martedì 10 luglio 2012

NOURIEL RUBINI: "2013 SHOCK: BANCHIERI IMPICCATI".




«Una tempesta perfetta», con tanto di«banchieri impiccati per le strade». Se a parlare così fosse un minoritario militante extraparlamentare, quasi tutti alzerebbero le spalle sorridendo. Se a dirlo è «Mr. Doom», forse l'unico economista di statura globale che abbia capito per tempo cosa stava accadendo nel 2007, all'epoca dell'esplosione di una bollicina insignificante come i mutui subprime statunitensi, allora è tutta un'altra faccenda.
L'analisi di Nouriel Roubini è impietosa e senza vie d'uscita visibili. E certo non piacerà né a Monti né a Merkel. Ma centra il problema dei problemi.

«Nulla è cambiato dalla crisi finanziaria. Gli incentivi per le banche (la liquidità a piene mani garantita dalle banche centrali, ndr) permettono loro di agire in modo truffaldino, di fare cose illegali e immorali; l'unico modo per evitarlo è rompere questo grande supermercato finanziario».

Altro che codici di autoregolamentazione, istituti che debbono «riscrivere le regole»... Roubini ritiene che solo delle «sanzioni penali» avrebbero potuto fermare la folle ricostruzione del meccanismo che aveva prodotto la crisi del 2007. «Se alcune persone finiscono in carcere, forse sarà una lezione». Rabbioso, ma probabilmente inefficace e sgradito ai governanti. L'alternativa, avverte Roubini, è che «qualcuno verrà impiccato per le strade».

Il fatto è che ci ritroviamo al punto di partenza, nella stessa situazione del giorno prima del fallimento di Lehmann Brothers. E quindi «il 2013 sarà peggio del 2008» perché «oggi siamo a corto di contromisure». Di fatto: «nel 2008 si potevano tagliare i tassi di interesse», che oggi sono a zero quasi dappertutto. Allora e finora si poteva «immettere liquidità»; ma oggi «sta diventando sempre meno efficace perché il problema è di solvibilità, non di liquidità». I debitori non pagano, quindi la circolazione si ferma e il denaro resta in cassaforte. Infine gli stati non possono più salvare nessuno, perché «hanno disavanzi bilancio già troppo grandi» per colpa dei salvataggi di qualche anno fa. Diventa dunque impossibile tornare a «salvare le banche»; i governi sono «prossimi a essere insolventi», come la Grecia e, forse, la Spagna.

L'unica mossa di una certa efficacia per procrastinare l'esplosione globale sarebbe a disposizione della Bce, che dovrebbe fare «una monetizzazione non sterilizzata in quantità illimitata». Ma non è nel suo statuto, quindi le è vietato («costituzionalmente illegale»). Naturalmente Nouriel è un economista attento anche all'economia reale. Quindi aggiunge un elemento fin qui ignorato dagli opinionisti alla Giavazzi: «infine c'è il pericolo di una possibile guerra tra Israele, Stati uniti e Iran, che raddoppierebbe il prezzo del petrolio in una notte».

Bingo. Difficile sintetizzare meglio le molte ragioni per cui un sistema economico fondato sull'«avidità» individuale a scapito del benessere collettivo è «obbligato» ad esplodere «a grande velocità». Quando? Roubini è ottimista: «il fondo Efsf-Esm deve essere almeno quadruplicato; in caso contrario si avrà una crisi più grande non tra sei mesi, ma nelle prossime due settimane». Buone vacanze...

Francesco Piccioni
Fonte: www.ilmanifesto.it



http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=10551

PETROLIO: L'EMBARGO CONTRO L'IRAN AFFONDA L'ITALIA.


L'embargo occidentale sul petrolio iraniano fa pagare anche all'Italia un caro prezzo.

Le sanzioni anti-iraniane impongono a Roma di reperire altrove quel 13,4 per cento d'importazioni petrolifere da Teheran. Il costo dell'operazione non è poca roba perche' quel 13,4% è, quantitativamente, assai più consistente, del 30% della Grecia o del 15% di Spagna, i due Paesi che precedono Italia nelle importazioni europee di greggio iraniano. I primi a saperlo sono i 400 dipendenti della raffineria Api di Falconara Marittima destinati alla cassa integrazione per la chiusura degli impianti.

