sabato 15 ottobre 2011

Roma, guerriglia tra black bloc e polizia Blindati caricano in piazza San Giovanni




Una Capitale blindata accoglie il corteo dei "draghi ribelli" partito poco prima delle 14: in campo 1500 uomini delle forze dell'ordine. Un gruppo di 200 persone con il volto coperto ha preso di mira vetrine e auto in via Cavour, ma i manifestanti stanno cercando di fermarli.

Violenti scontri tra forze dell’ordine e manifestanti sono in corso in piazza San Giovanni a Roma, al culmine della manifestazione degli indignati. Un folto gruppo di persone con caschi e fazzoletti sul volto, lancia pietre e bottiglie contro la Polizia e la Guardia di Finanza, che risponde con cariche guidate da blindati e idranti, ma non riesce a disperdere i violenti. Un pezzo del corteo è rimasto in via Labicana, il resto è confluito a San Giovanni. Uomini e mezzi delle forze di polizia appaiono bloccati tra i due spezzoni, e diventano bersaglio di numerosi lanci di oggetti. Si tratta di scontri trasformatisi in guerriglia urbana che hanno rovinato il clima pacifico che si auspicavano gli organizzatori e il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, che questa mattina aveva appoggiato le ragioni della protesta, purché pacifica.

La manifestazione ora per ora

20.00 – Le forze dell’ordine cercano i black bloc nei tunnel della metropolitana

Una cinquantina di poliziotti sono entrati nei giardini Calipari e li stanno perlustrando, mentre altri cinquanta restano a presidiare piazza Vittorio. Le forze dell’ordine stanno cercando i black bloc anche nei tunnel della metropolitana sottostante.

19.54 – Venti blindati circondano la zona di piazza Vittorio

Una ventina di mezzi delle forze dell’ordine stanno presidiando la zona di piazza Vittorio alla ricerca dei black bloc: circa quaranta finanzieri in assetto antisommossa si sono disposti tra la piazza e via Carlo Alberto. Carabinieri e polizia si trovano invece in piazza di Santa Maria Maggiore, e altri presidi di forze dell’ordine soono presenti in via Merulana. A quanto si apprende la situazione è tranquilla anche alla stazione Termini.

19.47 – I carabinieri cercano i black bloc nei giardini Calipari, in piazza Vittorio

I blindati dei carabinieri hanno circondato i giardini Calipari in piazza Vittorio: due mezzi sono entrari nel parco pubblico alla ricerca del Black bloc. Le cancellate sono state chiuse, impedendo quindi l’uscita a chi eventualmente si trovava all’interno.

19.31 – Piazza Vittorio: nuovi incendi e scontri

Un gruppo di manifestanti si è spostato a piazza Vittorio e ha allestito barricate improvvisate con cassonetti a cui è stato dato fuoco. Dopo l’azione, i manifestanti si sono dileguati nei vicoli del quartiere Esquilino. A presidiare la piazza due mezzi dei carabinieri con i militari schierati in assetto antisommossa. Sempre all’Esquilino incendi di cassonetti in via Machiavelli e in via Buonarroti.Alcuni ristoratori della zona stanno chiudendo i locali per paura di devastazioni

Intanto una parte dei manifestanti sta raggiungendo la stazione Termini per tornare verso casa.

19.17 – Manifestanti pacifici verso quartiere Ostiense

Si stanno dirigendo verso la Piramide Cestia le migliaia di ingignati sfuggite agli scontri di piazza S.Giovanni. Il tam tam è cominciato sul web, soprattuto via Twitter. “Molta gente è stata dispersa dalle cariche indiscriminate, che non hanno distinto tra violenti e le centinaia di migliaia di dimostranti pacifici – dicono al Comitato 15 ottobre -, abbiamo deciso di continuare la nostra manifestazione all’Ostiense”.

19.13- Senatore del Pdl denuncia devazioni a sede del partito

“La sede del Pdl di piazza Tuscolo è stata devastata. Quella che era la sezione dell’Msi, di Alleanza Nazionale e poi del Popolo della Libertà è stata presa d’assalto da centinaia di teppisti – manifestanti”. Lo denuncia il senatore Pdl Domenico Gramazio.

19.02 – Ponteggi in fiamme e violenti scontri in via Merulana

Via Merulana in fiamme con un ponteggio a fuoco. I teppisti che si sono ritirati da Piazza San Giovanni stanno ora devastando le vie limitrofe dando alle fiamme cassonetti, usati per barricate e il ponteggio di un palazzo. I teppisti sono circondati dalle forze dell’ordine, che li stanno caricando. Dopo aver divelto le barricate le forze dell’ordine hanno inseguito i manifestanti che stanno scappando verso piazza Santa Maria Maggiore.

