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domenica 19 novembre 2023

Mi sono fidata di te. - Rino Ingarozza

 

Ho creduto al tuo amore.
Alle tue parole.
Alle tue rassicurazioni.
Ho pensato che un uomo che ama
non potesse farmi del male.
Ho pensato che avresti capito.
Ho pensato che mi avresti capito.
Ho pensato che tu fossi una brava persona.
Ho pensato e creduto che non avresti mai alzato quella mano.
Ho pensato e creduto che mi avresti rispettata.
Ho pensato e creduto che avresti pensato.
Ho pensato e creduto che mi avresti pensata.
Ho pensato e creduto che ti saresti fermato.
Ho anche tentato di fermarti, di farti capire, di farti ragionare.
Persino un animale si sarebbe fermato, vedendo il mio pianto, il mio vacillare, la mia impotenza.
Ma tu no, hai continuato.
E ancora, ancora e ancora.
Fino a fermare il mio respiro e soddisfare il tuo ansimare. Fino a placare la tua sete omicida.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=10210863305096213&set=a.10205798293674093

sabato 9 settembre 2023

“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare” (Seneca).

 

Le nuove sanzioni punitive introdotte dal governo per combattere i reati di femminicidio e violenza sulle donne , a mio parere, produrranno l'effetto contrario ai desiderata.

Femminicidio:

uso più stringente del braccialetto elettronico. (che fino ad oggi è servito, pressoché, a nulla)

Se il braccialetto elettronico verrà rifiutato si passerà a misure più severe come l'obbligo di firma alle forze dell'ordine. (quindi, si può anche rifiutare...)

Stupro:

L'annunciato decreto escluderà la possibilità di concedere gli arresti domiciliari a chi è accusato di stupro. (Quindi, si potevano scegliere gli arresti domiciliari? (...Dimenticavo: tra questi c'é Apache...)

- diritto al gratuito patrocinio per chi ha subito violenza. - pagato da chi? E con quali avvocati?

- I sindaci avranno maggiori poteri di intervento e potranno 'utilizzare cittadini volontari, ovviamente non armati, per il controllo del territorio'. - (un ritorno alle ronde, che sappiamo benissimo come agivano ai tempi del fascismo?)

Sappiamoci capire, i provvedimenti vanno presi, ma con criterio, si deve far capire al maschio che non gli è concesso tutto ciò che vuole; che anche se la chiesa lo pone al centro del'Universo, lui non è l'icarnazione del Dio in terra, lo stesso Dio che, se esistesse veramente, non si comporterebbe come si comporta.
Lui, infatti, ha fatto uccidere suo figlio, (avuto come e da chi? da se stesso con l'argilla come ha fatto con Adamo?), per redimere i peccati dal mondo... Quindi, ci spinge a commette un peccato per redimere i peccati di tanti? Di tutti quei suoi figli lasciati a decidere in virtù del "libero arbitrio" che ha loro concesso? Ha creato il mondo popolato di esseri abbandonati a se stessi senza dar loro un indirizzo, un buon insegnamento? 
Può un padre commettere questo grave delitto sul figlio prediletto per cancellare i delitti di tutti gli altri suoi figli?

Un Dio, creatore dell'Universo, creatore della vita sulla terra, ha ritenuto necessario sacrificare un suo essere per perdonare i peccati dal mondo, quando, essendo il creatore del tutto avrebbe potuto farlo senza sacrificare nessuno?

Prescindendo dalla religione (che non è commisurabile alla fede come bisogno dell'uomo e, in quanto latente e non bisognevole dell'uso del vil denaro, al quale la chiesa è attaccatissima), per correggere gli errori commessi dall'uomo, in virtù del tanto decantato "libero arbitrio" (creato da menti bacate per far nascere e crescere sensi di colpa anche dove questi siano inesistenti) bisogna partire dalla logica, dal cogito, e porsi la domande: "Perchè succede tutto ciò? Dove abbiamo sbagliato?" e provvedere a correggere gli errori.

