mercoledì 10 giugno 2009

Beppe Grillo al Senato - 10 giugno 2009.

Grazie Beppe.




Grande e coraggioso "Cuor di Leone", gliele hai cantate, ti ho visto in diretta su SKYTG24!
U'"apoteosi"; penso che espressione migliore per descrivere il tuo intervento non si possa utilizare.
Ho goduto intimamente, le tue parole uscivano anche dal mio stomaco, mentre parlavi, mi sentivo al tuo posto, tu eri me, tu parlavi per me.
La tua pacatezza mista a nausea (si notava anche quella dalla tua espressione), la tua serietà nella narrazione, lasciavano trapelare l'orgoglio ferito e la rabbia di tutti gli italiani onesti.
Hai parlato a nome di tutti, hai finalmente sviscerato loro tutto il disgusto che proviamo nei loro confronti, disgusto provocato dall'irrisorio, anzi, inesistente rispetto che nutrono e mostrano nei nostri confronti con i loro atteggiamenti arroganti di padroni della Costituzione, delle leggi, del lavoro......... dell'Italia.
Un EROE MODERNO, che combatte senza spade, ma con la forza delle parole, quelle dettate dall'animo di chi sa di essere dalla parte della ragione e vuole ottenere giustizia.
Grazie di cuore.

gli eletti al parlamento europeo

Risultano dunque in partenza per Strasburgo:
Magdi Cristiano Allam (Udc), Gabriele Albertini (Pdl), Roberta Angelilli (Pdl), Alfredo Antoniozzi (Pdl), Raffaele Baldassare (Pdl), Francesca Balzani (Pd), Sergio Antonio Berlato (Pdl), Luigi Berlinguer (Pd), Silvio Berlusconi (Pdl, eletto in 5 circoscrizioni), Vito Bonsignore (Pdl), Mario Borghezio (Lega Nord), Rita Borsellino (Pd), Umberto Bossi (Lega Nord, eletto in 3 circoscrizioni), Antonio Cancian (Pdl), Salvatore Caron (Pd), Carlo Casini (Udc), Sergio Cofferati (Pd), Lara Comi (Pdl), Silvia Costa (Pd), Andrea Cozzolino (Pd), Rosario Crocetta (Pd), Francesco De Angelis (Pd), Paolo De Castro (Pd), Luigi De Magistris (Idv, eletto in 4 circoscrizioni), Ciriaco De Mita (Udc), Antonio Di Pietro (Idv, eletto in 3 circoscrizioni), Leonardo Domenici (Pd), Herbert Dorfmann (Svp), Carlo Fidenza (Pdl), Lorenzo Fontana (Lega Nord), Elisabetta Gardini (Pdl), Roberto Gualtieri (Pd), Ignazio La Russa (Pdl), Giovanni La Via (Pdl), Clemente Mastella (Pdl), Barbara Matera (Pdl), Walter Mauro (Pdl), Erminia Mazzoni (Pdl), Guido Milana (Pd), Tiziano Motti (Udc), Alfredo Pallone (Pdl), Pierantonio Panzeri (Pd), Aldo Patriciello (Pdl), Mario Pirillo (Pd), Giovanni Saverio Furio Pittella (Pd), Vittorio Prodi (Pd), Fiorello Provera (Lega Nord), Enzo Rivellini (Pdl), Francesco Saverio Romano (Udc), Licia Ronzulli (Pdl), Potito Salatto (Pdl), Matteo Salvini (Lega Nord), Amalia Sartori (Pdl), David Sassoli (Pd), Giancarlo Scottà (Lega Nord), Marco Scurria (Pdl), Debora Serracchiani (Pd), Sergio Silvestris (Pdl), Francesco Speroni (Lega Nord), Gianluca Susta (Pd), Patrizia Toia (Pd).
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martedì 9 giugno 2009

Tutto ritorna come prima........


Terminate le elezioni tutto torna come prima.

La profonda crisi economica incombe minacciosa, ma che fa il governo?

All'indomani delle elezioni approva il decreto legge che impedisce le intercettazioni telefoniche ed elimina il referendum per modificare la "legge porcata" di Calderoli!
(Su ricatto della Lega che ha ottenuto 2 punti percentuale in più alle elezioni europee.)