L'Api - uno dei grandi clienti del petrolio iraniano assieme a Erg, Saras e Ies di Mantova - oltre a dover spendere molto di più per rifornirsi deve anche adeguare una raffineria strutturata per la lavorazione del particolare tipo di petrolio bituminoso estratto dai pozzi iraniani. Da un punto di vista geopolitico, geo-energetico e geo-economico, il piano anti-iraniano imposto dall'amministrazione Obama all'Europa è anche più perfido. L'America che chiede agli europei di rinunciare al petrolio iraniano ed alza il livello dello scontro con Teheran è infatti un'America pronta ormai ad affrontare senza danni un blocco di Hormuz.

Le nuove tecnologie di trivellazioni e le scoperte di giacimenti petroliferi tra l'Alaska e la Patagonia hanno permesso a Washington di ridurre al 22 per cento la quota di greggio importata dall'Arabia Saudita e da altri cinque Paesi mediorientali.

Grazie ad un contenimento dei consumi d'energia e alle nuove tecniche di fratturazione idraulica che permettono lo sfruttamento di pozzi un tempo inaccessibili in Alaska, Texas e Nord Dakota, gli Usa hanno ridotto la dipendenza dal greggio straniero dal 60% del 2005 al 45% del 2011. Cosi mentre Europa ed Italia affondano, l'America di Obama si prepara a vendere il suo petrolio agli europei.



http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=10552

Grillo: “Con il Porcellum il Movimento 5 Stelle potrebbe avere la maggioranza”.

beppe grillo interna nuova


Il comico scrive sul suo blog che dietro l'improvvisa "fregola" di Napolitano e dei partiti di cambiare la legge elettorale c'è la paura che il suo movimento possa vincere. E illustra quattro scenari sul ritorno alle urne.

partiti vogliono improvvisamente cambiare la legge elettorale perché “con il Porcellum, del quale per tutta una legislatura non è fregato nulla a nessuno, il M5S potrebbe ottenere il premio di maggioranza“. Se accadesse, “per i partiti sarebbe notte. Pece nera. Da qui al 2013 ci sono quindi vari scenari possibili”. Scenari che Beppe Grillo illustra sul suo blog-tribuna e che dipendono da una premessa: “Nessun partito e nessuna istituzione vogliono tra i c… il Movimento 5 Stelle. Il boom dei cittadini offende orecchie disabituate al cambiamento. L’attuale fregola per modificare la legge elettorale (è di oggi la decisione della conferenza dei capigruppo del Senato di avere un testo da discutere in Commissione entro diedci giorni, ndr) deriva dalla paura di mollare le poltrone, e forse anche il governo”.
Primo scenario: “Due coalizioni, Pdl+LegaPdmenoelle+Udc+Sel+ ‘chiunque altro ci voglia stare’ si presentano con il Porcellum”. In campagna elettorale si combattono aspramente, “raccattano tutti i voti possibili e, subito dopo, danno vita a un governo di unità nazionale. Unica opposizione in Parlamento il Movimento 5 Stelle”. Ma ecco la grande “controindicazione”, secondo Grillo: “Se il M5S facesse il botto e risultasse primo, il piano fallirebbe”.
Il secondo scenario prevede invece che i partiti, “pungolati da Napolitano“, facciano una nuova legge elettorale “disegnandola sull’esclusione del M5S dal Parlamento o per una sua ridottissima rappresentanza”. Difficile che si avveri, però, “per la mancanza di tempo e la ritrosia dei segretari di partito a mollare il Porcellum che consente di eleggere madri, amanti, figli e cognati”. 
Il terzo scenario prevede il rinvio di un anno delle elezioni a causa dell’aggravarsi della crisi economica, il quarto “una coalizione Pdl, Pdmenoelle, Udc con Rigor Montis come candidato premier”, che “si presenta alle elezioni con il Porcellum. Nessuna controindicazione se non la presenza del Movimento 5 Stelle in Parlamento”.

