venerdì 22 gennaio 2010

Anna Maria Moncini, vedova di Bettino Craxi.

(ANSA) - ROMA, 21 GEN - 'Per me e' arrivata la lettera degli italiani, perche' il presidente li rappresenta tutti', dice Anna Craxi sulla lettera di Napolitano. La vedova dell'ex leader Psi commenta cosi' la missiva del capo dello Stato per il decennale della morte di Bettino Craxi. 'Mi ha fatto immenso piacere.
(ansa)

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"Gli aneddoti raccontati da Vespa nel libro, e che hanno scatenato l'ira di Craxi jr, emergono dalle interviste fitte di dettagli inediti a due presunte fiamme di Bettino Craxi, Ania Pieroni e Patrizia Caselli. Della Pieroni (amante di Craxi fino al '91, durante il suo periodo d'oro e di potere) si sapeva già quasi tutto. La Caselli emerge invece come l'amante del periodo successivo al '91, quando il leader del Psi iniziò caddè in rovina e finì poi i suoi giorni latitante ad Hammamet. La prima non fa segreto - nel libro di Vespa - dei dettagli della storia d'amore con Craxi, raccontando anche gli espedienti che i due usavano per potersi incontrare di nascosto. «Non ero la preferita, ero l'unica - rivela - Tu sei la mia malattia, mi diceva». «Sì - spiega Ania - è proprio stata una grande storia d'amore».

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La finzione fa parte del mondo dello spettacolo, vero signora Anna?

Non è stata lei a vivere gli ultimi momenti di suo marito ad Hammamet, ma una sua amante e lei lo sa benissimo.

Ma resta pur sempre la moglie che ha accettato tutto pur di restare moglie di un presidente del consiglio che aveva racimolato tanto danaro, ma tanto da poterlo spartire a moglie e amanti, non aveva importanza per lei che fosse danaro di provenienza illecita ed in gran parte sottratto a noi italiani.

Ora pretende anche che a scriverle la lettera siamo noi italiani rappresentati da un vecchio e decrepito presidente della repubblica.

Mi cancelli dall'annovero, signora, io non sono tra quegli italiani: non ho stima del presidente, non ne ho per lei, non ne ho per il suo defunto marito!


giovedì 21 gennaio 2010

Beppe Grillo sponsorizza Vendola in Puglia.

Grazie, Beppe.
Sponsorizzare Vendola, uno dei pochi non dalemiano e, pertanto, non colluso con i peggiori poteri politici, è stata una scelta ponderatissima!
Salviamo solo la parte buona della politica, il resto deve andare al macero!


mercoledì 20 gennaio 2010

Il valore dell'esempio




















Dopo aver definito il boss mafioso Vittorio Mangano "un eroe" e aver riabilitato il corrotto Bettino Craxi, Silvio Berlusconi e i suoi uomini stanno per approvare una legge che cancellerà centinaia di migliaia di processi. Per salvare il premier, i diritti delle vittime dei reati vengono così azzerati. E i criminali tornano o restano in libertà. Noi de Il Fatto quotidiano questo mondo alla rovescia non lo vogliamo.

Per noi, nel pantheon immaginario che dovrebbe essere alla base del convivere civile, non ci sono i delinquenti.

Ci sono, invece, tutti quegli uomini e quelle donne che hanno speso la vita per combattere la criminalità organizzata, per arginare la corruzione, per garantire al Paese la libertà di parola, di voto e di pensiero.

In una frase: tutte quelle persone che hanno tentato di rendere l'Italia un po' migliore. I nostri eroi sono questi. In redazione ne abbiamo scelti cinque: Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Sandro Pertini, Enrico Berlinguer e Giorgio Ambrosoli.

Ma potevano essere molti di più. Per questo adesso vi chiediamo, cari lettori, che anche voi facciate una scelta. La vostra scelta.

Vogliamo sapere quali sono i vostri eroi.

Indicate, se volete, i loro nomi qui sotto.

Spiegate nei commenti il perché della vostra decisione.

E domandate ai vostri amici, attraverso la rete o il passaparola, di fare altrettanto.

