venerdì 23 marzo 2012

Cosa puoi fare tu / Privati / 5 per mille



Volontarie al alvoro 


C'è un modo di contribuire alle attività di Emergency che non ti costa nulla: devolvere il 5 per mille della tua dichiarazione dei redditi a Emergency.

 

Il codice fiscale di Emergency è 971 471 101 55

 

Come fare per devolvere il tuo 5 per mille a Emergency

 

Se presenti il Modello 730 o Unico

 
  1. Compila la scheda sul modello 730 o Unico;
  2. firma nel riquadro indicato come "Sostegno del volontariato...";
  3. indica nel riquadro il codice fiscale di Emergency: 971 471 101 55.
 

Se non sei tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi

Anche se non devi presentare la dichiarazione dei redditi puoi devolvere a Emergency il tuo 5 per mille:
 
  1. Compila la scheda fornita insieme al CUD dal tuo datore di lavoro o dall'ente erogatore della pensione, firmando nel riquadro indicato come "Sostegno del volontariato..." e indicando il codice fiscale di Emergency: 971 471 101 55;
  2. inserisci la scheda in una busta chiusa; 
  3. scrivi sulla busta "DESTINAZIONE CINQUE PER MILLE IRPEF" e indica il tuo cognome, nome e codice fiscale;
  4. consegnala a un ufficio postale, a uno sportello bancario - che le ricevono gratuitamente - o a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (CAF, commercialisti...).
 

Come useremo il tuo 5 per mille

 
Anche grazie al tuo 5 per mille, cureremo gratuitamente le vittime della guerra e della povertà nei nostri ospedali, centri chirurgici, centri pediatrici, centri di maternità, posti di primo soccorso, centri sanitari, poliambulatori, ambulatori mobili e centri d'eccellenza.

In Afghanistan continueremo ad accogliere nei nostri Centri chirurgici le vittime della guerra che da ormai più di 40 anni devasta il Paese e a offrire, nel nostro Centro di maternità, assistenza ginecologica, ostetrica e neonatale alle donne del Panshir e non solo.

In Sierra Leone, il Centro chirurgico di Goderich continuerà a essere un punto di riferimento per l'intero Paese.

In Iraq, ai pazienti del Centro di Sulaimaniya daremo non solo riabilitazione fisica ma anche formazione professionale e aiuto per avviare cooperative: cura e lavoro, per tornare a essere parte integrante della società in cui vivono.

Cureremo i bambini nei nostri Centri pediatrici in Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sudan.

Il Centro Salam in Sudan continuerà a ricevere pazienti cardiochirurgici da tutta l'Africa, perché riteniamo che anche la medicina "di eccellenza" sia un diritto di tutti.

E continueremo a lavorare sempre e di più anche in Italia, curando migranti e persone in stato di bisogno nei nostri Poliambulatori a Palermo e a Marghera e portando i nostri Ambulatori mobili dovunque ce ne sia necessità: aree agricole, campi nomadi...
 

Come abbiamo usato il 5 per mille gli scorsi anni

 
L'ultimo contributo del 5 per mille derivante dalle dichiarazioni dei redditi dell'anno 2009 (relative ai redditi 2008) ammonta a € 8.074.262 ed è stato erogato a novembre 2011.

Il contributo del 2008 (relativo ai redditi 2007) ammontava a € 9.111.565 ed è stato ricevuto nell'agosto 2010. Il 5 per mille delle dichiarazioni dei redditi dell'anno 2007 (relative ai redditi 2006) è stato ricevuto nel dicembre 2009 e ammontava a € 6.951.105.
 
  1. Come abbiamo utilizzato i fondi del 5 per mille 2008
  2. Come abbiamo utilizzato i fondi del 5 per mille 2007
 
Emergency è impegnata a destinare ai suoi programmi umanitari almeno il 90% dei fondi disponibili: nel 2010, dati dell'ultimo bilancio approvato, il 93,81% dei fondi raccolti è stato impiegato direttamente nei progetti, per offrire assistenza sanitaria gratuita a chiunque ne abbia bisogno.

Grazie a tutti quelli che hanno scelto di destinare il proprio 5 per mille a Emergency.

giovedì 22 marzo 2012

L'accozzaglia al potere.