Primo fra tutti, partire dal principio che l'uomo non è Dio, anche se crede di esserlo ogni uomo sulla terra, lo stesso uomo che la sta distruggendo per dabbenaggine e per smania di potere e visibilità, creando figure come i re, gli zar, i condottieri, i mega presidenti, miliardari che rimpinguano le loro ricchezze affamando i tanti e che gareggiano a chi ce l'ha più grosso, e tanta altra roba inutile e dannosa. 
La natura, unica nostra amica e nostra dea, ci ha resi tutti uguali, ha creato l'uomo che insemina l'ovulo e decide il sesso del nascituro, la donna che accoglie il seme e lo conserva amorevolmente nel suo grembo.
La natura è più giusta, più tutrice che padrona, più amorevole che punitiva.
Le punizioni, nella maggior parte dei casi, sono contro producenti: sono l'amore, il rispetto, la solidarietà, la comprensione, la sincerità a renderci degni di definirci uomini, ed è di ciò che dobbiamo avvalerci

PS. A tutti quelli che odiano e denigrano gli omosessuali: vi siete mai chiesti come mai e perchè esistono? Pensateci... potrebbero essere il risultato di qualche cromosoma che non ha ancora deciso se essere una X una Y? 
In ogni caso è la natura che li crea e tutto ciò che crea la natura non è abominio, è un miracolo, un meraviglioso miracolo dotato di peculiarità di cui noi, da comuni esseri viventi, non siamo dotati; sono migliori di noi, ne ho conosciuti alcuni e vi assicuro che hanno una sensibilità che manca a noi poveri individui in cerca d'autore.
Infine, gli angeli non hanno sesso, riflettete.

Rifletteteci e, se volete, datemi una risposta esauriente e comincerò a prendervi in considerazione...

cetta.

Foto fornita gentilmente da: Bashta | Dreamstime.com.

venerdì 10 settembre 2021

Donna uccisa a colpi arma da fuoco, l'assassino in fuga.

 


Il fatto a a Noventa Vicentina, nel parcheggio di un'azienda.

Una donna è stata uccisa stamane a colpi d'arma da fuoco a Noventa Vicentina. Autore del delitto un uomo , italiano., con il quale la vittima, di origini straniere, si trovava nel parcheggio di un'azienda.

Dopo averla uccisa, l'uomo è fuggito in auto facendo perdere le tracce, ed è attualmente ricercato dai carabinieri, con il supporto della polizia, in tutta la provincia vicentina e lungo la rete autostradale. Non si conoscono al momento le motivazioni alla base del delitto. 

ANSA

Succede ogni giorno, ormai.
Le religioni, tutte, compresa la cattolica, ostentano la superiorità dell'uomo sulla donna, riducendo quest'ultima alla stregua di un oggetto da utilizzare a piacimento e, se trasgredisce, la si condanna a morte.
D'altronde, secondo quanto citato nelle Sacre Scritture, fu Eva a commettere il peccato originale, Adamo, mentre lo commetteva con Eva, aveva la faccia girata dall'altra parte, non partecipava volontariamente all'atto, quindi, fu riconosciuto innocente.
Insieme, Adamo l'innocente ed Eva la peccatrice, una volta cacciati dall'Eden, sempre per colpa di Eva, ebbero dei figli, non è detto sapere quanti, ma il Vangelo, scritto dagli uomini/maschi, riporta i nomi di due di questi, Caino e Abele. Caino, primogenito dei due, quindi figlio del peccato di Eva, pur essendo maschietto e, pertanto, innocente, non avendo donne a disposizione, uccise il fratello Abele. Poichè i figli ereditano i geni dei genitori, si arrivò alla determinazione che Caino li avesse ereditati dalla peccatrice, quindi divenne il male, Abele, mansueto ed innocente, ereditando i geni dall'innocente Adamo, divenne il bene.
La domanda che sorge spontanea è: come mai l'uomo attuale ha ereditato i geni della peccatrice Eva che generò Caino, e non quelli dell'innocente Adamo, padre non putativo di Abele?
cetta.

mercoledì 17 marzo 2021

Londra, scontri con la polizia alla veglia per la morte di Sarah Everard. Ministro Interno: “Immagini scioccanti, serve indagine”

 

Il femminicidio della 33enne ha profondamente scosso la Gran Bretagna: accusato del rapimento e dell'omicidio è l'agente di Scotland Yard Wayne Couzens. Alla veglia, che era stata vietata perché violava le norme anti-Covid, la polizia ha agito con violenza verso i manifestanti, tra i quali molte donne. Quattro gli arresti.

Sarah Everard, 33 anni, era scomparsa mentre rincasava a piedi verso la sua casa di Brixton la sera del 3 marzo ed è stata ritrovata morta mercoledì 10 marzo a Ashford, nel Kent, a circa 78 chilometri dall’ultimo luogo nel quale era stata vista. Ad essere formalmente accusato per il suo rapimento ed omicidio è l’agente di Scotland Yard – cioè della polizia di Londra – Wayne Couzens che ieri, in una breve udienza davanti ai giudici del Westminster Magistratès Court, è apparso con l’aria avvilita e testa bassa, in una tuta di felpa grigia e con un’evidente ecchimosi sulla fronte. Il caso ha scosso profondamente la Gran Bretagna, in queste ore ulteriormente scioccata da quanto accaduto ieri sera alla veglia per Sarah nel quartiere londinese di Clapham Common: un centinaio di persone si sono radunate per ricordarla a lume di candela, ma si sono verificate tensioni con la polizia visto che l’evento era stato vietato a causa delle norme anti-covid.

