venerdì 20 maggio 2011

Sgarbi annuncia: “Voglio far chiudere il Fatto”.


”Voglio far chiudere Il Fatto, diffonde solo menzogne”. Non solo,Vittorio Sgarbi vuole anche oscurare questo sito. Il critico d’arte ha trovato il colpevole per per il flop che ha affossato il suo programma e vuole punire questo giornale. All’indomani della sospensione della sua trasmissione su Rai1, Sgarbi annuncia infatti l’intenzione di procedere con azioni legali contro l’edizione cartacea, così come contro questo sito qualora non agisse come richiesto, e prevede rimborsi milionari per gli articoli pubblicati in questi giorni su Salemi e sulla trasmissione “Ci tocca anche Sgarbi”. “Chiedo 10 milioni di euro per gli articoli dei giorni scorsi – dice - quelli in cui mi si indicava come esecutore della mafia – spiega il critico ferrarese – perché è una cosa di una gravità assoluta”.

Sgarbi dimentica di dire che i rilievi su di lui non vengono dalle opinioni dei cronisti di questo giornale, ma dalle pagine di una richiesta di sequestro preventivo di 35 milioni di euro ai danni del signor Giuseppe Giammarinaro. E che i rapporti tra quest’ultimo e il critico non sono frutto della fantasia dei cronisti di questo giornale ma dell’azione investigativa, correttamente riportata e compresa di testimonianze negli articoli che raccontavano la cronaca degli eventi. Si tratta in tutto di 388 pagine di documentazione.

Intanto il legale del critico ferrarese, Giampaolo Cicconi, anticipa che tra oggi e domani verrà recapitata al giornale una diffida “ad eliminare immediatamente dal sito web l’articolo del 17 maggio, firmato da Sonia Alfano dal titolo ‘Salemi e le amicizie pericolose’, nonché quello intitolato “Vittorio Sgarbi , Saverio Romano e l’amico di Salemi sorvegliato speciale” e dei successivi, in quanto palesemente diffamatori”. Nell’atto di diffida, conclude il legale, “è compresa una richiesta di sequestro preventivo nel caso in cui il quotidiano non ottemperasse”.

C’è poi una seconda querela in arrivo, battono le agenzie, che riguarda il pezzo andato in pagina oggi in cui si parla del programma tv, “che attribuisce alla trasmissione dei costi per puntata inverosimili”.

Insomma, per Vittorio Sgarbi questo giornale sarebbe il mandante di una campagna diffamatoria orchestrata ai suoi danni. A questo proposito l’unica cosa che possiamo replicare al signor Vittorio Sgarbi è una immortale vignetta di Altan che gli consigliamo di far propria: “Mi chiedo chi sia il mandante di tutte le cazzate che faccio”.



Sicilia: il numero delle auto blu dei vip eguaglia quelle di Polizia e Guardia di Finanza.


Sono oltre 2100 le auto in dotazione alla regione Sicilia e agli enti collegati. I mezzi in dotazione a Polizia e Gdf sono invece 2679, spesso però in condizioni disastrose.

