venerdì 13 maggio 2011

Arriva il premier, manifestanti bloccano la Mostra.



Sul ponte sventola Bandiera Santanchè. - di Andrea Scanzi.



Sono un po’ preoccupato. Ogni volta che vedo Daniela Santanchè, la trovo meno splendente. Le guance scavate, la mascella bulimica. Sembra Darth Vader, solo che Darth Vader era più sexy (soprattutto quando respirava: Fffushhhhhhh).

Giustizialisti come siete, avrete tutti visto ieri sera lo show della Pasionaria Sallustiana da quel comunista terrorista eversivo di Michele Santoro.

La fredda cronaca (cit). Mascella Bulimica, come sempre, va da Santoro a dir due bischerate. Alza la voce, offende a casaccio qualcuno e poi si lamenta della poca democrazia del conduttore. Un po’ come se io venissi in casa vostra, vi spaccassi i mobili e poi mi lamentassi se dopo averlo fatto non siete lì ad offrirmi – entusiasti – un caffè.

Nel perenne esercizio della Politica Carnivora, branca dello scibile umano in cui Mascella Bulimica signoreggia e soverchia, l’assunto della serata è: Pisapia era terrorista. Un’asserzione che ne basterebbe la metà per essere interdetta da qualsiasi pubblico ufficio, perfetta quindi per fare carriera in Italia.

Il tentativo dei falchi destrorsi di correre in soccorso a Letizia Moratti, dopo lo scivolone aSkyTg24, ha qualcosa di commovente. Prima hanno detto alla Moratti di essere aggressiva (come dire a D’Alema di essere di sinistra). Poi si sono resi conto che la trovata processuale sul passato pisapiesco era stata un boomerang (se comunque valgono i Settanta, anche il passato di Niccolò Ghedini dà spunti simpatici). Quindi, tra un Lupi (Lupiiiiiiiiiiiiii) che prendeva le distanze e un Bossi che esortava a non esagerare (giuro che è successo), sono spuntati gli Stracquadanio d’assalto. IlGiornale ieri (“Finalmente la Moratti ha tirato fuori le unghie” – e forse pure gli zebedei), Liberostamani (“Fuori le Br dalle liste elettorali”).

Vamos.

Ieri sera, sobillata dal mononeurone ringhioso e forte di un’elaborazione politica che ricorda De Gasperi e i Gormiti, Mascella Bulimica ha tirato fuori una pagina di Repubblica e stigmatizzato un titolo che parlava di “liberazione di Milano”. Poi, credendo di calare il poker d’assi, ha sostenuto che i 20mila adepti di Pisapia accorsi a plaudire il loro Renato Curcio (il carbonaro, cit) avevano per unica bandiera quella di Hamas. Cioè del terrorismo palestinese.

Silenzio tra i presenti. Mascella Bulimica si è autoconvinta di aver espugnato Telekabul (in realtà in quel momento Santoro dormiva e il fantasma di Travaglio attaccava i post-it con scritto “Bischero” sulla schiena del Pierferdi Casini. Marco lo fa spesso, l’altro giorno ha dato un ceffone da dietro a Luca Telese che, nel dubbio, se l’è presa con la Borromeo).

Dopo un po’, alla Pasionaria Sallustiana hanno detto che quella bandiera non era di Hamas, ma di un’associazione non governativa e pacifista che si chiama Freedom Flotilla.

Quindi: Daniela Santanchè, in diretta nazionale, su un programma seguitissimo, aveva appena raccattato una figura che faceva il paio con il monumentale “Chi è Lukashenko?” di Ignazio La Rissa. Roba da sotterrarsi e, come minimo, chiedere scusa.

Ovviamente, Mascella Bulimica non ha chiesto scusa. Lei è donna tutta d’un pezzo, mica come Rosy Bindi. Si trasforma in un razzo missile e ci fa un culo così. Il suo mento nasconde collezioni di alabarde spaziali: per questo sporge.

La reazione alla monumentale figura barbina va ripercorsa, poiché emblematica di un côté politico sontuoso (non avete idea da quanto volessi usare la parola côté. E senza sbagliare gli accenti, per giunta).
Se ne compia una seria esegesi.

Fase 1: Dissimulazione. Colta in fallo dal Maestro (bolscevico), Mascella Bulimica indossa la faccia di Darth Vader senza boccaglio e, sgranando l’occhio fascistissimo, fa sì col gran testone come a dire: E certo che lo sapevo che quella bandiera lì era di Fridom Flottiglia, o come cazzo si chiama.

