venerdì 18 giugno 2010

Chi ha paura di Gaspare Spatuzza?


Nei mesi precedenti avevo previsto che, sulla scorta di alcuni segnali editi da questo Governo, la lotta alle organizzazioni mafiose stava subendo un cambiamento di rotta: i vari post pubblicati su queste pagine testimoniano i mie timori. L’esempio lampante è il maxiemendamento sulle intercettazioni.

Non più tardi dell’altro ieri a proposito del maxiemendamento,denunciavo gli effetti negativi se le nuove norme venissero approvate così come licenziate dal Senato. Nell’occorso invitavo tutti gli investigatori a fare lo sciopero bianco, ossia non presentare richieste di intercettazioni. Così la casta può dormire sonni tranquilli.

Oggi la notizia eclatante di escludere Gaspare Spatuzza dal programma di protezione riservato ai collaboratori di giustizia, mi ha convinto ancor di più. Bene!

Se questa decisione non è “togliersi il sassolino dalla scarpa” mi dica lei egregio signor premier Berlusconi cos’è?

Allora, avevo ragione io quando qualche mese fa ho scritto su questo blog “ Calati juncu ca passa ‘a china”! E, sì! ‘a china è proprio passata.

Ma, per favore, anche un bambino e gli adulti che non “masticano” di mafia capiscono che non voler ammettere al programma Spatuzza ha il sapore di farlo “scantare” (spaventare) e non venitemi a raccontare frottole che i 180 giorni previsti sono scaduti: baggianate.

La verità è che Spatuzza ha fatto dichiarazioni contro Dell’Utri e sta, con le sue assunzioni di responsabilità, facendo luce sulle stragi del 92/93. Nello specifico si è assunto la responsabilità della preparazione e partecipazione della strage di via D’Amelio, affermando che uomini dei “servizi” avrebbero assistito all’operazione.

In Un Paese normale la possibilità che finalmente le nuvole che gravavano sulle strage si stanno diradando, sarebbe la norma. Invece da noi si rema contro, ci si attacca ai cavilli di una legge, guarda caso, fatta apposta contro i pentiti. Mi chiedo, ma chi ha paura che la verità si scopra?

Chi ha paura che venga rintracciata l’Agenda Rossa di Paolo Borsellino? Il contenuto annotato è davvero così illuminante per accertare la “trattativa” tra mafia e Stato, ammesso che di questo si tratti?

Ma perché lei On. Berlusconi non intervenga pubblicamente e dica una volta per tutte che la maggioranza del suo governo “vuole accertare la verità sulle stragi”? Mi fa questa cortesia?

Glielo chiedo in nome e per conto di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutti gli uomini delle Istituzioni, compresi i miei colleghi, assassinati da mano mafiosa.

Però, se accoglie il mio invito, oltre alle dichiarazioni di principio, devono seguire i fatti: e i fatti potrebbero essere quelli di ammettere subito Spatuzza al programma di protezione. Lei On. Berlusconi, dovrebbe dare serenità ad una persona che poteva ben stare zitto, eppure ha dichiarato di essere responsabile, in concorso con altri, della strage di via D’Amelio.

A proposito di pentiti. Già allora quando è stata approvata la legge dei 180 giorni, ho espresso tutta la mia contrarietà. La mia ritrosia alla nuova legge sui pentiti nasceva dall’esperienza fatta nello specifico settore e subito ho intravisto aspetti negativi proprio sul pentitismo. Intravedevo e non a torto, un provvedimento pro mafia.

Durante la mia attività, ho avuto modo di “trattare” taluni pentiti di Cosa Nostra a cominciare da Tommaso Buscetta. Marino Mannoia, Totuccio Contorno, Gaspare Mutolo, Gino La Barbera, Pino Marchese, Giovanni Drago e il padre del piccolo Giuseppe, sciolto nell’acido da Brusca,Santino di Matteo.

Ebbene, proprio in virtù della mia esperienza non ho condiviso la nuova legge e non condivido, oggi, l’esclusione di Spatuzza dal programma. La verità non può subire altre fermate, già siamo in ritardo dolosamente e scientemente per oltre 18 anni.

Ci sono voluti Spatuzza e Massimo Ciancimino per mettere in moto la macchina della verità: macchina che qualcuno vorrebbe fermare. Le minacce di morte a Massimo Ciancimino e l’episodio di Spatuzza, vanno in questa direzione.

http://palermo.blogsicilia.it/2010/06/chi-ha-paura-di-gaspare-spatuzza/


LA MANOVRA CHE CANCELLA LA SINDROME DI DOWN


Sembrerebbe una barzelletta di cattivo gusto, ed invece si tratta dell’ennesima trovata – altrettanto di cattivo gusto – di questo Governo.
Stiamo parlando del decreto legge n. 78 del 2010, meglio conosciuto come “manovra finanziaria”, che nel comma 1 dell’articolo 10,
cancella l’assegno di invalidità per le persone affette dalla sindrome di Down, oltre che per altre numerose categorie di malati ed invalidi. Questo comma, infatti, innalza la percentuale d’invalidità necessaria all’ottenimento del sussidio – per la cronaca 256 euro al mese – da 74% a 85% escludendo di fatto tutti i down che, secondo le tabelle del Ministero della Sanità, hanno un’invalidità pari al 75%.

