Si tratta di una vasta “operazione chirurgica”, usando il gioco di parole del gip, partita da controlli su bandi e gare d’appalto “turbati” della Regione Piemonte per la fornitura di materiale sanitario e per l’assegnazione di una collaborazione ben remunerata. Gli altri episodi vanno dalla corruzione e turbativa d’asta, per la costruzione di una clinica privata, fino alla concussione, per bloccare la responsabile del servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro (Spresal). Secondo il gip che ha convalidato le misure cautelari emerge “un quadro a tinte fosche” in cui c’è un “sistematico sviamento a fini privati della funzione pubblica”.
Nell’autunno scorso alcuni bandi di gara della Società di committenza regionale (Scr), di cui Gambarino è consigliere, sollevano i dubbi della Guardia di Finanza. Andava assegnato il servizio di fornitura triennale di pannoloni e per il primo lotto, dall’importo di 50 milioni di euro, venne effettuata una gara, poi revocata con una delibera dell’assessore Ferrero per la revisione e la riorganizzazione del servizio. In realtà, secondo le fiamme gialle, era già stato definito un accordo tra Gambarino e due rappresentanti della Federfarma, la federazione dei titolari di farmacie, il presidente regionale Luciano Platter e il segretario cittadino Marco Cossolo, affinché la fornitura fosse data senza una gara alle farmacie, per un prezzo più alto delle base d’asta. Da questa mattina i due uomini di Federfarma sono agli arresti domiciliari. Un altro “sviamento a fini privati della funzione pubblica” riguarda l’assegnazione di un incarico a un “collaboratore designato”. Per attribuire l’incarico alla direzione regionale della sanità, Ferrero e Gambarino avrebbero fatto predisporre un bando “su misura” di un ex funzionario di un’Asl: laurea in economia e commercio, esperienza nella gestione di servizi sanitari e monitoraggio dei costi, conoscenza della normativa nazionale e regionale del servizio sanitario.
Gli altri episodi non riguardano l’assessore regionale, ma sempre il suo fido collaboratore. Un’asta ritenuta truccata per l’acquisto di ex capannoni industriali da trasformare in residenze sanitarie a Cavagnolo (To), definita grazie a un incontro promosso dal commissario dell’Asl 5 di Torino Vito Plastino (arrestato stamattina) tra Gambarino e un architetto collaboratore di Camerlengo,Pasqualino Fico, nella sede di un’impresa del gruppo della sanità privata. Nell’occasione il sindaco di Cavagnolo Franco Sampò aveva messo a disposizione l’ufficio tecnico del Comune, concordato i tempi di pubblicazione del bando (a ridosso delle festività natalizie, così che possa passare inosservato) e non aveva concesso la proroga dei termini richiesta da un concorrente. Per questa complicità anche lui è stato tratto in arresto. Risulta anche che Camerlengo, insieme all’odontoiatra Marco Mozzati, abbia corrotto Plastino con false fatture passate tramite lo studio dentistico di Mozzati. Infine Gambarino è indagato per concussione: su segnalazione di una consigliere regionale del Pdl ha cercato di rimuovere dall’incarico la responsabile dello Spresal, che aveva trovato delle irregolarità in un’azienda di un imprenditore vicino al consigliere trasmettendole in procura. “Mi ha detto tutto a posto – disse la Ferrero a Gambarino riportando l’apprezzamento del politico – grazie, sei stato bravissimo”.
La complicità dell’assessore in questo sistema getta ombre sulla giunta di Cota che, a giorni, potrebbe essere colpito da un’altra tegola. Martedì è attesa la sentenza per le firme false di Michele Giovine, consigliere regionale. Nel marzo scorso aveva ottenuto 32 mila voti, più del triplo dello scarto tra Cota e Mercedes Bresso.