Pensavate che il fondo fosse stato toccato. E invece.
Ricapitolando: giovedì scorso, Daniela Santanché imita Darth Vader che imita Stielike ai Mondiali dell’82. AdAnnozero, sguainando un ammiccante pelo nella narice sinistra e il consueto fascino prognatico, la Pasionaria del Poltronismo rampogna con dovizia gli anti-berlusconiani, ricordandoci che non esiste alcun Rubygate e siamo tutti dei minchioni.
Lo sfogo sembra coincidere con l’acme di un crescendo attraverso cui i pretoriani del Sire intendono smontare le prove, apparentemente inconfutabili, relative alle cene con le ragazze del quartiere dell’Orgettina (non è un refuso). Di lì a poco, si assiste invece a un’ulteriore accelerazione.
La mattina dopo Annozero, Lady Santadeché abbandona Agorà, il pacatissimo spazio di RaiTre condotto da Andrea Vianello, l’uomo più tranquillo del mondo. L’intervento della caricatura di Donna Rachele è così eccessivo da indurre Giampiero Mughini, non esattamente un dipietrista, a gridarle: “Ma in quale angolo di zoo….”. Lady Santadechè, esalando le solite frasi d’ordinanza, tutte rigorosamente senza senso, lascia lo studio. Lasciando un vuoto paragonabile al giorno in cui Lupetto Mannari disse addio al Milan.
Più o meno contemporaneamente, Paolo Liguori, una delle 712 dimostrazioni viventi su come il Sessantotto abbia lasciato propaggini appena diverse dai desideri iniziali di Mario Capanna, ci ricorda che viviamo in uno Stato di polizia e che i pm di Milano sembrano i comunisti della Germania dell’Est nel film Le vite degli altri. Del suo intervento, pleonastico come tutti gli interventi di Liguori, non colpisce tanto la facilità con cui se ne potrebbero smontare i contenuti, ma il fatto che un capolavoro venga biecamente citato per motivi para-politici. Da persone che, oltretutto, magari quel film neanche l’hanno visto (infatti suole citarlo anche la Santadechè).
In mezzo a siffatto sfoggio di Libertà Intellettuale da Discount, si staglia – come un fagiolo lesso all’orizzonte – il Prode Luigi Amicone. Il direttore di Tempi, l’unica pubblicazione che ha più pagine che lettori, arriva a paragonare Berlusconi alle adultere lapidate in pubblica piazza (da quei cazzoni degli islamici, magari). Amicone, come d’uopo (?), ci stupisce con la sua conclamata profondità afasica. Forte di un bigottismo secondo solo a quello di Casini (l’antiabortista) e memore dei dettami del maestro di aperture mentali Baget Bozzo, Amicone The Man avverte un desiderio tale di arrampicata sugli specchi da tratteggiare un impenitente lussurioso quale novello martire dei moralisti. E’ vero: Amicone che parla di sesso è un’astrazione assoluta. Forse però persino lui, stavolta, ha esagerato. A meno che non valga la regola per cui Hannibal Lecter sia solo una vittima delle diffamazioni dei giornalisti vegani.
Non manca l’ennesimo attacco ischemico di Vittorio Sgarbi; prima tratta la Melandri come una reietta, poi dà del “mafioso” a Peter Gomez. Ah: Sgarbi, quello per cui Caselli era un professionista dell’antimafia, dà del mafioso a Peter Gomez. Come se Nadia Macrì desse della zoccola a Rosy Bindi.
Domenica gira voce che il governo voglia abbassare la soglia della maggiore età, con effetto retroattivo (tripudio tra i pedofili). Sembra una battuta: sembra. Lunedì circola la leggina ad personam per lasciare in mutande i pm. Non sembra una battuta: infatti non lo è.
Nel frattempo, in ogni angolo di mondo, lo zimbellamento è a tappeto. Persino in Uganda, usata ingiustamente come metro di paragone quando qualcuno era ancora comunista, si sentono quasi la versione terrena delle utopie di Thomas More.