Incredibile ma vero! Tutte le persone affette dalla sindrome di Down e le loro famiglie, che sino ad oggi hanno contato su questo, pur irrisorio, contributo statale dovranno rinunciarvi, a meno di non essere costretti a farsi riconoscere un’invalidità del 100% (individuata solo a chi, oltre alla sindrome di Down, presenta anche gravi disturbi mentali). Tutto questo però avrà il solo risultato di azzerare tutte le battaglie finora condotte dalle associazioni a tutela dei Down. Con il 100% d’invalidità nessun Down potrà più trovare un posto di lavoro.

Non ci sono altre considerazioni da fare. Si tratta di un provvedimento scellerato e crudele, come purtroppo se ne individuano moltissimi in questo testo, mosso da ragioni altrettanto scellerate. Sì, è evidente la necessità di tagliare dei costi per lo Stato, ma partire discriminando le categorie più deboli sembra veramente un controsenso. Ci si sarebbe aspettati un provvedimento finanziario che combattesse in maniera concreta l’evasione fiscale, gli alti costi della politica, i molti falsi invalidi e invece ci ritroviamo con un testo di legge che penalizza chi già è in difficoltà. Lo fa bloccando per tre anni gli stipendi agli statali, non riconoscendo gli indennizzi per chi è stato danneggiato dallo Stato (e stiamo parlando di tutte quelle persone che si sono ammalate a seguito di una trasfusione sbagliata) e da ultimo negando la possibilità di un sussidio mensile ai malati di sindrome di Down. Per tutte queste ragioni ho deciso di presentare
un’interrogazione parlamentare, cofirmata tra gli altri dal presidente Di Pietro, per chiedere al Ministro dell’Economia di revocare questo comma.

Noi dell’Idv, in attesa di combattere questo testo a colpi di emendamenti nel momento in cui arriverà alle Camere, continueremo a far sentire la nostra voce a difesa degli italiani e dei loro diritti… specie quelli dei più deboli.


http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/articoli/salute_e_ambiente/la_partita_che_si_sta.php?notifica


giovedì 17 giugno 2010

Sondaggi in calo per Berlusconi: la sfiducia degli italiani

Il Presidente del Consiglio, poco più di un anno fa, godeva della fiducia del 66 per cento degli italiani secondo l’agenzia Ipr Marketing che si occupa dei sondaggi di Repubblica; questo dato è ora sceso al 41 per cento, secondo le stesse fonti, il minimo da quando Silvio Berlusconi è tornato al governo.

Un vero e proprio capitale di consenso è stato sprecato, nonostante il controllo governativo sul sistema informativo sia diventato ormai quasi totale.

Nessun politico italiano del dopoguerra era mai stato in condizioni ideali per poter fare, del paese, quel che voleva o quasi; popolarissimo tra gli elettori e con una maggioranza netta in parlamento, Silvio Berlusconi avrebbe potuto davvero cambiare il corso delle cose nel nostro paese che, per tornare a crescere, dopo un ventennio di sostanziale stasi economica, avrebbe bisogno di tante, vere, riforme.

In quest’ultimo anno invece il nostro governo di tutto si è occupato tranne che d’economia; solo ora, sotto la pressione di una crisi finanziaria imminente, si è varata una manovra che non ha nessun respiro strategico, ma solo serve a tirare avanti, in qualche modo, un altro po’.

La sfiducia crescente degli italiani nei confronti del Presidente del Consiglio si spiega molto più così che con gli scandali in cui Silvio Berlusconi – ricordate Noemi Letizia, la ragazzina diciassettenne in intima amicizia con il nostro? - ministri del suo governo ed esponenti del suo partito sono stati coinvolti nell’ultimo anno; c’è la netta sensazione, da parte di molti elettori, che siano i problemi personali e giudiziari del Presidente del Consiglio a determinare l’agenda del governo assai più delle necessità dell’economia.

Nessun editoriale minzoliniano o prima pagina di Libero può nascondere quel che è sotto gli occhi di tutti: dal lodo Alfano al DdL sulle intercettazioni, la maggioranza ha proposto una serie di leggi che non hanno nulla a che vedere con quel che interessa ai cittadini.