I video e le foto pubblicati sui social media mostrano gli agenti che trattengono e ammanettano alcuni partecipanti al raduno. Il ministro dell’Interno britannico Priti Patel ha dunque chiesto alla polizia di Londra “un’indagine approfondita” su ciò che è successo, definendo “scioccanti” le immagini diffuse sui social media che mostrano la polizia agire con violenza verso i manifestanti, tra i quali molte donne. Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha parlato di scene “inaccettabili” e ha chiesto al capo della Metropolitan PoliceCressida Dick, “una spiegazione urgente”. La polizia ha confermato stamani l’arresto di quattro persone.

Si alzano critiche anche dal fronte dei Labour, dove il leader del partito Keir Starmer ha definito le scene a Clapham “profondamente inquietanti. Condivido la rabbia e il nervosismo per il modo in cui la situazione è stata gestita. Non è un buon metodo per mantenere l’ordine”, ha aggiunto. In giornata, la moglie del principe WilliamKate, si era recata a Clapham, per rendere omaggio alla giovane, così come anche Boris Johnson e la compagna Carrie Symonds.

Il caso di Sarah Everard – Ha scatenato un’ondata di indignazione in tutto il Regno Unito, dove da tempo ferve un dibattito su come contrastare l’incremento dei femminicidi, al quale si è aggiunto lo shock quando il cerchio si è stretto attorno a un uomo di Scotland Yard. Shock aggravato dalla polemica che ribolle sulla leggerezza con cui la polizia londinese avrebbe gestito il caso dell’agente, denunciato due volte per atti osceni in luogo pubblico e mai sanzionato né messo in questione, visto il suo ruolo in servizio di vigilanza presso le ambasciate. La vicenda è iniziata la sera del 3 marzo quando, lasciando la casa di amici a Clapham, Sarah Everard decide di fare a piedi i 50 minuti di strada fino alla sua abitazione nel sud di Londra. Una breve conversazione al cellulare alle 21.30 con il compagno, poi più nulla. A denunciarne la scomparsa alla polizia è stato quest’ultimo, il giorno dopo.

Nello stesso momento in cui Sarah s’incamminava per non tornare mai più a casa, non lontano, Couzens smontava dopo un turno di guardia all’ambasciata americana. Nessun elemento avrebbe legato le due persone se non fosse stato per una serie di immagini catturate da varie telecamera di sicurezza montante agli angoli delle strade, sui citofoni di case e sugli autobus, che hanno mostrato l’auto di Couzens in prossimità di dove la ragazza aveva dato segni di vita l’ultima volta. L’auto è stata seguita, telecamera dopo telecamera, fino al paesino del Kent dove abita l’agente, entrato nella Metropolitan Police nel 2018.

Nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa di Sarah, i colleghi di Couzens hanno riferito di aver notato in lui segni di stress. Poi, martedì scorso, è scattato l’arresto. Da solo in cella, in 48 ore l’uomo è stato medicato per due volte per ferite alla fronte, probabilmente provocate battendo la testa contro il muro. Il giorno dopo, una settimana dopo la scomparsa, è stato rinvenuto il cadavere della 33enne in un bosco a poca distanza dalla casa dell’agente ad Ashford, nel Kent, avvolto in un sacco in plastica per calcinacci e riconosciuto solo dalle protesi dentarie. L’autopsia è stata eseguita, ha riferito in aula Zoe Martin, che però non ha rivelato la causa della morte.

Mentre Couzens il 13 marzo compariva in aula, Scotland Yard aveva vietato una veglia di solidarietà per Sarah e per tutte le vittime di femminicidio sul luogo in cui era scomparsa la 33enne, nel parco di Clapham Common: “Non ci fa certo piacere che questo evento sia cancellato, ma è la cosa giusta da fare vista la minaccia reale e presente del Covid-19″. In alternativa alla veglia, intitolata ‘Reclaim these Streets’ (Riprendiamoci le strade), gli organizzatori avevano chiesto di accendere candele in memoria di Sarah alle 21.30, ora della scomparsa, e di fare donazioni alla campagna contro la violenza di genere.



giovedì 10 dicembre 2020

Uccise la moglie, assolto: “Delirio di gelosia”. Il pm voleva l’ergastolo: “Messaggio grave”. - Urbano Croce