Trattativa, Grasso: “Le intercettazioni col Colle non vanno distrutte, lo dice la legge”. - Irene Buscmei




“Le intercettazioni del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non possono essere distrutte, se non dopo l’autorizzazione da parte di un giudice, sentite le parti e i loro avvocati”, afferma il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso ai microfoni del ilfattoquotidiano.itLezioni di giurisprudenza al fondatore del quotidiano La Repubblica Eugenio Scalfari arrivano anche dalla rassegna viterbese Caffeina cultura dove il magistrato è stato ospite per presentare il suo libro “Liberi tutti. Lettera a un ragazzo che non vuole morire di mafia”. Il caso Napolitano-Mancino crea fermento tanto da portare alcuni giornali a schierarsi contro i magistrati siciliani e a mettere in discussione l’esistenza di una trattativa Stato-mafia. “‘C’è una sentenza passata in giudicato, quella della strage di via Georgofili, che accerta questo – afferma Grasso sul palco – certo bisogna indagare ancora per dare un volto ai mandanti di quel patto con la mafia”. Sull’isolamento della Procura di Palermo e l’allarme lanciato dal sostituto procuratore di Palermo Antonio Ingroia, Grasso afferma: “Non bisogna cercare il consenso, ma andare avanti per scoprire la verità. Il rischio di restare soli, come lo fu nell’ultima fase della sua vita il giudice Giovanni Falcone esiste. Certo il consenso generale ti aiuta nell’affrontare il lavoro quotidiano”. Sulla latitanza di Bernardo Provenzano nel Lazio il procuratore sostiene: “Non c’è nessuno elemento che ci porta a ritenere che il boss abbia ‘soggiornato’ nel Lazio. Certi giornalisti si fanno affascinare dalle ipotesi. I magistrati non hanno assolutamente trattato” .

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Giovanni Ruffini dice:
Avra' senza'altro la SOLIDARIETA' da tutti, fuorche' da gran parte della CASTA che sta vivendo da anni, le PEGGIORI ISTERIE tipiche di chi non ha la STATURA (morale e fisica) per i seri AFFARI di STATO....!!!!!!

Cetta dice:
Spero vivamente che riesca nel suo intento. Dovremmo essere noi a decidere, se la nostra fosse una democrazia, sul da farsi.

Giovanni Ruffini dice:
Quella TRATTATIVA, delle tante, getterebbe nel PANICO, gia' percepibile, ogni apparato del PAESE che ha BARATO mascherandosi dietro ad ETICHETTE IDEOLOGICHE ed altro - il DISSERVIZIO al Paese e' stato pianificato da MENTI ovviamente GRANDI...con una visione del Paese, Piani, Progetti e Strategie per eseguirli, OSCURATA con FEROCE METODICITA' agli stessi Cittadini..un Cauto Ottimismo e' nell'aria...ma i risultati si vedranno in tempi non certamente brevi....e chi SPARIRA', avra' lo SCENEGGIATORE e COPIONE da recitare..Monetine per il Craxi....od altri IMBROGLI per chi pensera' bene di DARSELA a GAMBE...una possibilita'...!!!

Olimpiadi, missili sulle case respinto il ricorso dei londinesi.


Olimpiadi, missili sulle case,respinto il ricorso dei londinesi

L'Alta Corte dà ragione al Governo che potrà piazzare i "terra -aria" sui tetti delle case per garantire la sicurezza dei Giochi.
LONDRA - Olmipiadi, missili sulle case: per l'Alta Corte inglese non si tratta di un eccesso e i cittadini di Londra dovranno farsene una ragione. Il tribunale lo ha chiarito con una sentenza che dà ragione al Governo contro il ricorso presentato dagli abitanti della Fred Wigg Tower, nell'est di Londra, che hanno protestato contro la la decisione di piazzare dei missili terra-aria sui tetti delle loro case in vista delle prossime Olimpiadi. La Fred Wigg Tower è uno dei sei siti dove le armi verranno collocate da metà luglio fino alla fine dei Giochi.
ESTREMA SICUREZZA - Il ministero della Difesa di Londra ha precisato che i missili potrebbero essere usati solo in caso di «ordini precisi dai più alti livelli del governo in risposta a una minaccia confermata ed estrema alla sicurezza». Il tribunale ha dichiarato che i residenti hanno espresso «shock, ansia e preoccupazione» per la prospettiva, ma sono rimasti vittima di «una sorta di equivoco» sui rischi che tale dispiegamento comporterà.
Sarà il caldo, ma la pazzia dilaga ovunque.
E' come voler trasformare una festa in una tragedia.

Belsito: “Calderoli asino bardato da generale. Bossi circondato da imbecilli”.

belsito interna nuova


Questa sera nel corso della trasmissione "Il lecito" su La7, saranno mandate in onda le intercettazioni dell'ex tesoriere della Lega che critica i dirigenti del Carroccio e raccomanda l'autista del Senatur in Fincantieri.

