domenica 24 giugno 2012

Lino Linguetta e il Cavaliere. (carinerie)

GRASSO CHE COLA SUL COLLE.


DAGOREPORT
E' davvero il caso di citare uno dei più noti saggi di Primo Levi: "I salvati e i sommersi".
NICOLA MANCINONICOLA MANCINO
Nella palude palermitana affondano il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, il suo consigliere giuridico Loris D'Ambrosio e il Procuratore Generale della Cassazione Gianfranco Ciani.
Chi è invece l'unico che si salva? Il Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso che dice no alla richiesta di avocazione - cioé il passaggio di una inchiesta dal Pm titolare al suo superiore - sollecitata dal Quirinale alla Procura Generale della Cassazione per salvare Nicola Mancino dai magistrati di Palermo che indagano sulla trattativa Stato - Mafia.
E perché l'astuto Grasso dice no? Forse perché ha voluto difendere a tutti i costi la magistratura dalle ingerenze del Quirinale?
NICOLA MANCINO E MOGLIE resizeNICOLA MANCINO E MOGLIE RESIZE
O forse perché la sua enorme e nota stima nei confronti del Pm di Palermo, Antonio Ingroia, lo ha indotto a sbarrare la strada ad ogni interferenza?
Può essere. Ma di certo un aiutino gli sarà arrivato da qualche solerte servitore della DIA che nel più stretto riserbo - e in largo anticipo - lo avverte delle intercettazioni in corso su Nicola Mancino e Loris D'Ambrosio.
NICOLA MANCINO E GIORGIO NAPOLITANONICOLA MANCINO E GIORGIO NAPOLITANO
E quando sarebbe arrivato questo aiutino? Forse il giorno dopo che Nicola Mancino, sempre più agitato e preoccupato, chiama D'Ambrosio e dice: "Ho visto Grasso in una cerimonia, stava davanti a me. Mi ha detto: ‘Quelli lì (probabilmente i pm della Procura di Palermo) danno solo fastidio. Ma lei lo sa che noi non abbiamo poteri di avocazione"". Mancino prosegue: "E io gli ho detto: ‘Ma poteri di coordinamento possono essere sempre esercitati'

mancino interno nuovaMANCINO INTERNO NUOVA
A quel punto Grasso l'astuto che fa?
Il procuratore sa che l'inchiesta di Palermo con le imbarazzanti intercettazioni è alle battute finali. E sa bene che subito dopo, i 120 faldoni che contengono i contenuti di quelle telefonate, saranno presto pubblici.
MANCINO NICOLAMANCINO NICOLA
E così in attesa della tempesta che sta per abbattersi sui giornali, Grasso tenta di sfilarsi: nell'incontro in gran segreto che si svolgerà il 19 Aprile a Piazza Cavour con il Procuratore generale della Cassazione dice no all'avocazione e da Ciani pretenderà che il suo rifiuto venga messo nero su bianco nel verbale della riunione.
MANCINO NICOLA E SIGNORA resizeMANCINO NICOLA E SIGNORA RESIZE
Loro sommersi e l'astuto Grasso che cola, salvato.

La villa di Lusi a Genzano.





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Lusi: investimenti per conto della corrente rutelliana.



'Dal 2007 in poi patto fiduciario su miei acquisti immobiliari'.


