venerdì 18 maggio 2012

Grillo a Budrio: “Nelle coop hanno comprato i voti, non vinceremo”.


“Le cooperative si stanno comprando i voti”. Ieri Comacchio, oggi Budrio, nella seconda tappa emilianoromagnola, Beppe Grillo va all’attacco del cuore economico della regione. Facendo un parallelismo con la situazione del Molise, dove il Tar ha annullato il voto delle regionali 2011, quando Michele Iorio del centrodestra vinse per meno di mille voti contro la candidata di centrosinistra. “Lui licenziava i dipendenti pubblici prima delle elezioni, promettendo loro che li avrebbe riassunti se l’avessero votato. Anche qui usano questi piccoli sistemi, come al sud”.
Il blogger genovese sa che la distanza tra il candidato a 5 stelle Antonio Giacon (20,4% al primo turno) e il suo sfidante, l’uomo scelto dal centrosinistra, Giulio Pierini (47% al primo turno) è tanta, forse troppa da colmare al ballottaggio. E punta il dito contro le cooperative. “Forse qui non vinceremo mai. Ma la colpa è delle cooperative che si comprano i voti”.
Grillo è tornato a riempire piazza Filopanti, per convincere gli elettori in vista del ballottaggio di domenica 20 e lunedì 21. ”Non è che andiamo dalle banche e ci mettiamo in ginocchio a dire prestateci dei soldi come dicono gli altri. Loro vorrebbero appianare un debito con un altro debito”. Così Beppe Grillo ha risposto a margine del suo intervento.
A chi gli ha chiesto se il debito da oltre 600 milioni di euro che grava sulle casse del comune di Parma, dove il M5S andrà al ballottaggio, non sia una sfida che spaventa. ”Saranno anche molti di più, avremo delle sorprese – ha detto riferendosi alla cifra del debito – a Parma noi abbiamo il più grande consulente di bilanci che è un ufficio che si occupa di consulenze e interpretazioni di bilanci di un colonnello della finanza”. Ma, ha aggiunto il comico “noi non abbiamo bacchette magiche. Noi tiriamo fuori il bilancio, prendiamo atto poi con tutti i parmigiani decideremo”. Perché, per Grillo, bisogna “ricominciare a vedere dove prendere i soldi. Ci sono consulenze esterne, e ci sono molti utility con Cda da 100 mila euro all’anno da 30,40 persone”.
di David Marceddu e Giulia Zaccariello 

DERIVATI AVARIATI.


LO STATO ITALIANO HA PAGATO A MORGAN STANLEY LO 0,15% DEL PROPRIO PIL PER CHIUDERE UN CONTRATTO DERIVATO CHE ERA STATO SOTTOSCRITTO NEL 1994 DAL MINISTERO DEL TESORO, QUANDO IL DIRETTORE GENERALE ERA, UDITE! UDITE!, MARIO DRAGHI - IN TANTI ANNI NESSUNO HANNO FATTO LUCE SUL PORTAFOGLIO DI QUESTI STRUMENTI IN CARICO ALL’ITALIA. PERCHÉ RIGOR MONTIS NON DÀ SPIEGAZIONI? NON È CHE LA MAGGIOR PARTE DELLE NOSTRE TASSE AGGIUNTIVE SERVIRÀ SOLO A COPRIRE I BUCHI DEL PASSATO?...