Chi è vicino a Umberto Bossi sono persone “ignoranti e imbecilli”. In più Roberto Calderoli è “un asino bardato da generale”. Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega travolto dallo scandalo sui rimborsi elettorali, descriveva così l’entourage che circondava il Senatur al telefono con la moglie del fondatore del Carroccio, Manuela Marrone. E non risparmiava neanche commenti al vetriolo sui dirigenti del partito, tra cui l’ex ministro della Semplificazione. A pubblicare le intercettazioni è Il Sole 24 Ore e gli stralci delle conversazioni saranno mandati in onda questa sera nel corso di “Il lecito” su La7, programma di inchiesta del giornalista della testata economica, Claudio Gatti.
L’ex tesoriere raccomanda a Fincantieri Maurizio Barcella, ex autista di Bossi e suo capo di gabinetto al ministero delle Riforme, caldeggiando la sua assunzione da dirigente, proprio mentre l’azienda era in procinto di annunciare la cassa integrazione per i suoi operai. “Sbattiamocene i coglioni e pensiamo a noi”,  aveva detto Belsito a Barcella. L’ex tesoriere aveva poi spiegato di avere parlato a Sandro Scarrone, capo del personale di Fincantieri, per accordarsi sul suo ingresso nell’azienda partecipata dallo Stato. “Mauri, ho parlato adesso con Scarrone – proseguiva Belsito – Lui mi ha detto guarda, mi ha dato un consiglio: è meglio che venite giù all’una che loro devono pubblicizzare la cassa integrazione, non possono far passare il contratto da dirigente che devono fare casino col governo. Quindi sbattiamocene i coglioni e pensiamo a noi”. Per parte sua, Fincantieri ha spiegato che Barcello non è mai diventato dirigente.
Ma le intercettazioni non si limitano alle raccomandazioni. Al telefono con la Marrone, che conferma quanto il Senatur sia circondato da persone incompetenti (“Essendo lui un genio, ha potuto essere sempre contornato da imbecilli. Tanto faceva lui”), Belsito spiega che nel partito “fanno tutti i loro comodi. Non c’è un settore che funziona. Le associazioni padane non funzionano, non funziona niente”. E poi attacca duramente Calderoli e il suo ministero, di cui lui era sottosegretario. ” Qui stiamo parlando di federalismo, di riforme [...] Lo sai che sono andato a spulciare quello che stanno facendo? Il niente! Io mi vergogno. C’è un casino sul territorio che non ti immagini nemmeno”. Critiche anche per il governatore del Piemonte Cota che “deve 120mila euro al partito. Deve avere dei grossi problemi anche finanziari. Spende di più di quello che ha”. Nelle intercettazioni, parlando col commercialista di fiducia Ugo Zanello, chiede come giustificare a livello contabile le sedi comprate dal Carroccio, poi descrive la gestione di bonifici e pagamenti a favore dei figli di Bossi. 

Costa Concordia: Schettino in tv I blog: «Pagato per discolparsi». - Antonio Castaldo


Intervistato da «Quinta Colonna» su Canale 5Ma il conduttore Sottile smentisce il pagamento.

