lunedì 28 marzo 2022

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Neolingua/1. “Escalation anti-armi del capo M5S” (Corriere della sera, 25.3). “L’escalation grillina: ‘Se il Def aumenta i fondi alla difesa, pronti a bocciarlo’” (Repubblica, 27.3). Quindi l’escalation la fa chi vuole meno armi e la de-escalation chi ne vuole di più. Orwell, dove sei?

Neolingua/2. “Pronte le nuove armi per Kiev. Draghi: ‘Cercare la pace’” (Repubblica, 25.3). “Le armi fanno vivere la pace” (Enrico Letta, segretario Pd, 27.3). È il disarmo che la ammazza.

La sfiga. “È la sfida decisiva fra democrazie e regimi” (Francis Fukuyama, storico americano, Corriere della sera, 22.3). Vince chi ne ammazza di più.

Filo-spinato. “Orsini, sociologo filoputiniano” (Domani, 24.3). “Docente filorusso” (Giornale, 24.3). “La Rai straccia il contratto del filo-Putin Orsini” (Repubblica, 25.3). “Orsini, il professore idolo dei putiniani” (Salvatore Merlo, Foglio, 25.3). ”Orsini, il sociologo filo-Putin” (Giornale, 25.3). “Orsini, il Paladino di Putin” (Francesco Merlo, Repubblica, 25.3). “La fauna da talk che piace al Cremlino. La Tass loda Orsini” (Repubblica, 26.3). Per la cronaca, Orsini non ha mai detto un monosillabo a favore di Putin in vita sua: solo durissime parole di condanna.

Turbe. “Alla Luiss c’è una fronda piuttosto nutrita di prof, nel cui novero spiccano personalità illustri come Sabino Cassese, decisamente turbati dal fatto che il collega Orsini si fregi in tv del brand Luiss” (Repubblica, 26.3). Oh no, Cassese è turbato perché un docente della Luiss risulta docente della Luiss: e adesso come facciamo?

Cerasa invade il Vaticano. “Caro Papa, la pazzia è solo quella di Putin” (rag. Claudio Cerasa, Foglio, 25.3). Francesco: mo’ me lo segno.

L’arma segreta. “E ora mettiamo Putin con le spalle al muro” (Roberto Formigoni, Libero, 20.3). Putin cambia la combinazione della cassaforte.

Il pazzo ringrazia. “Draghi ringrazia il Papa” (Corriere della sera, 26.3). Che aveva dato dei “pazzi” ai capi di governo che vogliono aumentare la spesa militare al 2% del Pil, cioè a lui. Pazzo, ma riconoscente.

Come passa il tempo. “Erdogan è un dittatore di cui però si ha bisogno” (Mario Draghi, presidente del Consiglio, 8.4.21). “Draghi vede Biden ed Erdogan” (Corriere della sera, 25.3.22). Bisogno di qualcosa?

Modestamente. “Berlusconi ha definito Salvini ‘il politico più coerente, trasparente e affidabile’” (Giornale, 21.3). Dopo di lui.

Doni. “Medvedev e Putin sono un dono di Dio per la Russia” (Silvio Berlusconi, FI, presidente del Consiglio, 11.9.2010). “Il Cavaliere definisce Marta Fascina ‘dono di Dio’” (Repubblica, 20.3). Ma non saranno troppi, ’sti doni?

Mestiere incerto. “Non ho capito quale fosse la reale missione degli ufficiali russi a Bergamo nel marzo 2020, in piena pandemia… Compiti sanitari, di intelligence? Conte potrebbe forse spiegarlo” (Concita De Gregorio, Repubblica, 25.3). Mentre lei scriveva, Conte lo spiegava al Copasir, dopo averlo già fatto in una dozzina di interviste, confermate dai vertici dei Servizi, dal sottosegretario delegato Gabrielli e dallo stesso Copasir. Ma lei fa la giornalista, mica è tenuta a saperlo.

Un vero analista. “La retromarcia dei populisti” (Giovanni Orsina, Stampa, 23.3). Meloni primo partito, Lega terzo: praticamente estinti.

Una tantum. “Fermare la guerra si può. Per il Donbass serve un accordo sul modello Trentino Alto Adige, che garantisca autonomia e libertà. L’Europa prenda una iniziativa diplomatica, non lasciamo la responsabilità del dialogo solo a Turchia o Cina. #StopWar” (Matteo Renzi, leader Iv, 8.3). Segnatevela, perché ne dice una giusta ogni dieci anni. Fino al 2032 siamo a posto.

