martedì 25 agosto 2020

Referendum confermativo riforma costituzionale taglio parlamentari.

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Mi raccomando, non dimenticate che il 20 e 21 settembre si voterà il referendum confermativo sulla riforma costituzionale che taglia 230 seggi su 630 alla Camera e 115 seggi su 315 al senato.

Questo il quesito sulla scheda: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari», approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.240 del 12 ottobre 2019?"».

Per il nostro bene io consiglio di votare si, perchè non sono necessari 945 parlamentari che litigano tra loro per partito preso, 600 sono già più che sufficienti!
E non fatevi abbindolare da chi si appella alla rappresentatività che verrebbe a mancare, perchè già abbiamo una marea di partitucoli inutili, che servono solo ad alimentare l'ego di personaggi in cerca di visibilità e pecunia.
Cetta.

Il Cremlino respinge le accuse su Navalny, sono vuoto rumore.

Alexei Navalny © EPA

Al momento non ci sono motivi per aprire indagine criminale.

"Non possiamo prendere sul serio queste accuse (di avvelenamento di Navalny per ordine delle autorità, ndr). Sono accuse che non possono essere vere in alcun modo e sono piuttosto, direi, un rumore vuoto, quindi non intendiamo prenderle sul serio". Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, citato dalla Tass. "Se l'avvelenamento di Navalny con qualche sostanza particolare verrà stabilito, questo diventerà motivo di indagine".
Il Cremlino al momento non vede alcun motivo per lanciare un'indagine criminale sulla vicenda di Alexei Navalny. "In primo luogo è necessario identificare la sostanza, per scoprire cosa ha causato la sua condizione e allora ci sarebbero i presupposti per un'indagine. Finora tutto quello che possiamo dire è che il paziente è in coma", ha detto Peskov. "Il livello di colinesterasi di Navalny è stato ridotto dai medici di Omsk e non ci sono ancora dati certi sulle ragioni. "Non abbiamo ancora imparato nulla di nuovo da questa affermazione [della clinica tedesca dove si trova Navalny]", ha aggiunto Peskov osservando che "il fatto della colinesterasi ridotta è stato stabilito nelle prime ore nell'ospedale di Omsk", dopo di che al paziente è stata immediatamente somministrata l'atropina. "La diminuzione della colinesterasi è possibile per una serie di motivi", ha continuato Peskov. "Questo è esattamente il motivo per cui né i nostri medici né i tedeschi sono ancora riusciti a determinarlo: la sostanza non è disponibile, purtroppo i test non l'hanno svelata"
LA VICENDA - I medici tedeschi sgomberano il campo dai dubbi: Alexei Navalny, il principale avversario politico di Vladimir Putin in Russia, è stato avvelenato. E adesso Berlino e l'Europa pretendono chiarezza dal Cremlino, che per ora tace. Il dissidente è ancora in coma indotto e le sue condizioni di salute "restano serie", anche se "non versa in acuto pericolo di vita", stando ai sanitari dello Charité di Berlino che lo hanno attualmente in cura. Tuttavia, aggiungono anche i medici, "al momento non si possono escludere delle conseguenze al sistema nervoso". Le analisi hanno fatto emergere tracce di una potente neurotossina, un inibitore della colinesterasi, contro il quale il paziente viene sottoposto ad un trattamento a base di atropina. Poche ore dopo l'atteso bollettino del prestigioso ospedale della capitale tedesca - dove Navalny è stato trasferito sabato scorso dopo il primo ricovero al nosocomio russo di Omsk, che aveva invece escluso un avvelenamento - è arrivata la reazione di Angela Merkel: insieme al suo ministro degli Esteri Heiko Maas, ha chiesto a Mosca di fare subito chiarezza affinché i responsabili siano puniti. "Alla luce del rilevante ruolo che il signor Navalny svolge nell'opposizione politica in Russia, le istituzioni locali sono chiamate con urgenza a chiarire questi fatti, in modo completo, e in piena trasparenza. I responsabili devono essere sottoposti a un'inchiesta e risponderne davanti alla legge", ha fatto mettere nero su bianco la cancelliera.
"L'Ue condanna fortemente quello che appare come un attentato alla vita di Alexei Navalny. E' imperativo che le autorità russe avviino un'indagine indipendente e trasparente sull'avvelenamento di Navalny", che "il popolo russo e la comunità internazionale chiedono" di chiarire. "I responsabili devono essere portati davanti alla giustizia". Lo dice in un comunicato l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell (ANSA).

Flavio Briatore ricoverato “in condizioni serie” al San Raffaele per coronavirus.

