venerdì 1 febbraio 2013

Mps, procura Siena: “Notizie infondate, indagini per insider trading e aggiotaggio”.


Comunicato Stamapa Procura di Siena


Intanto il titolo, sotto pressione da giorni a Piazza Affari, recupera terreno in avvio di seduta e dopo aver ceduto ieri oltre il 9%. Il titolo guadagna il 3,39% 0,2504 euro, migliore del paniere principale in coppia con Saipem, anch’essa in rimbalzo. Scambiati in un quarto d’ora 54 milioni di pezzi, circa un settimo della media di seduta.

La Procura di Siena, da giorni assediata da giornalisti, reagisce con un comunicato che annuncia indagini contro la stampa. “Considerata l’infondatezza delle notizie circa le iniziative che questa Procura della Repubblica sarebbe in procinto di adottare con riferimento alle indagini relative alla banca  - si legge nella nota –  il procuratore rende noto che sta valutando l’apertura di un procedimento penale per insider trading ed aggiotaggio, trattandosi di società quotata presso un mercato regolamentato nazionale”. I pm toscani, questa mattina, sono rimasti sorpresi di leggere su alcuni giornali – La Repubblica e il Giornale – che gli inquirenti starebbero pensando a un sequestro conservativo da un miliardo di euro. Una mossa, che a quanto pare, invece allo stato e per ora i pm non hanno preso in considerazione.
In Procura questa mattina è stato convocato Ettore Gotti Tedeschi (ex Ior), ma per anni responsabile del Banco Santander in Italia. I pm vogliono capire come sia stato possibile che in soli due mesi il prezzo di Antonveneta sia schizzato dai 6,6 miliardi pagati dal Banco Santander ai 9,3 (più oneri vari che hanno fatto salire il prezzo definitivo a 10,1 miliardi circa) tirati fuori da Mps. Ai quali vanno aggiunti almeno altri 7,9 miliardi di debiti Antonveneta, che l’istituto senese si è accollato. In soli 11 mesi – dal 30 maggio 2008 al 30 aprile 2009 – il Monte ha effettuato bonifici per oltre 17 miliardi. Soldi che sono finiti ad Amsterdam, Londra e Madrid. L’elenco dei bonifici è agli atti dell’inchiesta e già sul primo versamento si sta concentrando l’attenzione degli inquirenti: il 30 maggio partono da Siena 9 miliardi e 267 milioni a favore di Abn Amro Bank con sede ad Amsterdam, che il Banco Santander – si legge nel documento informativo relativo all’acquisizione di Antonveneta inviato alla Consob da Mps – ha nominato “soggetto venditore titolare di diritti e obblighi derivanti dall’accordo”. Si tratta infatti di una cifra maggiore, anche se di poco, dei 9 miliardi e 230 milioni pattuiti al ‘closing’ per l’acquisizione.
Il secondo bonifico parte lo stesso giorno ed è destinato al Banco Santander di Madrid, per un importo complessivo di 2,5 miliardi. Il 31 marzo 2009 partono altri due bonifici, uno da un miliardo e mezzo e l’altro da 67 milioni, entrambi a favore del Banco Santander di Madrid. I restanti quattro bonifici vengono disposti da Mps il mese successivo, il 30 aprile. I primi due, ancora una volta, sono a favore del Banco Santander e riportano uno l’importo di un miliardo e l’altro di 49 milioni; gli ultimi due, da 2,5 miliardi e da 123,3 milioni, sono a favore di Abbey National Treasury Service Plc di Londra. Sono soprattutto questi ultimi due ad interessare gli inquirenti perché si tratterebbe di cifre che, secondo qualcuno, sarebbero successivamente rientrate in Italia usufruendo dello scudo fiscale.
Intanto il titolo, sotto pressione da giorni a Piazza Affari, ha recuperato terreno e dopo aver ceduto ieri oltre il 9%, oggi ha guadagnato l’1,82%. L’istituto informa che l’agenzia di rating Moody’s ha posto sotto osservazione per un possibile downgrade il rating di lungo termine “Ba2″ di Banca Monte Paschi di Siena e della sua controllata MPS Capital Services banca per le Imprese. 

"Pannoloni acquistati per 40 milioni di euro": indagini.




La gara, bandita dall'Asp di Palermo a luglio scorso, al centro della denuncia presentata ieri in Procura dal governatore siciliano Rosario Crocetta e dall'assessore alla Sanità Lucia Borsellino, sfociata oggi in una serie di perquisizioni.