Genny ’a Poltrona. “La querela è un atto intimidatorio e strumentale verso un giornalismo libero” (Gennaro Migliore, deputato Iv, 26.3). Ce l’ha con le querele al Fatto di Renzi e Migliore?

Parmigiano grattato. “Vignali ci riprova a Parma: rivincita su toghe e grillini. L’ex sindaco di centrodestra, costretto a lasciare a causa di un’inchiesta giudiziaria, è stato assolto e riabilitato” (Libero, 27.3). Infatti ha patteggiato 2 anni di carcere per corruzione e peculato e restituito al Comune mezzo milione di euro rubati.

È andata così. “Mascherine: la Procura grazia Arcuri” (Giornale, 26.3). È il modo garantista per dire che le accuse di corruzione e peculato sono state archiviate perché Arcuri era innocente.

Il titolo della settimana/1. “Verso un nuovo scontro di civiltà” (Paolo Guzzanti, Giornale, 27.3). Per trovarne almeno una.

Il titolo della settimana/2. “Giusto pregare, ma facciamolo armati” (Fausto Carioti, Libero, 27.3). Giusto: tutti in chiesa col bazooka.

Il titolo della settimana/3. “I valori della Nato” (Kurt Walker, Repubblica, 23.3). In dollari o in morti?

Il titolo della settimana/4. “Ecco cos’ha in testa Berlusconi” (Libero, 22.3). Catrame?

Il titolo della settimana/5. “Cari amici, sarà ora di capire cosa è stata davvero Tangentopoli?” (Giuseppe Gargani, Dubbio, 23.3). Sì: rubavano.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/03/28/ma-mi-faccia-il-piacere-262/6539284/

I nazi-illuminati dell’Azov: prima le torture, ora Kant. - Daniela Ranieri

 

Dopo la foto glamour della bambina-soldato con fucile e lecca-lecca, il Gruppo Gedi, non insensibile al valore (simbolico e pecuniario) delle armi, ci regala un’altra piccola, romantica epopea.

Repubblica intervista Dmytro Kuharchuck, 31 anni, comandante del battaglione Azov, un’unità della Guardia nazionale ucraina esplicitamente nazista, almeno a voler prender sul serio le svastiche, i simboli runici, i tatuaggi delle SS dei suoi componenti.

Titolo dell’intervista: “Non sono nazista, ai soldati leggo Kant. Il reggimento Azov lotta per la nazione”. Accipicchia: Kant, il padre dell’Illuminismo tedesco, uno dei pilastri del pensiero filosofico europeo. “Dmytro”, si legge, “non è il tipo di combattente che ti aspetti di trovare nell’Azov. Misura le risposte, legge Kant e argomenta non solo col bazooka”. Un moderato, un centrista liberale.

Ma vediamo chi sono, questi ragazzoni che alla sera leggono la Critica della ragion pura alla luce dei fuochi da campo sotto le bombe russe. Soprannominati anche “Uomini in nero”, o “Corpo Nero” (sicuramente per l’eleganza dei loro outfit), dopo diverse denunce di Amnesty International nel 2016 sono indicati in un rapporto dell’OSCE come “responsabili dell’uccisione di massa di prigionieri, di occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e dell’uso sistematico di tecniche di tortura fisica e psicologica”. “Il cielo stellato sopra di me, e la legge morale dentro di me”, cita Dmytro sognante, dimenticando le fosse comuni sotto di lui.

Dmytro, dice Rep, “conferisce direttamente col capo, Andrij Biletsky, che nel 2014 formò il Reggimento mettendo insieme gruppi di ultranazionalisti ucraini e attivisti di Maidan”. Wow! E vediamo chi è questo capo: membro del Parlamento ucraino dal 2014 al 2019, Biletsky è cofondatore dell’Assemblea Social-nazionale, in cui obiettivi sono “la protezione della razza bianca” mediante un sistema di “nazionecrazia antidemocratica e anticapitalista” e l’eradicazione di “capitale speculativo sionista internazionale” (Wikipedia). Come si vede, gente illuminata, idealista, cosmopolita. “Costruiamo relazioni che non si basano solo sul curriculum militare ma anche su principi morali universali”, dice Dmytro. Quali principi? Nel 2010, Biletsky disse che la missione dell’Ucraina era “guidare le razze bianche del mondo in una crociata finale contro gli Untermenschen (popoli inferiori, ndr) guidati dai semiti” (ibidem). Qui praticamente c’è tutto Kant, ma pure un po’ di Hegel, Voltaire, Spinoza e Hume.