In serata, torna Lady Santadechè. Stavolta da Enrico Mentana. In una delle sue molte battute che non fanno ridere, la comica-massaia Littizzetto le aveva consigliato di andare al Tg de La7 a mostrare il dito medio (uuuuuh, qual cipiglio satirico). La Santadechè ci va e lo fa, utilizzando l’escamotage dell’anello: “Non sto mostrando il dito, ma l’anello“. Che mattacchiona. Una trovata scenica già vecchia trent’anni fa. Io la facevo all’asilo, quando mi nascondevo il Pongo nello zebedeo destro e dicevo alla Ravetto: “Toh, guarda qua che piercing che c’ho” (sì, ero maschilista anche da piccolo).
Poco dopo, all’Infedele, c’è l’onorevole Zanicchi (ahahahhahahahahaha). Interviene al telefono Silvio Berlusconi, che con modi garbati dà a Gad Lerner del “ripugnante”, “disgustoso” e “turpe”. Ricorda che “la Nicole Minetti” si è mantenuta gli studi da sola ed è pure madrelingue (sic) inglese. Insulta tutte le “cosiddette donne” presenti in studio, tra cui quella gnoccona di Ilaria D’Amico, che non offenderei neanche se mi calpestasse con tacco 15 (anzi). Quindi, concludendo l’intervento, esorta l’onorevole Zanicchi (ahahahahah) ad abbandonare quello che definisce – con cognizione di causa, visto che li ha sdoganati lui – “incredibile postribolo televisivo”.
La sua propensione all’Offesa Devoto Oli non smetterà mai di affascinarmi: turpe, criminoso, insufflati, grumi eversivi, postriboli televisivi. Berlusconi usa la citazione quasi-colta come Alvaro Vitali le flatulenze: ciliegine odorose per gli affezionati.
In tutto questo, il momento più bello è stato Iva Zanicchi che ha cantato Should I Stay Or Should I Go.
Le domande, giunti a tal punto dell’abisso annichilente, sono: di questo passo dove arriveremo? (alla canna del gas). Ci sarà una fine? (no). Bersani riuscirà a superare a sinistra almeno Bagnasco? (macché).
E quali saranno le prossime mosse? Ora ve le dico.
1 - Daniele Capezzone, dalla Clerici, modulerà l’Inno di Mameli ruttando.
2 – Sandro Bondi accompagnerà il suo nuovo carme, Silvio Illibato Sire Mio, accennando Quel mazzolin di fiori con le ascelle, come il nonnino della Corrida.
3. Maurizio Lupi ballerà la lap dance vestito di solo perizoma in acrilico incendiabile, togliendoselo durante la sigla finale de Le invasioni barbariche e gridando “Que viva la vulva”.
4. Il Papa esorterà i giovani a usare i preservativi nel suo status Facebook (e la Binetti cliccherà su “Mi piace“).
5. Barbara D’Urso chiamerà un Luca Fazzo qualsiasi per spiegare alle casalinghe di Voghera che la Bocassini è Mengele e alle feste berlusconiane si parlava solo dei piani sequenza di Kaurismaki (che la casalinga di Voghera non conosce, ma in cuor suo apprezza). Sarà presente anche Mario Adinolfi, per dare l’idea che il programma è bipartisan e l’opposizione oltremodo pugnace.
6. Minzolini paragonerà Craxi a Gesù (ah no, questa è già successa).
7. Ghedini riscriverà la Bibbia, sostituendo le parole “Silvio” a “Dio” e “Noemi” a “Maria Maddalena”.
8. Alessio Vinci intervisterà lo spirito di Madre Teresa di Calcutta, che plaudirà alla moralità di Emilio Fede.
9. Mariano Apicella rivelerà di essere la reincarnazione di Janis Joplin.
10. Lele Mora dimostrerà la propria verginità. Mostrando l’imene intonso.
Buona catrastrofe.
P
.S. In tutto questo, col Pdl a picco, il Pd non guadagna. Anzi perde voti. E Veltroni va in tivù a dare consigli: su come morire per sempre, si presume.
http://scanzi-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/01/25/turpi-postriboli-disgustosi/