 

Assolto perché in preda a delirio di gelosia. E quindi incapace di intendere e di volere quando ha impugnato un mattarello da cucina e per tre volte ha colpito in testa la moglie che dormiva a letto, accoltellandola poi alla gola e accanendosi infine su altre parti del corpo, con la stessa lama lasciata vicino al cadavere. Parla di “caso unico di assoluzione per gelosia dall’accusa omicidio” la giovane pm di Brescia, Claudia Passalacqua, che aveva chiesto l’ergastolo per Antonio Gozzini, l’80enne docente in pensione, assassino un anno fa della moglie Cristiana Maioli, di 16 anni più giovane.

Sulla base di una doppia consulenza psichiatrica, firmata dal perito di parte e da quello della difesa, la Corte d’assise ha pronunciato una sentenza di assoluzione, “per totale vizio di mente” disponendo il trasferimento dell’imputato in una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Temeva che la moglie lo tradisse. “Convinzioni che si erano riattivate bruscamente in forma di un vero e proprio delirio di gelosia”, scrive il consulente della Procura, Sergio Luca Monchieri, inquadrando “il disturbo delirante” che è stato determinante per escludere totalmente la capacità di intendere e volere e quindi portare all’assoluzione. “Sentenza giusta visto quanto emerso durante il dibattimento. Parliamo di un uomo malato”, ha commentato l’avvocato Jacopo Barzellotti, legale del docente in pensione che da anni soffriva di depressione. Per la Procura invece Gozzini era da condannare al fine pena mai perché “era lucido, ha agito per vendetta nei confronti della moglie che voleva farlo ricoverare a causa della depressione e in tutto questo tempo non ha mai chiesto scusa ”. L’anziano aveva vegliato il cadavere della moglie per oltre 24 ore, avendola, come da sua confessione, ammazzata tra mercoledì 3 e giovedì 4 ottobre, salvo lanciare l’allarme solo il venerdì dopo con una telefonata alla donna di servizio. “Non c’era un motivo particolare per cui ho deciso di uccidere mia moglie. So solo che stavo malissimo: in depressione possono succedere queste cose”, aveva detto l’uomo alla polizia giudiziaria.

Per il pubblico ministero, che ha già annunciato ricorso in appello, “è pericoloso far passare il messaggio che in quel momento, quando ha ucciso la moglie, non era capace di intendere e volere perché geloso”. E le polemiche non mancano. “Ci sembra che con questa sentenza la gelosia e la depressione diventino condizioni legali per compiere impunemente un femminicidio”, commenta la presidente della Rete D.i.Re Antonella Veltri. “Una sentenza che dice in sostanza che se si è depressi e gelosi si possono anche ammazzare le proprie compagne”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/12/10/uccise-la-moglie-assolto-delirio-di-gelosia-il-pm-voleva-lergastolo-messaggio-grave/6031979/

Capisco se non gli si dia il carcere duro, ma l'assoluzione non è accettabile! Ha assassinato la moglie con estrema veemenza e non ci sono scusanti che possano giustificare un'assoluzione.
Oltretutto, l'assoluzione, nel caso in questione, è un pessimo precedente per eventuali simili casi futuri...
Incomprensibile!
c.

giovedì 18 luglio 2019

Codice Rosso è legge, cosa prevede.

Codice Rosso è legge, cosa prevede

Via libera definitivo alla cosidetto Codice Rosso, il ddl che dispone le misure per tutelare le vittime di violenza domestica e di genere. Il provvedimento ha ottenuto 197 voti a favore, 47 astensioni e nessun voto contrario. A favore hanno votato M5S, Lega, Fi, Fdi e Gruppo delle Autonomie. Pd e Leu si sono astenuti.

