domenica 9 settembre 2012

Le tre mani di Casini - puntata 25 - Servizio Pubblico

Pompei, crollo negli scavi Cade trave in 'Villa dei misteri'.


La trave il legno di circa 4 metri caduta dal peristilio di Villa dei Misteri, negli scavi archeologici di Pompei


Cedimento nella notte. Reggeva tetto che pero' non e' in pericolo.

 NAPOLI - E' crollata una trave in legno di circa 4 metri del peristilio di Villa dei Misteri, negli scavi archeologici di Pompei. L'elemento sosteneva il tetto in tegole del peristilio della villa, che non e' in pericolo. Il crollo sarebbe avvenuto nella notte, in una zona aperta al pubblico. Ad accorgersene i custodi. L'area e' stata chiusa.
La trave in legno crollata nel peristilio di Villa dei Misteri a Pompei (Napoli), secondo quanto si apprende, attiene a uno degli interventi di restauro e ricostruzione di parti della villa effettuati nel corso degli anni. Su queste travi erano state collocate le tegole in terracotta che formano il tetto della struttura.
La struttura che regge la tettoia del peristilio di Villa dei Misteri dove stanotte è caduta una trave in legno risale a circa una quindicina di anni fa. Lo ha detto Grete Stefani, neo direttrice degli Scavi Archeologici di Pompei, illustrando il cedimento ai giornalisti accorsi sul sito. "L'area è stata inibita ai visitatori per motivi di sicurezza - ha sottolineato Stefani - ma comunque i rischi per l'incolumità dei turisti sono praticamente inesistenti". La dottoressa Stefani ha assunto la direzione degli Scavi appena da qualche giorno: "al momento mi sentirei di chiedere solo più personale per questo splendido sito", ha aggiunto. La prossima settimana inizieranno i sopralluoghi propedeutici alla ricollocazione della trave caduta che si presentava con un lato imputridito. Previsto anche un controllo di tutte le altre travi che sorreggono il tetto in tegole.
Costruita nel II secolo avanti Cristo sul pendio verso il litorale, Villa dei Misteri - come spiegato sul sito della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei - fu ristrutturata verso il 60 avanti Cristo e poi nel I sec. dopo Cristo: è una delle oltre 100 ville scoperte nell'area vesuviana, di solito legate allo sfruttamento agricolo, ma anche alla moda delle classi elevate di avere un 'rifugio' fuori città, ove ricreare un ambiente pervaso di cultura greca.
Comprende un quartiere residenziale, affacciato al mare e decorato con splendidi esempi di 'secondo stile' (inizi I sec.-20 a.C.), e uno servile, accanto ai locali di lavorazione del vino (torcularia); qui è ricostruita una pressa per la spremitura dell'uva, con il tronco a testa d'ariete. Lungo le pareti del triclinio è il grande affresco (megalographia), con scena di rito misterico (donde il nome della villa) ovvero d'iniziazione femminile al matrimonio. Splendidi esempi di 'terzo stile' a fondo nero sono nel tablino, con motivi miniaturistici tratti dalla pittura egiziana.
La Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei comunica in una nota che nella scorsa notte si è registrato il cedimento di una trave di legno moderna della copertura del peristilio di Villa dei Misteri. "Il sopralluogo condotto dai funzionari e dai carabinieri del comando di Pompei - sottolinea la Soprintendeza - non ha rilevato alcun danno alle strutture archeologiche né alle coperture".

Pompei, i crolli dal 2003


Comincia il calcio e l'uomo perde il ben dell'intelletto.



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'Cacciatori in casa' Vende villa sull'Etna.


Il proprietario stufo espone un cartello: 'Hanno ucciso già 4 gatti'.