Superbonus per il "Fatto quotidiano"
Lo Stato Italiano ha pagato a Morgan Stanley lo 0,15 per cento del proprio Pil per chiudere un contratto derivato che era stato sottoscritto nel 1994 dal ministero del Tesoro, quando il direttore generale era Mario Draghi. Di questa esorbitante spesa sappiamo poco o nulla, la risposta del governo all'interrogazione parlamentare presentata dall'Idv chiarisce un po' il quadro agli addetti ai lavori, ma insinua il ragionevole dubbio che i conti dello Stato siano "corretti" da 160 miliardi di contratti derivati.
mario draghiMARIO DRAGHI
La composizione complessiva del portafoglio di derivati della Repubblica italiana è uno dei segreti meglio custoditi della storia d'Italia, nessun governo di nessun colore politico ha negli ultimi venti anni comunicato al Parlamento o anche alla sola Commissione bilancio l'esatta esposizione finanziaria del ministero delle Finanze e le perdite o i guadagni relativi.
L'onerosa chiusura del contratto di swap con Morgan Stanley getta un'ombra sulle stesse dichiarazioni del governo in carica secondo il quale "In merito al valore di mercato del ‘portafoglio derivati' della Repubblica italiana, si precisa che lo stesso è definito come il valore attuale dei flussi futuri scontati al presente e che varia continuamente al variare sia del livello dei tassi di mercato sia della conformazione della curva dei rendimenti. Appare evidente che lo stesso è, quindi, un valore in continuo mutamento, la cui rilevanza per uno Stato sovrano risulta essere limitata".
morgan stanleyMORGAN STANLEY
La limitata rilevanza per lo Stato sovrano non sarebbe tale se all'interno dei contratti ci fossero clausole che stabiliscono un costo futuro certo che l'Italia si troverà a dover pagare nei prossimi mesi o nei prossimi anni.
Spesso i derivati sono stati usati nella contabilità pubblica per aggirare i vincoli di bilancio europei, la Grecia è stato l'esempio più lampante ma i nostri enti locali non sono stati da meno, attraverso complicati contratti sono in molti ad aver posposto l'onere del debito al futuro liberando così risorse finanziarie da spendere nel presente.
In sostanza gli enti pubblici occultano un prestito che viene loro erogato dalle banche internazionali e che non è contabilizzato come tale, la restituzione del prestito è scaglionata in un tempo lontano quando il derivato inizia a produrre i suoi effetti e il flusso di cassa relativo non può essere più occultato.
Mario MontiMARIO MONTI
Dati i numerosi casi di questo tipo che coinvolgono Regioni, Province e Comuni italiani è lecito chiedersi se anche la Repubblica Italiana abbia contratto derivati di questo tipo. È inoltre lecito chiedersi se tali derivati non siano stati usati per coprire buchi di bilancio e far quadrare i conti rispetto alle regole imposte dall'Europa.
Allo stato delle informazioni in possesso del Parlamento, dell'opinione pubblica e di tutti i cittadini italiani non possiamo sapere quali e quanti oneri saremo costretti a pagare, o stiamo già pagando alle banche internazionali per coprire la cattiva gestione del bilancio pubblico dei governi precedenti.
Il governo attuale sta chiamando tutti noi a sostenere grandi sacrifici in nome di un interesse pubblico superiore, ma la sua reticenza sullo svelare la struttura e la composizione del portafoglio di contratti finanziari della Repubblica italiana ci fa sorgere il dubbio che in realtà la maggior parte delle nostre tasse aggiuntive serviranno solo a coprire i buchi del passato che riemergeranno allo scadere delle clausole inserite dalle banche d'affari e sottoscritte dai governi precedenti.
MARIO MONTIMARIO MONTI
Se già questo non fosse abbastanza grave si aggiunga che il New York Times nel febbraio 2010 ha sostenuto che l'Italia è entrata nell'euro grazie a un massiccio uso di strumenti derivati che le hanno consentito di mascherare il vero deficit che sarebbe stato ben al di sopra di quello stabilito dall'Unione europea.
Il governo Monti dovrebbe sgonfiare sul nascere questa bolla di sospetti, tanto più pericolosa ora che la fiducia è un bene sempre più raro nella finanza internazionale. Se, come sostiene il Tesoro, i derivati sono solo e tutti di "copertura dal rischio di tasso o dal rischio di cambio" non si vede perché l'opinione pubblica non ne debba conoscere la natura e la composizione.
Se di coperture si tratta la speculazione internazionale non potrà beneficiare dell'informazione in quanto, per definizione, a una perdita su da una lato dell'operazione dovrebbe corrispondere un simmetrico guadagno. Se così non fosse sarebbero invece guai seri per il professor Monti. E per tutti i suoi predecessori.

Conti correnti pensionati: voluti da Monti per darli in pasto ad Equitalia.


Due governi consecutivi , Berlusconi prima e Monti dopo, con due normative che sembravano non avere nulla a che fare l'una con l'altra, hanno permesso ad Equitalia di svuotate i conti correnti dei pensionati riducendoli alla fame.

In Italia una legge impone che anche per il pagamento dei debiti non possa essere trattenuto dalla pensione di una persona più di un quinto del totale, direttamente dal gestore d’imposta, in questo caso l’Inps.
Ma ci hanno pensato i Governi Monti e Berlusconi a fare in modo di aggirare questa legge che tutela in parte chi è sommerso di debiti, e gli garantisce di avere comunque i soldi per il sostentamento quotidiano. 

Il contributo del Governo Berlusconi

Lo scorso ottobre il Governo Berlusconi aveva ampliato i poteri ad Equitalia, permettendo all’azienda, che si occupa di riscuotere i tributi dello Stato, di prelevare direttamente i soldi dovuti dai conti correnti dei cittadini insolventi; questo permetteva ad Equitalia di svuotare i conti correnti dei cittadini che avevano un debito con loro, senza tener conto della provenienza dei soldi. 