Certo l’Ucraina non è, come dice Putin, una nazione di nazisti. Ciò nondimeno il 19 marzo il presidente Zelensky ha dichiarato “eroe dell’Ucraina” il maggiore Prokopenko, comandante di un distaccamento speciale di Azov. E dal 2010 è eroe nazionale Stepan Bandera, collaborazionista dei nazisti durante la Seconda guerra Mondiale e uccisore di migliaia di ebrei e polacchi, il cui compleanno è festa comandata.

Così succede che per giustificare l’impegno bellicista del nostro governo, che trova 13 miliardi sull’unghia per le spese militari mentre per la Sanità e 6 milioni di poveri non scuce che spiccioli (e le due diverse destre di Italia viva e Fratelli d’Italia vogliono eliminare anche il reddito di cittadinanza), si costruisca una narrazione in cui il governo ucraino è l’incarnazione del bene, al punto che le sue milizie naziste finiscono ritratte sul quotidiano progressista fondato da Scalfari. (Orsini no, il capitano del Battaglione Azov sì. Avercene. Capito come siamo messi?).

Commovente lo sforzo di romanticizzare la guerra, come fossero, i soldati dell’Azov, giovani intellettuali idealisti europeisti alla Byron, di quelli che negli anni venti dell’Ottocento andarono a combattere in Grecia contro l’Impero Ottomano. Nazionalismo e vitalismo, da sempre marchi del fascismo, presentati come esuberanza giovanile e amore per la democrazia, una specie di requisiti per l’Erasmus, via.

Che aspettiamo a invitare Dmytro al Festival del cinema di Roma, intervistato da Antonio Monda quale virgulto della gioventù liberale e riformista che sconfigge i populisti filo-russi (magari gasandoli)? Sempre che i pacifisti, ancora fermi al vetero-intellettualismo marxista e ignari delle potenzialità democratiche delle bombe, non si mettano di mezzo con la loro smania di censura.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/03/27/i-nazi-illuminati-dellazov-prima-le-torture-ora-kant/6538796/

Armi biologiche in Ucraina: Biden jr. inguaiato dalle mail. - Sabrina Provenzani

 

LA METABIOTA - Per il “Daily Mail” il figlio del presidente avrebbe veicolato finanziamenti a una società per sviluppare virus. Secondo i russi, esisterebbe un'organizzazione che mira, fra l’altro, alla produzione di una “variante estremamente patogena di antrace”.

È vero che, come sostiene il Cremlino, Hunter Biden, il figlio del Presidente degli Stati Uniti, ha cofinanziato una società americana impegnata, per conto del Pentagono, nella ricerca e sviluppo di armi biologiche in Ucraina?

Per fare chiarezza su questa storia, potenzialmente l’ennesimo imbarazzo provocato da Hunter all’amministrazione statunitense, bisogna riannodare fili complessi muovendosi nel terreno minato della propaganda, uno dei principali fronti dello scontro in corso in Ucraina. E tornare indietro di qualche giorno.

Giovedì scorso il ministro della Difesa russo indice una conferenza stampa in cui accusa Biden figlio di finanziare laboratori di armi biologiche in Ucraina, e il miliardario vicino al Partito Democratico americano George Soros di supportare la produzione di antrace. Il documento, intitolato “Il coordinamento di laboratori biologici e ricerca scientifica fra Ucraina e Stati Uniti” vuole dimostrare l’esistenza di una organizzazione ad altissimi livelli che mirerebbe, fra l’altro, alla produzione di una “variante estremamente patogena di antrace”. Per l’agenzia russa Sputnik, bandita in occidente perché considerata fonte di propaganda del Cremlino, le informazioni sarebbe contenute in documenti riservati ritrovati da soldati russi in Ucraina.