Flavio Briatore ricoverato “in condizioni serie” al San Raffaele per coronavirus

L'imprenditore, rivela il settimanale L'Espresso, e confermano fonti ospedaliere a Ilfattoquotidiano.it, è nell'ospedale milanese da lunedì non in terapia intensiva: giunto nel reparto solventi con sintomi da polmonite, sottoposto a una tac e al tampone, è risultato positivo. Negli scorsi giorni era stato protagonista di una polemica con il governo e il sindaco di Arzachena riguardo la chiusura delle discoteche, compreso il suo Billionarie dove 63 dipendenti hanno contratto il virus.
Flavio Briatore ha contratto il coronavirus e si trova in condizioni “serie” all’ospedale San Raffaele di Milano. Il ricovero, rivelato dal settimanale L’Espresso e confermato a Ilfattoquotidiano.it da fonti della struttura ospedaliera, è avvenuto nella giornata di lunedì non in terapia intensiva. Briatore è giunto nel reparto solventi con sintomi da polmonite: sottoposto a una tac e al tampone, è risultato positivo. Negli scorsi giorni l’imprenditore, 70 anni, ha portato avanti una dura polemica contro il governo e il sindaco di Arzachena Roberto Ragnedda riguardo alle ordinanze di chiusura delle discoteche, compreso il suo Billionaire di Porto Cervo.
Proprio tra i dipendenti del locale di Briatore sono risultati infetti 63 dipendenti su un totale 90 tamponi effettuati. I dati del focolaio non sono definitivi e potrebbero subire qualche modifica, come ha spiegato il responsabile dell’Unità di crisi del nord Sardegna Marcello Acciaro. A Ferragosto l’imprenditore era stato tra i protagonisti di una partita di calcetto all’hotel Cala di Volpe con altri vip, tra cui l’allenatore del Bologna Sinisa Mihajlovicanche lui risultato positivo al tampone e attualmente in isolamento senza sintomi. Al match, tra gli altri, erano presenti il cantante Fabio Rovazzi e il presentatore tv Paolo Bonolis, che si è sottoposto al test per la ricerca del virus: “Non ho il covid”, ha spiegato in un’intervista delle scorse ore. Qualche giorno prima, sempre in Sardegna, Briatore aveva incontrato l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Il 18 agosto il proprietario del Billionaire aveva annunciato la chiusura anticipata del suo ristorante-discoteca, rivendicando il fatto essere stato ligio alle regole anti-contagio: “Piange il cuore vedere un’economia trucidata così da gente che non ha mai fatto un cazzo nella vita”. Il sindaco Ragnedda, che aveva emesso un’ordinanza ancora più restrittiva rispetto a quella del ministero della Salute sulla chiusura dei locali, aveva replicato: “È un momento particolare e la guardia va tenuta alta, quest’ordinanza va a tutelare la salute di tutti soprattutto di quelli più anziani come lei che è giusto che si proteggano e mettano la mascherina”.
Nell’ultima settimana i casi in Sardegna sono cresciuti. Secondo i dati diffusi dal ministero della Salute, lunedì sono stati 91 i nuovi positivi accertati. Domenica erano stati 81, mentre sabato il numero dei nuovi infetti era stato di 44. Numerosi anche i casi di rientro in altre regioni tra i turisti provenienti dall’isola. Tra questi oltre una ventina di vip che hanno trascorso le loro vacanze in Costa Smeralda.

"Positiva dopo una sola sera in discoteca. Ho infettato papà: è grave. Non me lo perdono". -




La lettera di Martina, 20 anni, al Corriere della sera.


“Io e i miei amici avevamo deciso di non andare in discoteche e posti chiusi per evitare i contagi, però quel sabato era il compleanno del mio più caro amico, come facevamo a non festeggiare fino a tardi? Decidemmo che per una sera non sarebbe successo niente. Fu l’inizio del film horror che sto vivendo”. Martina ha 20 anni e ha deciso di affidare al Corriere della sera il suo sfogo. In una lettera racconta come dopo una sera in discoteca abbia contratto il coronavirus, infettando anche il padre, che da settimane ormai lotta in terapia intensiva. 
Tutto è cominciato con raffreddore e tosse, sintomi lievi che ha attribuito all’uso dell’aria condizionata. Una visita medica ha allontanato ulteriori dubbi di contagio: per il dottore non sembravano essere riconducibili al virus. Con tranquillità Martina ha quindi proseguito la sua vita, ha continuato a frequentare la sua famiglia, i nonni. Dopo una settimana, l’annuncio: nella discoteca dove era stata per quell’unica sera, una persona era risultata positiva.  
“Fecero il test a tutti i miei familiari. Solo la mamma fu negativa. Positivi i nonni, mia cugina di 12 anni, e papà. Il nonno è finito in ospedale e ora è stato dimesso e si sta riprendendo. Io, mia cugina e la nonna non abbiamo avuto problemi e dopo quattro settimane chiusi in casa siamo tornati negativi. Invece papà no. Siccome stavo bene lui mi diceva che tanto non era il virus, che non aveva voglia di starmi lontano: ‘Dai, Marti, che poi ritorni a Madrid e non ci vediamo per tanto tempo’. E anch’io pensavo così, e gli ho dato abbracci e baci... voglio tanto bene a papà”. 
Da due settimane l’uomo si trova in terapia intensiva, intubato. Martina non può vederlo, non può tornare indietro. ”Non me lo potrò mai perdonare”, dice. 
“Ormai non ho più fame, ma devo sforzarmi di mangiare sennò la mamma sta male. Non riesco più a fare niente, nemmeno alzarmi dal letto al mattino, però lo faccio, per la mamma e per la nonna. A volte provo a fingere un sorriso per alleviare la loro preoccupazione. I giorni passano veloci, e non me ne accorgo neanche. Ripenso continuamente alla felicità di quella serata, alla sua orribile conseguenza, e prego che papà riesca a superare anche questa. Spero almeno che la mia storia possa essere utile ai miei coetanei”.
 https://www.huffingtonpost.it/entry/positiva-dopo-una-sola-sera-in-discoteca-ho-infettato-papa-e-grave-non-me-lo-perdono_it_5f44b24cc5b6c00d03b36b27

