domenica 30 giugno 2024

Una lotta per la sopravvivenza: la lucertola alligatore messicana in via di estinzione. - Hasan Jasim

 

Aggrappata precariamente alla rigogliosa volta delle foreste nebulari del Messico, la lucertola alligatore messicana in via di estinzione è una creatura accattivante che lotta per la sopravvivenza. Decorata con squame verdi vibranti, questo rettile dal nome appropriato non è la tipica lucertola.

La lucertola alligatore messicana, nota anche come lucertola alligatore arborea verde, trascorre la sua vita in alto sopra il suolo della foresta, dimorando tra le bromeliacee e la vegetazione densa. Questo habitat specializzato fornisce l'ambiente perfetto per questo affascinante rettile, offrendo un clima umido e temperato.

Purtroppo, il futuro della lucertola alligatore messicana è tutt'altro che certo. La perdita di habitat dovuta alla deforestazione è la minaccia principale che spinge questa straordinaria specie verso l'estinzione. Con la scomparsa delle foreste pluviali, la lucertola alligatore messicana perde la sua dimora vitale, mettendo a repentaglio la sua capacità di trovare cibo, riparo e compagni.

C'è ancora speranza, tuttavia. Sono in corso sforzi di conservazione per proteggere le aree rimanenti della foresta pluviale ed educare le comunità locali sull’importanza di preservare questa specie unica. Aumentando la consapevolezza e lavorando verso pratiche sostenibili, possiamo contribuire a garantire che il gioiello di smeraldo delle foreste nebulose messicane, la lucertola alligatore messicana in via di estinzione, continui a prosperare per le generazioni a venire.

https://hasanjasim.online/a-fight-for-survival-the-endangered-mexican-alligator-lizard/

Anunnaki origini.

 

Una formidabile razza di giganti di pietra emerse dalle montagne, minacciando la pace e la prosperità di Uruk. Le loro forme imponenti e la loro immensa forza infondevano paura nei cuori degli abitanti della città. Disperati, il popolo di Uruk si rivolse a Inanna, la loro divina protettrice, per la salvezza.
Inanna, assistendo al caos provocato dai giganti, discendeva dalla sua dimora celeste. Con gli occhi ardenti di giusta furia, affrontò i giganti di pietra alle porte della città. La sua voce risuonava come un tuono mentre pronunciava una potente maledizione su di loro.
"Tu che osi sfidare l'ordine divino", dichiarò, "sarai per sempre vincolato dalla tua arroganza. "
I giganti di pietra sentirono i loro corpi irrigidirsi, i loro movimenti cessavano mentre si trasformavano in statue immobili. Queste statue, congelate nell'eterna sconfitta, si ergevano come sentinelle silenziose intorno a Uruk, un severo ricordo del potere incrollabile di Inanna.
Generazioni dopo, viaggiatori e cittadini avrebbero guardato questi giganti pietrificati, comprendendo l'inutilità di sfidare la volontà divina e la protezione duratura di Inanna sulla sua amata città.

venerdì 28 giugno 2024

Un gigante gentile si è arenato sulla riva: la medusa criniera di leone lascia i cittadini del Maine a bocca aperta. - Hasan Jasim

La maestosa medusa Lion's Mane ha fatto una sorprendente apparizione sulle coste del Maine, lasciando i bagnanti sbalorditi dalle sue dimensioni. Mentre le dimensioni specifiche di questo particolare esemplare sono sconosciute, la Lion's Mane detiene il record per la medusa più grande mai registrata, con una campana che raggiunge i 7 piedi di larghezza (210 centimetri) e tentacoli che si trascinano per un'incredibile lunghezza di 120 piedi (36,6 metri).

Un gigante gentile, ma ci vuole rispetto.

Nonostante le sue dimensioni impressionanti, la medusa criniera di leone non è considerata molto aggressiva. Tuttavia, i suoi lunghi tentacoli sono dotati di cellule urticanti che possono provocare una puntura dolorosa, anche se raramente pericolosa per la vita. Se incontri una medusa criniera di leone trascinata a riva, è meglio ammirarla da una distanza di sicurezza ed evitare di toccarla, anche se sembra senza vita.

Un visitatore misterioso.

L'apparizione di una medusa Lion's Mane nel Maine ricorda la vastità dell'oceano e i misteri che si celano sotto le onde. Queste affascinanti creature si trovano nelle acque fredde di tutto il mondo e la loro apparizione occasionale sulle nostre coste offre uno sguardo sulle meraviglie nascoste degli abissi.

Giganti dell'oceano e conservazione.

La medusa criniera di leone ci ricorda l'importanza della salvaguardia degli oceani. Questi gentili giganti svolgono un ruolo fondamentale nell'ecosistema marino e proteggere il loro habitat è fondamentale per mantenere un sano equilibrio nei nostri oceani.

Quindi, anche se la medusa Lion's Mane può essere un visitatore sorprendente sulle coste del Maine, la sua presenza offre un'opportunità unica per apprezzare la bellezza e la meraviglia del mondo naturale. Impariamo da questi incontri e impegniamoci a proteggere i delicati ecosistemi che sostengono queste magnifiche creature.

https://hasanjasim.online/gentle-giant-washes-ashore-lions-mane-jellyfish-leaves-mainers-in-awe/

giovedì 27 giugno 2024

I sumeri e la conoscenza dell'astronomia.

 

Oltre 6.000 anni fa, una misteriosa civiltà aveva dettagliate mappe del nostro sistema solare. I Sumeri hanno creato questi disegni usando l'argilla. I disegni sopravvissuti mostrano che hanno capito che il sole è una stella al centro del sistema solare e che altri pianeti gli ruotano intorno. Hanno persino disegnato accuratamente le orbite e le posizioni dei pianeti. Curiosamente, alcuni dei loro dipinti raffigurano anche strane immagini con entità giganti. I Sumeri li consideravano delle divinità. Intrigantemente, alcuni disegni di questi dei mostrano anche simboli che assomigliano a sequenze di DNA umano. Inoltre, avevano simboli legati alla medicina, che assomigliano significativamente ai moderni simboli medici. Ancora oggi, non riusciamo a capire come migliaia di anni fa, la più antica civiltà dell'umanità avesse una conoscenza così profonda dell'astronomia.
Questo solleva la questione se questa antica civiltà non fosse arretrata, ma piuttosto fosse avanzata ben oltre la nostra attuale comprensione di esse.