Secondo il diagramma mostrato in conferenza stampa, di questo piano farebbero parte anche due prestigiose istituzioni scientifiche Usa, l’Agency for International Development e il Centers for Disease Control and Prevention (noto anche alle recenti cronache italiane per il suo ruolo nel contrasto al Covid) e almeno 31 laboratori finanziati dal Pentagono per condurre ricerche illegali.

Secondo Igor Kirillov, capo del dipartimento per la difesa radiologica chimica e biologica delle forze armate russe, “la portata del programma è impressionante”.

La conferenza stampa viene liquidata da una serie di analisti occidentali come propaganda russa, con il chiaro scopo di trovare una giustificazione all’invasione dell’Ucraina e di accusare gli Stati Uniti e i suoi alleati di volere utilizzare armi biologiche. Il Pentagono replica ricordando di aver investito 200 milioni di dollari dal 2005 nel Programma di riduzione della minaccia biologica, cioè nella sorveglianza ucraina dei rischi biologici.

Ma, lo rivela il Daily Mail in esclusiva, nelle accuse russe ci sarebbe un elemento di verità, sulla scia di quanto già scritto dal New York Times, inizialmente dubbioso sulla vicenda. Secondo email riservate ottenute dal quotidiano britannico, Hunter Biden avrebbe effettivamente ottenuto e veicolato finanziamenti a Metabiota, una società americana fornitrice del ministero della Difesa e specializzata in agenti patogeni in grado di provocare pandemie. Tramite la sua società di investimenti Rosemont Seenca Technology Partners, il figlio del presidente avrebbe investito in Metabiota almeno 500 mila dollari, al contempo raccogliendo milioni per la società da investitori come Goldman Sachs.

E avrebbe presentato i vertici di Metabiota alla controversa società energetica ucraina Burisma, nel cui consiglio di amministrazione Hunter ha servito dal 2014 al 2019, cioè proprio negli anni in cui gestiva gli investimenti di Metabiota. Lo scopo della proposta di collaborazione? Lavorare a un “progetto scientifico”, chiamato Science Ukraine Project, che avrebbe coinvolto laboratori biologici ucraini.

Come risulta dal documenti ufficiali, fra il febbraio 2014 e il novembre 2016 il ministero della Difesa Usa finanzia Metabiota con 18,4 milioni di dollari, di cui 307.091 destinati a progetti di ricerca in Ucraina. Progetti ucraini su cui Metabiota avrebbe lavorato sotto il controllo di Black&Veatch, fornitore del Pentagono che, scrive il Daily Mail, ha “profondi legami” con le agenzie di intelligence miltare, e che in Ucraina “ha costruito laboratori di massima sicurezza destinati ad analizzare malattie fatali e armi biologiche”. Che ora, questo il timore, potrebbero cadere in mani russe.

Secondo la ricostruzione del Mail, Hunter Biden sarebbe stato particolarmente coinvolto nelle attività di Metabiota: in una mail a lui diretta, nell’aprile 2014, la vice presidente Mary Guttieri invia un memo che fornisce una panoramica della presenza della società in Ucraina e suggerisce come “potremmo far leva sul nostro team, network, e idee per rafforzare l’indipendenza culturale ed economica dell’Ucraina dalla Russia e la sua integrazione nella società occidentale”.

Propositi molto ampi, per una società specializzata in ricerca scientifica. “Viene da chiedersi, qual era il vero scopo dell’impresa?” è il commento al Daily Mail di Sam Faddis, ex ufficiale della Cia che ha esaminato le email.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/03/28/armi-biologiche-in-ucraina-biden-jr-inguaiato-dalle-mail/6539288/

Joe Biden scaricato da tutti. Il figlio nei guai per bio-armi. - Giampiero Gramaglia

 

FIGURACCIA - L’Occidente prende le distanze da Sleepy Joe e gli Usa fanno retromarcia: “Non vogliamo rovesciare lo zar”. Erdogan: ok negoziati in Turchia.

Non era forse mai capitato a un presidente degli Stati Uniti, neppure all’imprevedibile e vulcanico Donald Trump, di essere così coralmente “corretto” da alleati e collaboratori. Per tutta la domenica, la Casa Bianca e l’intero staff di Joe Biden hanno sostenuto che il presidente non intendeva dire quel che ha detto: che gli Usa vogliono un “cambio di regime” a Mosca, mettere cioè politicamente fuori gioco il presidente russo Vladimir Putin, a causa dell’invasione dell’Ucraina.