Ma tutti questi politicanti da strapazzo che non hanno saputo fare altro che gozzovigliare in Parlamento da una trentina d'anni a questa parte, facendo leggi per mantenersi il posto, per rubare senza essere processati, che hanno stravolto democrazia e Costituzione, che si fanno un baffo delle leggi, hanno ancora la spudoratezza di parlare, di fare osservazioni, di esprimere opinioni, che nessuno peraltro gli ha mai richiesto, su tutto e su tutti? In altri tempi, quando ancora l'onore era un segno di distinzione, sarebbero spariti dalla circolazione, si sarebbero nascosti,....ma siamo in Italia dove essere corrotti e ladri è il nuovo modo di apparire, è dimostrazione di furbizia.
E noi italiani?  Abbiamo perso il lume della ragione, ancora li sopportiamo e supportiamo pagandogli anche stipendi da nababbi che loro arrotondano con altri privilegi, oltre agli appartamenti e ville che acquistano a loro insaputa, e con mazzette. Non disdegnano neanche di avvalersi dei voti di scambio della mafia alla quale hanno consegnato il paese!Non so a questo punto se la colpa di ciò che sta avvenendo è loro oppure nostra.A nostra insaputa abbiamo perso ogni diritto sancito dalla Costituzione, ci sono garantiti solo i doveri, quelli di mantenerli ad oltranza e senza la nostra approvazione! 
 




Le Mani Sulla Città - Francesco Rosi - 1963 (Main basse sur la ville, Hands over the city) Part 1/1

A loro insaputa. - Carlo Di Figlia Pignatello.



 

Il caro leader Oliviero Diliberto si è fatto fotografare con un’ammiratrice sulla cui maglietta stava scritto «Fornero al cimitero», ma lui non se n’era accorto e ha detto che gli dispiace. Avrebbe potuto aggiungere che quello slogan macabro era una vergogna, però non se l’è sentita di infierire contro l’indossatrice. Era già troppo occupato a crogiolarsi nel suo dispiacere. L’ultima vocazione dei politici, infatti, consiste nel giocare d’anticipo e definirsi cretini da soli.

Il sindaco barese Emiliano, quello che riceveva pesci vivi in dono dagli affaristi e teneva le seppioline «allievi di Molfetta» nella vasca da bagno, prima ha dato la colpa della sua disinvoltura nientemeno che al «ventennio berlusconiano» (ma Silvio nella vasca avrebbe almeno preteso delle allieve) e poi ha concluso: «Datemi del fesso, non del ladro». Se ci tiene tanto. Anche Rutelli, pur di salvarsi la reputazione, preferisce passare per un sempliciotto che si è fatto soffiare sotto il naso venti milioni di euro dal suo tesoriere. Come se in politica la dabbenaggine fosse meno grave della disonestà. E Podestà, il presidente della provincia di Milano che ieri ha scritto un messaggio contro Pisapia su Twitter e oggi ha detto di aver cliccato il pulsante del telefonino per sbaglio? Tutti allievi di mastro Scajola. Vivono a loro insaputa e lo ribadiscono con orgoglio. Illudendosi che noi, come è accaduto per troppi anni, continueremo a votarli a nostra insaputa. 




https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=267992656619424&id=100002260741193

Il progetto COORDOWN per la Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down - 21 Marzo 2012



L'innovativo progetto di comunicazione di CoorDown e Saatchi&Saatchi per promuovere l'importanza dell'integrazione delle persone con Sindrome di Down. 



mercoledì 21 marzo 2012

Ior – JP Morgan, la Procura di Roma indaga sul conto tedesco



Dopo la chiusura di quello aperto a Milano, considerato ormai troppo “a rischio” di subire controlli antiriciclaggio, anche il conto acceso dallo Ior presso la filiale di Francoforte della JP Morgan è finito nel mirino della Procura di Roma. Lo rivela Marco Lillo in un articolo pubblicato oggi dal Fatto Quotidiano.
Sembra proprio che la banca vaticana sia incapace di condurre la propria attività senza incorrere nelle attenzioni della magistratura. Ad attirarne l’attenzione è stato proprio il fatto che il conto milanese venisse azzerato ogni giorno, con relativo trasferimento del saldo creditore alla consorella tedesca. Lillo lo definisce “il cavallo di Troia attraverso cui lo Ior opera(va) in Italia”. Senza, fino a poco tempo fa, subire seri controlli sull’operatività svolta.
Peccato che, scrive ancora Lillo, lo Ior spesso operasse non come una banca ma, piuttosto, “come una vera e propria società fiduciaria che scherma la reale proprietà dei fondi sui conti correnti”. Grazie a questa sorta di sistema-Madoff, ogni specie di operazione poteva dunque essere ‘nascosta’ grazie alla collaborazione della banca vaticana. Tanto che il “caso di scuola”, come lo definisce Lillo, “è quello dei nove bonifici per 225 mila euro partiti da un conto IOR e destinati a un gruppo di catanesi vicini alla mafia”.
La decisione dello Ior di spostare la propria attività bancaria in Germania sembra però essere stata vincente: le autorità giudiziarie tedesche hanno sinora negato la loro collaborazione a quelle italiane. La decisione della banca vaticana rischia però di avere comunque un risvolto negativo, convincendo le autorità di controllo internazionali che nei Sacri Palazzi si cerca di fare soltanto il minimo indispensabile in materia di trasparenza bancaria. Con il risultato di rischiare di essere inseriti nella blacklist dei ‘paradisi fiscali’.