18.54 – Scontri a Colle Oppio

La zona in cui continuano gli scontri tra manifestanti e polizia è una sorta di avvallamento tra piazza San Giovanni e Collo Oppio. I fumogeni lanciati dalla polizia rendono l’aria irrespirabile e questo sta spingendo i manifestanti indietro, verso Santa Maria Maggiore e il quartiere Esquilino.

18.50 – I teppisti lasciano Piazza S.Giovanni

Con l’arrivo dei contingenti i teppisti stanno lasciando Piazza San Giovanni e stanno arretrando verso via Merulana. La loro violenza non finisce: ora stanno costruendo barricate al centro di via Merulana all’incrocio con viale Manzoni. I lacrimogeni che le forze dell’ordine lanciano vengono restituiti con fionde e mani.

18.43 – Auto in fiamme, i residenti cercano di spegnere l’incendio. Gli scontri si spostano in via Labicana

Un’auto sta bruciando in via Boiardo, con cassonetti dati alla fiamme che impediscono l’attraversamento della strada. La gente sta lanciando acqua dalle finestre per paura che si possano bruciare i portoni circostanti. Intanto gli scontri proseguono anche in via Labicana. Barricate con cassonetti ribaltati anche in via Merulana.

18.27 – Un altro ragazzo ferito 

Un ragazzo di Benevento è rimasto ferito mentre un blindato delle forze dell’ordine faceva retromarcia e perde sangue dal volto. Sarebbe stato urtato dagli specchietti retrovisori del mezzo. Si trova ancora a terra, in via Tasso davanti al museo della Liberazione: l’ambulanza è riuscita ad arrivare per soccorrerlo. Per ora il numero delle persone ferite si aggira intorno a 20.

18.18 – Almeno 30 feriti tra le forze dell’ordine

Secondo un funzionario della polizia, sarebbero almeno 30 i feriti tra le forze dell’ordine. Intanto continua la violenza nella piazza romana con lancio di bottiglie e sampietrini.

18.12 – Blindato dei carabinieri assaltato e dato alle fiamme

La camionetta dei carabinieri in Piazza S.Giovanni è stata presa d’assalto dai black bloc. E’ completamente circondata e sta bruciando. Sul portellone posteriore i manifestanti hanno scritto Acab (All cops are bastard). Poi all’interno si è avvertita un’esplosione e le fiamme sono divampate. I manifestanti continuano a lanciare sassi e bottiglie contro il mezzo. Due carabinieri all’interno hanno abbandonato il mezzo e sono fuggiti di corsa.

17.59 – Investito un ragazzo da un blindato della Polizia

Un manifestante, un ragazzo, è rimasto ferito in piazza San Giovanni a Roma nel corso degli scontri e perde sangue dalla fronte, mentre un altro è stato investito da un blindato della Polizia. Continuano gli scontri in una piazza San Giovanni contesa tra forze dell’ordine e black bloc. Alcuni manifestanti che erano rimasti sulle scale di piazza San Giovanni quando la polizia è avanzata hanno iniziato a gridare ‘Assassini’ alzando le mani. I poliziotti hanno ripiegato nella parte della piazza dove si trova la maggior parte dei violenti.

17.40 – Bottiglia incendiaria contro idranti della polizia

La polizia non riesce ad avanzare. I blindati vengono assaltati: una bottiglia incendiaria è stata lanciata contro un idrante.

17.35 – Black bloc tentano di assaltare camionetta della polizia

Una camionetta della polizia è stata accerchiata dai manifestanti che hanno cercato di assaltarla, colpendo i vetri con mazze e bastoni. Dopo pochi minuti il mezzo è riuscito a lasciare la piazza. Presi di mira anche mezzi dei Carabinieri e Guardia di finanza. I violenti del corteo di Roma stanno attaccando le forze dell’ordine da tre lati: da via Carlo Felice, da piazzale Appio e da viale San Giovanni.
17.29 – Un altro manifestante ferito

Un ragazzo di circa 20 anni, è stato ferito alla testa, a piazza San Giovanni. Il ragazzo giace a terra e perde sangue dalla fronte. Ferito anche un carabiniere, soccorso dai colleghi. Intanto due delle tre ambulanze che erano dirette in via della Scala Santa stanno tornando verso Piazza San giovanni, senza fermarsi perché gli scontri impediscono di avvicinarsi al vicino ospedale. Centinaia di manifestanti che avevano trovato riparo dietro le transenne sotto la Basilica di San Giovanni si stanno spostando ora all’interno dei giardini del vicariato, che sono stati aperti dall’interno per favorire una via di fuga a coloro che si sono trovati di fatto ‘imprigionati’ sul lato della piazza, tra sassaiole, fumogeni e cariche delle forze dell’ordine.

