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martedì 6 luglio 2021

Algeria, quasi 200 persone intossicate dopo un bagno nel Mediterraneo: “In 178 ricoverati con infezioni polmonari”.

 

Non sono ancora chiare le cause dell'evento che ha provocato anche nausea, febbre e rossore agli occhi. Parla di "un gas che si è diffuso rapidamente grazie al vento che ha soffiato per tutto il pomeriggio di domenica" il direttore della Sanità locale, Nasreddine Benkartalia. Il prefetto ha invece ritenuto come causa "più plausibile quella relativa allo sversamento di una barca al largo di Tenes”. Mentre il professor Réda Djebar della facoltà di Scienze biologiche dell’Università di Bab Ezzouar ha ipotizzato l'azione di un’alga microscopica tossica che prolifera nel Mediterraneo quando la temperatura è alta.

Quasi duecento persone intossicate dopo un bagno in mare. È successo in Algeria, a Tenes, dove in 178, tra cui bagnini della Protezione civile, sono stati ricoverati con infezioni polmonari accusando anche, secondo quanto riferito dal prefetto di Chlef, Lakhdar Seddasnauseafebbre e rossore agli occhi. Sul posto sono state inviate squadre di sommozzatori alla ricerca di scarichi tossici.

Non sono ancora note, però, le cause di questa intossicazione di massa: “Le persone che stavano facendo il bagno nella spiaggia centrale di Tenes avrebbero inalato un gas che si è diffuso rapidamente grazie al vento che ha soffiato per tutto il pomeriggio di domenica”, ha spiegato il direttore della Sanità locale, Nasreddine Benkartalia, citato dall’agenzia ufficiale Aps. Il prefetto ha invece ritenuto come causa “più plausibile quella relativa allo sversamento di una barca al largo di Tenes”. Secondo il sito di informazione Ennahar Online, si tratta di una nave mercantile battente bandiera della Tanzania, la Barhom II, salpata dal porto di Sete nel sud della Francia.

Ma c’è anche un’altra ipotesi al vaglio di chi sta cercando di ricostruire gli eventi che hanno portato all’intossicazione: il professor Réda Djebar, della facoltà di Scienze biologiche dell’Università di Bab Ezzouar ad Algeri, ha ipotizzato che un’alga microscopica tossica che prolifera nel Mediterraneo quando la temperatura è alta possa essere la causa dietro a queste infezioni. In un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, Réda Djebar ha ricordato casi simili a Mostaganem, nel nord-ovest dell’Algeria, nel 2009, e su diverse altre spiagge del Mediterraneo.

L’emittente Echourouk Tv spiega che tre spiagge sulla costa di Tenes sono state chiuse al pubblico e che sono stati condotti prelievi per analizzare l’acqua del mare. L’agenzia di stampa Tsa riferisce che come misura di precauzione è stata ordinata la chiusura dell’impianto di desalinizzazione di Tenes.

ILFQ

martedì 25 agosto 2020

Il Cremlino respinge le accuse su Navalny, sono vuoto rumore.

Alexei Navalny © EPA

Al momento non ci sono motivi per aprire indagine criminale.

"Non possiamo prendere sul serio queste accuse (di avvelenamento di Navalny per ordine delle autorità, ndr). Sono accuse che non possono essere vere in alcun modo e sono piuttosto, direi, un rumore vuoto, quindi non intendiamo prenderle sul serio". Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, citato dalla Tass. "Se l'avvelenamento di Navalny con qualche sostanza particolare verrà stabilito, questo diventerà motivo di indagine".
Il Cremlino al momento non vede alcun motivo per lanciare un'indagine criminale sulla vicenda di Alexei Navalny. "In primo luogo è necessario identificare la sostanza, per scoprire cosa ha causato la sua condizione e allora ci sarebbero i presupposti per un'indagine. Finora tutto quello che possiamo dire è che il paziente è in coma", ha detto Peskov. "Il livello di colinesterasi di Navalny è stato ridotto dai medici di Omsk e non ci sono ancora dati certi sulle ragioni. "Non abbiamo ancora imparato nulla di nuovo da questa affermazione [della clinica tedesca dove si trova Navalny]", ha aggiunto Peskov osservando che "il fatto della colinesterasi ridotta è stato stabilito nelle prime ore nell'ospedale di Omsk", dopo di che al paziente è stata immediatamente somministrata l'atropina. "La diminuzione della colinesterasi è possibile per una serie di motivi", ha continuato Peskov. "Questo è esattamente il motivo per cui né i nostri medici né i tedeschi sono ancora riusciti a determinarlo: la sostanza non è disponibile, purtroppo i test non l'hanno svelata"
LA VICENDA - I medici tedeschi sgomberano il campo dai dubbi: Alexei Navalny, il principale avversario politico di Vladimir Putin in Russia, è stato avvelenato. E adesso Berlino e l'Europa pretendono chiarezza dal Cremlino, che per ora tace. Il dissidente è ancora in coma indotto e le sue condizioni di salute "restano serie", anche se "non versa in acuto pericolo di vita", stando ai sanitari dello Charité di Berlino che lo hanno attualmente in cura. Tuttavia, aggiungono anche i medici, "al momento non si possono escludere delle conseguenze al sistema nervoso". Le analisi hanno fatto emergere tracce di una potente neurotossina, un inibitore della colinesterasi, contro il quale il paziente viene sottoposto ad un trattamento a base di atropina. Poche ore dopo l'atteso bollettino del prestigioso ospedale della capitale tedesca - dove Navalny è stato trasferito sabato scorso dopo il primo ricovero al nosocomio russo di Omsk, che aveva invece escluso un avvelenamento - è arrivata la reazione di Angela Merkel: insieme al suo ministro degli Esteri Heiko Maas, ha chiesto a Mosca di fare subito chiarezza affinché i responsabili siano puniti. "Alla luce del rilevante ruolo che il signor Navalny svolge nell'opposizione politica in Russia, le istituzioni locali sono chiamate con urgenza a chiarire questi fatti, in modo completo, e in piena trasparenza. I responsabili devono essere sottoposti a un'inchiesta e risponderne davanti alla legge", ha fatto mettere nero su bianco la cancelliera.
"L'Ue condanna fortemente quello che appare come un attentato alla vita di Alexei Navalny. E' imperativo che le autorità russe avviino un'indagine indipendente e trasparente sull'avvelenamento di Navalny", che "il popolo russo e la comunità internazionale chiedono" di chiarire. "I responsabili devono essere portati davanti alla giustizia". Lo dice in un comunicato l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell (ANSA).