di Giuseppe Lo Bianco
e Marina Pupella

A Trapani circolano due volanti della polizia per presidiare il territorio ma sono ben 161 le auto di servizio in dotazione all’amministrazione comunale. Anche ad Agrigento sono due le volanti della questura, a fronte di ben 87 auto utilizzate dall’amministrazione provinciale, che amministra 43 comuni: a Palermo, dove i comuni amministrati sono 80, le auto della provincia sono 15. E in Sicilia, inoltre, circolano tante auto blu utilizzate per il trasporto ‘’vip’’ quasi quante volanti di polizia e guardia di finanza (i carabinieri non hanno fornito i dati) destinate sul territorio alla sicurezza dei cittadini. Ma non solo: nelle strade siciliane le auto blu percorrono il doppio di chilometri di quelle lombarde su un territorio che ha la stessa estensione geografica. Un costo in piu’, per la Sicilia, calcolato in circa 14 milioni di euro. Mentre il varo dei nuovi sottosegretari del governo Berlusconiha tra i suoi effetti anche quello di allargare il gia’ consistente parco di auto blu, la Sicilia ha varcato le colonne d’ercole del rapporto tra i privilegi della ‘casta’ e la sicurezza dei cittadini: elaborando i dati del monitoraggio compiuto dalministero della Funzione pubblica in collaborazione con Formez Pa si scopre che nell’isola dove il sistema mafioso è ancora saldamente radicato e di recente ha fatto risentire la sua presenza minacciosa con due omicidi avvenuti a Palermo nel giro di una settimana, polizia e fiamme gialle possiedono 2679 mezzi, contro circa 2100 auto blu a disposizione di Regione ed enti collegati. L’equivalenza emerge dalla proiezione del dato reale di 213 auto blu in 48 comuni e sette province siciliane che hanno risposto al questionario di Brunetta proiettato sul numero di comuni siciliani (390) e di province (9). Si arriva, cioe’, ad una cifra di 1545 auto di rappresentanza cui bisogna aggiungere le 572 in dotazione della regione, delle asl, delle universita’ e degli enti collegati, per un costo complessivo, in proiezione, di circa 180 milioni di euro.

A fronte di questi dati i poliziotti siciliani hanno a disposizione soltanto 33 volanti, impiegate dagli Uffici prevenzione generale nelle nove province dell’isola: quindici –sedici (a seconda che il personale sia a disposizione) a Palermo (otto per il turno notturno), sei a Catania, tre a Messina, due a Trapani e Agrigento, una ciascuna a Caltanissetta, Enna, Ragusa e Siracusa. E se nel capoluogo, per risparmiare, i commissariati non mandano piu’ in giro di notte la propria volante (ad eccezione dei due quartieri ‘di frontiera’ Brancaccio e San Lorenzo) a Siracusa capita che i gas di scarico delle volanti, vetuste con 200 mila chilometri nelle ruote, filtrino all’interno delle autovetture mettendo a rischio la salute degli agenti. ‘’Siamo in una situazione emergenziale – sostiene Matteo Spatola, segretario regionale del Silp Cgl - dovuta ad una sensibile diminuzione rispetto agli anni precedenti di volanti sul territorio. Altro problema è la mancanza di collegamenti tra gli apparati radio portatili a causa del mal funzionamento dei ponti radio, che rischia di vanificare gli interventi di urgenza”. Il governo che ‘’arresta i latitanti’’ come ripete Berlusconi, non e’ in grado di fornire auto e mezzi alle forze dell’ordine per garantire la sicurezza dei territori. La causa e’ sempre una: mancanza di investimenti. “Il governo non ha investito sulla sicurezza in termini di adeguamento di organici e di rinnovamento del parco auto esistente – aggiunge Spatola - abbiamo autovetture vecchie e malandate, spesso con una percorrenza superiore ai 250 mila chilometri, blocco del turn over, con personale in pensione che non viene sostituito da nuove leve’’. Un vizio nazionale, quello delle auto blu. Dai dati di Brunetta si scopre che “la spesa totale annua dell’intero parco autovetture delle amministrazioni ‘civili’ statali, onnicomprensivo di personale impiegato nella guida, nella gestione e nella manutenzione, ammonta a 4 miliardi di euro”. Una bella cifra che lascia l’amaro in bocca a coloro che rischiano quotidianamente la vita sulle strade per contrastare la criminalità e che si vedono tagliare risorse per 2,5 miliardi di euro per il triennio 2011-2013. Forse e’ anche per questo che il vice-presidente della Regione siciliana, il prefetto Giosue’ Marino, ha scelto di invertire il trend regionale: per tornare da Palermo a Messina preferisce farsi accompagnare dall’autista della regione alla stazione, e proseguire con il treno, lasciando, per una volta, l’auto blu in garage.