17.26 – La polizia indietreggia

Centinaia di Black bloc caricano la Polizia con sassi e transenne. I mezzi delle forze dell’ordine sono costretti a indietreggiare. Un mezzo delle forze dell’ordine che aveva forzato le barricate è stato assaltato dai teppisti. Il mezzo è stato preso a calci e colpito con mazze, e poi è riuscito ad andare via. Gli idranti sono ancora in azione contro i violenti

17.21 – Crolla il tetto del ministero della Difesa in via Labicana

La sede del ministero della Difesa in via Labicana, preso d’assalto più di un’ora fa, è stata data alle fiamme e il tetto dell’edificio è crollato.


17.17 – Un fotografo e un agente ferito

Un fotografo dell’Adnkronos è stato colpito violentemente alla testa, nei pressi di piazza San Giovanni da un gruppo di violenti che partecipano alla manifestazione. Tra le forze dell’ordine un carabiniere è stato ferito al volto e un agente è rimasto ferito a Piazza San Giovanni: il poliziotto, con una grave frattura alla gamba, è stato soccorso e trasportato in ospedale dal personale del 118.

17.15 – Polizia tenta di bloccare via Emanuele Filiberto

Circa duecento poliziotti in assetto anti-sommossa con 21 blindati stanno cercando di bloccare i manifestanti in via Emanuele Filiberto all’altezza del cinema Royal. Intanto sono stati chiusi al pubblico i Musei civici del centro storico a causa degli incidenti che stanno avvenendo nel cuore di Roma

17.11 – In arrivo tre ambulanze

Tre ambulanze si stanno dirigendo verso viale della Scala Santa, dove si trova il cordone delle forze dell’ordine più imponente. I blindati schierati sia su via Emanuele Filiberto che sotto Porta San Giovanni, sono avanzati fino alla piazza per cercare di disperdere i violenti.

16.54 – Manifestante ferito in Piazza Venezia

Un manifestante ha perso un dito dopo lo scoppio di un petardo in Piazza S.Giovanni ed è stato portato d’urgenza allospedale Umberto I. Non è chiaro se l’uomo avesse con sé il petardo o se gli sia arrivato addosso. L’incidente è accaduto all’angolo tra via Labicana e via Merulana, dove per ci sono stati violenti scontri sia tra forze di polizia e manifestanti, sia tra gli stessi partecipanti al corteo.

16.50 – Si intensificano gli scontri in Piazza S.Giovanni

Cariche della polizia questa volta con l’ausilio dei blindati a Piazza San Giovanni: alle cariche i teppisti rispondono con il lancio di pezzi di selciato. Alcuni manifestanti urlano ‘no violenzà alzando le mani. La piazza è divisa tra manifestanti e teppisti.

16.46 – Comparsa la scritta “Polizia assassina”

Un gruppo di incappucciati ha scritto sulla sede della guardiola della Polizia, in viale Manzoni, la scritta “Polizia assassina”.

16.45 – Scontri tra Polizia e Black Bloc

Un gruppo di incappucciati si è avvicinato con una transenna verso i blindati della polizia e della Guardia di Finanza schieriti in via Emanuele Filiberto e ha cominciato a tirare oggetti, petardi. La polizia ha risposto con lancio di lacrimogeni e azionando gli idranti. I blindati della polizia, da via Emanuele Filiberto, hanno poi raggiunto Piazza San Giovanni, dove alcuni incappucciati continuano il lancio di oggetti contro gli agenti.

16.42 – Manifestanti consegnano alla Polizia tre black bloc

Un gruppo di manifestanti ha fermato e consegnato alla polizia tre black bloc che si erano resi protagonisti di devastazioni su via Cavour. Intanto la Polizia sta usando gli idranti in via della Scala Santa.

16.40 – Altre due auto in fiamme

Due auto sono state incendiate davanti alla sede di una banca in viale Manzoni. Una delle due macchine è un Suv.
16.30 – Cariche e lacrimogeni in Piazza S.Giovanni

Cariche con blindati di Polizia e Guardia di finanza e idranti in piazza San Giovanni. Decine di giovani black bloc stanno sradicando pali dall’asfalto e li usano come ariete per sfondare le vetrine dei negozi di via Emanuele Filiberto, mentre la polizia da viale Manzoni ha lanciato lacrimogeni.

16.23 – Assalto a Banca popolare del Lazio

Via Labicana continua a bruciare. Mentre volano bottiglie lacrimogeni e oggetti di ogni tipo un gruppo di manifestanti ha preso d’assalto la sede della Banca popolare del Lazio, spaccando le vetrine e causando altri danni, prima di sfogare la rabbia su semafori, cassonetti e danneggiando altre auto.

16.21 – Iniziano le cariche della Polizia

Le forze dell’ordine hanno iniziato a caricare i black bloc autori delle devastazioni di vetrine di banche e negozi, che rispondono lanciando pietre e spostando in strada dei cassonetti dell’immondizia dati alle fiamme e usati come barricate. La polizia ha sparato dei lacrimogeni.

