mercoledì 7 dicembre 2016

Chi siamo.


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Siamo gli schiavi moderni, siamo quelli che si muovono tutti allo stesso ritmo di una musica nascosta che batte il tempo e ti suggerisce automaticamente come, quando muovercii. 

Mangeremo cibi preconfezionati senza alcun sapore in grandi mense asettiche, l'uno attaccato all'altro senza guardarci, senza parlarci, immersi in pensieri sconfortanti, con una rabbia dentro senza speranza.


Siamo in un film di fantascienza in cui truppe di umani si muovono a comando, tutti vestiti allo stesso modo con una tuta grigia, senza personalità, tutti della stessa taglia, senza idee, senza cultura, senza distinzione alcuna. 

Formiche umane.
Con il jobs act ci hanno tolto anche la speranza di un futuro.
Ora non potremo mai più sperare di migliorare la nostra vita, saremo tutti zombi privati della volontà, proni e riconoscenti al padrone di turno che ci tiene in vita; lavoreremo 18 ore al giorno in aziende quotate in borsa, cambieremo datore di lavoro tante volte in un anno, e subiremo pressioni incredibili e insostenibili a seconda del vento che tira, saremo venduti da un padrone all'altro come moneta sonante, senza alcuna certezza di un domani, accontentandoci di remunerazioni sempre più basse e con la certezza che da vecchi finiremo sotto i ponti senza assistenza. 

Le nostre remunerazioni saranno la carta straccia delle speculazioni bancarie andate in fumo.

L'istruzione e la sanità saranno privatizzate e, pertanto, inaccessibili per noi


Smetteremo di mettere figli al mondo, adotteremo gli animali perchè meno dispendiosi.
I veterinari lavoreranno più dei pediatri.


Non avremo più bisogno di avvocati, sarà inutile fare causa alle industrie che potranno, invece, fare causa alle nazioni in virtù di accordi stipulati da aziende multinazionali di proprietà di pochi magnati che tutto possono.


Saremo un popolo di poveri schiavi al servizio di pochi ricchi Epuloni, i quali diventeranno sempre più ricchi e andranno a vivere su isole paradisiache di loro proprietà comprate con i ricavi in borsa e dalle quali controlleranno il resto del mondo.
Per le strade incroceremo volti inespressivi, corpi privi di vita, zombi.


Quando moriremo finiremo nel dimenticatoio, come se non fossimo mai esistiti.


Cetta.

UNA VITTORIA MISTIFICATA. - Lorenza Carlassare

Una vittoria mistificata

Le hanno viste le bandiere rosse nelle piazze, nei teatri, nei tanti luoghi degli incontri festosi dei Comitati del No?
Per neutralizzare il risultato clamoroso del referendum, nei loro interminabili vaniloqui televisivi i soliti noti ne celano l’esistenza e insistono nel riferire quel successo soltanto ai partiti (affermando così che ha vinto la destra) ignorandone volutamente il grande protagonista, il popolo italiano in tutte le sue diversificazioni e le associazioni nelle quali si è riconosciuto, ha trovato espressione, ha potuto far sentire la sua voce (Libertà e Giustizia e i Comitati). In particolare ignorando il popolo della sinistra che, da tempo senza un partito di riferimento, si è mobilitato per lunghissimi mesi lavorando col massimo impegno civile trovando nuove aggregazioni.
Non più rappresentati dal Pd che in passato votavano (da tempo trasformato dall’interno a opera di un manipolo arrogante che se ne è impadronito) né da altre sigle, questi cittadini costituiscono la più possente forza per un cambiamento reale, per la svolta vera che può consentirci di ripartire; e non distruggendo la Costituzione, ma finalmente applicandone le norme e dare ai suoi principi una vita effettiva. A essi si dovrebbe guardare.
Ma è la mobilitazione dal basso nella sua spontaneità irresistibile che i “conservatori” dell’esistente non possono tollerare; perciò si agitano scompostamente per minimizzarne la portata, per celarla sotto un profluvio di parole senza spessore e verità, per distorcerne il senso a difesa dell’assetto consolidato di poteri e interessi, ogni giorno più invasivo e arrogante.
Nonostante gli sforzi assillanti compiuti dal governo per convincere gli elettori a votare Sì, nonostante le ripetute menzogne, i mezzi ingenti profusi e le paure suscitate con complicità estese, il tentativo di tacitare il popolo non è riuscito. I cittadini si sono pronunziati respingendo la riforma in contrasto coi loro governanti che, forse, nemmeno si aspettavano la sconfitta. Oggi, ripeto, si tenta di soffocare la portata di uno spontaneo pronunciamento collettivo di grandi dimensioni, si vuole mistificarne il senso e confonderne gli attori.
È soltanto l’incapacità dell’informazione di regime di leggere la realtà del paese, d’intendere i suoi movimenti profondi? Un’informazione – come dice Marco Travaglio – la quale anche nella lunga notte del referendum “esibiva le sue migliori facce sepolcrali nel talk show, e tanto per cambiare non aveva capito nulla del Paese che dovrebbe interpretare e raccontare, invece non sa più neppure dove stia nella carta geografica”.
Temo di no. C’è dell’altro, mi pare, qualcosa di ancor più grave di cui quell’informazione è intrisa: l’evidente intento di minimizzare e contraffare, in una direzione più conveniente per il potere, la volontà popolare. Operazione quanto mai difficile ora che la volontà popolare si è espressa con una forza e consapevolezza impossibili da ignorare.