Un blazar nell’universo primordiale.

 

Il blazar è un buco nero di un miliardo di masse solari che ingoia grandi quantità di gas ionizzato emettendo nello spazio un getto di materia luminosa a velocità relativistica.

Novecento milioni di anni dopo il Big Bang, esisteva già un buco nero 1 miliardo di volte più grande del nostro sole. Quel buco nero ha risucchiato enormi quantità di gas ionizzato, formando un motore galattico – noto come blazar – che ha lanciato nello spazio un getto supercaldo di materia luminosa. 

Gli astronomi avevano già precedentemente scoperto prove di buchi neri supermassicci primordiali in “nuclei galattici radio attivi” o AGN RL leggermente più giovani. Gli AGN RL sono galassie con nuclei che appaiono estremamente luminosi ai radiotelescopi, il che è considerato una prova del fatto che contengono buchi neri supermassicci.

I Blazar sono un tipo unico di AGN RL che sputano due stretti getti di materia “relativistica” (quasi alla velocità della luce) in direzioni opposte. Questi getti emettono stretti fasci di luce a molte lunghezze d’onda diverse e devono essere puntati direttamente verso la Terra affinché possiamo rilevarli a distanze così vaste.

La scoperta di questo blazar sposta la data del più antico buco nero supermassiccio confermato entro il primo miliardo di anni di storia dell’universo e suggerisce che in quell’epoca esistessero altri buchi neri simili che non abbiamo rilevato.

Il blazar è un buco nero di un miliardo di masse solari che ingoia grandi quantità di gas ionizzato emettendo nello spazio un getto di materia luminosa a velocità relativistica.

Gli scienziati avevano già scoperto altri buchi neri all’interno dei nuclei di radiogalassie attive più giovani. Queste galassie vengono denominate RLAGN e sono galassie che presentano un nucleo extra luminoso in banda radio rilevabile dai radiotelescopi. Questa è considerata una prova che tali nuclei contengono un buco nero supermassiccio.

I blazar sono unici nel loro genere in quanto emettono due getti di materia a velocità relativistica in direzioni opposte. Questi getti generano sottili fasci di luce a molte lunghezze d’onda diverse e devono essere puntati esattamente verso la Terra per poter essere rilevati alle distanze cosmologiche.

La scoperta di un blazar prossimo all’epoca Big Bang suggerisce che potrebbero esserci altri oggetti simili cosi lontano nel tempo che ancora non sono stati rilevati.

Silvia Belladitta, dell’Istituto Nazionale Italiano per Astrofisica (INAF), a Milano, e coautrice diell’articolo sul blazar in questione, ha dichiarato in una nota: “Grazie alla nostra scoperta, siamo in grado di dire che nel primo miliardo di anni di vita dell’universo, esisteva un gran numero di enormi buchi neri che emettevano potenti getti relativistici“.

La scoperta di Belladitta e dei suoi co-autori conferma che esistevano blazar durante un’epoca della storia del nostro universo conosciuta come “epoca della reionizzazione” un periodo dopo una lunga era oscura post-Big Bang, quando iniziarono a formarsi le prime stelle e galassie.

I ricercatori ritengono difficile che a quell’epoca esistesse uno solo di questi oggetti, nel caso, infatti, sarebbe stato estremamente poco probabile scoprirlo, praticamente impossibile in un universo vasto come il nostro, quindi certamente ne esistono altri che attendono di essere scoperti.

I blazar hanno un raggio molto ristretto e solo per caso questo era puntato verso il nostro pianeta.

Secondo gli autori dello studio, questi blazar sono i semi dei buchi neri supermassicci che dominano oggi i nuclei delle grandi galassie nel nostro universo come Sagittario A *, il buco nero supermassiccio relativamente tranquillo posto al centro della nostra Via Lattea.

Osservare un blazar è estremamente importante. Per ogni fonte scoperta di questo tipo, sappiamo che ce ne devono essere almeno altri 100 simili, ma la maggior parte sono orientati in modo diverso e sono quindi troppo deboli per essere visti direttamente“, ha aggiunto Belladitta.

Queste informazioni aiuteranno gli astrofisici a ricostruire la storia di come e quando si sono formati questi mostruosi buchi neri e quindi a comprendere meglio la storia del nostro universo.

https://reccom.org/blazar-nelluniverso-primordiale/

Scoperta un'enigmatica struttura labirintica sull'isola di Creta.

La struttura circolare monumentale di epoca minoica che è stata portata alla luce duranti i lavori presso l'aeroporto di Creta© Foto: Ministero della cultura greco

Conosciuta per la sua architettura monumentale, la civiltà minoica era una cultura dell'età del bronzo emersa sull'isola greca di Creta, nel mar Egeo, che è stata spesso considerata la prima civiltà europea.

Creta è ricca di siti archeologici, come ci mostrano alcuni grandi palazzi recintati, tra cui il palazzo di Cnosso e quello di Festo. A questi si aggiunge ora una nuova costruzione che gli archeologi hanno appena scoperto sulla cima della collina di Papoura: una grande struttura circolare datata tra il 2000 e il 1700 a.C.

Considerato dagli archeologi come un elemento unico nell'archeologia minoica, questo complesso architettonico, del diametro di circa quarantotto metri e di una superficie di circa 1.800 metri quadrati, è situato nel punto più alto della collina, in una parte della sommità che era stata scelta dagli esperti proprio per l'installazione di un sistema radar per il nuovo aeroporto di Heraklion, capoluogo dell'isola.

Una struttura labirintica.

La struttura appena localizzata è costituita da otto anelli concentrici di pietra che convergono in un edificio centrale circolare. Le mura, costruite su diversi livelli, hanno uno spessore medio di 1,40 metri e l'altezza massima stimata è di 1,7 metri. Gli anelli formano un edificio circolare (zona A) di quindici metri di diametro al centro, con una struttura di nove metri di diametro divisa in quattro spazi.

Questa struttura è composta da otto anelli concentrici di pietra che convergono in un edificio circolare centrale

All'interno della struttura centrale si trovano quattro zone in cui le pareti radiali si intersecano verticalmente. Nella cosiddetta zona A, che è circondata da una seconda zona principale denominata zona B, larga 6,9 metri, le pareti radiali si intersecano verticalmente con gli anelli dei livelli inferiori formando spazi più piccoli, il che la rende una struttura quasi labirintica. Queste due aree sembrano aver avuto la maggiore concentrazione di attività umane, come indica la presenza di un gran numero di ossa di animali, forse sacrificate in riti religiosi.