MILANO - Francesco Schettino racconterà la sua versione sul naufragio della Costa Concordia. Lo farà martedì sera intervistato da Quinta Colonna, la trasmissione di Canale 5 condotta da Salvo Sottile. E anche se il giornalista smentisce, la Rete ribolle dell'indignazione di chi dà per certo il pagamento da parte di Mediaset di oltre 50 mila euro per assicurarsi l'esclusiva.
L'ESCLUSIVA - La settimana scorsa, subito dopo la fine degli arresti domiciliari disposta dal giudice, fu uno dei suoi legali a parlare esplicitamente di selezionati gruppi editoriali a cui affidare l'intervista del comandante sotto processo per il naufragio del 13 gennaio e la morte di 32 persone. «È chiaro che il pagamento avverrà solo se l’esclusività dell’intervista sarà mantenuta. Non esistono patti siglati. C’è tempo una settimana: non sono un grande esperto di contrattazioni di questo tipo, ma vogliamo ottimizzare, massimizzare l’interesse del comandante Schettino, in modo che le due esclusive escano insieme, cosicché nessuna sminuisca l’altra. Dopo parlerà a ruota libera con tutte le testate giornalistiche», ha spiegato l'avvocato Paolo Bastianini a Grazia Longo della Stampa. Una versione peraltro ribadita anche da molte altre testate. Alcune delle quali hanno stimato anche la tariffa: 50 mila euro.
Francesco Schettino (Ansa)Francesco Schettino (Ansa)
L'INDIGNAZIONE DEI BLOG - Secondo il sito NotteCriminale, subito dopo la scarcerazione del comandante della Costa accusato di omicidio plurimo colposo, naufragio, abbandono di incapaci, abbandono della nave e omessa comunicazione, sarebbe partita una vera e propria asta. «Aggiudicata a Mediaset». Aggiungendo «che Schettino utilizzerà questa intervista per discolparsi e quindi, paradossalmente e probabilmente, sarà pagato fior di quattrini per difendersi e riscattarsi agli occhi dell’opinione pubblica». Selvaggia Lucarelli, ripresa dal blog specializzato in questioni televisive di Davide Maggio, ha invitato i suoi fan e follower a boicottare la trasmissione: «Danno 50 mila euro a Schettino per andare ospite a Quinta Colonna. Stasera tutti su un altro canale cazzo!»
SOTTILE SMENTISCE - Mediaset non intende commentare le voci. Anche se dagli uffici fanno sapere che non sarebbe la prima volta in caso di interviste esclusive (prassi invalsa anche alla Rai). Salvo Sottile smentisce invece su Twitter: «Noi non paghiamo nessuno», ha tagliato corto.
Per avere successo in Italia bisogna avere commesso qualche reato. E più grosso è il reato, più aumenta la considerazione che i massmedia dimostrano nei confronti di chi lo ha comesso.
Nel caso in questione, trattandosi di Schettino, forse si faranno spiegare come fare affondare una nave...

Marco Travaglio.



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Napolitano: «I tre partiti proseguiranno con politiche anticrisi anche dopo voto 2013».





«Politica ed economia Italia condizionate dallo spread. Bisogna dare ai mercati l'immagine di un Paese consapevole».
«Io sono convinto che i tre partiti che sostengono il governo Monti siano determinati a dare un conseguente sviluppo, anche dopo le elezioni del 2013, a politiche di maggiore integrazione europea», contro il debito e per la crescita. Lo ha detto il presidete della Repubblica Giorgio Napolitano a Lubiana al termine del colloquio col presidente sloveno, Danilo Tuerk.
LIBERARE L'ITALIA -Rispondendo a una domanda sulla necessità di proseguire con le politiche economiche del governo Monti anche dopo il voto, il capo dello Stato ha sottolineato la necessità «di liberare l'Italia dal peso soffocante dello stock del debito pubblico e di aprire la strada alla crescita di cui abbiamo urgente bisogno anche per tenere in ordine i conti pubblici».
CONDIZIONATI DALLO SPREAD - La situazione politica ed economica dell'Italia è «molto condizionata dallo spread», ma la moneta unica rimane «una grande e irrinunciabile conquista della costruzione europea» ha detto Napolitano.
MESSAGGIO CHIARO AI MERCATI - «Più noi daremo ai mercati l'immagine di un Paese in cui le forze politiche e sociali hanno una comune consapevolezza e senso di responsabilità e più ne guadagneremo in termini di fiducia anche nei mercati finanziari». Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano oggi a Lubiana.

Tanto lo abbiamo capito che hai nominato un governo tecnico, invece di sciogliere le camere, per dare respiro alla stessa politica che ha causato il danno.
Così agendo hai fatto e stai facendo cadere la colpa della crisi sul governi tecnico e stai proteggendo i partiti a te cari. 
E tutto, infine, per allontanare i pericolo dell'avanzata del M5S.
Ma noi eviteremo, in qualsiasi modo, che in parlamento ritornino gli stessi che ci hanno portato allo sbaraglio!
Noi vogliamo delegare il governo del paese a gente onesta, basta con i Berlusconi, i Bersani, i Bossi, i Casini, tutta gente corrotta, vogliamo che chi va al governo faccia il nostro interesse, non quello delle banche e dei poteri che vi tengono in una morsa d'acciaio.
Basta con i clientelismi, basta con i nepotismi, vogliamo una DEMOCRAZIA PARTECIPATA!
Dimenticavo, oltretutto non puoi decidere tu chi dovrà governarci, noi siamo il popolo sovrano e tocca a noi decidere!
Cetta.