Beppe Grillo in streaming al "Fata Festival'' di Palermo. - di Piera Farinella


Mostre, gazebo e musica dal vivo con Stefania Petyx per un giorno dedicato alla protezione del'ambiente. Previsti interventi di esperti ed attivisti di associazioni ambientaliste

Fata festivalSabato 4 giugno dalle 16.30 fino a mezzanotte a Piazza Verdi, ilMovimento 5 Stelle Palermo lancia per il secondo anno consecutivo il "F.A.T.A. Festival:i 4 elementi in festa", un’iniziativa per sensibilizzare i cittadini palermitani alle tematiche ambientali, attraverso interventi di esperti ed attivisti di associazioni per lo più locali, che si occupano di ambiente e di come preservarlo.
Lo scopo è quello di proporre soluzioni pratiche ed economiche che permettano alla città, grazie all’impegno attivo dei propri cittadini, di uscire da uno stato di emergenza che la tiene in balia di evidenti mancanze amministrative.

Dal palco interverranno vari ospiti, dal vivo e in streaming, tra i qualiBeppe Grillo, la giornalista Stefania Petyx e l’esperto di politica energetica e tecnologie ambientali Maurizio Pallante. Saranno inoltre allestiti una mostra d’arte in estemporanea del collettivo Fare Ala, e un angolo ricreativo dedicato ai bambini, attivo già la mattina dalle 10:00 alle 12:30 e il pomeriggio dalle 17:00 alle 20:00. Saranno inoltre allestiti cinque gazebo, ciascuno dei quali rappresenterà i quattro elementi della natura Fuoco, Acqua, Terra e Aria, più un quinto elemento: l’Uomo, che ha la responsabilità di usare al meglio l’energia dei quattro elementi. Saranno presenti molte associazioni ambientaliste come i movimenti No Ponte, Acquabenecomune, No Triv, Rete Rifiuti Zero, Rete Lilliput, Greenpeace, Lav, Lipu, Cerchi di Vita, Arcipelago Scec, Sicilia delle Meravigliee i rappresentanti del Movimento Cinque Stelle provenienti da altre città della Sicilia. Gli interventi dal palco saranno intervallati dalla musica di Tafano Broders, Dasvidania, Qanat, Romina Copernico, Merce Frescae da esibizioni di gruppi di danza: caraibica (Claudio Guglielmo e Giada Liberto), orientale (il gruppoAldebaran di Angela Belviso) e tango argentino (Laura Cutrera e Mauro Plescia).

E le donne dello Zen si misero a produrre borse. - di Alli Traina


Un progetto nato nel 2008 da Maruzza Battaglia e che ora ha portato alcune donne dello Zen 2 a lanciare la loro linea di borse. La collezione esposta in centro al Parisi 7.

“I diversi e molteplici corsi di formazione sono gocce nel mare che si disperdono se, una volta conclusi, non danno seguito e sbocco a chi li ha frequentati”. È sulla scia di questa semplice ma fondamentale idea che nascono le borse a marchio Lab.Zen2, uno dei traguardi del progetto omonimo nato nel 2008 con un corso di formazione in piccola sartoria rivolto alle donne del quartiere Zen diPalermo. Il corso è stato il primo passo di un percorso molto più ampio: al contrario di come accade nella maggior parte dei casi, una volta finita la formazione, Rosi Antonelli e le altre donne dello Zen 2 non sono tornate alla loro vita di sempre, ma hanno avuto l’opportunità di esprimere la loro creatività e le loro aspirazioni realizzando una linea di borse che da subito ha riscosso un grande successo.

Maruzza Battaglia, anima e ideatrice del progetto, ha capito che valorizzandone il talento sarebbe stato possibile farle crescere e renderle autonome. Ha così deciso di mettere a disposizione l’esperienza acquisita grazie alla conduzione dei più prestigiosi negozi storici di abbigliamento e sartoria palermitani e di fare da ponte tra il quartiere e il resto della città. Marina Lo Verso, designer e stilista siciliana, ha disegnato il primo prototipo e il logo Lab.Zen2,, Zen al quadrato, appunto, che esprime la volontà di far crescere esponenzialmente le forze, di cambiare il volto ad un quartiere conosciuto solo per il suo degrado.