I lavori di scavo hanno portato alla luce anche due possibili ingressi sui lati sud-ovest e nord-ovest, e gli archeologi ipotizzano che questa struttura unica sia stata costruita tra il 2000 e il 1700 a.C., all'inizio del periodo minoico medio (M M I – II), mentre la presenza di resti di ceramiche indica che il complesso continuò ad essere attivo durante il periodo neopalaziale (dal 1700 al 1400 a.C.).

Veduta aerea della struttura circolare e labirintica di epoca minoica scoperta sull'isola di Creta© Foto: Ministero della cultura greco

Riguardo a questa incredibile e inaspettata scoperta, la ministra della cultura greca, Lina Mendoni, ha affermato che «i lavori di costruzione dell'aeroporto devono proseguire senza ostacoli, ma dobbiamo anche proteggere questo reperto unico e di eccezionale interesse. Abbiamo effettuato un'analisi del sito archeologico e la priorità di tutte le parti è proteggere questo complesso. Il progetto del nuovo aeroporto può andare avanti e i reperti possono essere protetti, come va fatto». Così si cercherà un'altra posizione per il radar dell'aeroporto.

Questa struttura unica sulla collina di Papoura è il primo monumento del genere ritrovato e scavato a Creta. Secondo gli archeologi, viste le dimensioni, la struttura architettonica e l'elaborata costruzione, si trattò di un lavoro considerevole, eseguito da esperti costruttori e controllato da una potente amministrazione centrale.

Allo stesso modo, gli archeologi assicurano che, per la sua imponenza, potrebbe trattarsi di una sorta di edificio comunitario che fungeva da punto di riferimento per la regione. Forse si potranno stabilire parallelismi costruttivi con l'edificio ellittico di Chamezi, sempre a Creta, o con il cosiddetto edificio circolare ciclopico nella cittadella micenea di Tirinto, sulla penisola del Peloponneso.

https://www.msn.com/it-it/viaggi/notizie/scoperta-un-enigmatica-struttura-labirintica-sull-isola-di-creta/ar-BB1oTYni?bncnt=BroadcastNews_TopStories&ocid=MY02D8&FORM=BNC001&cvid=25e15f10fde449288d78c473a33ba2aa&ei=22

mercoledì 26 giugno 2024

Com'era la Terra durante le 5 estinzioni di massa? | Documentario Storia...

Le cinque estinzioni di massa sulla Terra in un'animazione: così è stata messa a rischio la vita.

 

Nella storia della Terra si sono verificati cinque estinzioni di massa, almeno a partire da 500 milioni di anni fa. Sappiamo molto poco degli eventi del Precambriano e del Cambriano, che sono precedenti a questi. Questi eventi, ricreati con un'animazione realizzata dalla pagina Instagram Astronomy Hub, sono chiamati "Big Five" per ovvie ragioni e sono contrassegnati da cinque cause scatenanti. Alla fine dell'Ordoviciano (443 milioni di anni fa), gli intensi periodi glaciali e interglaciali hanno creato grandi oscillazioni del livello del mare e hanno spostato drasticamente le coste. Il sollevamento tettonico dei monti Appalachi ha generato un'intensa attività meteorologica, il rilascio di CO2 e, di conseguenza, cambiamenti nel clima e nella chimica degli oceani. Nel Tardo Devoniano (374 milioni di anni fa) la rapida crescita e diversificazione delle piante ha generato un rapido e forte raffreddamento globale. Alla fine del Permiano (252  milioni di anni fa) un'intensa attività vulcanica in Siberia ha causato il riscaldamento globale e l'aumento dei livelli di CO2 e di zolfo provocando l'acidificazione degli oceani, piogge acide e altri cambiamenti nella chimica degli oceani e della terraferma. Alla fine del Triassico (200 milioni di anni fa) l'attività vulcanica sottomarina ha causato il riscaldamento globale e un drastico cambiamento nella composizione chimica degli oceani. Infine la quinta estizione, avvenuta alla fine del Cretaceo (65 milioni di anni fa), è stata causata dall'impatto di un asteroide nello Yucatán, in Messico, che ha causato un cataclisma globale e un rapido raffreddamento della terra. Alcuni cambiamenti potrebbero essere già precedenti all'arrivo di questo asteroide, con un'intensa attività vulcanica e un sollevamento tettonico. A tutti è nota per la scomparsa dei dinosauri.

https://www.lastampa.it/scienza/2023/11/24/video/le_cinque_estinzioni_di_massa_sulla_terra_in_unanimazione_cosi_e_stata_messa_a_rischio_la_vita-13885167/#:~:text=Nella%20storia%20della%20Terra%20si,che%20sono%20precedenti%20a%20questi.

Le Estinzioni di Massa nella storia della Terra - documentario.

Potere, democrazia, uguaglianza, utopia.

 

"Vuolsi cosi' colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare..."

E il "libero arbitrio", dettato da Dio secondo la religione cristiana, che fine ha fatto?
Perchè è lapalissiano che vale la regola di chi comanda, alla faccia dell'utopistica* "democrazia", parola ormai svuotata di significato.
Qui, da noi, il popolo elegge qualcuno che crede di conoscere e che, una volta seduto sullo scranno conquistato, gli volta le spalle ed esercita il proprio volere acquisendo potere e creando quelle sostanziali differenze contrastanti con l'articolo 3 della Costituzione che recita:

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."

e che, come è evidente, è stato emendato più volte ad uso e consumo di chi non accetta le uguaglianze espressamente citate e volute da chi le ha scritte.

cetta


utopia*
Dizionario
/u·to·pì·a/
sostantivo femminile
Quanto costituisce l'oggetto di un'aspirazione ideale non suscettibile di realizzazione pratica.
"è un'u. la perfetta uguaglianza tra gli uomini"
PARTICOLARMENTE
Ideale etico-politico destinato a non realizzarsi sul piano istituzionale, ma avente ugualmente funzione stimolatrice nei riguardi dell'azione politica, nel suo porsi come ipotesi di lavoro o, per via di contrasto, come efficace critica alle istituzioni vigenti.

martedì 25 giugno 2024

Assange patteggia con gli Usa, è libero e ha lasciato il Regno Unito. Tornerà in Australia. La moglie Stella: “Sono euforica” di Massimo Basile

 

L'accordo è stato chiuso con il Dipartimento di Giustizia e permetterà al fondatore di Wikileaks di evitare la prigione negli Stati Uniti. Per Joe Biden un problema in meno a pochi mesi dal voto: l’attivista aveva sostenitori anche in una parte della base progressista americana.