Mentre in tutti i paesi industrializzati è l’economia il centro dell’attenzione della classe politica, nel nostro paese ci si è occupati di garantire l’impunità a Silvio Berlusconi ed ai suoi manutengoli.

L’unica riforma avviata, quella della pubblica istruzione, poi, esattamente l’opposto di quello di cui avremmo bisogno. Meno scuola, pubblica s’intende, per tutti: questa è la ricetta proposta dal ministro Gelmini – o chi per lei – per il futuro dell’Italia, paese che ha già uno dei tassi di scolarizzazione più bassi dell’OCSE.

Per disinformati che siano gli elettori queste cose che le capiscono e i dati sulla fiducia del Presidente del Consiglio ne sono prova fedele.

La manovra economica a cui abbiamo accennato, con i sacrifici che comporterà, in ogni caso, per tanti italiani, ha poco invece poco a che vedere con il disamore che serpeggia nei confronti di Silvio Berlusconi; ilministro Tremonti che della manovra è il responsabile o meglio, per esprimere la sensazione che hanno cercato di comunicare i media controllati dal presidente del consiglio, il colpevole, gode lo stesso ancora della fiducia del 55 per cento degli Italiani: gli elettori si fidano di più di chi gli mette le mani in tasca che di chi, semplicemente, si disinteressa di loro.

Sfiducia nei confronti del governo e dei partiti che lo compongono - si fida del PdL il 38% degli elettori e della Lega solo il 32% - non vuole dire fiducia nei confronti dell’opposizione: solo il 34% degli elettori si fida del PD – dato in netto calo rispetto al 40% di marzo – e diminuisce anche la fiducia neo confronti dell’IDV.

L’opposizione, che dovrebbe avere gioco facile nel rubare consensi ad un governo tra i peggiori della storia repubblicana, appare assolutamente incapace di svolgere il proprio ruolo; non è ancora riuscita né a darsi un unico rappresentante, contraltare del presidente del consiglio, né tanto meno a costituire un governo ombra e, cosa ancora più grave, non sembra neppure sentire la minima necessità di farlo.

In un paese civile, dove si abbia rispetto dell’intelligenza degli elettori, alla manovra del governo l’opposizione risponderebbe proponendone un’altra.

Facile capire che la manovra Tremonti vada in senso assolutamente contrario a quello che la nostra economia reale avrebbe bisogno; con un mercato interno già depresso tutto si può fare tranne levare soldi, in un modo o nell’altro, ai consumi delle famiglie.

Facilissimo, si fa per dire, il compito dell’opposizione, specie se di sinistra; proporre al suo posto unamanovra basta sulla tassazione dei patrimoni e delle rendite che prelevi denari dai medi – sì, anche medi, inutile farsi illusioni – e grandi capitali e li usi per tamponare la congiuntura finanziaria e, soprattutto, per gli investimenti necessari ad alimentare una ripresa economica.

Alle proteste, giustissime, l’opposizione ha abbinato la solita generica predica sulla lotta all’evasione fiscale che, ormai, nelle orecchie degli italiani suona come un: “pagherà, chissà quando, qualcun altro” e ha vagheggiato sì di tassare le rendite, ma senza fornire uno straccio di cifra o di indicazione del come.

Sarebbe stato compito del ministro ombra delle finanze, ovviamente, ma non c’è.

Resta che la sfiducia degli italiani nei confronti e del ceto politico è totale e travalica i confini dei partiti e di quel che resta delle ideologie e che questo è il vero grande problema della nostra democrazia.

Abbiamo le energie e le risorse per ripartire, ma ci vorrebbe qualcuno con il coraggio morale necessario per dire al paese quanto grave sia la situazione e l’autorevolezza per fare accettare, a tutti, i sacrifici che sarebbero, e da subito, necessari.

Il governo è quello che è; l’opposizione è esattamente al suo livello.

Qualche santo provvederà, speriamo: gli italiani si sentono, in questo momento, traditi.

Adesso prevale la sfiducia; ci vuole poco a capire che tra non molto arriverà l’ira:

Gli italiani sopportano, ma quando si arrabbiano lo fanno davvero.

http://www.agoravox.it/Sondaggi-in-calo-per-Berlusconi-la.html


Gelli: “Il mio piano applicato male dal governo”




“Mi hanno copiato e pure male”. Forse è una provocazione, ma fa comunque riflettere l’analisi della politica italiana fatta da Licio Gelli, il “venerabile” della disciolta Loggia P2, in una conversazione che l’Espresso pubblicherà venerdì 18 giugno.

“Gli uomini al governo si sono abbeverati al mio Piano di Rinascita – spiega Gelli – ma l’hanno preso a pezzetti. Io l’ho concepito perché ci fosse un solo responsabile, dalle forze armate fino a quell’inutile Csm. Invece oggi vedo un’applicazione deformata”. Il venerabile, risponde così a chi sostiene che il suo Piano di Rinascita sia la “stella polare del governo”.