CATANIA - Gli appassionati di attività venatoria, armati di doppiette, già all'alba fanno irruzione nel giardino della loro villa e sparano a qualunque cosa si muova, e hanno già ucciso quattro gatti domestici. Accade a Santa Venerina, paesino alle pendici dell'Etna, dove i proprietari stanchi delle invasioni dei cacciatori stanno pensando di 'arrendersi' e hanno esposto il cartello 'vendesi' dell'immobile accompagnato dalla spiegazione: "perché i cacciatori mi sparano dentro casa".
"Siamo stanchi - spiega Cesare Scuderi, proprietario della villa, in un'intervista al quotidiano La Sicilia - i cacciatori, entrano nel giardino e arrivano davanti casa nostra con i cani, per cercare di uccidere conigli e volatiti. Solo che spesso sbagliano: ogni volta che sentiamo un colpo temiamo per qualcuno dei nostri gatti: ne hanno già uccisi quattro".
"Dal terrazzino raccogliamo pallini esplosi dalle doppiette - ricorda la moglie del signor Scuderi - una volta abbiamo visto, davanti la nostra cucina, un cacciatore scappare e andarsi a nascondere dietro un albero, rincorso da un cane". Sulla vicenda la famiglia Scuderi ha anche presentato delle segnalazioni alle forze dell'ordine. "Non sappiamo cos'altro fare - conclude la coppia - noi ci sentiamo a rischio....".