Questi gli ingredienti che hanno dato vita alle borse Lab.Zen2, “borse con un’anima etica”.

Un percorso concreto che tende al riscatto sociale e all’emancipazione, in cui l’educazione alla legalità si realizza fornendo opportunità oltre che concetti.

L’aspetto difficile e per certi versi rivoluzionario sta proprio nel fatto che si propone l’acquisto delle borse non sulla scia di idee del tipo “dare assistenza alle famiglie del quartiere” o “aiutare le donne a rendersi autonome”, ma semplicemente perché le borse sono belle,curate nei minimi particolari, con abbinamenti di colori e disegni sempre originali, realizzate con tessuti di alta qualità e secondo i dettami della migliore tradizione italiana di artigianato sartoriale.
La nuova collezione - quella primavera/estate - si può trovare al “Parisi 7” di Cinzia Helg, al numero 7 di via Parisi a Palermo. Non soltanto un punto vendita per le borse ma anche l’espressione della sinergia nata a dicembre tra la Battaglia e la Helg: un luogo aperto ai nuovi progetti cittadini di arte e artigianato, insieme a un marchio - Lab.Zen2 - che della commistione fra artigianato sartoriale e impegno fa la sua base fondante.

http://www.iquadernidelora.it/articolo.php?id=311


Toscani: "Giammarinaro sempre presente in giunta con Sgarbi"

L'ex assessore alla creatività di Salemi si esprime dopo le recenti operazioni di sequestro a Pino Giammarinaro, sponsor di Vittorio Sgarbi (leggi l'articolo di Pipitone e Criscenti)

"Giammarinaro partecipava sempre alle riunioni della giunta municipale di Salemi. Sgarbi dica quello che vuole. Ma questa è la realtà che, tra l'altro, ho raccontato ai magistrati". Lo ha dichiarato Oliviero Toscani, ex assessore alla creatività del comune di Salemi. Martedì scorso infatti la dda di Trapani ha sequestrato beni per crca 35 milioni di euro all'ex deputato regionale della Dc. Dall'inchiesta per riciclaggio e intestazione fittizia di beni è emerso anche un attivissimo ruolo politico di Giammarinaro, che oltre a "tenere in pugno" il deputato dell'Api Pio Lo Giudice, era stato sponsor politico di Vittorio Sgarbi a Salemi e della sua giunta di superstar (leggi l'articolo di Pipitone e Criscenti). Ma a Salemi Giammarinaro sarebbe stato un vero e proprio "sindaco ombra" stando a quello che Toscani ha rivelato ai magistrati. "Anche con tutta la buona volontà, in Sicilia, non è possibile far nulla - sentenzia il fotografo -Sgarbi parla, parla ma non conclude mai nulla: è come il coitus interruptus - aggiunge Io me ne sono andato da Salemi perché ho capito che non avrei mai potuto realizzare nulla di concreto. Mi sono rotto i c... e non voglio sapere più niente. Basta, è come se fossero tutti morti. Con Salemi ho già perso molto tempo e tutto quello che ho fatto è stato a titolo gratuito" ha concluso Toscani accusato da Sgarbi in diretta tv (nella prima e ultima puntata del programma del critico d'arte su Rai Uno) di essersi dimesso soltanto dopo che erano stati negati dei compensi per lavori di progettazione a Salemi.

http://www.iquadernidelora.it/articolo.php?id=313


Disfatta di Milano, il Pdl cerca il colpevole Sallusti e Santanché nel mirino. - di Gianni Barbacetto


La guerra ai pm e il flop del voto. Formigoni&C. contro il Giornale. Comunione e liberazione: noi non abbiamo tradito, sono i falchi che hanno fatto scappare i moderati