Chi è il padrone dei 'voli blu.' - di Gianluca Di Feo



A Palazzo Chigi, da quasi 30 anni, c'è un potentissimo funzionario che decide tutto sugli aerei di Stato: quali apparecchi comprare, quali politici possono prenderli, quando imbarcare anche i parenti, gli amici, le ragazze. Ecco la storia fantastica di come vengono gettati al vento (letteralmente) i nostri soldi.


E' il boiardo dei voli di Stato, che da oltre venticinque anni decide chi può decollare con gli aerei blu: l'uomo che ha dato le ali alla Casta. La sua torre di controllo è un ufficio di Palazzo Chigi, dove si è insediato nel 1985 grazie alla fiducia di Bettino Craxi e dove Mario Monti lo ha appena confermato: un dinosauro della Prima Repubblica, che continua a sfrecciare attraverso le legislature.

Il padrone dei cieli si chiama Raffaele Di Loreto, 64 anni: un funzionario dalla tripla vita e dai tripli privilegi. E' un pensionato dell'Aeronautica militare, un dirigente della presidenza del Consiglio e l'amministratore della compagnia aerea più misteriosa, quella dei Servizi Segreti. Mentre episodi drammatici sullo scacchiere internazionale, come il blitz britannico in Nigeria in cui ha perso la vita l'ingegnere Franco Lamolinara, portano governo e Parlamento a interrogarsi sull'efficienza dell'intelligence, "l'Espresso" è in grado di raccontare la storia della squadriglia top secret degli 007. Una pattuglia che è costata quasi 40 milioni di euro solo nel 2010.

Tutto deciso da Raffaele Di Loreto, il comandante dai tripli benefit, che ne fanno uno dei nomi più ricchi della pubblica amministrazione con poco meno di mezzo milione di euro l'anno. E persino doppia auto blu: un'Audi con due carabinieri-autisti a carico di Palazzo Chigi e una Bmw 530 con chaffeur pagata dall'Air Spioni. Poca cosa per l'uomo che ha potere assoluto sulla flotta di Stato: è lui che compra tutti i jet destinati alle autorità, firmando in beata solitudine contratti con sette zeri per Airbus e Dassault. La sua ultima prodezza è rimasta mimetizzata fino ora: a dicembre 2010 ha acquistato due Falcon Lx, il massimo del lusso ad alta quota. Dovevano allietare i viaggi più discreti di Silvio Berlusconi, con comfort e sfarzo degni di uno sceicco, ma sono stati consegnati poco prima delle dimissioni del Cavaliere. Mentre la spesa graverà a lungo sulle tasche dei contribuenti: circa  80 milioni di euro.

Il suo volo cominciò tanto tempo fa: Di Loreto, dopo gli esordi sui caccia, passò a pilotare il Dc9 presidenziale di Craxi che nel 1984 lo inserì nel suo staff di premier. L'anno successivo, la presidenza del Consiglio ingaggiò un braccio di ferro con l'Aeronautica militare per farlo promuovere colonnello a tutti i costi: un decreto firmato da Ciriaco De Mita sancì che la scrivania di Palazzo Chigi valeva come il comando di uno stormo con decine di intercettori supersonici e migliaia di avieri. Incassati i gradi, è passato nei ranghi della dirigenza civile. Dei suoi trascorsi militari pare gli sia rimasta solo l'abitudine a dire "signorsì": quando un ministro o un sottosegretario hanno bisogno di un passaggio celeste, lui è sempre pronto a mettersi a disposizione. E' stato lui ad autorizzare il circo volante dell'era berlusconiana, con ballerine di flamenco, olgettine assortite e cantanti napoletani che affollavano la navetta Roma-Olbia al seguito del premier a Villa Certosa. Grazie a Di Loreto nessuno restava mai a terra: sfruttava i suoi superpoteri per trovare sempre un bimotore disponibile, bruciando milioni e milioni di euro. Tutto perfettamente legale, tutto terribilmente caro.