16.19 – Fatta a pezzi la statua della Madonna

Tra auto date alle fiamme e agenzie di istituti di credito assaltate con bastoni e pali della luce, gli incappucciati hanno sfogato la loro rabbia anche contro una statua raffigurante la Madonna di Lourdes, all’ingresso di una chiesa tra Via Labicana e Via Merulana. I resti della statua, di cui si e’ salvato solo il volto, giacciono sul selciato.

16.16 – La parte pacifica del corteo urla contro i violenti

“Via via via”: queste le parole che urlano a gran voce i manifestanti, inveendo contro gli autori delle devastazioni in città. Proseguono gli scontri tra incappucciati e corteo.

16.14 – Mario Draghi: “E’ un peccato”

E’ un gran peccato”. Così il governatore di Bankitalia, Mario Draghi ha commentato gli incidenti e gli scontri in corso a Roma durante la protesta degli indignati.

16.10 – Incappucciati entrano nella sede del ministero della Difesa

Devastata la facciata di un edificio all’incrocio tra via Merulana e via Labicana che ospita una sede del ministero della Difesa. La facciata della sede è stata devastata. I teppisti hanno forzato un portone e dentro gli uffici hanno gettato bombe carta e fumogeni. Poi hanno incendiato due auto parcheggiate in strada.
16.00 – Blocco precario rivendica azioni violente

Il blocco precario in coda al corteo rivendica le devastazioni in via Cavour.

15.57 – Bomba carta in via Labicana, cacciato dal corteo il ragazzo che l’ha lanciata

L’esplosione di una bomba carta e il lancio di alcuni oggetti tra i manifestanti sta creando momenti di tensione e paura in via Labicana, subito dopo il Colosseo. Alcuni black bloc hanno lanciato una bomba carta contro la sede dell’agenzia di lavoro interinale Manpower. Tra il cordone degli incappucciati e la folla di manifestanti piu’ arretrata si è creato un ampio spazio vuoto. Il ragazzo che l’ha lanciata è stato cacciato dal corteo, dopo essere stato insultato da un’anziana signora.

15.46 – In mattinata quattro arresti a Castel di Leva

Nella tarda mattinata, in via Parisi in località Castel di Leva a Roma, una pattuglia dei carabinieri ha fermato, dopo un breve inseguimento, un’auto con a bordo 4 persone, tutte appartenenti all’area anarco-insurrezionalista. I quattro sono stati arrestati. All’interno dell’auto sulla quale viaggiavano, i carabinieri hanno trovato zaini contenenti caschi da motociclista, maschere antigas, mefisti, parastinchi, mazzette da muratore, piede di porco, 500 biglie di vetro e una fionda professionale di grosse dimensioni e bottiglie di vetro.

15.43 – Arrivo in Piazza S.Giovanni

E’ arrivato in piazza S.Giovanni il corteo degli Indignati, partito quasi due ore fa da piazza della Repubblica, a Roma. La testa del lungo serpentone di decine di migliaia di persone si è fermata dietro lo striscione che recita: ‘People of Europe: rise up-Solleviamoci!’.

15.41 – Altri gruppi di incappucciati nel corteo

All’interno del corteo ci sono centinaia di manifestanti con il volto coperto, che al momento partecipano pacificamente al corteo.

15.33 – Un ferito 

Un uomo, di circa sessant’anni, è stato aggredito da un gruppo di manifestanti con il volto coperto e colpito con una bottiglia al volto, riportando una ferita sull’orecchio. Aveva tentato di fermare in via Cavour un lancio di bottiglie verso i vigili del fuoco intervenuti per domare le fiamme di un’auto.

15.30 – Anche un bambino tra il gruppo con il volto coperto

Tra i manifestanti “in nero”, quelli che hanno compiuto atti di teppismo, ci sono anche un uomo con un bambino di circa 10 anni, presumibilmente padre e figlio. Anche il bambino ha il volto travisato con una kefiah. I due si spostano all’interno dello spezzone in nero che è andato aumentando.

15.24 – Cariche in coda al corteo

Cariche di alleggerimento in coda al corteo, anche se alcuni manifestanti devono ancora partire da Piazza Esedra. La testa del corteo, bloccata dal gruppo con volto coperto, sta ripartendo.

15.20 – Occupati simbolicamente i Fori imperiali

Un gruppo di manifestanti ha occupato il piazzale di ingresso della Basilica di Massenzio. Una volta in cima alle mura ha alzato una bandiera rossa ed esposto uno striscione nero. In molti si stanno calando dai Fori Imperiali.

15.13 – Due auto ancora in fiamme in via Cavour

Due auto sono ancora in fiamme all’altezza del civico 221 di via Cavour. Il fumo si fa sempre più denso, dopo lo scoppio delle gomme. Il corteo è praticamente fermo, potendo sfruttare solo il marciapiedi per passare oltre.
15.10 – Incappucciati fermano il corteo davanti al Colosseo

Dopo più di un’ora dall’inizio del corteo, il gruppo di violenti vestiti di nero sta cercando di tenere il corteo a distanza dal Colosseo. Il corteo è fermo e non riesce a procedere. Una parte dei manifestanti ha tentato di bloccare il gruppo di violenti autori degli atti di teppismo lanciando bottiglie contro il gruppetto “in nero” che però non ha desistito. Molti, per paura, sono fuggiti.

