Nei mesi precedenti avevo previsto che, sulla scorta di alcuni segnali editi da questo Governo, la lotta alle organizzazioni mafiose stava subendo un cambiamento di rotta: i vari post pubblicati su queste pagine testimoniano i mie timori. L’esempio lampante è il maxiemendamento sulle intercettazioni.
Non più tardi dell’altro ieri a proposito del maxiemendamento,denunciavo gli effetti negativi se le nuove norme venissero approvate così come licenziate dal Senato. Nell’occorso invitavo tutti gli investigatori a fare lo sciopero bianco, ossia non presentare richieste di intercettazioni. Così la casta può dormire sonni tranquilli.
Oggi la notizia eclatante di escludere Gaspare Spatuzza dal programma di protezione riservato ai collaboratori di giustizia, mi ha convinto ancor di più. Bene!
Se questa decisione non è “togliersi il sassolino dalla scarpa” mi dica lei egregio signor premier Berlusconi cos’è?
Allora, avevo ragione io quando qualche mese fa ho scritto su questo blog “ Calati juncu ca passa ‘a china”! E, sì! ‘a china è proprio passata.
Ma, per favore, anche un bambino e gli adulti che non “masticano” di mafia capiscono che non voler ammettere al programma Spatuzza ha il sapore di farlo “scantare” (spaventare) e non venitemi a raccontare frottole che i 180 giorni previsti sono scaduti: baggianate.
La verità è che Spatuzza ha fatto dichiarazioni contro Dell’Utri e sta, con le sue assunzioni di responsabilità, facendo luce sulle stragi del 92/93. Nello specifico si è assunto la responsabilità della preparazione e partecipazione della strage di via D’Amelio, affermando che uomini dei “servizi” avrebbero assistito all’operazione.
In Un Paese normale la possibilità che finalmente le nuvole che gravavano sulle strage si stanno diradando, sarebbe la norma. Invece da noi si rema contro, ci si attacca ai cavilli di una legge, guarda caso, fatta apposta contro i pentiti. Mi chiedo, ma chi ha paura che la verità si scopra?
Chi ha paura che venga rintracciata l’Agenda Rossa di Paolo Borsellino? Il contenuto annotato è davvero così illuminante per accertare la “trattativa” tra mafia e Stato, ammesso che di questo si tratti?
Ma perché lei On. Berlusconi non intervenga pubblicamente e dica una volta per tutte che la maggioranza del suo governo “vuole accertare la verità sulle stragi”? Mi fa questa cortesia?
Glielo chiedo in nome e per conto di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutti gli uomini delle Istituzioni, compresi i miei colleghi, assassinati da mano mafiosa.
Però, se accoglie il mio invito, oltre alle dichiarazioni di principio, devono seguire i fatti: e i fatti potrebbero essere quelli di ammettere subito Spatuzza al programma di protezione. Lei On. Berlusconi, dovrebbe dare serenità ad una persona che poteva ben stare zitto, eppure ha dichiarato di essere responsabile, in concorso con altri, della strage di via D’Amelio.
A proposito di pentiti. Già allora quando è stata approvata la legge dei 180 giorni, ho espresso tutta la mia contrarietà. La mia ritrosia alla nuova legge sui pentiti nasceva dall’esperienza fatta nello specifico settore e subito ho intravisto aspetti negativi proprio sul pentitismo. Intravedevo e non a torto, un provvedimento pro mafia.
Durante la mia attività, ho avuto modo di “trattare” taluni pentiti di Cosa Nostra a cominciare da Tommaso Buscetta. Marino Mannoia, Totuccio Contorno, Gaspare Mutolo, Gino La Barbera, Pino Marchese, Giovanni Drago e il padre del piccolo Giuseppe, sciolto nell’acido da Brusca,Santino di Matteo.
Ebbene, proprio in virtù della mia esperienza non ho condiviso la nuova legge e non condivido, oggi, l’esclusione di Spatuzza dal programma. La verità non può subire altre fermate, già siamo in ritardo dolosamente e scientemente per oltre 18 anni.
Ci sono voluti Spatuzza e Massimo Ciancimino per mettere in moto la macchina della verità: macchina che qualcuno vorrebbe fermare. Le minacce di morte a Massimo Ciancimino e l’episodio di Spatuzza, vanno in questa direzione.
http://palermo.blogsicilia.it/2010/06/chi-ha-paura-di-gaspare-spatuzza/