giovedì 23 aprile 2015

Se la fine d'Atene è la fine dell'euro. - Adriana Cerretelli



Gli alibi inconsistenti dietro i quali si nasconde la volontà di strangolare la Grecia di Tspiras. Ma a chi giova, in prospettiva?  nè all'euro nè all'Europa Un invito alla Realpolitik dal giornale degli industriali italiani. Il Sole 24ore, 23aprile 2015

Prima, a distrarre l’attenzione generale, era la crisi russo-ucraina all’apice della sua violenza. Ora è la crisi dell’immigrazione incontrollata che si rovescia sulle coste europee. Nessuno contesta gravità e pericoli di entrambe per la futura stabilità dell’Europa. Piano piano e senza fracasso, però, la terza crisi del momento, quella greca, potenzialmente la più devastante nell’immediato, scivola verso l’abisso. 

Ormai a Bruxelles e dintorni se ne parla come di un fatto acquisito, una strada senza uscita. «Il quadro giuridico non permette di soccorrere la Grecia» afferma un negoziatore. Forse che c’era, quel quadro, ai tempi dei precedenti salvataggi di Atene? I Trattati Ue li vietavano. Eppure alla fine il Fondo salva-Stati fu fatto e la Bce si mosse per soffocare l’incendio speculativo che divorava l'euro.

Oggi si respira rassegnazione. Come se volesse dissociarsi da una decisione che, se ci sarà, sarà tutta e soltanto sua, l’Europa si mette in lutto preventivo. Aspettando il peggio, i funerali di Atene. «I greci non sono seri, il governo Tsipras non offre niente di concreto. Impossibile aiutarli», si insiste. Ma proprio lunedì il governo ha approvato il decreto per rastrellare fondi dalle casse di comuni ed enti locali, più di 1,5 miliardi, per pagare stipendi, pensioni e creditori. Si fa così anche in Olanda, l’avrebbero rassicurato i “mentori” Ue. Ma la Grecia è in piazza per gridare di nuovo «basta austerità».

Basta? La vulgata vuole che il Paese abbia incassato gli aiuti senza pagarne lo scotto. Le cifre smentiscono.Tra il 2008 e il 2013 il Pil greco è sceso del 27%, la spesa pubblica reale del 35%, i disoccupati sono arrivati al 28%. Il deficit strutturale è calato del 20% del Pil tra 2009 e 2014, il bilancio primario del 12%, come il disavanzo dei conti correnti. Sforzo irrilevante? Ancora insufficiente? Tutto positivo, visto il raddoppio del debito malgrado la parziale ristrutturazione?

Altro leitmotiv. Non si possono fare sconti alla Grecia che non collabora: sarebbe un regalo ai partiti populisti e uno schiaffo ai governi dei sacrifici.

Allora perché la Francia è stata appena risparmiata da una multa da circa 4 miliardi che avrebbe dovuto pagare per non aver rispettato il tetto del 3% di deficit negli ultimi otto anni, gli stessi del calvario greco? Nonostante la grazia ricevuta, Parigi ora rifiuta di fare i tagli strutturali richiesti, li riduce quasi a metà «per non compromettere la ripresa». In questo caso nessuno insorge né richiama l’intangibilità delle regole Ue, i patti da rispettare.

Come si fa a chiudere gli occhi davanti a un Paese grande ricco e arrogante e a infierire su uno povero e allo stremo anche per l’eccesso di sacrifici che gli è stato imposto? Come si giustifica la Caienna delle regole per alcuni e la flessibilità per altri?

La Grecia è testardamente indisciplinata, si ripete. La Francia no? Eppure continua a godere di spread e tassi “tedeschi” che non merita. Sì, ma se crolla la Francia crollano l’euro e l’Europa, se cade la Grecia non succederà quasi niente, Grecia esclusa. Questa l'ultima verità rivelata ma niente lo prova. Al contrario. Dopo 13 anni di vita, la gracilità politica e di consensi dell’euro potrebbe riservare pessime sorprese a democrazie in balia dei sondaggi quotidiani, prive di cultura e sensibilità europee, guidate da leader nazionali incapaci di guardare oltre gli ostacoli, se non fa loro comodo. Ampiamente dotati però del coraggio dell’irresponsabilità collegiale.

A loro difesa sventolano l'alibi dell'irresponsabilità della Grecia insolvente. La Grecia, 2$del Pil dell'euro e 3 % del debito, non è mai stata un mostro di virtù pubbliche. Lo si da da sempre. Come si sa che è stata salvata per salvare gli investimenti delle banche tedesche e francesi. Come si sa che, rigore o no, non potrà ripagare i debiti. Se abbandonata al suo destino, affonderà dunque nel marasma più nero. Ma prima o poi, complice l'interdipendenza, quell'atto d'incoscienza collettiva ricadrà si euro e Europa. Non sarebbe meglio una Realpolitik, meno costosa per tutti?

Primo ritratto 'dal vero' di un mondo alieno.

Rappresentazione artistica del pianeta 51 Pegasi b, (fonte: ESO/M. Kornmesser/Nick Risinger (skysurvey.org)Rappresentazione artistica del pianeta 51 Pegasi b, (fonte: ESO/M. Kornmesser/Nick Risinger (skysurvey.org)

E' del pianeta 51 Pegasi b, distante 50 anni luce dalla Terra.


Ha l'atmosfera molto riflettente e sembra essere un pianeta 'gonfio' ossia meno denso del nostro Giove: è il primo ritratto 'dal vero' di un mondo alieno, cioè esterno al Sistema Solare. Ricostruisce il 'volto' di 51 Pegasi b che dista 50 anni luce da noi ed è il primo pianeta extrasolare ad essere scoperto, esattamente 20 anni fa.

Pubblicato sulla rivista Astronomy and Astrophysics, il risultato si deve ai ricercatori guidati da Jorge Martins dell'Istituto portoghese di Astrofisica e Spazio e dell'università di Porto. Finora era possibile vedere questi pianeti che risiedono in altri sistemi solari solo in modo indiretto ma adesso grazie alla nuova tecnica di osservazione hanno un 'volto' e soprattutto diventa possibile raccogliere molte informazioni sulla loro composizione.

I ricercatori hanno osservato direttamente la luce riflessa dal pianeta grazie allo strumento Harps sul telescopio dell'Osservatorio La Silla (del diametro di 3,5 metri) in Cile dell'Osservatorio Europeo Meridionale (Eso). ''È un risultato importante e non facile da ottenere'', rileva Isabella Pagano dell'Osservatorio di Catania dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). L'analisi del segnale è molto complessa e inoltre, aggiunge, è stato usato un telescopio di piccole dimensioni. Per questo sono promettenti le attese di usare la tecnica con telescopi più grandi come l'E-Elt, (del diametro di 39 metri) che l'Eso sta costruendo in Cile.

Le informazioni sulla luce riflessa dal pianeta possono essere usate per dedurre la composizione della sua superficie o della sua atmosfera, da cui dipende il modo in cui il pianeta riflette la luce della stella 'madre'. In questo caso è stato scoperto che 51 Pegasi b ha una massa circa la metà di quella di Giove e un'inclinazione di circa nove gradi sul suo asse. Il pianeta è molto riflettente e sembra avere il diametro maggiore di quello di Giove. ''Questo ci dice - conclude Pagano - che il pianeta potrebbe essere 'inflated', ossia gonfio, vuol dire che è meno denso di Giove''