i glicini di cetta
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
lunedì 7 aprile 2025
Francesca Mannocchi sul femminicidio a Propaganda Live - postato da Lorenzo Tosa
I Giganti di Mont'e Prama.
I Giganti di Mont'e Prama (Sos gigantes de Mont’e Prama in lingua sarda[1][3][4]) sono antiche sculture risalenti alla Civiltà nuragica ritrovate casualmente nel marzo del 1974 in località Mont'e Prama nel Sinis di Cabras, nella Sardegna centro-occidentale. Sono state scolpite a tutto tondo ognuna a partire da un unico blocco di calcarenite locale proveniente da cave distanti in linea d'aria sedici chilometri. La loro altezza varia tra i due e i due metri e mezzo e come nelle raffigurazioni dei bronzetti nuragici rappresentano arcieri, guerrieri e pugilatori. Insieme alle statue furono rinvenute sculture raffiguranti nuraghi, oltre a numerosi betili del tipo "oragiana",[5] tipico manufatto artistico presente nell'esedra delle tombe dei giganti.[6] Il complesso scultoreo ricomposto in seguito al restauro è costituito da trentotto sculture di cui cinque arcieri, quattro guerrieri, sedici pugilatori, tredici modelli di nuraghe.
Le statue sono state ritrovate spezzate in numerosi frammenti in connessione a una vasta necropoli costituita attualmente (2021) da circa 150 sepolture. Nelle tombe a pozzo sono stati sepolti in postura assisa dei giovani individui, quasi tutti di sesso maschile e dalla muscolatura molto sviluppata: secondo gli studiosi ciò denota l'appartenenza alla classe dei guerrieri o degli aristocratici. All'interno delle tombe sono stati rinvenuti anche diversi frammenti di statue e sculture e l'associazione dei frammenti con i resti osteologici consente di datare le statue tramite il metodo del Carbonio 14. Altri reperti in grado di fornire indicazioni cronologiche sono le ceramiche e in un solo caso uno scarabeo egizio di età ramesside. A seconda delle ipotesi, la datazione dei Kolóssoi, nome con il quale li chiamava l'archeologo Giovanni Lilliu, oscilla dal IX secolo a.C. o addirittura dal XIII secolo a.C., ipotesi che in ogni caso fa di Mont'e Prama il complesso di statue a tutto tondo più antico e numeroso d'Europa e del Mar Mediterraneo occidentale, in quanto antecedenti ai kouroi della Grecia antica e seconde soltanto alle sculture egizie.[7]
Il sito oltre ad essere circondato da numerose vestigia nuragiche (villaggi, nuraghi), risulta essere l'emergenza di un più vasto insediamento. Le prospezioni geofisiche effettuate tramite l'utilizzo di un georadar hanno permesso di individuare altre numerose tombe e probabilmente altri giacimenti di statue nonché altre strutture templari. Ad oggi (2021) tali evidenze non sono state ancora indagate. Dopo quattro campagne di scavo fra il 1975 e il 2017, sono stati rinvenuti circa diecimila frammenti di pietra tra i quali 15 teste, 27 busti, 176 frammenti di braccia, 143 frammenti di gambe, 784 frammenti di scudo. Inizialmente solo alcuni dei primi frammenti vennero esposti in un'ala del Museo archeologico di Cagliari e la scoperta fu trascurata per decenni.[8] Con lo stanziamento dei fondi nel 2005 da parte del Ministero per i beni e le attività culturali e della Regione Sardegna, le statue sono state ricomposte dai restauratori del Centro di conservazione archeologica di Roma, coordinati dalla Soprintendenza per i Beni archeologici per le province di Sassari e Nuoro, nei locali del Centro di restauro e conservazione dei beni culturali presso Sassari. Attualmente (2021) diversi reperti ceramici e diverse datazioni ottenute col metodo C-14 indicano nel bronzo recente nuragico (XII secolo a.C.-XIII secolo a.C.) la fase iniziale della necropoli. L'ultima inumazione nuragica è datata al IV sec. a.C. contestuale alla conquista cartaginese della Sardegna e di poco antecedente alle numerose ceramiche e tombe puniche collegate alla distruzione e alla discarica delle statue. Nel 2014 in seguito a nuove campagne geofisiche, le università di Sassari e Cagliari ripresero gli scavi portando alla luce nuove tombe e statue.
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I Laboratori nazionali del Gran Sasso.
Sotto il maestoso Gran Sasso si nasconde un segreto scientifico da record mondiale. A 1400 metri di profondità, protetto da una montagna di roccia, si trova il laboratorio sotterraneo più grande del pianeta.
Mentre turisti e alpinisti ammirano le vette abruzzesi, decine di scienziati lavorano in questo "mondo parallelo" scavato nelle viscere della montagna.
Ma cosa si fa in questo incredibile laboratorio nascosto? Gli scienziati cercano letteralmente l'invisibile. Grazie all'isolamento naturale fornito dalla montagna, qui è possibile studiare particelle subatomiche quasi impossibili da rilevare in superficie.
È come avere una città della scienza sepolta sotto terra, dove i ricercatori possono captare i sussurri più deboli dell'universo, schermati dal "rumore" delle radiazioni cosmiche.
La prossima volta che guarderai una montagna, ricorda che sotto potrebbe nascondersi un universo di scoperte. Il Gran Sasso custodisce nel suo cuore di pietra uno dei luoghi più importanti per svelare i misteri del cosmo.
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martedì 1 aprile 2025
Nel cuore di Pisa, il fango ha custodito un segreto per 1500 anni. - Giuseppe Kokos
Nel cuore di Pisa, il fango ha custodito un segreto per 1500 anni: 30 navi romane perfettamente conservate con tutto il loro carico.
Quella che sembrava una normale area urbana nascondeva in realtà un intero porto romano, affondato e dimenticato dal tempo. Non una o due, ma trenta imbarcazioni, ferme nell'istante in cui il loro viaggio si è interrotto secoli fa.
Il fango, nemico dei costruttori ma alleato degli archeologi, ha preservato non solo gli scafi in legno, ma anche anfore piene di merci e, cosa ancora più straordinaria, oggetti personali dei marinai.
Pensate a cosa portiamo con noi quando viaggiamo oggi. Gli antichi romani non erano poi così diversi. Piccoli effetti personali, utensili per la navigazione, oggetti della vita quotidiana di chi viaggiava per mare 15 secoli fa.
È come aprire un diario rimasto chiuso per un millennio e mezzo. Ogni nave racconta una storia, ogni oggetto rivela un frammento di vita di persone reali che hanno solcato il Mediterraneo quando l'Impero Romano dominava il mondo.
Questi reperti ci ricordano che sotto le nostre città moderne si nascondono ancora intere civiltà da riscoprire.
lunedì 31 marzo 2025
La RAZZIA del patrimonio UMANO, comincia proprio nell'istante di questa foto. - Gregorio Stiuso
UN’INTELLIGENZA HA SCRITTO L’UNIVERSO: Le Prove che NoN Possiamo Essere ...
Potrete ribattere che anche un input lanciato da un'intelligenza preesistente (????) può adattarsi ai cambiamenti, ma un'ipotesi non contrasta con l'altra, non la rende, pertanto, impossibile da considerare.
La stessa intelligenza preesistente, pensandoci, che origini ha?
Diciamo che, in campi come questo in particolare, è impossibile descrivere ciò che è avvenuto, perchè non lo sappiamo, non lo abbiamo vissuto, possiamo solo avventurarci a discuterne senza avere mai la certezza che ogni teoria sia quella giusta.