Secondo Gelli, nell’esecutivo “Ci sono gli stessi uomini di vent’anni fa e non valgono nulla. Sanno solo insultarsi e non capiscono di economia… Il Parlamento è pieno di massaggiatrici, di attacchini di manifesti e di indagati”.

Del premier, dice: “certamente non condivido ciò che accade per sua volontà. Anche certe questioni private si risolvono in famiglia. Deve essere meno goliardico. Inoltre, non ha molti collaboratori di valore”. Quanto alla Lega, ” per me è un pericolo -dice Gelli-. Sta espropriando la sostanza economica dell’Italia. Le bizzarrie di Umberto Bossi hanno già diviso il Paese. Bisogna dire basta”.

E ancora, “I partiti non esistono più e i leader attuali passano il Rubicone con tre tessere in tasca. Non bisogna riformare solo la giustizia, ma prima di tutto l’economia e la sanità. Il popolo oggi patisce, non arriva al 20 del mese. Qui siamo oltre i margini della rivolta. Siamo alla Bastiglia”. Per concludere: “La democrazia è una brutta malattia, una ruggine che corrode. Guardi quello che accade in Grecia, in Spagna, in Portogallo: anarchia completa”.

http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/gelli-piano-rinascita-applicazione-deformata-428666/


Questa è l'Italia, sapere è potere.



Questa notizia la facciamo "girare" oppure appresa la notizia ce le fanno girare ?

VERGOGNA!!!!!!!


Noi Italiani (con la i maiuscola), si sa, quando facciamo qualcosa la facciamo decisamente in grande!

Così è stato per il G8 dell'Aquila che durante questo periodo di recessione ci è costato:

Cinquecentododici milioni quattrocentosettantaquattro mila euro ( 512.474.000,00€ )

Ma andiamo per ordine: come sono stati spesi questi soldi?

Visto che non voglio farvi fumare troppo le palle riporto solo una piccola lista:


- 24 mila euro in asciugamani,

- 22 mila 500 euro in ciotoline Bulgari d'argento,

- 350 mila per televisori Lcd e al plasma

- 10 mila euro per i bolliacqua del the.

- 26 mila euro per 60 penne in edizione unica, fornite da "Museovivo" (costo unitario: 433 euro), servite soltanto ai grandi per apporre la loro firma sui protocolli,

- 373 mila euro per la fornitura prestigiose poltrone "Frau"

- 63 mila euro per gli addobbi floreali

- 78 mila euro per porta-blocnotes, firmati da "Pineider"

- 22 mila euro per il logo della manifestazione

- 155 mila euro per pennoni porta-bandiera e bandiere

- 13 mila euro per 30 distruggi documenti

- 18 mila euro per tessuti per hostess e steward

- 54 mila euro per tessuti non meglio specificati.

- oltre 1 milione di euro per il servizio di catering per i banchetti per i capi di Stato; servizio che si è aggiudicata la Relais le Jardin che non è una società qualsiasi: appartiene alla famiglia di Stefano Ottaviani, sposato con Marina Letta, figlia di Gianni, l'onnipotente sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Dovrebbero essere contenti gli abruzzesi che in quei giorni erano nelle tende e che ancora adesso hanno la città piena di macerie, sapere come sono stati usati bene i loro/nostri soldi.

Tutto questo senza contare che il G8è stato spostato dalla Maddalena dove erano già stati investiti parecchi milioni di euro...

Le fonti sono:

www.report.rai.it

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/un-g8-da-500-milioni/2121668//1

Sull'articolo dell'espresso troverete la lista completa se proprio volete farvi del male.

Non dimenticatevelo quando c'è crisi e ci dicono di "tenere duro".

Non dimenticatevelo quando ogni mese dovete tirare la cinghia quando andate a fare la spesa.

Non dimenticatelo quando ci dicono la crisi è finita, va tutto bene e voi siete in cassa integrazione.

Non dimenticatevelo se state valutando di andare a votare o meno.

Non dimenticatelo quando l'aumento contrattuale del vostro stipendio è di 70 euro lordi ma quello dei parlamentari di 1500euro netti.

Quando voi dovete arrangiarvi coi mezzi perché c'è la ZTL ma loro hanno più auto blu a Roma che in tutta la Francia.

Quando dovete scegliere tra il cinema e la pizza perché entrambi non è possibile...ma loro cenano e pranzano a spese nostre in ristornati e catering di lusso.

Loro viaggiano a spese nostre in prima classe sui freccia rossa, ma ci hanno tolto gli intercity (troppo economici)

Quando difendono la famiglia, ma poi chi ha figli ha un rimborso di 37euro al mese per figlio (se ne hai due)...