A volte ritornano.

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A volte ritornano, a volte non se ne sono mai andati
E' in corso una gigantesca manipolazione di massa. 
I partiti che hanno portato il Paese in bancarotta vengono lentamente sostituiti nel pensiero collettivo da un curatore fallimentare. 
Rigor Montis, lui solo, è diventato il responsabile dell'impoverimento della nazione, della chiusura di ospedali e tribunali di giustizia, di una tassazione folle, degli imprenditori suicidi, dell'IMU, del fallimento delle piccole e media imprese, dell'inflazione che divora i redditi, degli esodati, della disoccupazione, dell'emigrazione delle nuove generazioni ridotte come i loro bisnonni a cercare lavoro in ogni landa della Terra. Allora con una valigia di cartone, oggi con la Samsonite del papà
Questo sfascio non riguarda più chi lo ha causato, i pdiellini e i pdmenoellini. 
Anzi, i responsabili, i Casini, gli Alfano, i Veltroni, i D'Alema, i Bersani pontificano sulle misure da prendere, fanno osservazioni a Monti, tirano sulla sabbia linee del Piave sui tagli della spesa sociale che disattendono dopo poche ore. Visto che non possono più dare il cattivo esempio, come vecchie baldracche si lanciano in consigli quotidiani.
Nell'italiano si insinua così il dubbio che "Si stava meglio quando c'era lui", Berlusconi, che i governi tecnici non possono sostituire quelli politici, anche se formati da dilettanti e pregiudicati, che Monti sia un incapace che ha bisogno del badante Bondi. 

I partiti si riverginano grazie ai servi dei media e Monti è la loro fonte di rinascita, di una nuova giovinezza, venuto a prendere su di sé i peccati della Seconda Repubblica. 


I partiti non dicono che siamo in una situazione tragica, creata da loro, con un debito pubblico di 2000 miliardi di cui sono i soli responsabili. 
Non dicono, questi europeisti del Kaiser, che se usciremo dall'euro è per colpa loro, che siamo tecnicamente falliti con i nuovi interessi sui titoli pubblici che non riusciremo mai a pagare. 
Non dicono che Monti sta evitando (ma per quanto?) il blocco delle pensioni e degli stipendi ai dipendenti pubblici per mancanza di liquidità, e neppure che se la BCE non si accollerà in un modo o nell'altro il nostro debito rischiamo la guerra civile. 
La colpa è di Monti, il macellaio sociale, così i partiti, che non hanno tagliato nessun loro privilegio, potranno ripresentarsi alle prossime elezioni con un governo di responsabilità nazionale, una grande coalizione di sinistra-destra-centro per salvare l'Italia. 


Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere.


http://www.beppegrillo.it/2012/07/a_volte_ritornano.html

Casalesi, sequestro da 800 milioni di euro a imprenditore legato ai clan del Casertano.


Il provvedimento del Gico di Napoli. Le indagini hanno permesso di ricostruire la vasta rete dei prestanomi titolari di società del settore immobiliario ed edilizio, ai quali sono stati intestati beni immobili, autoveicoli ed imprese per sfuggire alle indagini.



Un maxi sequestro di beni per un valore di oltre 800 milioni di euro è stato eseguito nei confronti di Angelo Simeoli, un imprenditore edile ritenuto legato al clan camorristico dei Casalesi. Il provvedimento è stato attuato dai finanzieri del Gico di Napoli, dello Scico di Roma e del Nucleo di Polizia Tributaria di Caserta, sotto il coordinamento della Dda di Napoli. 

Simeoli fu coinvolto nell'indagine della Guardia di finanza che il 23 febbraio scorso portò all'arresto di 14 persone accusate a vario titolo di aver agito nell'interesse dei gruppi Zagaria e Bidognetti dei Casalesi e delle famiglie camorristiche Nuvoletta e Polverino di Marano, nel napoletano. Tra di loro c'era anche l'ex sindaco di Casaluce, Proto Fedele. L'imprenditore, pur non essendo un affiliato al clan, è ritenuto contiguo a esponenti malavitosi del gruppo Polverino alleato dei Nuvoletta. 