15.02 – Vigili del fuoco intervengono per spegnere roghi

Sono intervenuti i vigili del fuoco su via Cavour e hanno spento le fiamme appiccate dai Black Bloc ad alcune auto in sosta.

14.56 – Corteo spaccato in due

Si è spaccato in due tronconi il corteo degli indignados che sta percorrendo via Cavour a causa di un incendio appiccato a un’auto in sosta sulla strada che percorre il centro storico della Capitale. Un denso fumo nero si alza per centinaia di metri e sono frequenti gli scoppi dovuti al carburante dell’auto.

14.50 – Sfondata vetrina di una banca, auto in fiamme

Un gruppo di manifestanti ha sfondato la vetrina di una banca a via Cavour usando un palo della segnaletica stradale. Il gruppo, mimetizzato tra i manifestanti, si è staccato e rapidamente ha devastato la vetrina della banca. Poi il blitz si è dileguato. Auto e cassonetti in fiamme in via Cavour.

14.47 – Tensioni all’interno del corteo

Tensioni all’interno del corteo. Alcuni manifestanti stanno cercando di fermare il gruppo di incappucciati che hanno spaccato le vetrine del supermercato Elite in via Cavour, portando fuori bottiglie di alcolici e cibo.

14.38 – Testa del corteo in Largo Ricci

E’ quasi arrivata a Largo Ricci la testa del corteo degli indignati, che stanno manifestando a Roma. La coda del corteo, invece, è ancora a piazza della Repubblica.

14.37 – Vetrine spaccate in via Cavour

Al corteo degli indignados di Roma circa 200 autonomi vestiti di nero e con il volto coperto hanno spaccato vetrine in via Cavour all’altezza dei civici 120 e 143  e hanno preso di mira un’auto. Sulla strada e sui muri lasciano scritte come “Pianta grane e non tende” e “Tira le pietre non la cinghia”.

14.30 – Aggrediti giornalisti

Aggredite due troupe di SkyTG24.

14.28 – La divisa del gruppo con il volto coperto

Sono vestiti completamente di nero, hanno il volto travisato e non parlano con nessuno. Sono un gruppetto nutrito di manifestanti, almeno trenta-quaranta, che sta sfilando all’interno del corteo degli Indignati. La loro sembra proprio una divisa studiata: felpe nere, caschi neri, occhiali da sole o bandane ma comunque volto coperto. Se interrogati non parlano nè si definiscono. Muti per loro parla lo striscione che espongono: “se ci prendono il presente noi ci rubiamo il futuro”.

14.20 – Blocco di un gruppo di manifestanti in via Nazionale

Una quarantina di persone, sui quarant’anni, si trova in via Nazionale davanti a un furgone dei precari: indossano caschi e bastoni.

14.17 – In arrivo altri manifestanti

Continuano ad arrivare a Termini con la metropolitana gruppi diretti alla manifestazione degli indignati. I gruppi sono in arrivo a Termini per poi ricongiungersi al corteo.

14.03 – Tricolore in fiamme

Un blitz di precari con il volto coperto dalla maschera di “V per vendetta”, ha effettuato un blitz all’hotel Atlantico di Roma, su via Cavour. In fiamme bandiera tricolore e bandiera dell’Unione europea. I precari hanno anche appeso uno striscione che recita “Que se vayan todos”. Gli indignati hanno anche lanciato molti biglietti con su scritto “è arrivata la vendetta precaria”.

13.58 – Gli studenti della Sapienza si uniscono alla manifestazione

E’ arrivato a piazza dei Cinquecento il corteo degli studenti partito dall’università di Roma La Sapienza. Ora gli indignati con in testa il “drago ribelle” si uniranno ai manifestanti che si erano concentrati in piazza della Repubblica. Il corteo ha appena imboccato via Cavour ed è all’altezza della Basilica di Santa Maria Maggiore.

13.49 – Al via il corteo

E’ partito da piazza della Repubblica e sta procedendo lentamente su via Cavour il corteo degli indignati di Roma. I manifestanti, diretti a piazza San Giovanni, imbracciano un grande striscione con su scritto “People of Europe: rise up!”.
13.46 – Gli striscioni e le associazioni

Piazza della Repubblica sempre più gremita: su un lato di piazza Esedra ci sono i No tav, presenti anche i Cobas e i Cub. Tra gli striscioni, in vista quelli degli operai della Fiat di Cassino. Tra i numerosi cartelli dei manifestanti figura “Noi la crisi non la paghiamo”, “Soli non siamo nulla, uniti siamo una forza”, “Non violenti ma partitici senza leader. Indignati”.

