Uno dei mobili comprati da Asma Assad (dal Mail on Sunday)
Il «Mail on Sunday» rivela gli ordini per pezzi pregiati di arredamento della sposa del dittatore siriano.
E' sempre tempo di shopping. Anche quando nel tuo Paese è in atto una guerra civile che sta provocando migliaia di morti. Mentre in Siria le cronache svelano continuamente nuovi massacri, lei, Asma, la moglie del dittatore siriano Bashar Al Assad, fa shopping nel quartiere più chic di Londra, spendendo l'equivalente di oltre 300mila euro in mobili di lusso.
ACQUISTI - A rivelarlo è il quotidiano britannico «Mail on Sunday», che mostra in esclusiva una serie di mail di Wikileaks con gli ordini per 270mila sterline di Asma Assad. Tavoli, divani, tappeti, candelabri e pouf, tutti in stile «ottomano», acquistati in uno dei più esclusivi negozi di design di Chelsea, per arredare la sua residenza estiva, a 200 miglia da Damasco. Alternando le drammatiche foto dei massacri a quelle dei lussuosi mobili, il giornale britannico, sul sito online, indica il prezzo di ciascun «pezzo» scelto dalla trentaseienne moglie di Assad, dai candelabri da oltre 8mila sterline, al tavolo da 10mila fino al tappeto costato 11 mila sterline per arredare la residenza in un paese nel quale si stima che da marzo - data dell'ordine inviato da Asma Assad - siano state uccise, ricorda il giornale, 16 mila persone, tra le quali donne e bambine. Un indifferenza non da poco per la donna che Vogue aveva definito «una rosa nel deserto».
Uno dei mobili comprati da Asma Assad (dal Mail on Sunday)
BOMBARDAMENTI - Intanto è di almeno altri nove morti il bilancio odierno delle violenze che proseguono in tutta la Siria, malgrado i moniti lanciati al regime di Bashar al-Assad da gran parte della comunità internazionale dopo il massacro di tre giorni fa nel villaggio sunnita di Tremseh, dove oltre duecento persone sono state trucidate (ma il regime sostiene siano «solo» 39). Il ministro degli Esteri siriano ha però negato che negli scontri a Tremseh si sia fatto uso di artiglieria, carri armati ed elicotteri come sostenuto dall'inviato speciale per la Siria Kofi Annan.