Noi pensiamo che in questo paese le persone perbene, a destra come a sinistra, siano ancora una larga maggioranza.

E partendo da un piccolo sondaggio come questo vogliamo cominciare a dimostrarlo.

Perché se saremo tantissimi anche loro, quelli che inneggiano a Mangano e santificano Craxi, cominceranno a rendersene conto.

Peter Gomez

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578


Le prme immagini del terremoto ad Haiti.

Istigazione a delinquere

di Giorgio Bongiovanni - 19 gennaio 2010

Questo editoriale, di cui mi assumo la piena responsabilità, non intende assolutamente offendere l'uomo Giorgio Napolitano, ne le intenzioni con cui, in probabile buona fede, ha indirizzato la sua lettera ad Anna Craxi, la vedova del segretario del PSI Bettino Craxi.

Il mio giudizio è asetticamente nel merito del suo significato istituzionale.

La mia fede cristiana mi impone di non giudicare la persona, ma bensì un atto che considero di particolare gravità.

Leggendo questa lettera non ho potuto fare a meno di provare la sensazione che le parole del Capo dello Stato possano risuonare alle orecchie di tutti i cittadini italiani e soprattutto di quei giovani che si affacciano ora al mondo della politica come una pericolosa istigazione a delinquere. Secondo la più alta carica dello Stato infatti dovrebbero sentirsi autorizzati a commettere ogni sorta di ruberia, di ladrocinio, di saccheggio ai danni dei propri concittadini, nella certezza che alla fine tutto, o in parte, sarà loro perdonato.

Non solo.

Che sarà addirittura esaltato il loro talento, se sapranno essere “grandi statisti” come lo è stato Craxi.

E non importa se ha truffato, se ha attuato una politica nefasta, “la sua figura complessiva – come ha detto Napolitano – non può venir sacrificata”.

Di fronte a queste vergognose parole un Parlamento sano dovrebbe chiedere l'impeachment. L'immediato allontanamento di quel Presidente della Repubblica che calpestando gli stessi principi della Costituzione che è stato chiamato a proteggere e garantire istiga i futuri giovani ledears politici a delinquere.

Ciò che voglio credere è che questa istigazione sia incosciente. Che sia fatta, per quanto possibile, in buona fede. Perché solo una totale incoscienza può giustificare una simile ipocrisia e può aver spinto la mano di Napolitano a scrivere questa famigerata missiva.

Intanto però al Presidente dico che italiano non mi sento più. Che voglio essere esule di una patria che non mi appartiene. Anche se amo l'Italia, anche se amo la mia terra, la Sicilia, ma non mi sento rappresentato dal vertice delle nostre istituzioni.

L'anno scorso noi di ANTIMAFIADuemila abbiamo chiesto udienza al Presidente della Repubblica per condividere con lui i nostri progetti futuri, seppur modesti, a favore della legalità nella lotta contro tutte le mafie.

La segreteria personale ci aveva risposto, chiedendoci di attendere ed assicurandoci che Napolitano era solidale con i nostri progetti.

Dopo questa assurda lettera ritiriamo ufficialmente la nostra richiesta.

Non vogliamo incontrare un Presidente che riabilita “la figura complessiva di Bettino Craxi”. Uno dei più grandi ladri e delinquenti che l'Italia abbia mai avuto.

Certo è che guardando allo sconfortante scenario mondiale comprendo che questo vertice si allinea perfettamente al potere che domina il mondo. E che passa attraverso la grande finanza, la grande economia così come è puntualmente spiegato nell'articolo scritto dal nostro amico Giulietto Chiesa, che appare qui in anteprima e che sarà pubblicato nel prossimo numero della rivista ANTIMAFIADuemila.

A leggere di questi temi viene certamente la pelle d'oca.

Perché è chiaro che l'istinto a delinquere, a truffare, a rubare è nel Dna di tutti coloro che hanno nelle mani il mondo.

E che hanno fatto dell'illegalità un valore e della legalità un disvalore.
Noi però ci sentiamo diversi.

