefonino di Woodcock per veicolare la falsa informazione che il magistrato fornisse informazioni riservate alla conduttrice della trasmissione Rai «Chi l’ha visto?», Federica Sciarelli. I contatti tra i due, inevitabilnmente, c’erano; ma solo perchè il magistrato e la giornalista erano compagni nella vita.
Per mettere in piedi la manovra che doveva delegittimare Woodcock, i quattro magistrati - sostiene la procura di Catanzaro - si sarebbero avvalsi della collaborazione di un ex agente del Sisde, Nicola Cervone; di tre ufficiali di polizia giudiziaria, di un imprenditore e di un autista della Procura generale di Potenza. Ai quali, a vario titolo, vengono contestati i reati di associazione a delinquere, violazione della legge sulle società segrete, corruzione in atti giudiziari e abuso d’ufficio.
Sulla vicenda è intervenuto anche Luigi de Magistris, sindaco di Napoli ed ex pm a Catanzaro: «E’ incredibile che ancora una volta compaiano le stesse persone che hanno contribuito a togliermi le funzioni di pm e a trasferirmi da Catanzaro. Mi auguro - ha aggiunto - che sia venuto il momento di ricostruire il grumo di interessi che, in particolare a Roma, è fatto da pezzi di politica, magistratura e istituzioni».