L'articolo su:

https://www.repubblica.it/esteri/2024/06/25/news/assange_patteggia_australia_usa-423280846/

lunedì 24 giugno 2024

JUNG E IL CODICE DA VINCI DI DAN BROWN - Viviana Vivarelli

 

Il Cristianesimo congela alcune delle maggiori contrapposizioni ontologiche: il Bene e il Male, il Cristo e l’Anticristo, l’uomo e la donna, il Dio e la Dea. Nel mondo cristiano i valori della Dea spariscono.
Il Cristianesimo distrugge uno dei rami dell’antinomia yin/yang, senza risolverla.
La dottrina cristiana si fonda interamente sulla potenza di un Dio Padre-Creatore con sacerdozio maschile, mentre annichilisce i valori della Dea, ovvero dell’energia femminile.
Appoggiandosi a Costantino, la Chiesa di Roma non ha istituzionalizzato una religione paritaria aperta ai due lati dell’umanità e in grado di esprimere le due valenze dell’energia naturale umana, ma ha trasformato il paganesimo matriarcale in una potenza teocratica maschilista e misogina, demonizzando lo spirito della Dea, allontanando dal femminino sacro i valori di cura e protezione del mondo che sono sempre stati propri della Grande Madre.
Questo monopolio del maschile, incentrato sul potere, ha poi avallato la distruzione tecnologica della natura, appoggiando o giustificando ogni sorta di violenza e di guerra.
L’era dei Pesci (i 2000 anni dell’era cristiana) avrebbe dovuto essere il tempo dell’amore e della fratellanza, invece ha dilaniato il mondo nelle contrapposizioni feroci, e si chiude ora nei bagliori della guerra, con un mondo diviso e dominato dalla strategia del terrore.
Nel 1916 uno scritto automatico aveva spinto Jung a ricercare le origini del Cristianesimo attraverso lo gnosticismo.
Gli gnostici, attraverso vie paranormali, aprirono a Jung la concezione di un Dio delle origini, che è insieme maschile e femminile, ed egli completala visione con otto anni di studio si quella parte dispersa della storia del Cristianesimo, evidenziando come la svolta totalitaria del Concilio di Nicea (325 d.C.), aveva configurato in modo fisso il mondo cristiano, distruggendo i valori del divino femminile.
Gli gnostici avevano composto la dualità del ‘Pesce astrologico’ in una divinità che era insieme maschio e femmina, creando delle comunità paritarie in cui i poteri sacerdotali erano ripartiti tra uomini e donne. Ma il desiderio di dominio prevalse nei vescovi cristiani del 3° secolo sul messaggio di amore, travisando la visione primitiva e inglobando la distribuzione sessista del potere e il patriarcato di Roma.
Jung scrive che non vi sarà pace finché la società non integrerà le valenze del maschile come del femminile e applica questa regola di conciliazione psichica a tutta la storia dell’Occidente.
Finché i valori del femminile (la compassione, la cura, l’empatia, la partecipazione, il rispetto per la natura) non saranno riconosciuti e integrati, non ci sarà pace sulla Terra.
Se l’era dei Pesci è stata quella dell’opposizione, la successiva era dell’Acquario dovrà essere quella della conciliazione, pena la fine del mondo. Giustamente papa Giovanni ha detto in una sua profezia: “Il tempo nuovo sarà il tempo delle donne.” Cioè solo se gli uomini faranno riaffiorare i valori della Dea, le virtù della Grande Madre, ci sarà speranza di uscire dalla catena della paura e del conflitto per iniziare la via della fiducia e della pace.
Ragionevolmente un mondo nuovo potrà rinascere, solo se piccoli gruppi cominceranno a praticare di nuovo la compassione, l’aiuto, la condivisione, l’attività disinteressata, la partecipazione. Papa Giovanni, assieme a Papa Luciani, ha chiamato Dio “Madre”. E ha profetizzato: “Tutti periranno. Si salveranno solo i gruppi”, riecheggiando l’Apocalisse, i “144.000 giusti”, ovvero 12 x 12, come 12 erano stati gli apostoli. In un gruppo piccolo ci sono meno tentazioni di potere e sono più forti i vincoli naturali dell’amicizia.
Il dettato automatico di Jung su Basilide è del 1916.
Se nel cristianesimo c’era un difetto, non era contenuto negli inizi, ma apparve nella svolta del 3° secolo con Nicea e si consolidò poi statuendo una chiesa di potere e non di amore.
La Chiesa sotterrò tutte le testimonianze che mostravano la sua svolta unilaterale ma, per un contrappasso dello Spirito, ciò che era stato cacciato sarebbe riemerso e ciò avvenne, curiosamente, alla fine dell’era cristiana, e proprio nella forma dell’anfora (simbolo dell’Aquario).
Nel 1897, a Ossirinco, in giare (anfore) viene ritrovato il Vangelo di Tommaso che delinea un Cristo molto diverso.
Nel 1945 si trovano le giare di Nag Hammadi e viene alla luce una intera biblioteca gnostica che rivela il pensiero del primo cristianesimo.
Nel 1947 abbiamo lo strepitoso ritrovamento di QUMRAN, 870 rotoli del Mar Morto su Antico Testamento e scritti esseni, precedenti e contemporanei al Cristo, dove si ipotizza che egli sia stato un Gran Maestro di Giustizia.
La religione tradita mostrava le prove del suo tradimento. I codici esseni e gli scritti gnostici rivelano, in particolare, quanto grande era stato da parte della Chiesa il tradimento del mondo femminile. Gli Gnostici avevano analizzato proprio lo hieros gamos o nozze sacre, unione di maschile e di femminile, che sarà poi il principio fondamentale del pensiero junghiano che lo faranno diventare uno dei maggiori esperti di alchimia del mondo.
Il Dio degli gnostici era stato una divinità tanto maschile quanto femminile, ma il Cristianesimo aveva ucciso questa armonia. La sua scelta lo portava a discriminare la società secondo basi sessiste e a disprezzare i valori attinenti al femminile come subordinati, disprezzando la terra, la natura, la materia, l’amore, la sessualità.
Ma l’atteggiamento dei primi cristiani non era questo.
Il Cristianesimo delle origini era molto diverso, ma, quando la Chiesa si strutturò come religione di stato, assunse le strutture formali del maschilismo romano, e, quando dovette scegliere tra gli 80 Vangeli che riportavano variamente la vita e le parole del Cristo, operò una selezione drastica e mirata, creando un Cristo su misura e respingendo le altre possibilità.