Noi apparteniamo a quella schiera di “poveri illusi”, e non sono pochi, che vivono ancora di “concetti superati”.

Che vorrebbero l'uguaglianza per tutti, i diritti per tutti, che non accettano le ingiustizie di un mondo in cui ogni 3 secondi un bambino muore di fame.
Un mondo che andrà verso l'autodistruzione se non si ritornerà, il più in fretta possibile, a una nuova questione morale.

Senza se e senza ma.

http://www.antimafiaduemila.com/content/view/24124/78/

Le Monde: “La memoria corta degli italiani”



Craxi, o la memoria corta degli italiani”: si intitola così una “lettera dall’Italia” del corrispondente da Roma del quotidiano francese, Le Monde, pubblicata ieri.
“A 420 euro, trasporto e notti di albergo comprese, i tre aerei partiti venerdì 15 gennaio da Milano, Roma e Palermo, destinazione Hammamet sono stati subito riempiti”, esordisce Philippe Ridet, aggiungendo che a “fe d e l i ” e “nostalgici” di “colui che ha incarnato la corruzione della classe politica alla fine degli anni Ottanta e all’inizio degli anni Novanta, si sono aggiunti quest’anno tre ministri.

Avendo fatto i loro primi passi al fianco di Bettino Craxi, Franco Frattini (Esteri), Renato Brunetta (Funzione pubblica) e Maurizio Sacconi (Sanità) hanno scelto stavolta di esprimere la loro fedeltà alla luce del sole”.

A 10 anni dalla morte, se “Berlusconi, che Craxi aiutò molto a costruire il suo impero mediatico
grazie a leggi su misura” ritiene Craxi soltanto un “perseguitato”, i “nemici di ieri, soprattutto
gli ex comunisti”, “si dicono anche loro pronti a fargli un posto nel pantheon della sinistra”.

Da: "Il Fatto Quotidiano del 19 gennaio 2010.


martedì 19 gennaio 2010

Puglia, la Procura smentisce: Nichi Vendola non è indagato, oppure si?


BARI - A quanto pare, la melma delle regionali pugliesi, diventa ancora più liquamosa e densa.

A colpi di smentite, frasi ambigue e battutine, la regione meridionale si dimostra quella più piena di serpi pronte a mordere chi non permette loro di strisciare adeguatamente. Il "caso Vendola" era stato scatenato da un articolo comparso sul Corriere del Mezzogiorno di Bari e firmato da Angela Balenzano e Francesco Strippoli ""Nichi Vendola- si legge testualmente sul quodiano pugliese del Corriere - iscritto nel registro degli indagati, per concussione, per aver sponsorizzato un luminare delle Neuroscienze in un concorso da primario"

Vendola reagisce in maniera serena, parlando di "Solite notiziole che circolano da un po' per insidiare la mia vita" e rispondendo con una video lettere (
clicca qui per vederlo).

A questo punto scatta automaticamente e logicamente l'ipotesi di grossolana castroneria dei due colleghi del Corriere. Un'operazione magari pilotata da uno dei numerosissimi scontenti del Pd o, ancora, da qualche esponente del Pdl e dell'Udc.

Peccato che, dopo la smentita ufficiale che nega l'ipotesi che il governatore uscente sia indagato, la procura di Bari, attraverso
Laudati, precisi che "Non ci sono iscrizioni suscettibili di comunicazioni". Cosa significa "suscettibili di comunicazioni"? Che Vendola è iscritto in qualche altro registro ma che non si tratta di nulla di grave? Anche l'affermazione successiva che parla di "possibili strumentalizzazioni delle indagini" guardandosi bene di precisare ad opera di chi appare piuttosto ambigua.

Per il riassunto della "puntata precedente" vi rimandiamo
all'articolo
di Antonio Rispoli pubblicato questa mattina. Per le conclusioni, beh...ci affidiamo alla vostra capacità d'analisi critica.


http://www.julienews.it/notizia/politica/puglia-la-procura-smentisce-nichi-vendola-non-e-indagato-oppure-si/40060_politica_0.html