"Oggi il Codice Rosso, fortemente voluto da questo Governo, è legge dello Stato" scrive il premier Giuseppe Conte su Facebook. "Uno strumento pensato per aiutare le tante donne che quotidianamente sono minacciate, perseguitate, stalkerizzate, sottoposte a violenze fisiche o psicologiche da ex compagni o mariti, talvolta semplicemente da conoscenti". "I dati parlano di una vittima ogni 72 ore e ci restituiscono l'immagine di un Paese nel quale, evidentemente, il problema della violenza contro le donne è prima di tutto culturale. Ed è lì che bisogna intervenire, a fondo e con convinzione, per cambiare davvero le cose. Grazie anche al supporto fondamentale delle associazioni che da anni si impegnano per combattere contro la violenza di genere, abbiamo studiato e messo a punto ogni strumento che consentirà di offrire a chi chiede aiuto una rete efficace di protezione che si attiverà da subito", aggiunge Conte. "Il Codice Rosso, a cui hanno lavorato i ministri Giulia Bongiorno e Alfonso Bonafede, che ringrazio, è un modo per non far sentire queste donne sole e indifese. Non è la soluzione definitiva, e ne siamo consapevoli. Ma è un primo importante passo, che mi rende orgoglioso, nella direzione della rivoluzione culturale di cui il nostro Paese ha fortemente bisogno".
Procedimenti penali più veloci per prevenire e combattere la violenza di genere. Il Codice Rosso, definitivamente approvato dal Senato, non punta solo su un generalizzato inasprimento delle pene per combattere il dilagare di violenze, maltrattamenti e femminicidi, ma agisce sul 'fattore tempo' come elemento determinante per scongiurare l'esito irreparabile che, ormai con cadenza quotidiana, viene riportato dalle cronache. La maggioranza sbandiera il risultato raggiunto a palazzo Madama, mentre l'opposizione ne contesta gli effetti positivi annunciati, perché è una legge a costo zero e non stanzia risorse.
Il disegno di legge si compone di 21 articoli che, come fa notare una relazione del Servizio Studi del Senato, "individuano un catalogo di reati attraverso i quali si esercita la violenza domestica e di genere e, in relazione a queste fattispecie, interviene sul codice di procedura penale al fine di velocizzare l'instaurazione del procedimento penale e, conseguentemente, accelerare l'eventuale adozione di provvedimenti di protezione delle vittime". Il provvedimento incide sul codice penale per inasprire le pene per alcuni dei citati delitti, per rimodulare alcune aggravanti e per introdurre nuove fattispecie di reato.

VELOCIZZAZIONE DELLE INDAGINI E DEI PROCEDIMENTI GIUDIZIARI - Gli articoli da 1 a 3 del ddl intervengono sul codice penale prevedendo, a fronte di notizie di reato sui delitti di violenza domestica e di genere che la polizia giudiziaria, acquisita la notizia di reato, riferisca immediatamente al pubblico ministero, anche in forma orale. Alla comunicazione orale seguirà senza ritardo quella scritta. Il pubblico ministero, entro 3 giorni dall'iscrizione della notizia di reato, assume informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato e nel caso scattano le indagini di polizia giudiziaria.

DIVIETO DI AVVICINAMENTO RAFFORZATO - Le norme in vigore che disciplinano il reato di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, vengono rafforzate e punite con la reclusione da sei mesi a tre anni per chiunque violi gli obblighi o i divieti previsti dall'autorità giudiziaria.

PUNITO IL MATRIMONIO FORZATO - Una delle innovazioni introdotte dal Codice Rosso è l'articolo che punisce, con la reclusione da uno a 5 anni, il delitto di costrizione o induzione al matrimonio che colpisce chi "con violenza o minaccia costringe una persona a contrarre vincolo di natura personale o un'unione civile", approfittando delle condizioni di vulnerabilità o di inferiorità psichica o di necessità di una persona. La disposizione, vista la dimensione ultranazionale del fenomeno da colpire, stabilisce che il reato sia punito anche quando il fatto è commesso all'estero da cittadino italiano o da straniero residente in Italia.

PENE AGGRAVATE IN CASO DI MATRIMONIO FORZATO DI MINORI - Il nuovo articolo contiene le circostanze aggravanti del reato di matrimonio forzato: la pena è aumentata se i fatti sono commessi ai danni di un minore di 18 anni é aumentata da 2 a 7 anni se viene colpito un minore sotto i 14. Si vogliono così contrastare, in attesa di una legge organica, il fenomeno delle spose-bambine e dei matrimoni precoci e forzati.

PIU' RISORSE PER ORFANI DEL FEMMINICIDIO - Sul fronte delle risorse, la legge recepisce il finanziamento di 7 mln a partire dal 2020, già previsto nella Legge di Bilancio.

MALTRATTAMENTI E ATTI PERSECUTORI - L'articolo 9 interviene sui delitti di maltrattamenti contro familiari e conviventi e di atti persecutori, elevando la pena minima a 3 anni, fino a una massima di sette; se dal fatto deriva una lesione personale grave, si applica la reclusione da 4 a 9 anni; con una lesione gravissima, la reclusione da 7 a 15 anni. I caso di morte la morte, la reclusione raddoppia da 12 a 24 anni. La fattispecie viene ulteriormente aggravata quando il delitto di maltrattamenti è commesso in presenza o in danno di minore, di donna in stato di gravidanza o di persona con disabilità.