Fase 2: Creazione di una realtà altra. Mascella Bulimica comincia a balbettare cose tipo, Ma sì, proprio questo ho detto, che Pisapia è vicino ai terroristi palestinesi. Come se voler aiutare i palestinesi equivalesse a fiancheggiare Hamas.

Fase 3: Contrattacco. Mascella Bulimica, forte di una totale non-aderenza ai fatti narrati, eleva (da sola) le sue affermazioni a Verità Suprema. Sarebbe come se io, dopo aver scambiato Rosario Dawson per la Serracchiani, una volta scoperto l’errore continuassi a dire: Appunto, lei è la Serracchiani e voi – che mi date contro - siete dei criminali. Per molto meno, voi mi lapidereste. Giustamente. Invece a Milano la/li voteranno. E’ la democrazia, baby.

Fase 4. Delirio livido. Per spostare l’attenzione, la Preferita da Priapino parte con un pippone martirizzante, parla mezzora promettendo ogni trenta secondi che “ho quasi finito”, accusa Vauro – autore del logo di Freedom Flotilla – di aver le mani sporche di sangue e, già che c’è, Gad Lerner di essere un riccone col cuore a sinistra e il portafogli a destra (o al Trivulzio).

Fase 5. Estasi. Mascella Bulimica, terminata l’arringa a cazzo di cane (cit), assapora il Momento Solenne in cui il Gran Capo le telefonerà, terminata la puntata, dicendole quanto è stata brava. E promettendole di brindare di lì a poco, magari con una Cicuta d’annata.

Sintesi finale. Se pensate che questi momenti facciano perdere voti a Berlusconi, leggete troppo Eugenio Scalfari.

Buona catastrofe.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/05/13/sul-ponte-sventola-bandiera-santanche/110982/


MARCO TRAVAGLIO 12/05/2011 - "Miracolo a Milano?"- Annozero.




Berlusconi contestato alle falde del Vesuvio



Contestato Berlusconi a Napoli. Circa 150 aderenti ai centri sociali, ai 'comitati antidiscarica' di Chiaiano e militanti di sinistra hanno cercato di bloccare l'ingresso al padiglione 6 della Mostra d'Oltremare dove il presidente del Consiglio deve chiudere la campagna elettorale del Pdl. Le forze dell'ordine hanno allontanato i manifestanti, poi sequestrato e in seguito restituito un grande striscione con la scritta 'Respingiamo Berlusconi' e l'immagine di un operaio con un cappello con una stella rossa che dà un calcio al premier. Acceso un fumogeno.

SOLDATI CERCANO DI SPOSTARE
LA SPAZZATURA A CALCI: FOTO


I simpatizzanti del Pdl sono dovuti passare attraverso uno strettissimo passaggio tra cori e insulti dei manifestanti. Il traffico in piazzale Tecchio e viale Kennedy è paralizzato. Oggi auto blu viene accolta da cori di «vergogna, vergogna!» e ingiurie dai dimostranti. A loro si è unito un gruppetto di operai della Fincantieri di Castellammare di Stabia. Fuori della Mostra d'Oltremare sono arrivati diversi parlamentari del PdL, tra i quali Amedeo Laboccetta, Nicola Cosentino e alcuni consiglieri regionali.

Alla mostra d'Oltremare dalla folla partono dei fischi e grida 'fuori-fuori' indirizzati a una signora che aveva in mano un cartello con su scritto 'non sono comunista, sono una persona normale, ma non mi rappresenti'. La signora è stata coperta di fischi, poi presa dalla sicurezza, strattonata – riferiscono le agenzie di stampa - e trascinata fuori con la forza dal padiglione mentre cameraman e fotografi riprendevano la scena.



Nicola Cosentino, indagato per Camorra, nella Commissione Ecomafie?


, “ancora” sottosegretario all’Economia e coordinatore regionale del PDL per la Campania, è indagato per associazione camorristica e dalla Corte di Cassazione è stato giudicato “socialmente pericoloso”. E potrebbe mettere le mani sulla .

Uno dei suoi, , , potrebbe essere nominato vicepresidente dell’organo parlamentare di inchiesta sulle ecomafie. Coronella era insieme con Cosentino nei fascicoli di indagini su Consorzio Ce4, la più grande inchiesta sulle infiltrazioni dei Casalesi nella gestione dei rifiuti.

Ma ulteriore beffa è data dal fatto che, “attualmente”, Nicola Cosentino gestisce a Napoli per il PDL, l’iniziativa “liste pulite”.