Così fu negato il fatto che i Vangeli apocrifi dicevano che il Cristo si era sposato, e addirittura due volte, forse con Maria Maddalena, che non era una prostituta, come si è voluto insinuare poi, ma solo una donna bella e intelligente, al punto che in alcuni Vangeli apocrifi i discepoli accusano Cristo di amare lei più di loro e di volerla come capo della sua chiesa.
Dan Brown riprende appunti in modo fantasioso questo filone, facendo della Maddalena non solo la sposa del Cristo ma addirittura l’apostolo più fedele, quello che appare nell’affresco di Leonardo, alla sua sinistra ne “L’ultima Cena”. È certamente il gioco di fantasia di un romanziere, ma suscitò la reazione convulsa e esagitata della Chiesa di Roma a indicare come sotto ci fosse un tasto dolente, un enorme delitto storico: la negazione della donna. Per quella negazione era più facile mettere all’indice il romanzo che affrontare le responsabilità etiche e giuridiche di una Chiesa che per 2000 anni aveva discriminato e combattuto le donne. Su questa scelta, perpetrata con furia iconoclasta sui simboli del femminile sacro, si è stabilizzata la storia dell’Occidente, la sua cultura, la sua gerarchia di valori.
Forse, inizialmente, ci fu solo una strategia politica. Il maschilista mondo romano non avrebbe mai approvato una chiesa diretta da una donna, sarebbe stata una rivoluzione sociale inaccettabile e così la Chiesa si adeguò al maschilismo romano, senza apportare troppe rivoluzioni culturali e sociali.
Non sapremo mai cosa avvenne duemila anni fa: forse il Cristo si sposò, forse rimase l’uomo virginale che la Chiesa ci ha imposto e che ha giustificato sia la gerarchia del sacerdozio maschile che la demonizzazione della sessualità e della donna in quanto tentatrice. Non è storicamente verosimile che un palestinese di 33 anni non fosse sposato, lo comandavano le leggi morali, e, se non lo avesse fatto, sarebbe stato mal visto. Se il Cristo fosse stato sposato, è verosimile che avesse dei figli, sicuramente ebbe dei fratelli, e la Chiesa cancellò anche questi nell’esigenza di calare in Maria la spodestata Dea Vergine. Sicuramente il Cristo non fu misogino, com’è stata la Chiesa per duemila anni e come è tuttora; certo non trattava le donne come esseri inferiori e subordinati e non avrebbe mai pensato che in suo nome la donna sarebbe stata privata dell’anima per 1300 anni e che anche dopo due millenni le sarebbe stato vietato di esercitare il sacerdozio.
Se era un Cristo di amore, se la sua parola era rivoluzionaria, a maggior ragione non avrebbe mai convalidato il conformismo maschilista successivo.
I Vangeli gnostici parlano tranquillamente di amore tra uomo e donna, dicono che sono esseri simili, e che anche la donna deve crescere nella conoscenza, dunque non pongono limiti alle sue facoltà intellettive.
La vera rivoluzione della parola del Cristo non era stata solo la liberazione degli schiavi, considerati uguali ai liberi, ma la liberazione delle donne, considerate pari agli uomini. Del resto, che parola di libertà sarebbe stata la sua, se avesse lasciato metà dell’umanità in una condizione di dipendenza? Per questo il messaggio cristiano trovò così largo consenso femminile. Per questo le prime martiri erano disposte a dare la vita per il nuovo credo. Non certo per cadere in un giogo uguale all’antico. Sicuramente la parola del Cristo destò tanto fervore perché vi si parlava di amore, che è una caratteristica del femminile, e non del potere, che è una regola del maschile, ma altrettanto sicuramente perché vi si parlava di libertà per tutti.
Ma, quando la Chiesa si strutturò come istituzione statale, di quella parità non si parlò più e chiunque volle avanzare richieste in tal senso fu tacciato di eresia.
Quando nel 325 l’imperatore pagano Costantino, per mettere pace nel suo impero, decise di unificare Cristianesimo e Paganesimo, fissando una religione sola, cercò un sistema religioso che fosse accettabile da tutti e non troppo rivoluzionario e che facesse prevalere elementi conservatori. Si decise che il Cristo nascesse il 25 dicembre, che era già una festa pagana, che si appoggiava sul solstizio d’inverno, momento in cui la luce del giorno riprendeva ad allungarsi, indicante simbolicamente la nascita della luce e degli dei relativi: Mitra, Dioniso, Osiride, Apollo…
Il mito del dio morto e resuscitato dopo tre giorni era presente in tutto il mondo antico, da Dioniso a Mitra e ugualmente era comune il simbolismo della dea madre ma vergine.
Antichissimi archetipi sopravvissero a contrassegnare l’esistenza del Cristo, che usciva dalla storia per entrare nell’eternità. La leggenda riprese il mito della stella e quello dell’offerta al bambinello di oro, incenso e mirra, come erano stati offerti al piccolo Krishna.
Il problema più grosso era stabilire la sua natura, se era un uomo o era Dio, e, per pochi voti, si decise che Cristo fosse Dio. Questo segna la differenza tra l’interpretazione del Cristo nella Chiesa di Roma o in altre confessioni, come l’Islam, che lo ritengono solo un grande uomo santo. La divinità fu il risultato risicato di una serie di votazioni, dove prevalsero gli opportunisti che nella divinità del Cristo videro una forte leva di potere. Così nacque una nuova religione. Si distrussero i Vangeli che parlavano di un Cristo uomo e si tennero quelli da cui si poteva dedurre la figura di un Cristo Dio. Tutto quello che era femminile fu collegato al peccato, si fece ripiombare la donna in un mondo di dolore, di colpa, di non potere, e, quando essa divenne curatrice della malattia, la si bollò come strega e si compì su di lei il più grande genocidio della storia.
La donna fu considerata l’essere impuro per eccellenza, collegata al peccato e al demonio, la tentatrice. Su questa condanna fu costruita una gerarchia potente che per i mille anni del Medioevo concentrò la conoscenza e la gestione nelle mani di soli pochi uomini.