Alessandro Sallusti e Daniela Santanchè a Forte dei Marmi

È colpa di Roberto Formigoni o di Olindo & Rosa? Dentro il Pdl si è aperta la caccia ai responsabili della disfatta di Milano, doveGiuliano Pisapia ha doppiato al primo turnoLetizia Moratti. Tutto merito del governatore della Lombardia e dell’area ciellina che non hanno sostenuto a sufficienza la candidata del centrodestra, sostiene a botta calda, già martedì, ilGiornale. No, replicano fuori di sé gli uomini di Cl, la responsabilità è semmai di chi ha alzato i toni della campagna elettorale, come hanno fatto Alessandro Sallusti e Daniela Santanchè (la coppia Olindo & Rosa). Così il dibattito sui motivi della sconfitta si è trasformato in resa dei conti. Con in più il giallo del direttore scomparso: Sallusti per due giorni è sparito, martedì e mercoledì non si è fatto vedere nella redazione del Giornale. E ha ripreso a circolare il nome di Piero Ostellino come nuovo, possibile direttore del quotidiano. Improbabile un cambio della guardia prima dei ballottaggi e forse improbabile anche che la scelta cada sull’editorialista del Corriere, ma i rumors sono già sintomo di disagi e scontri che non accennano a placarsi.

Lo psicodramma inizia proprio in via Negri. Mercoledì l’editoriale del quotidiano della famiglia Berlusconi punta l’indice contro il traditore: Roberto Formigoni, accusato di aver remato controLetizia Moratti e di non averla sostenuta durante la campagna elettorale. La sua area politica, fa capire Sallusti, potrebbe avere addirittura praticato il voto disgiunto, mettendo la crocetta sul simbolo del Pdl, ma scegliendo poi un altro candidato, non il sindaco uscente.

Il direttore del Giornale indica anche qualche indizio della rottura Moratti-Formigoni. Il licenziamento, deciso martedì da Moratti, del suo stratega elettorale, Fiorenzo Tagliabue, pierre di area ciellina ed ex portavoce di Formigoni. La solidarietà del parlamentare ciellino Maurizio Lupi a Pisapia, dopo le accuse sparate da Letizia Moratti su Sky. E perfino un fantomatico accordo segreto tra Formigoni e Pisapia, che avrebbe offerto la poltrona di vicesindaco, in caso di vittoria, a una donna vicina a Cl.

“La miglior difesa è l’attacco”: la guerra preventiva contro Cl, spiegano gli esponenti di quell’area, serve a mettere la sordina alla spiegazione più semplice, e cioè che ad allontanare una parte dell’elettorato moderato del Pdl siano stati invece proprio i toni forsennati del Giornale e le dichiarazioni guerrigliere di politici come Daniela Santanchè o Giorgio Stracquadanio. L’area ciellina del Popolo della libertà reagisce con forza: Maurizio Lupi, uomo con contatto diretto conSilvio Berlusconi, fa una telefonata durissima al presidente del Consiglio. Il senso è: vedi di tenere a bada i tuoi, soprattutto la banda di via Negri. È vero – gli spiega Lupi – che abbiamo fatto fatica a sostenere Letizia Moratti, visti gli errori che ha disseminato nella sua campagna elettorale, fino all’ultimo, clamoroso attacco a Pisapia durante il confronto a Sky. Eppure noi siamo stati leali, i nostri voti (10, 15 mila a Milano) ci sono tutti. Quelli mancati alla candidata del centrodestra (ben 80 mila in meno rispetto al 2006) sono i voti moderati, messi in fuga dai pasdaran e dalle pasionarie del Pdl.

Poi è sceso in campo direttamente Formigoni, che in un’intervista al Corriere della Sera punta il dito contro “alcuni illustri esponenti del Pdl che hanno alzato i toni molto sopra le righe e che oggi cercano di scaricare un po’ vilmente la responsabilità su altri, accusando Cl e la Lega”.