Una stagione d'oro che adesso sembra finita, grazie a una mossa semplice e geniale: Monti ha ordinato di pubblicare sul Web tutti i voli di Stato. Apriti cielo, letteralmente. Appena messo su Internet il primo bollettino mensile, la paura di finire sui giornali ha troncato le ali a ministri e sottosegretari.

Dopo anni di superlavoro, gli aerei del 31mo stormo - il reparto dell'Aeronautica che trasporta le autorità - hanno cominciato a tirare il fiato. Come "l'Espresso" può rivelare, nei primi due mesi di quest'anno ci sono state soltanto 300 ore di volo: nel 2011 erano state 600 e due anni fa, nel massimo tripudio della "folie berlusconienne", ben 900. Tanto che ora Palazzo Chigi spera di risparmiare oltre 23 milioni da questa sforbiciata a carburante e manutenzione.

Ma ci vuole più dei professori per abbattere Di Loreto, che offre ai patiti del jet a sbafo una soluzione molto discreta: l'hangar degli 007. Oggi il bar del terminale vip di Ciampino, dove un maresciallo serviva anche cento caffè al giorno per i ministri e la loro corte, è deserto mentre poche centinaia di metri più in là sottosegretari e parlamentari fanno la coda per salire sulla flotta più segreta: quella della Compagnia Aerea Italiana, omonima della nuova Alitalia ma molto più antica. 

Come spesso accade in Italia, si tratta di un'ottima idea gestita male. La Cai dei Servizi venne creata nel 1969: un paio di aerei, pochissimo personale superselezionato per ottimizzare costi e riservatezza. Nella stagione dell'ammiraglio Fulvio Martini quei jet anonimi erano il simbolo della nostra politica estera più efficace e venivano guardati con rispetto nelle piste del Mediterraneo. Poi con la fine della guerra fredda è arrivata l'ora delle zarine e delle barbe finte intrallazzone: uno strumento di intelligence è stato trasformato in taxi per baroni e politici. Di fronte a tanta ingordigia, nel 1997 il primo governo Prodi decise di chiudere la baracca ma poi si rese conto che - se usato per gli scopi istituzionali - quel minuscolo stormo era indispensabile. Infine nel 2005 è arrivato alla cloche Di Loreto e la musica è cambiata. Anche gli aerei degli 007 sono stati spremuti per assecondare l'insaziabile voglia di azzurro dei governanti, a cui non bastavano le squadriglie del 31mo stormo. Due anni dopo, lo scandalo della gita in Airbus al Gran Premio di Monza di Clemente Mastella e Francesco Rutelli - rivelata da "l'Espresso"- aveva convinto il sottosegretario prodiano Enrico Micheli a sbarrare l'hangar: per il boiardo volante sembrava arrivata l'ora della pensione.

Invece con il ritorno del Cavaliere, Di Loreto ha moltiplicato poteri, acquisti e decolli: lui ordina, l'Aeronautica deve obbedire. Ma il un suo feudo personale è la Cai. Da anni la compagnia dei Servizi è una spa: formalmente registrata come una società charter per non tradirne la vera natura. I bilanci vengono approvati negli uffici distaccati di Palazzo Chigi, mentre gli atti raccontano la storia ufficiale del vettore di copertura. Con alcune scelte che lasciano sbalorditi, a partire dai professionisti ingaggiati. A presiedere il collegio dei sindaci che devono vigilare sui conti c'è un commercialista con parecchie grane giudiziare: Ascanio Turco, studio a Matera e buone entrature nella capitale, è stato condannato in primo grado a due anni e sei mesi di carcere per il crac della Hdc del sondaggista berlusconiano Luigi Crespi ed è finito nei guai in Molise per una storia di regali agli ispettori del Fisco. Per carità, nessuna sentenza definitiva: ma forse l'intelligence dovrebbe rivolgersi a figure al di sopra di ogni sospetto. Ed è inquietante rilevare chi è il notaio che da un decennio autentica gli atti della Air Spioni: Gianluca Napoleone, il professionista delle case della Cricca, incluso l'appartamento di Claudio Scajola con vista sul Colosseo. Stando alle indagini, Napoleone ha eseguito il rogito di altri immobili finanziati dal giro del costruttore Anemone, tra cui quello  di un generale dei Servizi.



