domenica 15 luglio 2012

Siria: impazzano i massacri e la moglie di Assad fa shopping a Londra per 300mila euro.


Uno dei mobili comprati da Asma Assad (dal Mail on Sunday)

Uno dei mobili comprati da Asma Assad (dal Mail on Sunday)

Il «Mail on Sunday» rivela gli ordini per pezzi pregiati di arredamento della sposa del dittatore siriano.

E' sempre tempo di shopping. Anche quando nel tuo Paese è in atto una guerra civile che sta provocando migliaia di morti. Mentre in Siria le cronache svelano continuamente nuovi massacri, lei, Asma, la moglie del dittatore siriano Bashar Al Assad, fa shopping nel quartiere più chic di Londra, spendendo l'equivalente di oltre 300mila euro in mobili di lusso.
ACQUISTI - A rivelarlo è il quotidiano britannico «Mail on Sunday», che mostra in esclusiva una serie di mail di Wikileaks con gli ordini per 270mila sterline di Asma Assad. Tavoli, divani, tappeti, candelabri e pouf, tutti in stile «ottomano», acquistati in uno dei più esclusivi negozi di design di Chelsea, per arredare la sua residenza estiva, a 200 miglia da Damasco. Alternando le drammatiche foto dei massacri a quelle dei lussuosi mobili, il giornale britannico, sul sito online, indica il prezzo di ciascun «pezzo» scelto dalla trentaseienne moglie di Assad, dai candelabri da oltre 8mila sterline, al tavolo da 10mila fino al tappeto costato 11 mila sterline per arredare la residenza in un paese nel quale si stima che da marzo - data dell'ordine inviato da Asma Assad - siano state uccise, ricorda il giornale, 16 mila persone, tra le quali donne e bambine. Un indifferenza non da poco per la donna che Vogue aveva definito «una rosa nel deserto».
Uno dei mobili comprati da Asma Assad (dal Mail on Sunday) Uno dei mobili comprati da Asma Assad (dal Mail on Sunday)
BOMBARDAMENTI - Intanto è di almeno altri nove morti il bilancio odierno delle violenze che proseguono in tutta la Siria, malgrado i moniti lanciati al regime di Bashar al-Assad da gran parte della comunità internazionale dopo il massacro di tre giorni fa nel villaggio sunnita di Tremseh, dove oltre duecento persone sono state trucidate (ma il regime sostiene siano «solo» 39). Il ministro degli Esteri siriano ha però negato che negli scontri a Tremseh si sia fatto uso di artiglieria, carri armati ed elicotteri come sostenuto dall'inviato speciale per la Siria Kofi Annan.

Grilli, ora vendiamo i beni pubblici "Incasseremo 15-20 miliardi l'anno".


Grilli, ora vendiamo i beni pubblici Incasseremo 15-20 miliardi lanno
(AGI) - Roma, 15 lug. - Per ridurre il debito pubblico, "la strada praticabile e' quella di garantire, con un programma pluriennale, vendite di beni pubblici per 15-20 miliardi di euro l'anno pari all'1% del Pil". Lo propone il neoministro dell'Economia, Vittorio Grilli in un'intervista al Correre della Sera. Secondo Grilli in tal modo sarebbe possibile ridurre il debito di venti punti in 5 anni.
Il ministro critica Moody's e le agenzie di rating: "Davano la tripla A ad autentici pericoli pubblici" ricorda. "Si sono mosse sempre in ritardo finendo per ampliare gli effetti dei fenomeni, invece di anticiparli" ha detto ancora Grilli, "e il dialogo si e' interrotto. Oggi ci avvertono quando ormai tutto e' deciso, non accettano spiegazioni".
Grilli e' comunque ottimista sul collocamento dei nostri titoli, anche se riconosce che: "ancora non vengono riconosciuti i nostri sforzi. Dalla lotta all'evasione otterremo piu' dei 10 miliardi previsti". Il ministro confida di evitare l'aumento dell'Iva anche nel 2013. "Il rialzo al 23% era gia' previsto per legge". E' stato solo rinviato al luglio 2013. "E cercheremo di creare le condizioni perche' non aumenti del tutto".
"La spendig review - aggiunge - consente risparmi al di la' delle cifre di cui si parla in questi giorni. Si possono ancora ridurre le agevolazioni fiscali e assistenziali, intervenire sui trasferimenti alle imprese, le ipotesi sono tante". Le imposte sul lavoro scenderanno? "Io me lo auguro e la lotta all'evasione fiscale dovrebbe creare le condizioni per renderlo possibile". Sull'andamento dell'economia, Grilli prevede per quest'anno una caduta del Pil di "un po' meno del 2%". E sulla Cassa Depositi e Prestiti assicura che non sara' una nuova Iri.