REVENGE PORN, PUNITO ANCHE CHI CONDIVIDE IMMAGINI - La lotta al revenge porn è un altro aspetto innovativo della legge, che punisce chi realizza e diffonde immagini o video privati, sessualmente espliciti, senza il consenso delle persone rappresentate per danneggiarle a scopo di vendetta o di rivalsa personale. Punito anche chi 'condivide' le immagini on line. Il reato viene punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 5.000 a euro 15.000 e prevede una serie di aggravanti nel caso, a esempio, se il reato di pubblicazione illecita è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato o da una persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa.

ERGASTOLO PER OMICIDIO AGGRAVATO - L'articolo 11 modifica il codice penale intervenendo sull'omicidio aggravato dalle relazioni personali, di cui all'art. 577 c.p., per estendere il campo d'applicazione delle aggravanti consentendo l'applicazione dell'ergastolo anche in caso di relazione affettiva senza stabile convivenza o di stabile convivenza non connotata da relazione affettiva.

DA 8 A 14 ANNI DI CARCERE - A chi causa lesioni permanenti personali gravissime, come la deformazione o lo sfregio permanente del viso. La cronaca riporta ormai decine di casi di donne rimaste irreparabilmente offese per essere state colpite al volto dall'acido corrosivo lanciato da uomini che non si erano rassegnati all'interruzione del matrimonio o di una relazione sentimentale.

VIOLENZA SESSUALE, FINO A 24 ANNI DI RECLUSIONE - L'articolo 13 inasprisce le pene per i delitti di violenza sessuale che, in caso di violenza su un minore di dieci anni, parte de un minimo di 12 fino a un massimo di 24 anni di reclusione.

TRATTAMENTO PSICOLOGICO PER CONDANNATI PER REATI SESSUALI - E' prevista la possibilità per i condannati per delitti sessuali in danno di minori, di sottoporsi a un trattamento psicologico con finalità di recupero e di sostegno, suscettibile di valutazione ai fini della concessione dei benefici penitenziari.

FORMAZIONE SPECIFICA PER POLIZIA E CARABINIERI - La legge stabilisce l'attivazione di specifici corsi di formazione per il personale della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri e della Polizia penitenziaria "in relazione alla prevenzione e al perseguimento dei reati di violenza domestica e di genere".

IL TALLONE D'ACHILLE - Secondo l'opposizione la legge non avrà gli effetti positivi auspicati da governo e maggioranza: la clausola di invarianza finanziaria, a fronte dei diversi impegni contenuti nel Codice Rosso, rimarranno 'lettera morta' per l'assenza di risorse hanno dichiarato i diversi rappresentanti dell'opposizione intervenuti in aula. "Abbiamo valutato con attenzione, non solo a livello politico ma anche a livello tecnico - ha obiettato il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede - l'invarianza finanziaria prevista dal provvedimento e in questo caso abbiamo fatto tutte le valutazioni che erano necessarie".

venerdì 8 marzo 2019

Sicilia, 8 Marzo macchiato di sangue: massacrata di botte dal fidanzato per un post.

https://www.tp24.it/immagini_articoli/08-03-2019/1552026319-0-sicilia-marzo-macchiato-sangue-massacrata-botte-fidanzato-post.jpg