Da Mangano a Umberto Eco: il Marcello bibliofilo sotto sfratto. - Davide Vecchi



Dopo il lago di Como, Marcello Dell’Utri lascia anche il centro di Milano: la biblioteca di via Senato, che con la Fondazione l’ex manager Publitalia presiede dal 1997, è costretta a trasferirsi a Segrate, in un anonimo centro polifunzionale. Oltre 120mila libri rari a giorni saranno portati via: non ci sono più fondi per mantenere la bellissima palazzina con giardino interno. “L’affitto non è più compatibile”, ha ammesso con rammarico. Tradotto: sono finiti i soldi. E il munifico amico di sempre, Silvio Berlusconi ha chiuso i rubinetti. L’addio è sofferto, quasi drammatico. Dell’Utri è costretto ad abbandonare l’immagine di bibliofilo colto ed esperto che ha tentato di cucirsi addosso e che gli aveva permesso di compiere il salto dallo stalliere mafioso Vittorio Mangano a Umberto Eco. Uno degli attori principali della presunta trattativa tra Stato e mafia è infatti vicepresidente dell’Aldus Club, l’associazione internazionale di bibliofilia presieduta da Eco. Vice con Dell’Utri è l’ex ministro ed esponente del Pci Gianni Cervetti, mentre il segretario generale è Mario Scognamiglio.
Una genesi incompiuta quella di Dell’Utri. Perché nel bellissimo cortile interno di via Senato, tra presentazioni di libri e pièce teatrali, è proseguito il passaggio di mafiosi di vario rango. Nell’ottobre 1998 la Dia seguì fin qui Natale Sartori, socio della figlia di Mangano in una cooperativa di pulizie e pedinato per un’indagine per droga. Anche il medico decisamente mafioso Salvatore Aragona raccontò di essere passato dal civico 14 di via Senato. “Sono stato invitato al circolo, la sede culturale e intellettuale di Dell’Utri in via Senato” disse nel maggio 2001 parlando al telefono con Giuseppe Guttadauro, il boss di Brancaccio. E “con Dell’Utri bisogna parlare”, “alle elezioni del ‘99 ha preso impegni” con il boss Gioacchino Capizzi, ma “poi non s’è fatto più vedere”. Gli impegni bibliofili si facevano stringenti, i libri di cui valutare l’acquisto diventavano sempre più importanti. In quegli anni il senatore acquista una lettera di Cristoforo Colombo: la rivenderà nel maggio 2009 per 659mila euro all’amico Marino Massimo De Caro. Un altro esperto del ramo. Commerciante di libri antichi, collaboratoredell’ex ministro Giancarlo Galan, un passato da console del Congo e un presente in carcere: ha rubato migliaia di volumi pregiati dalla biblioteca Girolamini di Napoli che ha diretto fino all’arresto, lo scorso maggio.
Irrisolto, invece, il furto avvenuto nel 2002 alla collezione Scognamiglio. “È stata una profanazione”, disse. La libreria di via Rovello, frequentata da Eco, Giulio Andreotti, Oliviero Di-liberto, Cervetti, Gianfranco Dio-guardi e Dell’Utri ha visto i natali dell’Aldus Club, ma anche sottrarsi 300 tomi rari collezionati e gelosamente custoditi da Scognamiglio che si è poi dedicato alle collezioni altrui. Aiutando Dell’Utri a crearsene una sua. Ma il senatore non ne ha mai seguito i consigli, non si fidava.
Quando nel 2007 il cofondatore di Forza Italia decise di comprare i diari di Mussolini, Scognamiglio lo sconsigliò. Dell’Utri non sentì ragioni e pagò 12 milioni, certo che fossero originali. Si è dovuto ricredere: tutte le perizie calligrafiche effettuate su quei diari accertano che sono falsi. L’ultima perizia, conclusa appena tre settimane fa, certifica che l’autore in realtà è Amalia Panvini, una signora di Vercelli già condannata con la madre Rosetta per aver prodotto testi falsi di Mussolini spacciati come autografi.
L’essere caduto in errore non ha scalfito la sicurezza di Dell’Utri che ha continuato a comprare libri in giro per il mondo, dall’America alla Francia. Nell’ottobre 2007 acquista un volume per 7.000 euro sull’arte islamica all’International general rare books. Dieci giorni dopo, altri 7.000 euro alla Librairie des amateurs di Parigi. Nel febbraio 2008 firma un assegno da 9.500 euro a Montepulciano. Una settimana dopo 5.000 a Modena. La passione è incontenibile. Infinito il conto corrente aperto presso il Credito Cooperativo Fiorentino presieduto dall’amico e collega di partito Denis Verdini. Il deposito di Dell’Utri già nel 2006 era esposto per due milioni. A coprire i buchi interveniva Berlusconi e nei momenti di emergenza era la banca a foraggiare il senatore, permettendo aperture di credito senza garanzie, esclusa la villa di Torno ipotecata fino al terzo grado. Così i libri divennero garanzie.
Quando nel febbraio 2010 Dell’Utri chiede l’ennesima proroga al fido per 400mila euro, il cda dell’istituto la concede perché “il senatore è uno dei maggiori collezionisti al mondo (ci viene detto) di libri antichi. La collezione dovrebbe avere un valore di alcuni milioni”. E garantiscono: “Il senatore ha intenzione di vendere qualche libro”. Lui invece compra. L’ultimo acquisto risale al 29 marzo: 17mila euro per 17 volantini delle Brigate rosse stampati negli anni Settanta. Ma i liquidi nel frattempo erano arrivati dall’amico Silvio che l’8 marzo aveva acquistato la villa sul lago di Como per 20 milioni.
L’amico di Arcore aiuta anche la fondazione di via Senato. Gli sponsor ufficiali sono da sempre quattro: Mediaset, Mondadori, Mediolanum e Publitalia 80. Manca solo il Milan, ma certo, avrà pensato Dell’Utri, una squadra di calcio non può finanziare iniziative culturali. Eppure anche l’esperienza della biblioteca è destinata a finire. Al civico 14 della centralissima via Senato rimarrà l’abitazione di Dell’Utri, che qui vive con i figli Araga e Marco Jacopo Alessandro e la moglie Miranda Ratti. I 120mila volumi andranno a Segrate, non ci sono più fondi per l’affitto. Silvio ormai ha saldato. L’amico Verdini non ha più una banca e la Procura continua a indagare scoprendo, ad esempio, che il senatore ha 70 conti correnti all’estero. Ma va dato atto a Dell’Utri di essere riuscito a far dire di sé che è un uomo colto. Come scrisse Montanelli: “Dell’Utri è un uomo colto, soprattutto sul fatto”.
Il Fatto Quotidiano, 8 settembre 2012

ARRIVA IL "PILLOLO": ANTICONCEZIONALE MASCHILE SENZA EFFETTI COLLATERALI. - Valentina Sanseverino