Berlusconi in campo, stampa tedesca scatenata: «Silvio, Padrino parte IV». - Walter Rauhe



BERLINO - «Un incubo», «Una catastrofe per l'Italia», «La definitiva condanna a morte del Belpaese». Sono queste in sintesi le reazioni della stampa tedescaall'annuncio di Silvio Berlusconi di volersi ricandidare alla Presidenza del Consiglio. Non è certo un mistero che in Germania il Cavaliere non abbia mai goduto di grandi simpatie da parte dell'intero arco politico e sia sempre stato considerato come un personaggio anomalo e curioso, tollerato solo per rispettare le convenzioni diplomatiche.

Ed ora questo. Nel pieno della crisi dei debiti sovrani e della moneta unica, l'ex primo ministro del cù-cù, dello scandalo Ruby e delle battute facili sule fondo schiena della cancelliera Angela Merkel annuncia il suo ritorno sulla scena politica italiana ai vertici del Pdl. 
«Il Padrino, quarta parte» ha titolato così ieri in prima pagina l'autorevole quotidiano Die Welt, testata leader della casa editrice ultra conservatrice e pro Merkel Springer. Non un quotidiano qualsiasi, ma il think tank della destra liberale tedesca, alla quale la parentesi di Silvio Berlusconi è sempre apparsa come una grottesca stonatura per un paese illuminato e acculturato come l'Italia. 

Die Welt torna sui «molti scandali» che hanno travolto l'ex premier, fra cui i processi fondati sull'ipotesi che abbia avuto «rapporti sessuali con prostitute minorenni». Solo la pressione dell'Ue ha a un certo punto avuto l'effetto di fare spazio al governo tecnico attuale. «Il fatto che Berlusconi possa ancor oggi presentarsi come il leader naturale del centrodestra - scrive il giornale ampliando l'orizzonte delle sue critiche - dimostra quanto poco la classe politica abbia utilizzato questi mesi per rinnovarsi». Secondo la testata del gruppo Springer, il Cavaliere avrebbe infatti buone possibilitá di essere rieletto vista l'assenza di personaggi di spicco in grado di competere con lui e vista anche l'attuale impopolarità di Mario Monti, l'unico uomo politico che ha avuto il coraggio di portare avanti riforme indispensabili per la salvezza del Belpaese.

Ancora più perentorio il giudizio della testata liberale di Monaco di Baviera Sueddeutsche Zeitung, che in un commento pubblicato ieri definisce il ritorno del settantacinquenne Silvio Berlusconi come un vero e proprio «incubo» per l'Italia e per l'Europa. La sua vittoria rappresenterebbe un dramma europeo e farebbe definitivamente sprofondare il paese catapultandolo al di fuori della zona euro. Sempre secondo il quotidiano monacense «sarebbe necessario far capire agli italiani e a Roma che Berlusconi rappresenterebbe di fatto la loro fine».

Nessun commento invece dagli ambienti vicini alla cancelliera, che con Berlusconi è sempre stata freddissima ed imbarazzata. Angela Merkel gradisce il suo nuovo interlocutore romano Mario Monti, che nonostante le non certo poche divergenze in materia di Eurobond e ricette per uscire dall'attuale crisi, ha sempre lodato e apprezzato.