L’operazione coordinata di damage control vuole evitare che il Cremlino prenda sul serio le parole di Biden, che su Putin si lascia spesso scivolare la frizione lessicale: assassino, criminale di guerra, dittatore, macellaio sono alcuni degli epiteti già appioppati al leader russo, con cui, se vuole la pace, l’Occidente dovrebbe negoziare.

Vanno intanto avanti le trattative dirette tra Ucraina e Russia: le due delegazioni si vedranno, da oggi a mercoledì – domani e mercoledì, precisano i russi – probabilmente in Turchia, visto l’accordo raggiunto ieri tra Putin e il numero 1 di Ankara Recep Erdogan. Pare un passo avanti, almeno rispetto agli ultimi round solo virtuali.

Il segretario di Stato Antony Blinken assicura che gli Usa non hanno una strategia per un cambio di regime in Russia, nonostante Biden, sabato, a Varsavia abbia detto che Putin “non può restare al potere”. Blinken arzigogola che Biden voleva solo dire che “Putin non può avere il potere di fare una guerra o impegnarsi in aggressioni”; e ammette che il destino di Putin è “una scelta dei russi”.

Il presidente francese Emmanuel Macron, che è il più attivo fra i leader Ue e Nato a tenere i contatti con Putin, ammonisce: “Non si deve alimentare una escalation di parole o azioni, non avrei detto ‘macellaio’” – e, sicuramente, non avrebbe detto il resto –. Tra oggi e domani Macron organizzerà con Putin un’evacuazione di civili da Mariupol.

Anche Londra prende le distanze dalla sortita di Biden: esponenti del governo di Boris Johnson riconoscono che “sta ai russi decidere da chi essere governati”, pur esprimendo l’auspicio che l’invasione e i contraccolpi economici determino “la sorte di Putin e dei suoi accoliti.” Il “ministro degli Esteri” Ue Josep Borrell chiarisce che l’obiettivo è “fermare la guerra”, non rovesciare Putin.

La durezza verbale di Biden nei confronti del presidente russo ne incrina la credibilità diplomatica e non gli fa guadagnare punti in politica. Per un sondaggio della Nbc, il gradimento del presidente è al 40 per cento, come una settimana fa in un altro sondaggio, in calo dal 43 per cento di gennaio. Sette americani su 10 hanno scarsa fiducia nelle sue capacità di gestire il conflitto in Ucraina; otto su 10 ritengono che l’invasione si tradurrà in prezzi della benzina più alti – già successo – e temono che inneschi una guerra nucleare.

A soffiare sul fuoco del conflitto sono le fonti di Kiev. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky torna a chiedere armi offensive, carri armati e caccia-bombardieri, mentre il capo dell’intelligence Kyrylo Budanov sostiene, sul Guardian, che Mosca, avendo fallito nel prenderne il controllo, mira a dividere in due il Paese; e annuncia azioni di guerriglia nei territori occupati dalla Russia.

Per tranquillizzare i russi e gli alleati, l’ambasciatrice degli Usa presso la Nato Julianne Smith parla di “una reazione umana” da parte del presidente, dopo quello che aveva visto e sentito incontrando rifugiati ucraini nello stadio nazionale di Varsavia. Il Giappone giudica la crisi ucraina la più grave dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Pare che i funzionari della Casa Bianca siano stati colti di sorpresa dalla sortita di Biden, che non era nella traccia del discorso di Varsavia.

Non è la prima volta che il presidente non sta al copione e improvvisa. Esponendosi al fuoco amico: “Una gaffe orrenda”, sottolinea il senatore repubblicano James Risch. Si rifà vivo pure Donald Trump: “Putin è intelligente, ma invadere l’Ucraina è stato un errore”, da un estremo all’altro.

Un ex diplomatico di rango statunitense, attualmente presidente del Council on Foreign Relations, Richard Haas, ammonisce che le parole di Biden hanno reso “una situazione difficile più difficile e una situazione pericolosa più pericolosa”. Non sarà semplice, aggiunge Haas, citato dalla Bbc, “rimediare al danno provocato, ma suggerisco ai collaboratori del presidente di mettersi in contatto con le controparti e di chiarire che gli Usa sono pronti a relazionarsi con il governo russo in carica”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/03/28/che-errore-su-putin-biden-sbugiardato-da-macron-e-blinken/6539286/