Ma per quanto la Chiesa abbia cercato di far sparire le tracce degli Esseni e degli Gnostici e abbia tacciato di eresia tutti gli interpreti discordanti, al termine dei duemila anni del suo predominio totalitario, e di poco successivi gli uni agli altri, i ritrovamenti dei rotoli del Mar Morto e dei manoscritti di Nag Hammadi arrivarono improvvisamente e straordinariamente a rivelare una verità che era stata nascosta per duemila anni. Questi ritrovamenti costituivano un pericolo per la religione istituzionale che ha cercato di nasconderne gli effetti o di confutarli in ogni modo.
La Chiesa di stato aveva divinizzato il Cristo per fondare su di lui le basi del suo potere. Ora si poteva scoprire che queste basi erano artefatte.
Ecco perché, nel 2004, il romanzo giallo fantasy, ‘Il codice da Vinci’ dello storico d’arte americano Dan Brown, diventa di colpo un best seller che propagandava in modo volgarizzato e popolare l’intera storia.
Come alcuni anni prima un altro best seller, anche questo malamente scritto e poco verisimile, pessima miscellanea di motivi new age, “La profezia di Celestino”, aveva diffuso di colpo nuovi modi di pensare nelle persone più aliene dall’esoterismo, ora un giallo d’autore diffondeva in modo romanzato uno dei maggiori segreti della Chiesa.
Ma ormai la Chiesa di Roma dava vistosi segni di cedimento e non era più un’autorità riconosciuta, anche se non abbandonava nessuno dei capisaldi su cui aveva fondato il suo immenso potere materiale e spirituale, appoggiandosi sempre alla potenza degli Stati. In particolare la Chiesa non aveva mai corretto la disparità tra uomo e donna. Invece la parità tra il principio maschile e quello femminile interessava moltissimo Jung e fu il motivo portante di tutta la sua vita. A differenza di Freud, il cui sistema è tutto improntato sulla sessualità maschile, Jung operò costantemente per l’emersione del principio femminile e delle sue facoltà e il punto principale del pensiero gnostico, che gli era apparso per vie paranormali e su cui meditò per otto anni, fu proprio lo hieros gamos, le nozze sacre, la complementarietà e l’integrazione tra le due valenze della psiche e del mondo, lo yin e lo yang, uniti nella perfezione del Tao.
Così tutta la vita e l’opera di Jung sembrano rivolti a questo compito: non tanto indagare la psiche umana, quanto far riaffiorare i valori della Dea, facilitare l’integrazione delle energie, non solo nella psiche ma nel mondo, in quanto il mondo non è che la proiezione di ciò che si dilania o si armonizza nella nostra anima.
A questo punto occorreva un passaggio, che collegasse lo spirito alla natura, che facesse riemergere i valori della Dea attraverso ciò che la Chiesa aveva respinto: la materia.
Arrogandosi un potere assoluto sullo Spirito, la Chiesa cristiana aveva demonizzato, insieme al potere femminile, anche la materia, la Terra, la fisica, la ricerca sulle trasformazioni naturali. Ma questo passo intermedio non poteva essere assunto dalla scienza, in quanto la scienza moderna aveva dissacrato la natura e l’aveva violentata in nome di una razionalità prevaricante. La scienza era diventata non il luogo del sapere ma il mezzo attraverso cui il potere si esercitava sul mondo, si era mescolata alla politica e al mercato e dunque non poteva essere il campo del femminile ritrovato.
Doveva esserci un modo diverso di trattare la natura secondo il suo spirito ctonio e quel modo era “l’alchimia”. Ecco perché Jung passa gli ultimi 30 anni della sua lunga vita occupandosi di alchimia.
Di nuovo è lo Spirito che interviene, guidandolo e lo fa con i sogni.
Se lo studio dello gnosticismo fu preceduto da una trance, quello dell’alchimia cominciò con una serie di sogni (1926): “… essi mostravano che, accanto alla mia casa, ce n’era un’altra, o un’ala di essa, che mi era estranea. Alla fine venne un sogno in cui la raggiunsi. C’era una bellissima biblioteca con libri del 1600-1700, rilegati in pelle di cinghiale. Tra questi, alcuni decorati con strane incisioni in rame e illustrazioni con simboli che non avevo mai visto. Più tardi scoprii che erano simboli alchemici. Nel sogno ero consapevole del loro fascino. In un altro sogno ero imprigionato in un castello del 1700.”
Il sogno in cui si trovano nuove ali della casa indica che si stanno aprendo nuove parti della psiche e ciò prefigura l’accesso a nuove vie conoscitive. La parte maschile di Jung stava per incontrarsi con la sua parte femminile. Il sogno della biblioteca preannuncerà una via di cui Jung non è ancora cosciente e che si dispiegherà con la ricerca degli ardui testi ermetici.
Con l’alchimia il logos tornava alla Natura, nel mondo maschile risorgeva la Dea.
Il simbolo tornava là dove era nato, alla terra. Aprendosi all’alchimia, Jung sperava di capire dove sarebbe andato il mondo e come sarebbe stato il tempo nuovo.
Inizia così la sua ultima ricerca, quella sulle energie sottili, le comunicazioni, i mutamenti, il sostrato comune, il rapporto tra energia della natura e psiche umana, un’applicazione diversa dalla scienza e dalla filosofia ma prossima al misticismo, la magia, lo sciamanesimo, la religione, l’arte… Jung scopre allora di riprendere il filo sottile che lo lega al suo predecessore kahrmico: PARACELSO, il grande medico alchimista del Rinascimento. È a metà della sua vita, ha 53 anni, gli ultimi 33 saranno la prosecuzione naturale del cammino dei grandi alchimisti, dal 1928 alla morte. Sono di questo periodo i suoi testi esoterici più difficili.
Quando Jung si imbatte nell’alchimia, vede che è la conclusione naturale di tutta la sua ricerca: lo gnosticismo, la filosofia naturalistica, la psicologia dell’inconscio, il Tao… tutto si unisce, i simboli gnostici si collegano a quelli dell’inconscio e alle immagini alchemiche. Nell’alchimia si ritrovano le immagini del Piccolo Ignoto e del Grande Ignoto, dell’Oriente e dell’Occidente, del maschile col femminile, del Dio e della Dea. L’alchimia risolse il problema che Jung si era portato dentro fin dall’infanzia: il problema del suo rapporto con la madre, che velava un problema più grande: il rapporto del mondo cristiano con la Dea, del maschile col femminile, del logos con l’eros, dell’Animo e l’Anima, della parte maschile del mondo con quella femminile. Questo principio, dell’integrazione delle energie, era stato ampiamente elaborato dalle ricerche operative, clandestine e segrete, degli alchimisti per tutta l’era cristiana, ma principalmente tra il 1100 e il 1500, ed è verosimile che uno dei maggiori alchimisti sia stato proprio Leonardo da Vinci.