"Non permettere a nessuno di spegnere il suo sorriso". Per questo post una giovane di 30 anni è stata uccisa dal suo fidanzato. Massacrata di botte. 
Alessandra aveva 28 anni e amava la cucina. Viveva con Christian, 26 anni, in un piccolo appartamento in una borgata di Messina, Santa Lucia Sopra Contesse. I genitori di Alessandra abitano nello stesso edificio, al piano di sotto, ma non hanno sentito né le urla dell’ennesima lite scoppiata tra i due fidanzati, né le grida della ragazza, colpita più volte alla testa, sbattuta a terra fino a morire. A scoprire il delitto è stato il padre della giovane vittima. Con la moglie avevano più volte provato a chiamarla e, non avendo avuto risposta, si erano allarmati. Così ha deciso di salire in casa per capire cosa fosse accaduto. Entrato da una finestra rimasta aperta, ha trovato Alessandra sul letto in una pozza di sangue. Era morta probabilmente da qualche ora. Il viso tumefatto, il corpo pieno di lividi. Segni inequivocabili di una violenza bestiale. I sospetti degli inquirenti - le indagini sono state coordinate dal procuratore di Messina Maurizio De Lucia - sono caduti presto sul fidanzato. Le cose nella coppia non andavano più bene. Christian era geloso di un ex ragazzo della vittima e temeva che i due si fossero riavvicinati. Era diventato ossessivo, lei aveva deciso di lasciarlo.
Ieri sera l’ultima discussione. Christian ha perso la testa e l'ha massacrata di botte. Poi si è allontanato. Interrogato dalla polizia, ha prima negato. Poi è crollato e ha confessato l’omicidio, raccontando agli investigatori di aver agito in preda a un raptus di gelosia. La Procura l’ha fermato in serata.
«Non c'era stato mai nessun segnale e per questo non è stato possibile evitare questo gesto fatto eclatante» ha spiegato questa sera in una conferenza stampa, nella Questura di Messina, il Procuratore aggiunto Giovannella Scaminaci. «Gli strumenti oggi ci sono per prevenire questi fatti - aggiunge - ma non c'era mai stata una denuncia. Mi auguro che chiunque in futuro sia vittima di questo tipo di episodi li denunci». Il pm Marco Accolla titolare dell’inchiesta presente alla conferenza stampa osserva: «quanto è avvenuto è molto grave. A prescindere da quello che l’indagato ha dichiarato abbiamo continuato l’interrogatorio fino a quando ha ammesso le sue responsabilitá. La relazione inizia meno di un anno fa. Convivevano da maggio del 2018 spesso litigavano e interrompevano relazione ma si continuavano a frequentare. Ultimamente non dormiva a casa della ragazza. L’omicidio è avvenuto in tarda serata. Inizialmente ha tentato di allontanare da se ogni sospetto. Ha mandato una sms dal telefono della ragazza al padre di lei chiedendo aiuto. Nel messaggio dava la colpa all’ex ragazzo della giovane dicendo che era presente in casa e che le impediva di aprire la porta. Dopo alcune verifiche è emerso che l’ex fidanzato non c'entrava nulla e Ioppolo ha confessato. Il movente è la gelosia e le condizioni economiche molto difficili».

Ennesimo massacro il cui motivo non è, come vorrebbero far credere, la gelosia, ma la presunzione di possedere la donna come un bene del quale usufruire a piacimento. L'uomo difficilmente ama altri che non siano se stesso.
Il suo ego gli impedisce di amare, perché vuole sentirsi libero di volare di fiore in fiore pur continuando ad usufruire della stabilità del focolare domestico dove il suo "bene acquisito" gli garantisce una continuità, della quale non riuscirebbe a fare a meno; fermo restando, però, che questo bene-acquisito, essendo assurto all'onorifico ruolo di mamma-adottiva, non può permettersi la libertà di mollarlo, mettendolo in difficoltà anche nei confronti di parenti ed amici, per cui, durante una "tempesta emotiva", può capitargli di mettere in mostra .....il mostro che è!
bycetta.

venerdì 22 febbraio 2019

Raptus omicida, uccide moglie a coltellate.

Raptus omicida, uccide moglie a coltellate

Uxoricidio in piena notte a Marghera (Venezia). Alle 3.25 della scorsa notte le forze dell'ordine si sono recate in piazza Mercato, in seguito alla chiamata di un uomo che affermava di aver ucciso la propria moglie in preda ad un raptus. Le parole dell'uomo sarebbero state: "Ho fatto una cavolata". Una volta giunti sul posto, gli agenti si sono trovati davanti una scena agghiacciante. La donna, che era ancora viva, era stata colpita con un vistoso taglio alla gola e da più ferite al torace.


L'uomo, che non era fuggito, aveva atteso l'arrivo dei poliziotti ed è stato subito identificato. Si tratta di un 43enne di Venezia arrestato per omicidio. Al momento sono in corso le indagini degli investigatori della squadra mobile e i rilievi degli specialisti della polizia scientifica, allo scopo di raccogliere ogni utile fonte di prova per risalire alla dinamica e alla causa dei fatti. A quanto pare, secondo le indicazioni fornite dai vicini, quella della scorsa notte sarebbe stata l'ennesima lite in un rapporto fra i due che negli ultimi giorni si era fatto sempre più difficile.


