No, non è una pre giustificazione, tutti i lavori lo sono quando siano svolti con impegno, spirito di abnegazione e dedizione; io, però e mi perdonerete la piccola vanteria, lo svolgo al limite dell’accanimento terapeutico, ne faccio addirittura una questione di sopravvivenza, ritengo di poter dire che come lavoro io, non riescono a fare più del dodici, tredici per cento degli italiani.
Eh si!, non se ne abbiano a male gli appartenenti all’altro ottantasette, ottantotto per cento, perché il loro impegno, checché se ne dica, non potrà mai essere paragonato al mio /nostro.
Dunque sono stressato, ed in ragione di questo fatto, avrei voluto programmare delle vacanze sul genere di quelle che, sognate per un anno intere, si fanno ogni volta che è possibile, che so: una settimana alle Caiman, quindici giorni a Cortina, un week end a Montecarlo per una puntatina alla roulette, un caffè rilassante a Parigi con volo low cost andata e ritorno. Quest’anno però c’è la crisi la quale maggiormente è sentita nel mio settore, anzi si può dire tranquillamente che nel mio settore è stata proprio devastante per cui, quest’anno, spiaggia pubblica, ombrellone portato da casa, code interminabili, parcheggi impossibili, affollamenti pazzeschi, promiscuità senza limite, caciara indemoniata, pallonate improvvise dietro la schiena, urla improvvise di mamme alla schiena di ragazzini allo sbaraglio dopo l’arranco di mesi di scuola, illogici panini con la mortadella in piena afa, congestioni sequenziali, bestemmiati ritorni alle accaldate case nel traffico caotico dei pomeriggi domenicali, deluse attese televisive carenti di programmazioni degne di questo nome: insomma , VACANZE DI MERDA!.
Ieri, mentre ero sulla spiaggia in cerca di un improbabile relax e sonnecchiavo in attesa che la mortadella cessasse il suo personale litigio con il pane provocando l’incazzatura del mio stomaco, distrattamente ho prestato l’orecchio ad uno scambio di cui erano protagonisti due miei vicini d’ombrellone. Un certo ENZO si rivolgeva ad un certo INDRO sperticandosi in lodi, forse anche esagerate secondo me, ripetendogli svariate volte come avesse ragione quando aveva affermato che una cert’altra persona, un tal piccoletto di cui non ho capito il nome, sarebbe stata la peste per l’Italia e gli Italiani; l’Indro, nello schernirsi in realtà rincarava la dose dicendosi pentito del non aver con maggior forza eseguito una campagna di stampa dura e perentoria onde convincere questo disgraziato popolo della iattura in fieri che sarebbe stata l’ascesa al potere dell’improvvisato piccolo padre della patria. Di tanto in tanto il tal Enzo interrompeva per dirsi d’accordo e poi rimbalzandosi i concetti l’un l’altro, entrambi si confermavano quanto di poco conto e povero di contenuti realmente efficaci, fosse l’ultima conferenza stampa, a menti associate e congiunte, che il piccolo padre, quasi un padrino ha detto l’Enzo, ed il suo ministvo, a questa parola l’Indro è sbottato in una fragoroso sorriso rendendosi protagonista di un ossimoro chissà perché a lui permesso e naturale. “ E’ un vanescente puttaniere e nient’altro” questa affermazione dell’Indro ha chiuso l’interessante colloquio proprio nel mentre che decidevo di girarmi verso di loro ed intervenire dall’alto della mia professione e della mia condizione specifica; nel tempo che aprivo gli occhi e giravo la testa nella loro direzione dovevano essersi alzati ed andati via perché non ho visto né sentito più nessuno. Vi risparmio il tedio del ritorno a casa e della litania di commenti radiofonici e/o televisivi al niente pronunciato in conferenza stampa. Ora sono qui, scrivo queste poche righe in attesa della prossima giornata di ferie cui mi sottoporrò domani, ma mi sto rendendo conto che questa volgarità feriale cui mi sono destinato non è meno stressante, anzi lo è di più, del mio lavoro giornaliero.
Che mestiere faccio? Non ve l’ho detto? Non l’avete capito? Vi credevo più perspicaci:
per lavoro, io, faccio il DISOCCUPATO, cioè, CERCO LAVORO.
Fortebraccio “