Il contributo del Governo Monti

All’ampliamento dei poteri concesso da Berlusconi ad Equitalia si è aggiunta una nuova legge emanata dal Governo Monti nella manovra finanziaria, ed entrata in vigore proprio questo mese, che costringeva tutti i pensionati con un importo mensile superiore ai 1000 euro, pena il non ricevere la pensione mensile, di avere l’accredito della pensione su un conto corrente.
Quindi tutti i pensionati di Italia che percepiscono più di 1000 euro di pensione sono stati costretti ad aprire un conto corrente, in banca o presso uffici postali, dove accreditare la propria pensione. 
Ma cosa ha causato la congiunzione di questi due provvedimenti?
Sta succedendo sempre più spesso che alcuni pensionati vedono accreditarsi la pensione sul proprio conto corrente che poi viene svuotato subito da Equitalia.
Equitalia, nel caso di insolvenze, può pignorare al massimo 1/5 dello stipendio o della pensione, quando questo pignoramento rende la vita difficile (a volte anche impossibile) allora invece che di un quinto il pignoramento viene fatto di un decimo dello stipendio.
Questo per tutelare l’individuo, una regola giustissima: chi ha un debito deve pagarlo, ma senza per questo essere costretto a morire di fame.
Ma a quanto pare in caso di prelievi forzosi, da parte di Equitalia direttamente sui conti correnti, la tutela del cittadino non è prevista, anche se non si capisce bene il perchè.
Quindi quando Equitalia decide per un prelievo forzoso può svuotare del tutto il conto corrente del cittadino insolvente, ed ora può farlo con tutti i conti correnti dei pensionati, costretti ad aprirli dal Governo Monti, che magari sono insolventi proprio perchè non riescono ad arrivare a fine mese..
Cosa deve fare un pensionato che non ha nulla, nessun altro reddito al di fuori della pensione, e che magari non ha familiari che possano aiutarlo, una volta che Equitalia e lo Stato gli hanno prosciugato il conto corrente?
E poi ci si stupisce che tanta gente si toglie la vita per la disperazione;  quando  la pensione sparisce e l’anziano non sa come arrivare a fine mese, non ha soldi per mangiare, ad Equitalia non importa, Equitalia si limita ad applicare le regole e le regole sono queste.

Ecco il sondaggio bomba che fa tremare la Casta – By Adele Palazzo


Sono scivolati via come fossero un fatto normale ma i numeri presentati dal sondaggista di Ballarò, Pagnoncelli, hanno del clamoroso e richiederebbero più di una riflessione. E non solo perché il Movimento Cinque Stelle, con il 16,5%, sarebbe la terza forza politica italiana ma anche perché sembrerebbe ad un passo dal raggiungere il Pdl, cioè il partito che ha fatto il bello e il cattivo tempo negli ultimi vent’anni.

Ma non solo: stando ai dati forniti da Pagnoncelli, i partiti che si collocano alla sinistra del Pd (Idv, Sel, Federazione della Sinistra e Verdi) e comunque critici nei confronti dell’azione di governo raggiungono tutti assieme quasi il 20%.
E dunque, archiviata la foto di Vasto e permanendo la rottura Pdl-Lega, se questo scenario si materializzasse nelle urne avremmo almeno quattro grandi poli (Pd, Pdl, Movimento Cinque Stelle e sinistra) più qualche robusto cespuglio (la Lega) che operano in concorrenza o in conflitto tra loro.
La fine del bipolarismo – e allo stesso tempo di molte rendite di posizione- che fa tremare i palazzi romani.

Debito pubblico Italia: l'abbiamo già pagato, conti alla mano.

Togliere il pane di bocca ai nostri figli, per restituire un debito che è già stato ripagato. Non dobbiamo nulla a nessuno, a ben pensarci.


debitopubblico.gif


Scusate la lunga assenza. Torno, e scopro subito questo bel conticino sul sito finanziario cobraf. Molto interessante: dati alla mano (e gli ultimi disponibili risalgono al 2007) dimostra chel'Italia ha già ampiamente pagato il proprio debito. Così spiega GZ:

Ho finalmente trovato i numeri e uno studio che mostra che nel caso dell'Italia il debito pubblico attuale di circa 1.950 miliardi (2011) è pari alla somma cumulata di tutti gli interessi, cioè il debito è dovuto agli interessi, il problema del debito è solo che da 30 anni ci si pagano sopra interessi reali pazzeschi.
La tabella si ferma al 2007 con un valore del debito pubblico totale di 1.663.353 e un valore totale degli interessi pagati dal 1990 al 2007 di 1.605.543. Le due cifre sono identichenel 2007 e se aggiorni i dati vedi che pagando circa 50 miliardi l'anno di interessi (ma quest'anno saranno 70 miliardi di euro) il totale del debito pubblico, che è di circa 1.950 miliardi di euro è esattamente pari agli interessi pagati.
Qualcuno potrà obiettare che è ovvio che su un debito si paghino interessi. Ma io immagino di andare a chiedere un mutuo decennale per 100 mila euro, con una rata di 1000 euro al mese, e interessi pari a 12 mila euro l'anno. Al termine dei dieci anni, avrò logicamente tutti interi i 100 mila euro ancora da restituire. Qualcun altro obieetterà "Ehh, ma 12 mila euro di interessi l'anno non è possibile, sarebbe una rapina!"
Infatti, con gli interessi sul debito pubblico italiano pare che sia proprio questo il punto. Continuando così non lo ripagheremo mai, anche se fra altri vent'anni avremo già restituito il doppio.
Ancora convinti che è giusto togliere il pane di bocca ai nostri figli, perché "I debiti si pagano"?
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Grafico: Cobraf (cliccare per ingrandire)