Redazione YouFOCUS.TV


http://www.youfocus.tv/nicola-cosentino-indagato-per-camorra-nella-commissione-ecomafie




COMUNALI MILANO, PISAPIA: "IO RIFIUTAI L'AMNISTIA, MI FECI PROCESSARE E FUI PIENAMENTE ASSOLTO...BERLUSCONI NO"



MILANO – ''Io ho rinunciato ad una amnistia per affrontare un giudizio di merito ed essere assolto con formula piena per non avere commesso il fatto, Berlusconi ha beneficiato dell'amnistia''. Lo ha detto il candidato sindaco per il centrosinistra a Milano Giuliano Pisapia rispondendo agli attacchi con cui Silvio Berlusconi ha confermato la strategia offensiva inaugurata ieri da Letizia Moratti.



«Questo mafioso finanziò Berlusconi». - di Lirio Abbate


Si chiama Giovannello Greco, era un killer fedelissimo di Bontate. E secondo le accuse di Giovanni Brusca avrebbe prestato centinaia di milioni al Cavaliere. Uscito dal carcere, è ancora vivo, non si sa dove.

Decine di miliardi di vecchie lire: quello che negli anni Settanta era un vero tesoro, pari a centinaia di milioni di euro odierni. E' l'investimento che una cordata di mafiosi palermitani avrebbe affidato allora a Silvio Berlusconi: denaro raccolto con i proventi del narcotraffico. In prima fila in questa operazione ci sarebbe stato Stefano Bontate. Assieme a lui, un pool di altri boss avrebbe consegnato pacchi di milioni di lire al fondatore dell'Edilnord. Boss sterminati nella spietata guerra lanciata dai killer corleonesi di Totò Riina all'inizio degli anni Ottanta. Tutti morti, tranne uno. Almeno a dare fiducia alle ultimissime dichiarazioni di Giovanni Brusca: uno dei presunti finanziatori di Berlusconi sarebbe ancora vivo. E libero, perché è anche l'unico mafioso che ha ottenuto la revisione del celebre maxiprocesso.

Il nome messo a verbale da Brusca lo scorso 25 novembre è quello di Giovannello Greco, un sopravvissuto: scampato alla strage corleonese, fuggito in Spagna, arrestato 16 anni dopo e poi tornato in libertà grazie alla revisione della condanna definitiva. A 14 anni dal suo arresto si è scoperto che Brusca aveva custodito nel silenzio molte conoscenze. A partire dalla storia del presunto tesoro mafioso affidato a Berlusconi.

Il racconto – scrive l'Espresso nel numero in edicola domani - messo nero su bianco negli ultimi mesi secondo gli inquirenti è importante perché descrive nel dettaglio tutti i tentativi da parte dei boss di recuperare il capitale consegnato all'imprenditore milanese.

Brusca sostiene che ogni anno il Cavaliere avrebbe pagato 600 milioni di lire ai finanziatori siciliani. Poi la guerra corleonese tra il 1981 e il 1982 ha falcidiato Bontate e il suo gruppo, facendo interrompere i rapporti.

Oggi Brusca ha fornito nuovi racconti sui boss che negli anni Settanta avrebbero puntato sul Cavaliere. Tra loro ci sarebbe stato Pietro Marchese, ucciso in carcere nel 1982. E soprattutto Giovannello Greco, un fedelissimo di Bontate, accusato di aver commesso numerosi omicidi: uno dei pochi uomini del padrino palermitano sopravvissuto alla mattanza corleonese. Brusca racconta come Greco riuscì a spiazzare i sicari di Riina con un'azione improvvisa: sarebbe piombato nell'abitazione del mafioso Gaetano Cinà, amico di Dell'Utri e in quel momento alleato dei corleonesi. «Giovannello Greco torna da dove si trovava e fa una specie di sorpresa a questo Cinà, per recuperare i soldi». Cinà, secondo Brusca, è l'uomo che all'epoca poteva arrivare direttamente al braccio destro del Cavaliere. E tramite questo canale sarebbe riuscito a farsi riconsegnare la sua quota dell'investimento. Fuggito dalla Sicilia dopo la morte del suo capomafia, Giovannello Greco è stato arrestato dopo 16 anni di latitanza a Ibiza e – dopo una lunga resistenza all'estradizione – ha poi accettato di tornare in carcere in Italia. Nel 2001 Gaetano Grado, un altro degli alleati di Bontate che secondo i pentiti frequentava Arcore, ha deciso di collaborare e si è autoaccusato dell'unico tentato omicidio per cui Greco era stato condannato nel maxiprocesso.

Su questa base Greco ha ottenuto la revisione della sentenza, con l'assoluzione riconosciuta dalla Corte d'appello di Catania. Dopo avere scontato un'altra pena per associazione mafiosa, oggi Giovannello è libero e vive lontano dalla Sicilia insieme alla moglie e alle figlie.