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La scoperta è rivolta esclusivamente ai signori uomini: presto, infatti, saranno loro ad avere la responsabilità di prendere la discussa pillola, anzi il “pillolo”. Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista “Cell” sarebbe in dirittura d’arrivo, grazie alla ricerca condotta da Qinglei Li, professore presso l’A&M College di Medicina Veterinaria e Scienze Biomediche, parte di un team di ricercatori guidato da Martin Matzuk presso il Baylor College of Medicine e James Bradner del Dana-Farber Cancer Institute, il primo anticoncezionale maschile. "Si tratta - ha spiegato l'autore della scoperta - di una pillola basata su un composto chiamato JQ1 che funziona come un inibitore della produzione di sperma e della sua mobilità".
Il composto, scoperto per caso mentre si studiava la sua efficacia nelle terapie per la cura del cancro, è assolutamente privo di effetti collaterali e di rischi: “Lavorando sui topi – prosegue Li -, abbiamo constatato che il composto influisce drasticamente sulla produzione di sperma e un'ulteriore buona notizia e' che sembra sinora non riportare alcun effetto collaterale. Una volta che la somministrazione viene sospesa, i topi hanno ripreso la produzione normale di sperma ai tassi precedenti l'assunzione. La pillola, inoltre, non influenzerà in alcun modo la tenuta sessuale o la salute dei figli futuri”.
vignettapillolo
La commercializzazione, per gli scienziati del team di ricerca, è più vicina di quanto si possa pensare: “Per iniziare le sperimentazioni cliniche sugli esseri umani – comunicano -  ci vorrà ancora qualche tempo, anche se abbiamo compiuto un passo insperato nella giusta direzione”. Sebbene infatti se ne discuta da decenni, nessuno finora è mai riuscito a portare a termine la creazione di un contraccettivo maschile per cui, secondo recenti sondaggi, gli uomini sarebbero pronti. Se infatti detestano portare fuori la spazzatura o chiedere indicazioni stradali quando si perdono, il sondaggio ha rivelato che invece il 70% degli uomini si è dichiarato disposto a prendere una pillola per evitare gravidanze indesiderate. Anche perché il vantaggio maggiore di questo tipo di contraccezione è l’assenza di effetti collaterali, che invece caratterizza i contraccettivi femminili: questi ultimi, infatti, interferiscono con gli ormoni, soprattutto gli estrogeni, mentre il “pillolo” non incide sui livelli di testosterone.

sabato 8 settembre 2012

MANIPOLAZIONE DELLE MASSE. - Noam Chomsky



Noam Chomsky, Professore emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology, ha affermato: "La mia sensazione personale è che i cittadini delle società democratiche dovrebbero intraprendere un corso di autodifesa intellettuale per proteggersi dalla manipolazione e controllo, e per porre le basi per una democrazia più significativa." 

e ha elaborato la lista delle 10 strategie della m
anipolazione attraverso i mass media:

1) La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).
2) Creare problemi e poi offrire le soluzioni.
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che sia il pubblico a richiedere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3) La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.
4) La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.
5) Rivolgersi al pubblico come ai bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende a usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge a una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, a una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno” (vedere “Armi silenziose per guerre tranquille”).
6) Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.
Sfruttate l'emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un'analisi razionale e, infine, il senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti.
7) Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far sì che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie e i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori".
8) Stimolare il pubblico a essere compiacente con la mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti ...
9) Rafforzare l’auto-colpevolezza.
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s'incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!
10) Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica sia psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore e un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su se stesso.
Nonostante sia da alcuni criticato per le sue posizioni altermondiste vicine al movimento anti-globalizzazione, i maggiori organi d'informazione dimostrano grande considerazione e stima per lo studioso. Il New York Times scrive:[7]"Giudicato in termini di gamma, potenza, novità e influenza del suo pensiero, Noam Chomsky è probabilmente oggi il più importante intellettuale vivente. Egli è anche un intellettuale fastidiosamente bipartito. Da un lato vi è un ampio corpus rivoluzionario di eruditi studi linguistici altamente tecnici, in gran parte troppo difficili per chiunque non sia linguista professionista o filosofo, dall'altro, un corpus altrettanto considerevole di scritti politici, accessibili a qualsiasi persona alfabetizzata, spesso esasperatamente ingenui. Il "problema Chomsky" è quello di spiegare come questi due aspetti combacino". The Nation: "Noam Chomsky è una fonte inesauribile di sapere". The Guardian: "Insieme a MarxShakespeare e la Bibbia, Chomsky è tra le dieci fonti più citate nella storia della cultura".
Ha di recente appoggiato, per le elezioni politiche italiane del 2008, la lista di Sinistra Critica[8][9].