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lunedì 28 marzo 2022

I nazi-illuminati dell’Azov: prima le torture, ora Kant. - Daniela Ranieri

 

Dopo la foto glamour della bambina-soldato con fucile e lecca-lecca, il Gruppo Gedi, non insensibile al valore (simbolico e pecuniario) delle armi, ci regala un’altra piccola, romantica epopea.

Repubblica intervista Dmytro Kuharchuck, 31 anni, comandante del battaglione Azov, un’unità della Guardia nazionale ucraina esplicitamente nazista, almeno a voler prender sul serio le svastiche, i simboli runici, i tatuaggi delle SS dei suoi componenti.

Titolo dell’intervista: “Non sono nazista, ai soldati leggo Kant. Il reggimento Azov lotta per la nazione”. Accipicchia: Kant, il padre dell’Illuminismo tedesco, uno dei pilastri del pensiero filosofico europeo. “Dmytro”, si legge, “non è il tipo di combattente che ti aspetti di trovare nell’Azov. Misura le risposte, legge Kant e argomenta non solo col bazooka”. Un moderato, un centrista liberale.

Ma vediamo chi sono, questi ragazzoni che alla sera leggono la Critica della ragion pura alla luce dei fuochi da campo sotto le bombe russe. Soprannominati anche “Uomini in nero”, o “Corpo Nero” (sicuramente per l’eleganza dei loro outfit), dopo diverse denunce di Amnesty International nel 2016 sono indicati in un rapporto dell’OSCE come “responsabili dell’uccisione di massa di prigionieri, di occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e dell’uso sistematico di tecniche di tortura fisica e psicologica”. “Il cielo stellato sopra di me, e la legge morale dentro di me”, cita Dmytro sognante, dimenticando le fosse comuni sotto di lui.

Dmytro, dice Rep, “conferisce direttamente col capo, Andrij Biletsky, che nel 2014 formò il Reggimento mettendo insieme gruppi di ultranazionalisti ucraini e attivisti di Maidan”. Wow! E vediamo chi è questo capo: membro del Parlamento ucraino dal 2014 al 2019, Biletsky è cofondatore dell’Assemblea Social-nazionale, in cui obiettivi sono “la protezione della razza bianca” mediante un sistema di “nazionecrazia antidemocratica e anticapitalista” e l’eradicazione di “capitale speculativo sionista internazionale” (Wikipedia). Come si vede, gente illuminata, idealista, cosmopolita. “Costruiamo relazioni che non si basano solo sul curriculum militare ma anche su principi morali universali”, dice Dmytro. Quali principi? Nel 2010, Biletsky disse che la missione dell’Ucraina era “guidare le razze bianche del mondo in una crociata finale contro gli Untermenschen (popoli inferiori, ndr) guidati dai semiti” (ibidem). Qui praticamente c’è tutto Kant, ma pure un po’ di Hegel, Voltaire, Spinoza e Hume.

Certo l’Ucraina non è, come dice Putin, una nazione di nazisti. Ciò nondimeno il 19 marzo il presidente Zelensky ha dichiarato “eroe dell’Ucraina” il maggiore Prokopenko, comandante di un distaccamento speciale di Azov. E dal 2010 è eroe nazionale Stepan Bandera, collaborazionista dei nazisti durante la Seconda guerra Mondiale e uccisore di migliaia di ebrei e polacchi, il cui compleanno è festa comandata.

Così succede che per giustificare l’impegno bellicista del nostro governo, che trova 13 miliardi sull’unghia per le spese militari mentre per la Sanità e 6 milioni di poveri non scuce che spiccioli (e le due diverse destre di Italia viva e Fratelli d’Italia vogliono eliminare anche il reddito di cittadinanza), si costruisca una narrazione in cui il governo ucraino è l’incarnazione del bene, al punto che le sue milizie naziste finiscono ritratte sul quotidiano progressista fondato da Scalfari. (Orsini no, il capitano del Battaglione Azov sì. Avercene. Capito come siamo messi?).

Commovente lo sforzo di romanticizzare la guerra, come fossero, i soldati dell’Azov, giovani intellettuali idealisti europeisti alla Byron, di quelli che negli anni venti dell’Ottocento andarono a combattere in Grecia contro l’Impero Ottomano. Nazionalismo e vitalismo, da sempre marchi del fascismo, presentati come esuberanza giovanile e amore per la democrazia, una specie di requisiti per l’Erasmus, via.

Che aspettiamo a invitare Dmytro al Festival del cinema di Roma, intervistato da Antonio Monda quale virgulto della gioventù liberale e riformista che sconfigge i populisti filo-russi (magari gasandoli)? Sempre che i pacifisti, ancora fermi al vetero-intellettualismo marxista e ignari delle potenzialità democratiche delle bombe, non si mettano di mezzo con la loro smania di censura.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/03/27/i-nazi-illuminati-dellazov-prima-le-torture-ora-kant/6538796/