13.23 – Partiti studenti dalla Sapienza

E’ partito dall’università La Sapienza il corteo degli studenti che si sono dati appuntamento a piazzale Aldo Moro per raggiungere piazza della Repubblica e unirsi alla manifestazione organizzata dal Comitato 15 ottobre (15M). Ad aprire il corteo il furgone degli occupanti del Teatro Valle seguito dagli indignati con il “drago ribelle”, simbolo della protesta contro la crisi e i governi della finanza.

13.08 – L’auto degli scocciati

Prendendo spunto dalle auto degli immigrati, che ritornano al proprio paese trasportando ogni genere di oggetti avvolti da grandi teli sul portapacchi, tre artisti giunti da Milano hanno trasformato una Matiz in un enorme “pacco” che, come scultura nomade, è in viaggio per l’Italia. Accanto all’auto si sono concentrati gruppi di operai che manifestano per il lavoro con bandiere arcobaleno e la maglietta con la scritta “E mò basta”.

13.03 – Il sindaco Alemanno seguirà la situazione in Campidoglio

Gianni Alemanno invita il corteo a manifestare pacificamente: “Sarò in Campidoglio per seguire l’evoluzione della situazione. Per ora è tutto tranquillo ma incrociamo le dita e speriamo che tutto vada bene”. Secondo il primo cittadino “Roma ha riconosciuto tutto quello che andava riconosciuto alla manifestazione anche in questa circostanza”, riferendosi alla tariffa sull’ingresso dei pullman e ha concluso: “Con l’alleggerimento delle tariffe abbiamo dimostrato che da parte nostra c’è un atteggiamento rispettoso e ci auguriamo che questo rispetto sia reciproco per la città”.

12.30 – Piazza della Repubblica si riempie 

Si sta riempiendo piazza dellaRepubblica in vista del corteo che partirà intorno alle due di questo pomeriggio. Sono centinaia già i manifestanti giunti in piazza da diverse parti d’Italia con treni e pullman. Tra gli striscioni esposti uno recita: “Quando l’ingiustizia diventa legge ribellarsi è un dovere”.

12.00 – Roma blindata: 1500 uomini delle forze dell’ordine

E’ scattato il dispositivo di sicurezza approntato dalla questura nella Capitale: chiuso il traffico dei varchi lungo il percorso del corteo, molte linee di autobus deviate, quattro fermate della metropolitana chiuse. In campo ci sono 1500 uomini delle forze dell’ordine con una “blindatura nascosta”, pronta ad essere rimodulata in caso di incidenti. Off-limits i principali siti archeologici.

11.30 – Manifestanti danneggiano treno a Cassino

Alcuni manifestanti che intendevano partecipare al corteo degli indignati a Roma hanno devastato due carrozze di un treno proveniente da Caserta, all’altezza di Cassino. Una persona è stata fermata e quattro sono state denunciate.

10.36 – Primi manifestanti

Primi arrivi in Piazza della Repubblica. Con zaini e sacchi a pelo alla mano, sono giunti con i pullman da Milano alla stazione Anagnina e da qui si sono spostati nella zona di Termini.



venerdì 14 ottobre 2011

Il governo ripaga la fiducia con le poltrone. Nuovi incarichi e promozioni per i fedelissimi.




Il mercato delle vacche in Parlamento è in pieno fermento.



Intanto il Consiglio dei Ministri vota il ddl stabilità, che destina i proventi della vendita delle frequenze per metà al risanamento del debito e per metà al settore sicurezza e difesa.
Dopo l’ennesimo, risicato voto di fiducia ottenuto dal governo, si è riunito il Consiglio dei ministri. Sul tavolo il rendiconto 2010, dopo la bocciatura dell’articolo 1 ieri alla Camera, e il ddl stabilità, in merito al quale il premier Silvio Berlusconi poco dopo il voto alla Camera aveva dichiarato: “Abbiamo di fronte tagli dolorosi per i ministeri, ciascuno cercherà di ridurre i suoi. Mi auguro, anzi sono sicuro che arriveremo a delle decisioni di buon senso, che saranno accolte da tutti”.

Ma di tagli alla casta non se ne sono visti molti: tra le novità  del vertice, la nomina di due nuovi viceministri, Catia Polidori Aurelio Misiti, e due sottosegretari, Pino Galati all’Istruzione eGuido Viceconte, che prima ricopriva la stessa carica ministeriale proprio a Viale Trastevere, ora trasferito all’Interno.

Catia Polidori, politica di destra di lungo corso, passò dal Pdl a Futuro e Libertà, ma poi ritornò sui suoi passi: fu uno dei deputati il cui voto fu determinante il 14 dicembre scorso nel salvare il governo, ad un passo dalla sfiducia. Dopo quell’episodio passò al gruppo misto.