"Tutti gli investimenti immobiliari dal 2007 in poi li ho fatti per conto della corrente rutelliana. C'era un preciso patto fiduciario". Luigi Lusi, l'ex tesoriere della Margherita accusato di associazione per delinquere finalizzata all'appropriazione di almeno 25 milioni di euro, aveva annunciato che quello di ieri sarebbe stato il giorno della sua verità. E quello sulla corrente rutelliana è uno dei passaggi più significativi del lungo interrogatorio, sette ore e mezzo, al quale è stato sottoposto dal gip Simonetta D'Alessandro nel carcere di Rebibbia.
Nell'interrogatorio fiume del senatore Luigi Lusi davanti al gip di Roma è stata prodotta anche una documentazione che riguarda in particolare due lettere di Francesco Rutelli all'ex tesoriere Dl e due mail, 10 pagine in tutto all'ex presidente della Margherita. Le missive di Rutelli dirette a Lusi sono, una scritta di pugno dall'ex leader Dl e una invece al computer. La prima, molto breve, circa 10 righe, farebbe riferimento ad alcuni meccanismi relativi a fondi e finanziamenti. La seconda, quella scritta al computer, invece, riguarderebbe sempre meccanismi legati ai fondi ma verte sulla distribuzione dei soldi.
Le due e-mail del senatore a Rutelli sono datate 2009, cioé dopo lo scioglimento della Margherita e quando, ha rilevato ieri lo stesso Lusi nell'interrogatorio, il suo controllo sui conti del partito "non era più puntuale ed accurato ma solo formale". In queste e-mail Lusi fa presente a Rutelli che il meccanismo di distribuzione dei fondi non era più virtuoso "perché i soldi sono destinati a singole persone". Lusi propone nelle due e-mail all'ex presidente della Margherita di destinare i fondi "ad associazioni e fondazioni", una modalità che riteneva più corretta. Meccanismo che in effetti venne successivamente utilizzato per la distribuzione dei fondi di partito.
Nel corso del lungo atto istruttorio, il senatore, difeso dagli avvocati Luca Petrucci e Renato Archidiacono, ha ripercorso puntualmente tutta la sua attività di tesoriere della Margherita ed ha fatto molti nomi, anche se su questi, a quanto si apprende, non ci sarebbero riferimenti penalmente rilevanti. Ha precisato che "dal 2001 al 2007" il controllo che operava sui bilanci del partito era "regolare e rigoroso e riguardava una verifica accurata di tutte le entrate e le uscite". Dal 2007 in poi, ovvero da quando il partito si scioglie, ha precisato Lusi, il suo controllo sui bilanci "é stato solo formale e non ha riguardato le entrate e le uscite", quindi "era meno accurato".
L'ex tesoriere ha ribadito che dopo il 2006, con la fusione con i Ds e la costituzione del Pd, all'interno della Margherita fu raggiunto un accordo, del quale lo stesso Lusi era il garante, per la ripartizione dei fondi e delle spese tra Popolari (60 per cento) e Rutelliani (40 per cento), ma ha aggiunto "che tutti gli investimenti immobiliari" da lui compiuti, tracciabili e riconducibili appunto alla sua persona, "sono stati fatti per conto della corrente rutelliana e in virtù di un patto fiduciario con tale corrente per fare rientrare i soldi in questa maniera". Allo stesso tempo Lusi ha anche ammesso che in questo meccanismo di gestione poco accurata dei bilanci si è appropriato di somme di denaro.
Non si è fatta attendere la replica di Francesco Rutelli che in una nota, riferendosi alle indiscrezioni sull'interrogatorio ha affermato che "Se è vero che ha detto di aver concordato con la 'corrente rutelliana' le operazioni di ladrocinio a beneficio personale e dei suoi familiari, significa che Lusi vuol fare la fine di Igor Marini". Marini fu condannato a 10 anni di carcere anche per calunnia a danno di Rutelli. Giampiero Bocci ha a sua volta dichiarato: "Se ha detto questo, é proprio andato fuori di testa".
Per i magistrati "il quadro accusatorio" è uscito rafforzato dal lungo interrogatorio tenutosi a Rebibbia ed al quale hanno preso parte anche il procuratore aggiunto Alberto Caperna ed il sostituto Stefano Pesci. "Quadro - si afferma in ambienti giudiziari - rinforzato e corroborato da dettagli che ora dovranno essere esaminati". "Luigi Lusi - hanno commentato gli avvocati Petrucci e Archidiacono - ha detto ai magistrati come funzionava il sistema. Sarà ora la Procura a fare i dovuti riscontri". "L'interrogatorio - hanno aggiunto - è stato completo, Lusi ha risposto a tutte le domande ed è sereno".

Rutelli replica alle accuse di Lusi "Mente e diffama, quanto durerà?".


Rutelli replica alle accuse di Lusi " Mente e diffama, quanto durerà?"


L'ex leader della Margherita, accusato da Lusi di correponsabilità nella gestione fraduolenta  dei rimborsi elettorali, critica anche al stampa: "Troppo spazio alle parole di un bugiardo".


ROMA - "Egli sa di poter diffamare e mentire: le sue palesi menzogne saranno comunque amplificate. Il suo percorso di uomo libero si è fermato. Ma quanto a lungo durerà il tormento delle sue vittime?". A chiederlo, in una nota, è l'ex leader della Margherita, Francesco Rutelli, dopo le nuove indiscrezioni sull'interrogatorio di Luigi Luisi in carcere. Rutelli critica anche l'informazione che dà ampio spazio alle parole o presunte dichiarazioni dell'ex tesoriere della Margherita. 

"Dunque - si legge nella nota - Lusi ha cambiato nuovamente la versione delle sue menzogne: prima ha confessato di essersi impadronito di 12,9 milioni della Margherita per fare operazioni immobiliari ad esclusivo beneficio proprio. Poi ha sostenuto allusivamente di aver fatto queste ruberie nell'ambito di un 'mandato fiduciario' del gruppo dirigente del partito - smentito dalla moglie, che ha ammesso che il disegno era di appropriazione a beneficio della famiglia -. Oggi, ammetterebbe di avere rubato un tot di milioni per sè, ma afferma nientemeno che ville e appartamenti, beni in Canada, a Roma, Genzano, Capistrello, Ariccia, tutti intestati a sè e ai familiari, erano accumulati per conto di una cosiddetta 'corrente rutelliana'. 