Incendio a Palermo, brucia Monte Cuccio


incendio palermo
Monte Cuccio desertificato dalle fiamme. Nel corso della notte il monte che sovrasta Palermo è stato invaso da un rogo che ha richiesto l’impegno di decine di vigili del fuoco, oltre che di mezzi aerei.
L’incendio ha lambito anche Borgo Nuovo e San Martino delle Scale.
Ieri, sempre a Palermo, un incendio si era sviluppato nella notte nel quartiere di Borgo Nuovo, non lontano dal centro commerciale La Torre.
In azione i vigili del fuoco che sono entrati in azione e hanno dovuto lottare non poco per potere sedare le fiamme.
Nella notte fiamme anche in provincia di Palermo, in particolare nella Madonie, a Petralia, e nella zona di Camporeale.
GLI INTERVENTI LA NOTTE SCORSA IN PROVINCIA DI PALERMO.
Numerosi incendi hanno lambito nella notte la provincia di Palermo oltre che alcuni quartieri.
In particolare i vigili del fuoco sono state impegnate a SOLUNTO tra Aspra e Bagheria per incendio alberi adiacente il residence al numero 35 della provinciale Aspra-Mongerbino.
Rifiuti e sterpaglie a SANT’ONOFRIO nei pressi del residence Carrubbo, a SAN MARTINO DELLE SCALE, sotto la pineta, alle spalle di via Ruffo di Calabria ha bruciato circa 200 metri di conifera.
Incendi di rifiuti a BAGHERIA in via Maggiore Toselli e nella contrada Incorvino.
Squadre in azione anche a POGGIO RIDENTE, sulla via Maddalena per l’incendio di alcune sterpaglie.
A CASTRONOVO DI SICILIA, in contrada Riena un incendio di grano ha minacciato una azienda che ha dei capannoni adibiti a stalle, l’intervento dei vigili del fuoco è stato risolutivo e ha riportare alla normalità l’intera area. Incendi di rifiuti nella via Pezzingoli, a MONREALE, nei pressi dell’Acquapark, dove due squadre vigili del sono state impegnate per due ore circa.

La Francia tassa i ricchi, abbassa età pensionabile e aumenta i salari. Alla faccia della Fornero.




Ha aumentato il salario minimo del 2%. Ha abbassato la soglia per le pensioni di anzianità a 60 anni. Ha annunciato un’aliquota sui redditi dei ricchi al 75%, una tassa sui dividendi del 3% e sulle scorte petrolifere del 4%. Ha assicurato che aumenterà i contributi – già altissimi – e l’imposta di successione e che recupererà la vecchia patrimoniale. Infine, ha promesso 65mila assunzioni nel settore pubblico. Insomma, per i fautori del libero mercato e delle riforme strutturali, François Hollande è un incubo. Se Mario Monti avesse azzardato una sola di queste misure, il famigerato spread avrebbe toccato vette inarrivabili.

Eppure, tutto tace. Mentre sui quotidiani stranieri, in particolare su quelli anglosassoni, i titoli continuano a somigliarsi tutti (tra i più gettonati: «la luna di miele finirà presto» e «la vie en rose durerà poco»), sui mercati finanziari l’incantesimo regge. Anzi. Non più tardi di lunedì i rendimenti sui titoli di Stato francesi a tre e a sei mesi, per la prima volta nella storia, sono stati negativi. Segno che il mercato pensa che la Francia somigli molto più alla Germania che alle peccaminose Italia o Spagna. Segno che la “rossa” Parigi è diventato un porto sicuro, alla pari dei Paesi “falchi” guidati da austeri conservatori à la Merkel che anelano allo zero deficit come alla panacea di tutti i mali.

Certo, anche Hollande si è impegnato sul rigore. I numeri però sono numeri. Nel primo trimestre dell’anno il debito è salito all’89,3% del Pil e il deficit veleggia a fine anno verso il 4,5%. Il premier Jean-Marc Ayrault si è impegnato a ridurlo sotto il 3% l’anno prossimo e di azzerarlo quello dopo. Ma anche le stime sul Pil sono state riviste allo 0,4% quest’anno e all’1-1,3% per l’anno prossimo. E Hollande non ci pensa neanche, per dire, a rimandarsi le assunzioni nel pubblico o a toccare la legge sui licenziamenti come gli chiedono in molti.

