Dal 6 dicembre 2011è vietato qualsiasi trasferimento in contanti superiore a 999,99 euro. Ma sono in tanti ad accettare gli escamotage. Da Nord a Sud: Napoli, Milano, Roma, la storia è sempre la stessa.
MILANO - L'anello che voglio regalare alla mia fidanzata costa 8200 euro. Il gioielliere strabuzza gli occhi quando glielo indico. Non gli pare vero. Da quasi un anno è lì in vetrina a prendere polvere. Nessuno fino ad allora gli aveva chiesto nemmeno di vederlo. La crisi! Anzi, per invogliarmi a comprarlo mi fa uno sconto del 10%, si vuole proprio rovinare. E se non dovesse andare bene? «Veniamo fino a casa e lo cambiamo». E per il pagamento? Si può fare in contanti? Sa, per ragioni fiscali... «Ma certo, per noi non c'è nessunissimo problema, è proprio l'ultimo dei pensieri. Se vuole può anche dividerli in due tranche... Ma anche tre, quattro, cinque... Insomma, come le fa più comodo, per noi è indifferente».
Tanto indifferente non dovrebbe essere viste le nuove norme antievasione fiscale varate dal governo Monti. Dal 6 dicembre 2011è vietato qualsiasi trasferimento in contanti superiore a 999,99 euro. Tutto, sopra questa cifra, deve essere tracciabile. Dovrebbe. Trovare gioiellieri che applicano la regola è davvero dura. Si deve entrare negli store delle grandi griffe del lusso per sentirsi dire un «No, non possiamo accettare contanti».
Nonostante una sanzione pecuniaria che può arrivare fino al 40% dell'importo pagato, sono in tanti ad accettare gli escamotage. E chi pensa al solito furbetto si sbaglia. Da Nord a Sud l'Italia è unita. Napoli, Milano, Roma. La storia è sempre la stessa. Abbiamo simulato l'acquisto di un anello. Costo: dai 1300 agli 8200 euro. Possiamo pagare in contanti? «Certo, nessun problema» ci hanno risposto nella maggioranza dei negozi. A Roma entriamo in una gioielleria che si trova proprio di fronte palazzo Chigi. Più che un gioielliere sembra un consulente dell'evasione. «Può pagare in contanti e se non vuole figurare possiamo dividere l'importo in più parti così risulta un prezzo inferiore ai mille euro. Faremo in modo che non dovrà spiegare come ha speso questi soldi». Ci spostiamo nel cuore dello shopping capitolino: via Condotti. Qui l'attenzione dovrebbe essere altissima. Invece accettano il pagamento in contanti di 5800 euro. Non fa eccezione il centro di Milano: corso Buenos Aires. «Vanno bene i contanti ma lo scontrino fiscale non posso farglielo. Se per lei non è un problema...». La proposta è chiara: l'acquisto in nero di un anello da 5200 euro. Niente carta di credito, niente scontrino e per il Fisco non esistiamo, né lui né noi. Poco più avanti entriamo in un'altra gioielleria che accetta contanti per il pagamento di un solitario da 8200 euro. Eppure le nuove disposizioni le conoscono tutti. «Ah si, si... Questo è il discorso dei mille euro... lo scontrino... come l'hai comprato... etc... - ci dice un gioielliere napoletano -. Ne parlavo poco fa con un mio amico finanziere e pure lui mi diceva che hanno rotto con tutti questi controlli. Vogliono sapere tutto. Non si lavora più». Che l'Italia sia il Paese dell'evasione fiscale lo sanno anche i turisti, come ci spiega una vecchia negoziante romana. Da due anni a questa parte nel suo negozio entrano solo cinesi e russi. «Si presentano in negozio con le valigie piene di soldi, pagano sempre in contanti, tutto in nero... Ha capito che voglio dire?».
Tanto indifferente non dovrebbe essere viste le nuove norme antievasione fiscale varate dal governo Monti. Dal 6 dicembre 2011è vietato qualsiasi trasferimento in contanti superiore a 999,99 euro. Tutto, sopra questa cifra, deve essere tracciabile. Dovrebbe. Trovare gioiellieri che applicano la regola è davvero dura. Si deve entrare negli store delle grandi griffe del lusso per sentirsi dire un «No, non possiamo accettare contanti».
Nonostante una sanzione pecuniaria che può arrivare fino al 40% dell'importo pagato, sono in tanti ad accettare gli escamotage. E chi pensa al solito furbetto si sbaglia. Da Nord a Sud l'Italia è unita. Napoli, Milano, Roma. La storia è sempre la stessa. Abbiamo simulato l'acquisto di un anello. Costo: dai 1300 agli 8200 euro. Possiamo pagare in contanti? «Certo, nessun problema» ci hanno risposto nella maggioranza dei negozi. A Roma entriamo in una gioielleria che si trova proprio di fronte palazzo Chigi. Più che un gioielliere sembra un consulente dell'evasione. «Può pagare in contanti e se non vuole figurare possiamo dividere l'importo in più parti così risulta un prezzo inferiore ai mille euro. Faremo in modo che non dovrà spiegare come ha speso questi soldi». Ci spostiamo nel cuore dello shopping capitolino: via Condotti. Qui l'attenzione dovrebbe essere altissima. Invece accettano il pagamento in contanti di 5800 euro. Non fa eccezione il centro di Milano: corso Buenos Aires. «Vanno bene i contanti ma lo scontrino fiscale non posso farglielo. Se per lei non è un problema...». La proposta è chiara: l'acquisto in nero di un anello da 5200 euro. Niente carta di credito, niente scontrino e per il Fisco non esistiamo, né lui né noi. Poco più avanti entriamo in un'altra gioielleria che accetta contanti per il pagamento di un solitario da 8200 euro. Eppure le nuove disposizioni le conoscono tutti. «Ah si, si... Questo è il discorso dei mille euro... lo scontrino... come l'hai comprato... etc... - ci dice un gioielliere napoletano -. Ne parlavo poco fa con un mio amico finanziere e pure lui mi diceva che hanno rotto con tutti questi controlli. Vogliono sapere tutto. Non si lavora più». Che l'Italia sia il Paese dell'evasione fiscale lo sanno anche i turisti, come ci spiega una vecchia negoziante romana. Da due anni a questa parte nel suo negozio entrano solo cinesi e russi. «Si presentano in negozio con le valigie piene di soldi, pagano sempre in contanti, tutto in nero... Ha capito che voglio dire?».