Santanchè-La Russa, il reale punto debole di Giorgia Meloni. - Andrea Scanzi

Daniela Santanché, fotomontaggi su Twitter per l'abito alla Scala ...
Il vero problema politico di Giorgia Meloni, oltre a un tristissimo (per lei) appiattimento sui temi del mal sopportato alleato Salvini, è la classe dirigente. Al netto di esponenti preparati e amministratori capaci, Fratelli d’Italia – che continua a salire nei sondaggi – appare troppo spesso un coacervo di nostalgici fascisti, capibastone improponibili e personaggi diversamente immacolati. Per capire la penuria di figure credibili interne al partito, basta poi pensare ai volti che la Meloni deve diuturnamente mandare in tivù quando non può – o non vuole – andarci lei. Chi sono (al mattino e al pomeriggio: quasi mai in prima serata) gli onnipresenti catodici meloniani? Facile: Ignazio La Russa e Daniela Santanchè. E già questo, oltre a essere malinconico (per la Meloni), è tremendo (per noi): se la “nuova destra” deve convincere nel 2020 gli elettori con carampane (politicamente parlando) di tal levatura, tanto vale darsi fuoco tutti con la Diavolina.
Ignazio & Daniela sono da sempre legati, avendo la seconda esordito in politica come collaboratrice personale del primo. Daniela, nata (nel 1961) Garnero e ancora Santanchè sebbene divorziata da tempo, è ai margini del dibattito da sempre. Perfino quando – ebbene sì, lo è stata! – era sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio. Vantava però al tempo un cipiglio da guerrigliera del piccolo schermo: sorta di Ghedini al femminile, andava da Santoro come una Giovanna d’Arco disposta a tutto pur di difendere il Capo. Quel Capo che criticava per i modi machisti, al punto da contattare Di Pietro e ipotizzare di scendere in campo con l’ex pm, salvo poi divenire una delle più esaltate Farinacci del Caimano. Mai granché preparata e men che meno coerente, la sua “carriera” politica l’ha vista membra del Msi e poi di Alleanza Nazionale. Quindi La Destra e poi Mpl (che nessuno sa cosa sia stato). Poi Partito della Libertà e Forza Italia (dal 2010 al 2017). Tre anni fa l’approdo alla Meloni, dove ha ritrovato il suo ‘Gnazio e quel bell’ambiente fascio-nostalgico che tanto la inebria. Sotto il lockdown, la signora Garnero da Cuneo è uscita dai radar: avevamo già abbastanza disgrazie, verosimilmente. Poi, quando è arrivata l’estate, è stata una delle prime a minimizzare i rischi di un riacutizzarsi del contagio. Amica ed ex socia di Briatore, ne ha condiviso le intemerate per la “liberalizzazione delle discoteche”, che in tempi normali sono luoghi saturi di musica orrenda e che dentro una pandemia assurgono ad Armageddon Totale. Vestita di un imprecisato verde ramarro shocking, Garnero ha pure imbastito un sensualissimo balletto anti-Conte, la cui valenza erotica è parsa prossima (per difetto) a quella della Gegia in ciabatte e bigodini nei film anni 80. Quindi, in tivù, ha attaccato Crisanti sul Covid (?!?) e condiviso Calenda (che diceva l’esatto opposto di quel che asseriva lei). Poi, d’improvviso, il colpo di coda della Pitonessa che fu. Riporto testualmente il suo tweet: “Da madre mi terrorizza l’idea che se le discoteche vengono chiuse mio figlio possa rinchiudersi in case di amici senza distanziamento, senza mascherine e senza controlli. Basta prendersela con i locali dove ci si diverte in sicurezza!”. Capolavoro puro. Un po’ supercazzola, un po’ delirio, un po’ paraculata. E nel mezzo, sparsi a terra, i neuroni vilipesi sul selciato. Proprio come ai bei tempi (i suoi: i nostri no). Daje Garnero: il tramonto politico è prossimo, per non dire già in atto, ma c’è forse ancora spazio per qualche altro scampolo d’arrogante evanescenza. Ti sia dunque lieve quest’ultimo giro di valzer.