Gli alchimisti furono operatori dell’invisibile nel visibile. Lavorando sulla materia, riconducendosi allo spirito femminile, profondo, della Terra, per studiarne il simbolismo e la trasformazione, attraverso la fusione col principio maschile dell’energia, o spirito del Cielo.
L’alchimia occuperà l’attenzione di Jung per 30 anni, dando alla sua vita una straordinaria completezza. In fondo tutta la sua ricerca aveva avuto uno scopo finale: le nozze alchemiche, l’incontro dei due principi fondamentali dell’universo, che aveva scandagliato come psicologo all’interno della psiche e ora gli apparivano come principi fondamentali di ogni trasmutazione, uniti nell’ermafrodita, il Rebis, Re e Regina. Questo compimento si realizzerà alla fine della sua vita proprio in un mirabile sogno dove, con indicibile piacere, in un Eden sovrannaturale, assisterà alle nozze di Zeus con Hera, il dio del Cielo e la dea della Terra, il principio maschile e quello femminile dell’universo.
Il testo di Don Brown sfiora molti degli argomenti che abbiamo trattato. Riporto integralmente: “In termini di profezie siamo attualmente in un’epoca di enormi cambiamenti. Il vecchio millennio si è appena concluso e con esso è finita, dopo 2000 anni, l’età astrologica dei Pesci e il pesce è anche il segno di Gesù. Come qualsiasi esperto di simboli astrologici ci può confermare, l’ideale dei Pesci è che l’uomo debba ricevere ordini dai poteri superiori, perché è incapace di pensare da solo. Perciò questa è stata un’epoca di fervore religioso. Adesso però entriamo nell’età dell’Acquario, il portatore d’acqua, il cui ideale afferma che l’uomo è capace di apprendere la verità e di pensare da sé. Il cambiamento ideologico è enorme ed avviene proprio ora.”
Quando la Chiesa volle distinguersi dal mondo pagano, sottolineando in modo dogmatico, la propria diversità, fu deciso che molti degli antichi simboli dell’energia assumessero un significato negativo. Fu così per il serpente, che connotava le energie della Terra, e divenne simbolo del diavolo, e fu così per il pentacolo, segno femminile, che venne attribuito alla magia nera. In realtà il pentacolo era un simbolo precristiano legato al culto della natura e al culto della Dea, ma la Chiesa demonizzò la Dea e i suoi attributi, e cacciò il femminile dall’universo sacro, tentando di cancellarne la storia. Dice sempre Brown: “Gli antichi vedevano il mondo diviso in due metà, maschile e femminile. I loro dei e le loro dee cercavano di mantenere un equilibrio dei poteri, Yin e Yang. Quando il principio maschile e quello femminile non erano equilibrati, sorgeva il caos. Il pentacolo rappresentava la metà femminile di tutte le cose, un concetto religioso che gli storici delle religioni chiamano ‘il femminino sacro’ o ‘la DEA’. Le religioni antiche erano basate sull’ordine divino della natura. La dea Venere e il pianeta Venere erano una cosa sola. La dea aveva un posto nel cielo notturno ed era nota con vari nomi: Venere, la stella dell’est, Ishtar, Astante, tutti possenti concetti femminili legati alla Natura e alla Madre Terra. Il pianeta Venere traccia un pentacolo perfetto sull’eclittica ogni otto anni. Gli antichi lo avevano visto e il pentacolo era stato preso come simbolo della perfezione, della bellezza e degli aspetti ciclici dell’amore sessuale. Come tributo alla magia di Venere, i Greci avevano fatto ricorso al suo ciclo di otto anni per organizzare anche i giochi olimpici. La stella a 5 punte stava per diventare simbolo ufficiale delle Olimpiadi ma all’ultimo minuto fu trasformata in 5 anelli intrecciati. La Chiesa prese questo bellissimo simbolo femminile e lo fece diventare il simbolo del diavolo.”
Oggi il pentacolo che era un simbolo di protezione è diventato il Pentagono, massimo organo militare per le guerre di conquista americane, il segno di Venere è diventato un segno di guerra e viene dipinto sui bombardieri e messo sulle spalline dei generali, con buona pace della dea dell’amore e della bellezza.
Un pentacolo è anche il famoso disegno di Leonardo dell’uomo vitruviano, posto come una stella a 5 punte, all’interno di un cerchio protettivo, segno di unione di maschile e di femminile.
Dice ancora Dan Brown: “Nessuno poteva negare l’enorme bene fatto dalla Chiesa nel mondo sofferente di oggi, ma essa aveva alle sue spalle una lunga storia di inganni e di violenze. La sua brutale crociata per rieducare le religioni pagane e il culto della femminilità era durata tre secoli e aveva impiegato metodi astuti e terribili. L’opera più sanguinaria era stata il manuale contro le streghe, il Malleus maleficarum, contro ‘il pericolo delle donne che pensano liberamente’ che aveva insegnato al clero come individuarle, torturarle e distruggerle. La categoria delle streghe comprendeva tutte le donne istruite, le sacerdotesse, le zingare, le amanti della natura, le erboriste... anche le levatrici erano uccise per la loro pratica eretica di servirsi di conoscenze mediche per alleviare i dolori del parto, una sofferenza che per la Chiesa era la giusta punizione di Dio per la tentatrice... La donna, un tempo celebrata come l’essenziale metà dell’illuminazione spirituale, era stata bandita dai templi… Non c’erano rabbini di sesso femminile, né sacerdotesse cattoliche, né imam islamiche. L’atto, un tempo sacro, dello yeros gamos, l’unione sessuale tra uomo e donna, con cui ciascuno dei due acquistava l’unità spirituale, era stato ridefinito come peccato!.. I giorni della dea erano finiti… La Madre Terra era divenuta un mondo di maschi e gli dei della distruzione e della guerra avevamo prelevato il loro terribile tributo. Per due millenni l’io maschile non era stato frenato dalla sua controparte femminile”.
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Nell'immagine il REBIS, figura alchemica dell'unione tra maschile e femminile.