Ferrara vs Ciuffini su Grillo. A Porta a Porta volano gli stracci.



Durante il programma di Bruno Vespa dedicato al Movimento 5 stelle, i vari ospiti fanno a gara per stroncarlo. L’unica a difendere le sue istanze è Sabina Ciuffini, storica valletta di Mike Bongiorno a “Rischiatutto”. Durante il dibattito, ha un duro scontro a più riprese con Giuliano Ferrara. Gli italiani onesti, secondo la Ciuffini, “vanno serviti” dalla politica. Per Ferrara i cittadini “devono smettere di lamentarsi, cercarsi di inventarsi un nuovo mondo ed essere meno protetti dallo Stato, più liberi e responsabili, altro che serviti”. E continua: “Dire che la politica è un servizio è una sciocchezza, è subcultura democristiana”. La polemica deflagra quando la Ciuffini ribadisce le sue ragioni e Ferrara tenta invano di difendersi sfoderando argomentazioni poco attinenti con la discussione: “Ciuffini, io capisco che lei è stata tanti anni alla Ruota della Fortuna ma la politica non è un quiz. Non si risolve tutto dicendo ‘Allegria’”


http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/05/18/ferrara-ciuffini-grillo-porta-porta-volano-stracci/197621/

Considerazioni in una giornata come tante.




Il mese scorso dalla mia pensione lo Stato ha prelevato più della metà in tasse, con l'addizionale e robette varie, questo mese, fortunatamente, solo un terzo.
Con una smorfia di disgusto misto a sgomento, mi vesto e mi accingo ad uscire.
Prendo la macchina, perchè la zona in cui vivo non è servita dai mezzi pubblici e poi, dovendo tornare carica, non credo di poter affrontare la salita che porta a casa mia.
Pazienza!
Camminando il disgusto e lo sgomento aumentano: strade dissestate e sporche, cumuli di spazzatura e roba varia ammassata da tempo sui cigli e sui marciapiedi.
Arrivo in città. Già in periferia ci sono problemi a posteggiare la macchina; facendo giri a vuoto, debbo anche destreggiarmi tra vari lavavetro e questuanti. 
Debbo sbrigarmi. Debbo fare prima una puntatina al mercatino rionale per acquistare alcune cose che mi servono.Vado al mercatino perchè lì costa tutto molto meno e lo faccio con sgomento ed un senso di colpa perchè penso che uno dei negozi dal quale mi fornivo, con quella graziosissima e gentilissima signora, probabilmente, con la crisi galoppante che c'è, chiuderà i battenti, ma non posso più permettermi il lusso di comprare da lei e come me tanti altri.
Debbo fare in fretta, perchè debbo passare anche da mia figlia per lasciarle un po' di soldi; è rimasta senza e deve arrivare alla fine del mese, con lo stipendio del marito non ce la fa. 
Ha perso il lavoro da due mesi. Lavorava presso una azienda di certificazione aziendale, una di quelle società che assumono a tempo indeterminato, con stipendi da fame erogati a metà del mese successivo, magari con assegni circolari barrati e, quindi disponibili dopo sette-otto giorni, condotte da sfaccendati che camminano in SUV, e prendono fondi dalla regione realizzando lavori a progetto. Naturalmente, queste società che vivono di finanziamenti pubblici, terminata la pecunia chiudono un'attività per aprirne un'altra sotto altro denominazione sociale per attingere a nuovi fondi con la compiacenza del politico di turno. E, chiudendo l'attività, hanno anche diritto a rescindere i contratti a tempo indeterminato. 
Ma tant'è.
E poi penso: ma come siamo arrivati a questo punto? 
Non mi preoccupa il fatto di dovermi fornire al mercatino, ci può stare, quello che mi preoccupa è: che avvenire hanno i nostri figli? I nostri nipoti? Che cosa gli stiamo lasciando? 
Quando non ci saremo più noi a dargli una mano, che faranno?
E lo sgomento diventa disperazione.