Le indagini svolte dal Gico di Napoli hanno consentito di ricostruire il patrimonio dell'imprenditore e di individuare numerosi prestanomi, titolari di società operanti nel settore immobiliare ed edilizio, ai quali, nel tempo, sono stati intestati beni immobili, autoveicoli ed imprese per sfuggire alle indagini.



http://napoli.repubblica.it/cronaca/2012/07/10/news/casalesi_sequestro_da_800_milioni_di_euro_a_imprenditore_legato_ai_clan_del_casertano-38818453/?ref=HREC1-1

Quanto pesa una lacrima?


Dipende: la lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra.

Gianni Rodari



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=490101347682409&set=a.474395182586359.127600.187106444648569&type=1&theater

Umberto Bossi: “Io e Berlusconi potremmo tornare. E nella Lega comando ancora io”. - Davide Vecchi

bossi maroni interna nuova


Intervista al fondatore del Carroccio, oggi presidente del partito: "Maroni alla Regione? Faccia il segretario, non è facile. Formigoni resta fino al 2013. Il Cavaliere ci ha dato molto, sarà la storia a fare i conti. Gli epurati della Lega? Forse troppi, gli ho detto di scrivermi. Mio figlio Renzo? Gli ho dato quattro ceffoni, si metterà a posto".