Trump annuncia un dazio del 35% sulle imprese che delocalizzano.

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Le imprese americane che porteranno all’estero la popria produzione per poi rivenderla negli Stati Uniti saranno sanzionate con una tassa all’import del 35 per cento. 

Lo ha scritto su twitter il presidente eletto Donald Trump, confermando così la sua aggressiva politica volta a incentivare gli investimenti aziendali nel Paese e a scoraggiare la delocalizzazione produttiva.
Il monito del tycoon in una serie di tweet in cui si spiega come la nuova amministrazione vuole invece incentivare le imprese che restano in America con un drastico taglio di tasse e regole.
«Ogni impresa che lascia il nostro Paese per un altro - ha scritto in un tweet - licenzia i propri dipendenti, costruisce una nuova fabbrica all’estero e poi pensa di poter rivendere i prodotti negli Usa senza conseguenze, SBAGLIA! Presto ci sarà una tassa del 35% sulla nostra frontiera sempre più forte per tutte le aziende che vogliono rivendere i loro prodotti dentro il nostro confine».
In settimana Trump ha annunciato con grande soddisfazione di aver raggiunto un accordo con United Technologies Corp. che prevede di mantenere 1.100 posti di lavoro in uno stabilimento che produce impianti di aria condizionata per aerei a Indianapolis. In origine i piani dell’azienda prevedevano di trasferire quei posti in Messico, dove avrebbe pagato i dipendenti 3 dollari l’ora anziché tra i 20 e i 26. La teatralità del gesto non scioglie però i nodi. Carrier procederà comunque a spostare altri 1.300 impieghi oltre confine. E i posti salvati sono lo 0,2% degli impieghi manifatturieri in Indiana, in calo del 20% dal Duemila.
Mentre sull'abbassamento della coporate tax dal 35 al 15% - finora solo promessa in campagna - il coro di consensi è unanime, alcuni economisti ritengono che la politica protezionistica di Trump potrebbe danneggiare l'economia americana. Anche il Wall Street Journal di Rupert Murdoch ha criticato l'eventuale tassa: per il giornale economico il governo non dovrebbe interferire con le decisioni delle imprese che vanno lasciate libere di massimizzare i loro profitti.

http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/mondo/2016-12-04/trump-annuncia-dazio-35percento-imprese-che-delocalizzano-163225.shtml?uuid=ADKP1E7B&utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook&refresh_ce=1

Considerazioni.

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Leggendo in giro le considerazioni espresse sul risultato del referendum mi rendo conto che nessuno attribuisce il risultato alla volontà espressa dai cittadini, ma alle pressioni effettuate dalle varie e contrarie fazioni politiche.
Il che equivarrebbe a sostenere che noi non siamo in grado di capire e decidere da soli, senza il loro suggerimento o il loro input.
Ancora non hanno capito che i cittadini sono stanchi di subire gli umori di persone che occupano le stanze del governo abusivamente. Abusivamente perchè non adempiono al compito per il quale sono stati scelti: legiferare per migliorare la vita di chi ha dato loro fiducia.
Ancora oggi, dopo il risultato devastante ottenuto, si riuniscono per cercare di restare a galla senza preoccuparsi di chiedersi perchè hanno ricevuto una batosta di proporzioni gigantesche.
Noi, per loro, non esistiamo, infatti volevano esautorarci di un ulteriore diritto sancito dalla Costituzione, quello della sovranità, del diritto di eleggere noi i nostri rappresentanti della più alta camera del Parlamento, diritto che non ci riconosceranno mai.
Stanno dimostrando di essere poco sensibili alle necessità di chi li mantiene, posizionandosi, oltretutto, su un gradino più alto del nostro.
E per rendere meglio questa loro posizione, si trincerano dietro guardie del corpo e auto blindate.
Hanno frequentazioni di alto livello, frequentano, infatti, solo personaggi che da semplici popolani non potrebbero frequentare, distaccandosi, nel contempo, da chi dovrebbero coccolare per ottenere maggiore consenso. Ormai, i nostri rappresentanti li vediamo solo sui giornali ed in TV, Sono solo avatar fastidiosi e costosi.
Mi sembra di essere stata proiettata nel medio evo in cui esistevano i vassalli i valvassini e i valvassori.
E' mortificante constatare che, comunque vadano le cose, non capiranno mai, presi come sono dalla smania del potere, qual'è il nocciolo della questione.
Questa classe politica va cambiata, va riprogrammata.
Mettiamo un punto e andiamo a capo.

Cetta.