Di soldi nella Cai ne girano tanti. Il capitale sociale è di 40 milioni, con quote date in pegno a Intesa Sanpaolo. Il fatturato nel 2010 è stato di 28 milioni: ossia quello che lo Stato ha pagato per le missioni segrete dei Falcon. Il gioco della contabilità sotto copertura fa sì che spunti pure un utile di 2 milioni. I dipendenti invece costano poco più di 10 milioni, metà dei quali per gli equipaggi dei jet. Quindi ai contribuenti la gestione della squadriglia top secret è venuta oltre 38 milioni di euro. Spiccano alcune delle voci in bilancio. Anzitutto il compenso di Di Loreto: 149 mila euro l'anno, a cui si sommano i 118 mila dello stipendio di Palazzo Chigi e una cifra simile come pensione da colonnello. Ci sono poi 470 mila euro per consulenze non meglio specificate. Altre 448 mila per soggiorni e alberghi e 190 mila per le auto del personale. In realtà lo staff resta contenuto rispetto alle missioni svolte: 87 operatori; piloti e tecnici d'alto livello, che gestiscono tutta l'attività e la manutenzione della flotta. Numeri che sottolineano l'efficienza della struttura. Il problema è come viene utilizzata. 

Sono stati frequenti i casi di missioni senza senso: trireattori mandati a trasportare una squadra ad Abu Dhabi - il trampolino per l'Afghanistan - fatti tornare vuoti a Ciampino e rispediti negli Emirati a recuperare i passeggeri dopo sole 36 ore. Perché tanto sperpero di carburante? Non conveniva far restare il jet ad aspettare? In genere, questi dispendiosi tour de force sarebbero serviti per mettere l'aereo a disposizione di qualche sottosegretario e scarrozzarlo da Roma a Parma o Imperia. Sul Web si trovano foto dei Falcon dei Servizi sorpresi a Firenze o Napoli, città a un'ora di Frecciarossa dalla capitale: spedizioni sprecone, coperte dal segreto di Stato. 



Altrettanto discutibile è la gestione degli acquisti, interamente nelle mani di Di Loreto: compra e vende a suo piacimento, in un settore dove le commissioni possono arrivare al 10 per cento del valore. A dicembre 2010 la Cai ha fatto una scelta singolare: ha deciso di rimpiazzare il Falcon 900 Ex, un trireattore moderno e lussuoso, in linea da soli nove anni. Aveva davanti oltre un decennio di vita operativa ma è stato sostituito con una versione più nuova, più costosa e più lussuosa: il Falcon LX, sempre della francese Dassault. Dagli atti ne risultano ordinati ben due. Il contratto è nato durante il boom del via-vai aereo berlusconiano, quando le pietose condizioni delle casse pubbliche erano ancora nascoste agli italiani: così si è deciso di buttare via 80 milioni di euro per rinnovare la flotta dei viaggi più riservati.

Difficile fare il punto delle vendite. Stando ai bilanci, nel marzo 2009 sono stati ceduti due vecchi Falcon 50 con una plusvalenza di solo un milione e mezzo. Nel 2010 sono finiti sul mercato due Falcon 900A: solo per revisionarne uno si è speso più di un milione. A gennaio di quest'anno è stato piazzato all'estero anche il moderno Falcon 900EX. Si vocifera che sia stato dato via per poco più di 13 milioni di dollari, contro quotazioni di 18,5 milioni. Solo rumors, perché tutto sfugge ai radar della contabilità pubblica.

Forse oggi con l'austerity che domina a Palazzo Chigi, qualcuno dovrebbe andare a mettere il naso nell'attività della Cai. E magari rivedere le regole dei voli di Stato: restituendo all'Aeronautica il controllo sul trasporto delle autorità ufficiali e facendo sì che gli aerei dei Servizi vengano usati solo per l'intelligence. Quanto al comandante Di Loreto, nessuno contesta la corretteza formale delle sue scelte. Anche se qualche conflitto di interessi lo ha messo a segno anche lui. Nel 2005, di fronte al dilagare dei politici che volevano un posto in cielo, il suo ufficio a Palazzo Chigi fece un contratto da 1,9 milioni per noleggiare i velivoli della Servizi Aerei (Eni): una società dove lavora come dirigente suo figlio. Ma sono piccole cose, rispetto alla montagna di milioni sperperati per voli discutibili e aerei all'ultima moda. Con una passione per gli acronimi. Il più famoso jet degli 007 si chiamava I-FICV, letto come "Fatevi I Cavoli Vostri". E l'ultimissimo lussuoso Falcon da 40 milioni è stato battezzato I-Diem, che ricorda il carpe diem della Casta: pronti a godersi tutto alla giornata, fregandosene del futuro del Paese. 




http://espresso.repubblica.it/dettaglio/chi-e-il-padrone-dei-voli-blu/2176593