Formigoni per ora resta lì, ha dimostrato di non essere legato a Roma. Poi si vedrà: se dovrà pagare pagherà, ma noi non lo facciamo cadere. Non ancora”. Avrà pure perso la guida della Lega Nord, ma Umberto Bossi conserva piglio e modi da Capo. L’incognita vera è quale potere effettivo abbia, quanto le sue parole possano effettivamente influenzare la linea del nuovo Carroccio guidato da Roberto Maroni. Poco, stando al nuovo statuto. Ma per lui “questo è secondario: io e Roberto decideremo tutto insieme, sono il presidente e siamo uguali”. Il resto della frase la indica col dito: “Umberto Bossi la Lega sei tu”. La scritta è su uno striscione, esposto davanti alla sede di via Bellerio quando il Senatur si dimise da segretario, e domenica sera srotolato alla festa del Carroccio in un paesino della Bassa bresciana, Castelcovato. La sua prima uscita pubblica dopo il congresso che lo ha messo ai margini del movimento , la prima occasione utile per intervistarlo. Un comizio di venti minuti davanti a un centinaio di leghisti, poi la cena con alcuni militanti e gli esponenti locali del partito. Rosi Mauro non è più la sua ombra e non c’è neanche il fido Roberto Calderoli, “si vede che sta male”, sussurra Bossi mentre firma autografi su magliette bianche con scritte verdi che i militanti in coda gli mettono davanti.
Presidente…
Sono ancora il Capo.
Mi diceva di Formigoni.
Resta lì fino alle politiche, credo primavera 2013 e accorperemo le regionali.
E candiderete Maroni alla presidenza della Lombardia.
Lui ora è segretario e ha molte cose da fare, anche se ha venti persone con lui e io l’aiuto, ma il governatore si fa a tempo pieno.
Salvini ha chiesto a Formigoni di lasciare l’incarico in Expo anche per questo, per concentrarsi solo sulla Regione.
Ce ne sono tante di persone valide che si possono candidare, ancora è presto per parlarne, ma ognuno deve fare il suo lavoro.
Lei fa il presidente, quindi da statuto può solo decidere sui ricorsi degli espulsi, o sbaglio?
Ora devo capire bene, con Daniele (Molgora, ndr) stiamo già lavorando per vedere caso per caso quelli che sono stati cacciati, se era giusto o se sono stati vittime di qualche errore. So che molti hanno da ridire, anche qui stasera mi hanno avvicinato una decina lamentandosi. Gli ho detto di scrivermi che sistemo tutto io.
Se Francesco Belsito e Rosi Mauro dovessero far ricorso, lei che farà?
Tutto il casino l’avete montato voi giornalisti e la magistratura, ma poi quello lì non è stato arrestato. Lusi è finito in carcere e il nostro amministratore no. Significa che è stata una montatura, a Roma noi non appoggiamo questo governo e qualcun altro ha voluto colpirci così, perché armi oneste non ne avevano, continuiamo a far paura.
Qualcun altro? A chi si riferisce? Al Viminale fino a novembre guidato da Maroni?
Potevano informarci, eravamo al governo, questo qui (Belsito, ndr) ci rubava i soldi e nessuno ci ha detto niente. A Roma ti si avvicinano per sussurrarti “oh succede questo”, “guarda che coso lì tra poco lo beccano” e a noi nessuno ci ha detto niente? Puzza. Ma ormai è andata così, ora dobbiamo pensare a lavorare e recuperare la nostra gente. Io non appoggio nessuno di quelli che litigano… che vogliono litigare.
Chi sono? Leoni? Quelli che facevano parte del cosiddetto cerchio magico?
Fesserie, dobbiamo pensare a impegnarci. Noi le cose le facciamo, la Lega per me è un figlio, ho fatto quello che dovevo perché altrimenti altri fermavano il nostro progetto. La Lega oggi non siamo né io né Maroni, ma è quello che riusciremo a fare per la nostra gente.
Se cancellate Pontida e la cerimonia dell’ampolla con l’acqua del Po, perderete altri consensi?
È una cazzata dei giornali, non si può cancellare Pontida, è impossibile. Come il Va’ pensiero, sono cose sacre, intoccabili per ogni leghista.
Il partito è al minimo storico.
Questo governo qui riduce il Paese allo zero e la Padania paga ancora e sempre di più, abbiamo sbagliato a lasciare.
Non pensa che uno dei motivi per cui Maroni è diventato segretario, oltre alla gestione Belsito, ai soldi del partito ai suoi figli, sia proprio il suo aver appoggiato acriticamente Berlusconi?
Berlusconi ci ha dato molto.
Soldi per la sede e il simbolo? Sono cazzate, cazzate di voi giornalisti. Abbiamo fatto il federalismo fiscale prima di tutto. Poi Tremonti e Napolitano l’hanno fatto slittare, ma ci sarebbe già. E la risposta alla Ue, la lettera l’abbiamo scritta io e Berlusconi a casa sua a Roma. Noi l’Imu non l’avremo mai messa e avremo fatto meglio. Ormai sarà la storia a fare i conti.
A proposito di Imu: Maroni l’ha pagata, e lei?
Ma boh, questa era una ratina, ma se devo dico di non far pagare le tasse, altro che Imu.
Quanto tempo è che non vi sentite con Berlusconi?
Mi ha chiamato per lo scandalo lì: sono stato massacrato dai tribunali, io e la mia famiglia. Lui è sensibile.
Berlusconi ha detto che non si ritira ed è pronto a candidarsi di nuovo. Dobbiamo aspettarci il ritorno dell’asse Arcore-Gemonio?Eh eh… sarebbe un buon segnale, ma è ancora troppo presto e dipende se cambiano la legge elettorale o no. A noi il Porcellum andrebbe ancora bene, parlare di alleanze è prematuro. Ho visto che qualcuno pensa al Pd, altri parlano con Alfano. Dobbiamo metterci d’accordo.
Lei è presidente, da Statuto non può decidere le alleanze da solo.
Mai deciso da solo, ne parleremo. Io sono qui da sempre, abbiamo cambiato la storia, mi ascoltano, mi ascoltano. Poi decideremo insieme, ma conosco bene tutti, amici e nemici.
Nel 1994 quando fece cadere il governo Berlusconi il nemico era Maroni, tanto che al congresso straordinario di Milano quell’anno gli disse: “Il coraggio non lo vendono al supermercato”.
Volevo cacciarlo, viene da sinistra, polemizzava. Ma è stato bravo.
A quanto pare ha anche trovato il coraggio: l’ha sfidata ed è diventato segretario riorganizzando totalmente il partito. Non è solo, ci sono io. E non è facile, tanto che ha distribuito incarichi a tutti. Tenere insieme la Lega è difficilissimo, di coraggio ne serve tanto. Veneti, lombardi poi i piemontesi e giù ormai siamo arrivati in Umbria.
Di tutto quello che è successo, cosa le dispiace di più?Non essermi candidato, non essere più segretario.
Ricandiderebbe suo figlio Renzo?
Erano tutti d’accordo e hanno aiutato tutti a farlo vincere. Gli ho dato quattro ceffoni, si metterà a posto perché alla fine non ci sarà nulla. Ma è stato difficile.
Cosa?
Tutto. Quando il Papa ha detto messa a Milano io sono andato. Mi ha visto Bagnasco ed è venuto a salutarmi. “Come va?” mi chiede e io rispondo “male”, lui insiste gentile “e la famiglia?” e io “peggio”. M’ha quasi fatto piangere. Ora è passata, ripartiamo. Mai mula’…”.