IL MISTERO DI CHI C’ERA PRIMA DEGLI EGIZI.

 

Analizzando la storia egizia, risulta evidente che la loro civiltà non partì completamente “da zero”. Alcuni dei massimi capolavori della civiltà egizia sono stati creati quando questo popolo era appena agli inizi del suo sviluppo. Risulta quindi piuttosto evidente che i “primi egizi” si sono appoggiati alla tecnologia di qualcuno vissuto nella stessa zona geografica prima di loro. Facciamo qualche esempio.
In base alla ricostruzione della storia fatta dagli egittologi, la “Piramide a gradoni di Djoser” è una sorta di “pietra di paragone” per tutte le piramidi che si trovano in Egitto. Questa è la prima piramide di cui si è ragionevolmente certi di conoscere il costruttore, il committente e il periodo di costruzione. Venne costruita per ordine del faraone Djoser, dietro progetto del suo famosissimo funzionario Imhotep, verso il 2.630 a.C. Su questa piramide, quindi, sono tutti abbastanza d’accordo.
Ne deduciamo che, ogni piramide che, in maniera ipotetica, si trovasse sul suolo egiziano ma che risulterebbe essere “precedente” alla “Piramide a gradoni di Djoser”, costruita verso il 2.630 a.C., non potrebbe essere considerata “egizia” nel senso che noi oggi diamo a questo termine. Sarebbe stata costruita da qualcuno che è venuto prima dei faraoni. I faraoni, quindi, si sarebbero solo limitati a “prenderne” possesso, facendola apparire come “roba loro”. Le cose sono andate così? Facciamo alcuni esempi basati sulle ultime scoperte della scienza.
Con una rilevazione effettuata con il metodo della “Luminescenza stimolata otticamente (OSL)”, compiuta dal Dipartimento di Archeometria dell´ Università dell’Egeo, in Grecia, è stato rilevato che la roccia calcarea del tempio di Qasr-el-Sagha può risalire addirittura al 5550 a. C. (datazione media: 4700 ± 850 a.C.). Questo tempio può essere fino a 3.000 anni precedente alla Piramide di Djoser.
Usando lo stesso metodo di datazione, si è scoperto che Il granito rosso utilizzato per coprire la base della facciata della Piccola Piramide (Piramide di Micerino), esaminato con questo moderno sistema di datazione restituisce come data più antica il 4.400 a.C. (Datazione media 3450 ± 950 a.C.). Quella roccia può essere sta posta anche 2.000 anni prima della costruzione della Piramide di Djoser. E parliamo dello strato esterno della piramide, che potrebbe essere stato restaurato in tempi successivi. Il sui ‘cuore’ può essere molto più antico.
Chi ha edificato quelle e altre costruzioni che noi chiamiamo comunemente ‘egizie’? Certo non gli ‘egizi’ che noi conosciamo…
L’articolo continua sul libro:
HOMO RELOADED – 75.000 ANNI DI STORIA NASCOSTA

domenica 23 giugno 2024

“Il cancro è scomparso” Malato terminale guarisce dal tumore grazie ad una nuova cura innovativa.

 


Paulo Peregrino, 61 anni, è stato detto che non c’era alcuna possibilità che il suo cancro migliorasse prima di sottoporsi al trattamento innovativo ad aprile. Domenica l’uomo è stato dimesso dall’Hospital das Clínicas della Facoltà di Medicina dell’Università di San Paolo (USP) in Brasile. A dare la notizia Radioagência Nacional. Il 61enne aveva ricevuto la terapia cellulare CAR-T , uno dei trattamenti antitumorali più avanzati sviluppati fino ad oggi.

Implica la rimozione e l’isolamento delle cellule immunitarie conosciute come linfociti T, o cellule T, dal corpo. Queste cellule sono responsabili della lotta contro i patogeni e dell’uccisione delle cellule infette. Una volta rimosse, le cellule vengono “riprogrammate” per diventare più efficaci nel prendere di mira e distruggere le cellule tumorali. Vengono quindi reinfusi nel corpo del paziente. L’intero processo può richiedere circa 60 giorni.

La terapia cellulare CAR-T è emersa negli Stati Uniti e ha iniziato a essere utilizzata sperimentalmente per il trattamento di pazienti con cancro terminale all’inizio degli anni 2010. È stato approvato dalla Food and Drug Administration nel 2017. Sebbene la terapia abbia dimostrato di essere efficace, è costosa, costando centinaia di migliaia di dollari per paziente, e attualmente può essere utilizzata solo per trattare alcuni tipi di cancro, come il linfoma, la leucemia e il mieloma.

Inoltre, al momento è disponibile solo in alcuni paesi, tra cui Stati Uniti, Cina, Regno Unito e Australia. Peregrino è uno dei pochi brasiliani sottoposti al trattamento innovativo, con la disponibilità della terapia cellulare CAR-T molto limitata nel suo paese d’origine.

A Peregrino è stato diagnosticato un cancro alla prostata nel 2010 e poi un linfoma non Hodgkin circa dieci anni dopo, ha riferito l’agenzia di stampa A24. Aveva esaurito le opzioni a sua disposizione per il trattamento del suo linfoma, sottoponendosi a 45 sedute di chemioterapia in un periodo di cinque anni, oltre a un trapianto di midollo osseo. Poi è stato selezionato per sottoporsi alla terapia CAR-T e l’intero tumore è scomparso a seguito della terapia innovativa.

“Ora dobbiamo seguire il caso. Sappiamo che dopo un certo tempo la malattia può ripresentarsi. Si parla solo di una cura totale del cancro dopo cinque anni. Tuttavia, questo è già molto incoraggiante perché non c’era più alcun tipo di terapia per lui”, ha detto ad A24 il medico e ricercatore Vanderson Rocha della Facoltà di Medicina dell’USP, che ha partecipato al trattamento di Peregrino. Dei pochi pazienti che sono stati trattati con questa terapia in Brasile, il 60% ha visto scomparire il cancro in soli 30 giorni.

https://www.dcnews.it/2024/06/22/il-cancro-e-scomparso-malato-terminale-guarisce-dal-tumore-grazie-ad-una-nuova-cura-innovativa/?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTAAAR0tuGFr2Xi18BUlVos_xZAzCUYTjqRsRU9udQJekRsFFDjAwhBrhr6r-e8_aem_9v2XhPhP2ghTOTmd0kbt6Q