In verità - continua Rutelli - la lettura dei titoli di molti giornali pone un problema grave: da ormai 5 mesi, non contano rigorose precisazioni nè analitiche confutazioni basate sui fatti (oltre alle severe autocriche sui controlli dei bilanci); sembra non contare neppure la solidità dell'impianto accusatorio dei Pubblici Ministeri, convalidato dal GIP e dal Tribunale del Riesame. 

Molta stampa - aggiunge ancora Rutelli - continua a dare credito al ladro, ingannatore e calunniatore, evidentemente ignara di doveri deontologici e giuridici. Qualunque cosa dica; in qualunque modo si contraddica; qualunque calunnia profferisca, Lusi ottiene titoli distruttivi per l'onorabilità di persone perbene. Egli non è credibile? La verità finisce comunque schiacciata sotto le menzogne del calunniatore. Egli sa di poter diffamare e mentire: le sue palesi menzogne saranno comunque amplificate. Il suo percorso di uomo libero si è fermato. Ma quanto a lungo durerà il tormento delle sue vittime?"

Sgarbi: sono io l'anti-Grillo, Berlusconi ha detto sì alla mia lista.


Vittorio Sgarbi

ROMA - «Se tutto rimane come ora, il Pdl è in caduta libera e rischia di perdere elettori a favore di Grillo. A meno che non trovi al suo interno un'alternativa a Grillo»: lo dice Vittorio Sgarbi al Mattinosottolineando di essere egli stesso questa «alternativa», «l'ancora di salvezza del centrodestra», e che il prossimo 14 luglio presenterà il suo «Partito della Rivoluzione», con tanto di placet da parte di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere «ha detto di sì - spiega - Ben vengano le liste di Sgarbi, Santanchè, Montezemolo, una diga per fermare la fuga di voti. Si potrebbe arrivare anche al 30% con tutte le liste che gravitano nel centrodestra».

«Renzi bravo ragazzo, ma niente di originale». Per il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, Sgarbi precisa che non c'è nessun "innamoramento": «E' un bravo ragazzo ma non ha niente di originale. È uno di quelli che dividono il mondo in bene e male, con il bene che sta solo a sinistra». Piace invece «a Verdini, Dell'Utri». «È stato un mio uomo che ha presentato questo progetto - spiega Sgarbi - nel quale Renzi diventerebbe il capo dell'area di centrodestra. Ma secondo me non ha senso, l'ho detto al mio amico Volpe Pasini. Il fatto è che nello scontro diretto con gli altri leader, Berlusconi vincerebbe sempre, ma non con Renzi». Per «salvarsi», aggiunge, Berlusconi dovrebbe «fare una riforma proporzionale alla tedesca, perchè così saranno gli elettori a dare un giudizio sulla nomenklatura del Pdl».

Interrogatorio fiume per Lusi e il senatore attacca tutti.


Oltre sette ore di interrogatorio ieri nel carcere di Rebibbia. I pm: quadro accusatorio rafforzato.

TMNews CNN

Roma, 24 giu. (TMNews) - Oltre 7 ore di interrogatorio per cercare di far capire che lui sì ha compiuto fatti, ma al tempo stesso era solo l'anello di una catena, soggetto inserito in un sistema. Luigi Lusi dopo quasi due giorni di carcere, in maniche di camicia e "sereno" - come lo annunciano i suoi difensori - ha ribadito la sua parte di verità davanti al gip Simonetta D'Alessandro ed agli inquirenti della Procura di Roma che hanno chiesto ed ottenuto il suo arresto per l'ammanco da oltre 22 milioni di euro dalle casse della Margherita. Dopo il via libera dell'assemblea di Palazzo Madama l'ordinanza di custodia del 3 maggio scorso è diventata esecutiva e il parlamentare è ora in una cella del carcere di Rebibbia.

Da una saletta nel padiglione d'ingresso del penitenziaria, Lusi ha spiegato e risposto, portando documenti e lettere d'incarico ricevuto dai suoi ex compagni di partito. Chi è stato presente all'atto istruttorio mantiene il più stretto riserbo ma si lascia filtrare in qualche modo che Lusi ha ammesso di aver operato un controllo rigoroso sui conti, dal 2001 al 2007, poi però ha agito in modo formale ma non sostanziale. L'ex tesoriere ha ricordato il patto spartitorio 60-40, del quale aveva già parlato, ed ha aggiunto "che gli investimenti immobiliari" da lui fatti, e che sono stati scoperti dai pubblici ministeri, tanto da esser stati oggetto di sequestri, erano d'intesa con la corrente che faceva riferimento a Francesco Rutelli.