Misiti, eletto alla Camera con l’Italia dei Valori nel 2008, due anni dopo è passato al Movimento per le Autonomie, di cui è stato nominato anche portavoce nazionale. Il suo slogan, ben in vista sul suo sito internet, è “La competenza al servizio della Calabria”. Ma nel febbraio 2011, contravvenendo alla linea dettata dal suo stesso partito, aveva votato contro l’autorizzazione alla perquisizione negli uffici del ragioniere di Berlusconi Spinelli, richiesta dalla procura di Milano alla ricerca di documenti sui passaggi di denaro tra il premier e le ragazze ospiti nelle sue ville. Tre mesi dopo il premier Silvio Berlusconi lo aveva nominato sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti. Oggi la promozione a viceministro.

Galati, ex Udc, era stato già sottosegretario, al ministero delle Attività Produttive, dall’aprile 2005 al maggio 2006.



Milano, studenti assediano Fininvest.



Alla vigilia della manifestazione di domani 15 ottobre, i Collettivi studenteschi di Milano e provincia tornano in piazza. Un corteo partito alle dieci da largo Cairoli ha attraversato il centro del capoluogo lombardo cantando slogan contro banche e governo. Prese d’assalto le vetrine di molte filiali del credito, come Intesa Sanpaolo e Unicredit. Durante la mattinata è stata tentata anche l’incursione nella sede milanese della agenzia di rating Goldma Sachs, dopo gli episodi che nelle scorse settimane avevano coinvolto Moody’s e Standard&Poors. Il corteo ha poi raggiunto piazza Cadorna dove verso mezzogiorno, all’angolo con via Paleocapa gli studenti hanno lanciato ortaggi e frutta marcia contro la polizia, impegnata a bloccare l’accesso al palazzo che ospita gli uffici della Fininvest. “La nostra fiducia non l’avrai mai, ladro mafioso”, hanno gridato gli studenti all’indirizzo del premier Berlusconi. di Franz Baraggino.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/14/milano-assedio-a-fininvest-e-goldman-sachs/163869/



Fiducia, Radicali decisivi? Polemiche nel Pd.






Nelle opposizioni, e nel Pd, deflagra il caso dei 6 radicali: sono stati determinanti per la tenuta del numero legale durante il voto di fiducia al governo creando una sorta di "effetto traino" per la quota 315? Dai conti sembra così, poi Gasparri del Pdl dice che non è vero. Ma "l'effetto traino" c'è stato? Il primo deputato radicale che ha votato è stato Marco Beltrandi, per 298esimo. Dopo di lui ci sono stati gli altri voti radicali e 14 della maggioranza. Di sicuro negli ultimi tempi i Radicali hanno fatto scelte in aula divergenti da quelle del Pd. E soprattutto la parte cattolica dei Democratici torna a insistere sulla rottura. In rete molti attaccano Veltroni perché caldeggiò l'ingresso radicale. Ma allora pochi lo contestarono.

Bindi, «Strade ormai separate»: VIDEO

Radicali: «Ascolteremo Berlusconi in aula»

FARINONE, PD: RADICALI NEL PD PECCATO ORIGINALEPer il deputato del Pd Enrico Farinone, vicepresidente della Commissione Affari Europei, ex Popolari, «tutti adesso nel Pd se la prendono con i Radicali. Eravamo stati in pochi, però, anni fa a sostenere che la loro inclusione nelle liste del Pd era un errore, perchè contradditoria con la presenza nel partito di noi ex Popolari, che del Pd siamo co-fondatori. Quello è stato il peccato originale».

CASINI: BENE LORO APPOGGIO A B., ALMENO CHIAREZZA«Se i Radicali hanno pesato per fare ottenere al governo la fiducia a me fa solo piacere: così si chiariscono tante cose. È una scelta di chiarezza». Lo dice il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini

GASPARRI: RADICALI NON DETERMINANTI«A tutti gli analfabeti della politica e della matematica, che dicono che i radicali sono stati determinanti per l'esito della votazione a Montecitorio, facciamo un preventivo richiamo alla realtà. Il numero legale fissato a 315 sarebbe stato comunque raggiunto con i soli voti della maggioranza che, a favore del governo, sono stati 316. Quindi, se anche i radicali ed i parlamentari della Svp non avessero partecipato alla votazione, non sarebbe cambiato assolutamente nulla». Lo sottolinea il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri. «Chi trae conclusioni politiche da questa vicenda compie un evidente errore. Lo diciamo anche all'on. Casini, che invece invitiamo a riflettere sulla necessità di affrontare i problemi del paese».