Adesso, oltre a dover subire la legge porcata di Calderoli, che sminuisce ulteriormente il nostro potere di voto, dovremo sopportare che chiunque voglia fare raccomandazioni o affari sporchi telefonicamente, lo possa fare impunemente, senza paura di essere intercettato e, quindi, indagato.
Era già difficilissimo riuscire a condannare un politicante, ora sarà difficile anche poterlo inquisire.

Ma quando la gente aprirà gli occhi e vedrà quello che sta succedendo? Quando la gente si renderà conto che chi è al governo per amministrare la cosa pubblica pensa solo ai propri interessi?

Cattiva informazione, disinformazione? Ma quello che è lampante si dovrebbe vedere, è alla portata di tutti!

Parole, si sprecano parole, pochi i fatti.

Le banche stanno tenendo duro, non mollano; contrariamente a quanto è satato promesso, non concedono aiuti alle piccole imprese, non aiutano le famiglie in difficoltà;
si rifiutano di convertire i mutui a tasso variabile in mutui a tasso fisso, vanno anche contro le direttive "consigliate", ma solo a parole, dal governo.
(Per queste questioni il governo si guarda bene dal varare ed approvare un ddl!)

Sarò complottista, ma ho il sospetto che il piano del governo del nano piduista sia ben diverso da quello di amministrare la nazione, ma, piuttosto, quello di mettere in pratica il piano previsto dalla P2!

lunedì 8 giugno 2009

Fatti tutti italiani.



Dopo l'entusiasmante vittoria dell'Idv, Luigi De Magistris e Sonia Alfano eletti eurodeputati, possiamo tranquillamente tornare ad occuparci del giornaliero. Perchè è bene sapere quel che accade nel nostro paese, e che non viene pubblicato dai mass media di regime, perchè passi inosservato.
"Sentenza Mannino, Procura Generale fa ricorso in Cassazione.
7 giugno 2009Palermo. La procura generale ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza di assoluzione dell'ex ministro Calogero Mannino che era accusato di concorso in associazione mafiosa ed era stato assolto in Appello il 22 ottobre scorso. Il ricorso è stato fatto, come scrive il Giornale di Sicilia, ieri mattina nell'ultimo giorno utile per il deposito. L'inchiesta sul politico democristiano, ora senatore Udc, fu avviata all'inizio del 1994, quando i pm della procura di Palermo notificarono a Mannino un avviso di garanzia per concorso in associazione mafiosa; l'anno successivo venne arrestato e rimase in carcere per 23 mesi. Da allora è stato un susseguirsi di processi e sentenze (quattro tra primo, secondo grado, Cassazione, e nuovo rinvio alla Corte d'appello, che ha dovuto anche sospendere il dibattimento in attesa di una pronuncia della Corte Costituzionale). Il verdetto di primo grado venne ribaltato in appello e l'imputato fu condannato a 5 anni e 4 mesi nel maggio 2004. La sentenza fu poi annullata dalla Cassazione nel luglio 2005 per "difetto di motivazione" e rinviata ad altra sezione della Corte di Appello che assolse l'imputato.

http://www.antimafiaduemila.com/content/view/16654/48/


Ma è così difficile condannare un politicante colluso con la mafia? Con o senza lodo Alfano se ne escono sempre con assoluzioni o per "decorrenza dei termini", continuando a sedere sempre ed immancabilmente in parlamento.

venerdì 5 giugno 2009

Idv, unica opposizione - Peter Gomez


Andrò a votare e voterò Italia dei valori. Oggi più che mai è infatti necessario tentare di arginare Silvio Berlusconi e i suoi: se il Cavaliere uscirà dalle europee con una vittoria ancora più larga rispetto a quella ottenuta alle politiche, nel giro di due mesi chiuderà definitivamente la partita con la stampa e con la magistratura approvando, senza nessuna modifica, le leggi bavaglio già messe in cantiere e le norme che impediranno per sempre tutte le indagini sulle classi dirigenti. Votare è dunque un dovere. E anche un dovere votare per le opposizioni.