Non bastano le leggi a fermare la mano violenta dell'uomo, che la tradizione ha posto in una posizione di supremazia rispetto alla donna, è necessario, pertanto, rieducarlo al rispetto di colei che, con la gravidanza, durante la quale cresce e sviluppa nel grembo il nuovo essere umano, dimostra di essere l'unica e vera custode della vita sulla terra.

venerdì 9 agosto 2013

Femminicidio, i punti deboli del decreto. - Nadia Somma

Il governo Letta ha varato il decreto legge contro il femminicidio, contenuto purtroppo in una serie di norme sulla sicurezza. E’ stato presentato con toni entusiastici come strumento di tutela delle donne che il decreto pensa come “soggetti deboli” e bisognosi di tutela.
Certo alcune norme contenute nel decreto sono interessanti come la previsione dell’aggravante nei casi di violenze commesse alla presenza dei minori che ci auguriamo porti a tutelare maggiormente i bambini nei casi di violenza assistita. L’obbligo di arresto e l’allontanamento dell’autore di maltrattamenti in casi di flagranza di reato potrebbe essere un altro buon strumento, anche se resta da capire cosa accadrà, una volta che l’autore di violenze sarà scarcerato. Se oltre a bloccare l’autore di violenze non si aiutano le donne con percorsi mirati a sganciarsi dalla relazione allontanandole dal pericolo, tutelando i figli, rafforzando le loro scelte offrendo sostegno e percorsi di autonomia, anche economica, che efficacia avranno gli arresti e gli ammonimenti? Si pensa di risolvere tutto con il carcere?
In Italia le strutture di accoglienza che mettono le donne, al centro delle relazioni di aiuto, sono poche. Complessivamente ci sono 500 posti letto invece dei 5700 previsti dalle direttive europee e i centri antiviolenza continuano ad essere scarsamente finanziati e molti sono sempre a rischio di chiusura. Non solo. Spesso sono presi di mira da atti intimidatori, come nel caso del centro antiviolenza di Firenze “Artemisia” dato alle fiamme il 20 maggio scorso
Sono critiche invece le norme che prevedono procedure d’ufficio e l’irrevocabilità della querela: un insieme di interventi che passano sopra la testa delle donne. Il legislatore pare non aver recepito la differenza tra situazioni dove la vittima ha già interrotto la relazione e sta subendo stalking e situazioni dove invece continua a convivere con il maltrattante. L’ammonimento del questore anche su segnalazione di terze parti desta persino preoccupazione. Il momento dello svelamento della violenza è delicato e pericoloso e se l’autore del maltrattamento torna a casa con la vittima esiste un alto rischio di ritorsioni o intimidazioni e minacce. Un rischio che potrebbe essere nutrito dal dubbio che la compagna abbia parlato confidandosi con qualcuno.
Quanto alla irrevocabilità della querela è fondamentale il rafforzamento della determinazione della donna per interrompere situazioni di violenza familiare. Come si può prescindere dalla volontà della donna? E nel caso che decida di non aderire agli interventi del legislatore che sono mirati solo a ottenere la condanna penale dell’autore del maltrattamento, e non la cessazione dei comportamenti violenti, sarà giudicata collusiva, non collaborativa con la giustizia, reticente?
I nostri governi continuano a considerare la violenza contro le donne una questione di ordine pubblico o causa di “allarme sociale” invece che un problema culturale. E in Italia non abbiamo ancora un sistema di interventi organici contro la violenza di genere. Le richieste le aveva stilate Di.Re lo scorso otto marzo, e l’unica accolta è stata la ratifica della Convenzione di Istanbul. Altre richieste erano state avanzate da Di.RE insieme alla Convenzione No More e riguardavano interventi organici tra soggetti istituzionali e centri antiviolenza, lavoro di rete, sostegno alle vittime, interventi di sensibilizzazione nelle scuole e università. Ma sono state del tutto ignorate come del resto la richiesta da parte dell’associazionismo e del movimento delle donne, di nominare un’altra ministro per le Pari opportunitàdopo le dimissioni di Josefa Idem e l’assunzione delle sole deleghe da parte di Maria Cecilia Guerra, già titolare del dicastero del Lavoro.
Un altro dei problemi che il decreto non risolverà è la inadeguata formazione e la mancanza di personale dedicato per i casi di violenza familiare (forze dell’ordine e tribunali) che non permette la capacità di distinguere tra situazioni di conflitto di coppia e di violenzaManuela Ulivi, avvocata della Casa delle Donne di Milano, ha denunciato recentemente una altissima percentuale diarchiviazioni per le denunce di violenze nei tribunali della Lombardia: 1000 su 1500 in un anno e l’invio di situazioni di violenza alla mediazione familiare con conseguente vittimizzazione secondaria della donna che aveva subito o denunciato violenze.
Il decreto legge contro il femminicido interviene solo sul piano repressivo un piano di intervento talvolta necessario per bloccare gli autori di violenze ma insufficiente per affrontare il fenomeno in tutta la sua complessità. Infine, come segnala Mario De Maglie, dispiace non trovare alcun riferimento riguardo alla presa in carico degli uomini autori di comportamenti violenti, i cosiddetti “maltrattanti”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/09/femminicidio-punti-deboli-del-decreto/680760/