BELTRANDI (RADICALI), FIDUCIA REGALATA A BERLUSCONI DA OPPOSIZIONI
Marco Beltrandi, deputato radicale, replica in una nota alle polemiche e accusa le opposizioni di aver regalato la fiducia al premier: «L'aritmetica non è una opinione: oggi le opposizioni che hanno sbagliato persino i conti, tranne noi radicali, hanno regalato una nuova fiducia al Governo Berlusconi. Anche senza il voto (contro) dei radicali la maggioranza aveva il numero legale (a 260 deputati circa), oltre alla fiducia della maggioranza dei votanti. I radicali hanno, con il loro ingresso in aula, e il loro voto per la caduta del Governo, annunciato già da ieri ispirato e preceduto il comportamento di tutte le opposizioni, che lo hanno fatto a seguire. Chi si candida al Governo di un Paese in cui lo Stato di Diritto è violato ogni giorno, non solo da Berlusconi, deve conoscere ed avere rispetto delle procedure legali della democrazia parlamentare, cosa che purtroppo non è avvenuta».

DI BIAGIO, FLI: PAESE GRAZIE A RADICALI BERLUSCONI RESTA
Il deputato di Futuro e Libertà, Aldo Dio Biagio, attacca i radicali: «Berlusconi è ridicolo perché prima chiede la fiducia all'Aula e poi parla di agguato da parte delle opposizioni. Il Paese deve sapere che oggi questo governo ha ottenuto la fiducia solo grazie ai radicali che con il loro ingresso in Aula hanno fatto raggiungere il numero legale per la votazione e rimesso le redini dell'Italia nelle mani di un signore che ha fatto solo danni. Addio rilancio del Paese e riforme strutturali. La Grecia è vicina». 



http://www.unita.it/italia/radicali-decisivi-per-voto-legale-il-caso-1.342039

Via D'Amelio, si riparte da zero chiesta la revisione dei processi.




Il pg di Caltanissetta ha depositato gli atti relativi a undici imputati, sette dei quali condannati all'ergastolo per la strage che costò la vita al giudice Borsellino e alla sua scorta. L'istanza nasce dalle rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza.

di ALESSANDRA ZINITICALTANISSETTA - La novità è che sono più di quel che si prevedeva. Ci sarebbero ben 11 innocenti condannati per la strage di via D'Amelio, 11 innocenti in carcere per scontare pene pesantissime, sette delle quali all'ergastolo, sulla scorta delle accuse di quello che ormai può essere definito un falso pentito, Vincenzo Scarantino. La revisione di due dei processi, il Borsellino e il Borsellino-bis, così come chiesto dalla Dda di Caltanissetta guidata da Sergio Lari dopo un monumentale lavoro di ricostruzione del contesto e delle singole posizioni con l'aiuto delle dichiarazioni dei nuovi pentiti del clan di Brancaccio, Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina, è stata chiesta ufficialmente dal procuratore generale Roberto Scarpinato alla Corte d'appello di Catania dove dovrebbero svolgersi i nuovi processi. La nuova ricostruzione offerta dai pentiti del clan di Brancaccio scagionerebbe buona parte degli imputati della cosca di Santa maria di Gesù che invece erano stati indicati da Scarantino come gli esecutori materiali dell'attentato di via D'Amelio.

L'istanza riguarda Salvatore Profeta, Cosimo Vernengo, Giuseppe Urso, Giuseppe La Mattina, Natale Gambino, Gaetano Scotto, Gaetano Murana (condannati all'ergastolo) e Vincenzo Scarantino, Salvatore Candura, Salvatore Tomaselli e Giuseppe Orofino (condannati a pene fino a 9 anni). Per i condannati detenuti il pg chiede la sospensione dell'esecuzione della pena; per Orofino, Tomaselli e Candura, che hanno già espiato la condanna, è stata chiesta solo la revisione.

A portare a termine la strage, invece, sarebbero stati gli uomini della cosca di Brancaccio. Lo stesso Spatuzza si è autoaccusato di aver rubato la 126 poi imbottita di tritolo e piazzata sotto la casa del giudice Borsellino e di avere accompagnato sul posto il boss Giuseppe Graviano che avrebbe schiacciato il pulsante del telecomando. Come movente della strage, Spatuzza indica l'accelerazione decisa dai vertici di Cosa nostra probabilmente perché Borsellino era venuto a conoscenza dell'avvio della trattativa tra pezzi dello Stato e mafia e si sarebbe opposto.

In mano ai magistrati del pool di Caltanissetta resta lo stralcio relativo a quello che il procuratore Sergio Lari ha definito un "colossale depistaggio" che sarebbe stato messo in atto dagli inquirenti che avrebbero manipolato il pentito Scarantino. Agli atti dell'inchiesta anche alcuni verbali di capomafia del calibro di Pietro Aglieri e Carlo Greco che hanno ammesso di essere rimasti stupiti nel vedere investigatori esperti come quelli del pool Falcone e Borsellino guidato da Arnaldo La Barbera credere alle accuse di un falso pentito come Vincenzo Scarantino. 



http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/10/14/news/chiesta_la_revisione_dei_processi_per_la_strage_di_via_d_amelio-23216950/