Gli analisti, ovvio, avvertono che bisogna guardare ai rendimenti dei bond decennali e non a quelli a brevissimo termine. E che nei prossimi mesi sono destinati a risentire dell’«effetto Hollande», se non farà anche riforme strutturali. Però lo spread francese, intanto, è inchiodato a 110 punti, a distanze siderali dal nostro. Con tutto che in Francia, negli ultimi 5 anni sono spariti 400mila posti nel manufatturiero e il Pil pro capite è sceso negli ultimi 10 dal 95 al 90% di quello tedesco. E con tutto che una settimana fa i maggiori economisti e imprenditori hanno chiesto allarmati uno «shock per il rilancio della competitività», che è un noto punto debole dell’economia oltralpe. I mercati, per ora, se ne infischiano.



http://www.free-italy.info/2012/07/la-francia-tassa-i-ricchi-abbassa-eta.html

Scimmia Saki.




Scimmia Saki dal viso bianco.Vive a nord del Rio delle Amazzoni.


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Il Vaticano ritira i suoi soldi dalle banche italiane.


Purtroppo nove istituti di credito italiani si sono visti sottrarre ingenti somme di capitali dallo Ior, la banca del vaticano, che ha spostato tutti i depositi in Germania, patria di Ratzinger, Sommo Pontefice nonchè unico azionista e conoscitore del reali stato dei suoi bilanci. A perdere il prestigioso cliente sono stati ben nove istituti di credito tra cui Unicredit e Intesa Sanpaolo. 

Lo Ior, la banca del Vaticano, ha tolto dalle banche italiane tutti i suoi depositi. La decisione presa in seguito a quella della Banca d’Italia che ha considerato l’istituto per le opere di Religione, alla stessa stregua di una banca extra comunitaria.

All’Italia, è stata preferita la Germania, patria del Sommo Pontefice (attualmente suo unico azionista) e giudicata, in seguito alla superiore potenzialità di crescita, come zona di migliori investimenti e maggiore stabilità finanziaria.In realtà l’operazione ha avuto inizio l’anno scorso, ma solo adesso ne è stata data notizia, in seguito al controllo dei rapporti finanziari da parte della procura di Roma in seno alle attività, presunte di riciclaggio avviate dalla banca vaticana. Il tutto partito dal sequestro di 23 milioni di euro “sospetti”.

A perdere il prestigioso cliente sono stati ben nove istituti di credito tra cui Unicredit e Intesa Sanpaolo.

Immediata la replica della Santa Sede che ha voluto precisare che lo Ior non è una banca ma una Fondazione di diritto sia civile che canonico regolata da un proprio statuto
La prova? Il fatto che non emette prestiti. Forse un po’ poco per giustificare una mossa un po’ “strana”, soprattutto in un momento di grave carenza di liquidità da parte delle banche, sempre più costrette a rifiutare mutui per carenza di garanzia, come una recente indagine della stessa Banca d’Italia ha reso noto in una sua indagine conoscitiva.

La particolarità di questo istituto di credito ordinario (infatti è giuridicamente riconosciuto come tale e non come Fondazione di diritto), creato nel 1941, è quella di non avere sportelli e bilanci molto discreti: sono infatti noti solo al Papa e a tre cardinali. Il che in tempi di necessarie trasparenze antiusura e antievasione suonano ancora molto “antiquate”. Per questo motivo più di una volta lo Ior è stato coinvolto, a vari livelli, in scandali di natura economica.

Nonostante questo ancora i dirigenti dell’Istituto si rifiutano di cambiare le disposizioni interne e di aprire i propri bilanci anche agli ispettori in fase di indagine. Delle due l’una: o è una banca extra comunitaria (quindi controllabile) o non lo è (quindi non deve amministrare capitali, né avere un’organizzazione mondiale di banche controllate). Tertium non datur.



http://www.free-italy.info/2012/07/il-vaticano-ritira-i-suoi-soldi-dalle.html