Tra di esse, a mio parere, l’unica scelta possibile è però quella per l’Idv. Le due sinistre radicali ben difficilmente otterranno il quorum. Mentre le liste del Pd, salvo rare eccezioni (Rita Borsellino, Rosario Crocetta, Debora Serracchiani, Rosaria Capacchione e pochi altri), sono quelle di sempre. Basta scorrere i nomi per rendersi conto che il Partito democratico non ha ancora capito (o meglio, non vuole capire) cosa chiedono gli elettori: un rinnovamento radicale dei programmi e del personale politico. Da questo punto di vista, quindi, una sconfitta per il Pd potrebbe persino risultare salutare. Solo se la crisi sarà evidente, le forze nuove, che anche nei democratici sono presenti, avranno l’occasione di scalzare l’attuale leadership.
(da Micromega 3/2009)
http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/

Ottimo Peter, la penso esattamente come te e Travaglio, io voto Idv.

Un voto contro ma anche per - Marco Travaglio

Rivoterò per l’Italia dei Valori, come già nel 2006 e nel 2008.
E per gli stessi motivi delle ultime due elezioni politiche.
Ma con l’aggiunta di due nuovi.
Quelli vecchi: com’era facile prevedere, il partito di Di Pietro - per quanto ancora troppo “personale” e poco collegiale e scarsamente selettivo in alcune scelte di classe dirigente, specialmente a livello locale - è l’unica reale opposizione presente in Parlamento contro il regime berlusconiano. Il solo partito che si sia davvero battuto nelle aule parlamentari contro il cosiddetto Lodo Alfano e le altre leggi-vergogna (ammazza-intercettazioni e bavaglio alla stampa in primis), contro lo scandalo Cai-Alitalia, contro le nuove minacce a quel che resta della libertà d’informazione. Ma anche per un’altra causa che ritengo fondamentale per la storia di questi anni: la richiesta di verità sulla fogna politico-giudiziaria di Catanzaro, che ha inghiottito l’uno dopo l’altro onesti servitori dello Stato come Luigi de Magistris, Gioacchino Genchi, Clementina Forleo e i pm salernitani Apicella, Nuzzi e Verasani, il capitano Pasquale Zacheo (per non parlare di un giornalista coraggioso come Carlo Vulpio). Su questi fronti il Pd ha fatto il pesce in barile, mentre troppo spesso le formazioni della sinistra radicale (con la lodevole eccezione di Claudio Fava e pochi altri) parlavano d’altro. Soltanto una pesante sconfitta del Partito democratico, ancora prigioniero della linea del “dialogo” col regime, cioè dell’inciucio, direi quasi della sindrome di Stoccolma, può accelerare l’azzeramento della classe dirigente del centrosinistra e assicurare all’Italia qualche speranza di uscire dall’incubo.

E ora le novità, anzi le piacevoli sorprese. Di Pietro e Leoluca Orlando hanno avviato, modificando lo statuto dell’Idv, uno sforzo - che mi auguro proseguirà con iniziative più stringenti - per trasformare un movimento personale in un partito vero e proprio, con regole interne di completa democrazia e trasparenza, anche nella gestione dei finanziamenti pubblici e della selezione delle classi dirigenti. E poi hanno saputo spalancare le sue liste a esponenti della società civile, al punto da candidare quasi tutti personaggi esterni alla nomenklatura dell’Idv: da De Magistris a Vulpio, da Zipponi a Sonia Alfano, da Brutti a Vattimo, da Tranfaglia a Pressburger, da Arlacchi all’avvocato Pesce a Gloria Bardi. Resta il vizio di qualche candidatura spot di troppo (come la hostess Alitalia) e di un paio di riciclati che si potevano evitare, ma nel panorama italiota si tratta di pagliuzze, non di travi. I sondaggi indicano che molti italiani, anche tra le fasce più scolarizzate, apprezzano. Spetterà a Di Pietro evitare di ricadere negli errori del passato e non deludere i tanti che, prevedibilmente, gli daranno fiducia. Spetterà ai suoi nuovi compagni di strada aiutarlo a non sbagliare di nuovo.
(da Micromega 3/2009)
http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/