Spara Formigoni: “Spiace che questo attacco venga dalle colonne di un giornale che poche settimane fa in prima pagina invitava non a votare Berlusconi, ma quel Lassini che è stato causa di un atteggiamento di disagio di tanti nostri elettori”. La pietra dello scandalo è ancora lui,Roberto Lassini, il candidato dei manifesti “Via le Br dalle procure”, difeso da Sallusti contro la stessa Moratti. “I nostri voti sono arrivati”, spiega uno del movimento. “Abbiamo votato turandoci il naso, ma abbiamo votato Moratti e Pdl. Tanto che il nostro candidato, Carlo Masseroli, ha portato a casa 3.401 preferenze ed è stato il più votato della lista Pdl dopo Berlusconi e il vicesindaco Riccardo De Corato”.

Così il cerino acceso è rimasto tra le dita di Sallusti. Scomparso dalla redazione per due giorni? No, soltanto impegnato in controlli medici già programmati, spiegano in via Negri. Ma certo Cl ora ha chiesto la sua testa. Berlusconi la concederà?



Pronto il "cacciatore" di antimateria.


Roberto Vittori aggancia il cacciatore di materia alla Stazione spaziale internazionale.

MILANO - Il cacciatore di antimateria AMS-2 è saldamente aggrappato alla stazione spaziale internazionale. Con una delicata operazione compiuta da Roberto Vittori con il braccio robotizzato dello shuttle Endeavour la grande trappola magnetica è stata sollevata dalla stiva della navetta, passata al braccio robotico della stazione che lo ha collocato nella posizione definitiva.

I TRE ENIGMI - Il cacciatore di antimateria rimarrà agganciato almeno un decennio cercando di dare risposta a tre enigmi del cosmo. Il primo e più affascinante riguarda appunto l’antimateria nell’universo che tutti dicono ci sia ma che nessuno ha mai visto finora. L'Alpha Magnetic Spectrometer (AMS), del costo di 1,5 miliardi di euro, analizzando il fiume di raggi cosmici che viaggia nello spazio cercherà di scovare queste particelle che, se esistono, farebbero pensare all’esistenza di universi paralleli al nostro costituito di materia normale. Se materia e antimateria vengono a contatto si distruggono a vicenda. In particolare si spera di avvistare qualche nucleo di anti-elio lasciato in eredità dopo il Big Bang, il grande scoppio iniziale da cui tutto ha avuto origine, compresi noi stessi.
Il secondo enigma riguarda l’origine degli stessi raggi cosmici forse generati da stelle che esplodono o dal cuore delle galassie; il terzo infine è legato alla natura della materia oscura che riempie il 25 per cento dell’universo e ancora da decifrare.

GLI SCIENZIATI - Alla guida di questa operazione ci sono due scienziati: il Premio Nobel Samuel Ting e il professor Roberto Battiston dell’Università di Perugia e dell’ Istituto Nazionale di fisica nucleare (Infn). Insieme governano seicento ricercatori di 16 nazioni: dalla Russia alla Cina, dagli Stati Uniti a Taiwan. L’Italia vi partecipa con lo stesso Infn e l’Agenzia spaziale Asi. «Il più entusiasmante obiettivo di AMS è sondare ciò che non conosciamo» commenta Samuel Ting. Tutti i dati saranno ricevuti dallo spazio direttamente al centro di controllo allestito al Cern di Ginevra. «In queste ore lo strumento è in fase di attivazione alimentato con l’energia in arrivo dalla stazione spaziale – spiega Battiston – . Una volta completata l’operazione tutte le componenti dell’esperimento saranno operative e AMS inizierà finalmente ad acquisire i dati tanto attesi dalla comunità scientifica».

Giovanni Caprara

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/11_maggio_19/caprara-antimateria-aggancio-stazione_488759ac-8225-11e0-817d-481efd73d610.shtml