PALERMO. C'è la gara per la fornitura agli ospedali siciliani di pannoloni e altro materiale sanitario per un importo di oltre 40 milioni di euro, bandita dall'Asp di Palermo a luglio scorso, al centro della denuncia presentata ieri in Procura dal governatore siciliano Rosario Crocetta e dall'assessore alla Sanità Lucia Borsellino, sfociata oggi in una serie di perquisizioni.  

La turbativa della gara sarebbe stata scoperta da un funzionario dell'Asp aggredito mercoledì sera sotto l'ufficio e derubato della borsa in cui aveva documenti sulla vicenda. Il funzionario che però non ha fatto denuncia alla polizia ma ha raccontato dell'aggressione all'assessore, è stato interrogato ieri. La turbativa sarebbe stata commessa quando la gara era ormai giunta alla fase esecutiva, cioè l'apertura delle buste con le offerte.  Il procuratore Leonardo Agueci, che coordina l'inchiesta, ha ordinato il sequestro di tutta la documentazione relativa alla gara presente negli uffici dell'Asp e sentirà l'ex commissario straordinario dell'azienda sanitaria, Salvatore Cirignotta, rimosso ieri dall'incarico. Questa mattina i carabinieri hanno anche perquisito gli uffici dell'ex dirigente dell'Asp. Al suo posto è già stato nominato un commissario, Adalberto Battaglia, ex giudice del Tribunale per i minori e presidente della Corte d'Appello di Palermo, oggi in pensione.  L'indagine, comunque, rischia di allargarsi perchè i magistrati stanno passando al setaccio anche altre gare bandite dall'Asp per capire se il tentativo di inquinamento sia la punta dell'iceberg di un sistema.

E se imparassero a star zitti?



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=423128751095400&set=a.193634850711459.47567.193628170712127&type=1&theater

Leggi anche:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/01/giovanardi-choc-ilaria-cucchi-sfrutta-politicamente-tragedia-del-fratello/486589/

Basta!



Di Grillo e del movimento che ha creato si dice tutto il negativo, che, volendo fare un'attenta analisi, è nulla in confronto alle porcherie che hanno messo in atto i nostri politicanti al governo.
Grillo, però, mi convince più di tutti: lui dice le stesse cose che pensavo e avrei detto io.
Oltretutto, credo che un ricambio generazionale sia necessario perchè chi ci rappresenta al governo, ormai da decenni, si è appropriato della politica creando una classe a parte, quella dei vassalli che vessano i valvassori per assicurarsi una vita agiata e senza problemi, privando noi, loro valvassori-sottomessi, di ogni diritto e dignità.
E' tempo di cambiare e di far capire loro che chi comanda e regge le sorti della nazione siamo noi con il nostro lavoro e contributo economico, loro sono soltanto delle sanguisughe che, a lungo andare, hanno depredato tutto, anche le speranze dei nostri figli.
Sento parlare in giro di ideologie di destra o di sinistra, ma io non noto alcuna differenza tra i loro comportamenti.
Si sono appropriati dei posti di lavoro: non è possibile trovarne uno senza una loro raccomandazione e chi odia questo tipo di andazzo è fuori, non ha alcuna possibilità di una vita civile e degna di un essere umano.
Si sono sottomessi ai dictat dei poteri forti, banche, mafie e lobbie industriali accettando compromessi obbrobriosi costringendo noi a subirne le nefaste conseguenze.
Commettono atti illegali per arricchirsi ulteriormente a dismisura.
Oltretutto, domandiamocelo, è possibile che chi ha la pancia piena, nessun problema economico e nessun rispetto delle leggi possa comprendere le necessità di chi ha poco o nulla?
Oltretutto, riflettiamoci, è normale che chi ha tanto e dissipa il suo tanto perchè non guadagnato onestamente, costringa chi ha poco o nulla e s'ammazza di lavoro, quando ce l'ha, a fare ulteriori sacrifici?
Io dico basta! Cambiamo la politica, riappropriamoci dei nostri diritti, non siamo solo portatori di doveri!


Cetta.

giovedì 31 gennaio 2013

Calabria, invalido «d'oro» gioca a basket E corre per le politiche: è capolista. - Gian Antonio Stella


L'avvocato Alberto Sarra aveva ottenuto un super vitalizio da 7 mila euro. E la nomina a sottosegretario in Regione.

«'a Lazzaro, facce ride! Così si sentirebbe urlare ogni furbetto riconosciuto disabile al 100%, se fosse fotografato a giocare a basket. Subito dopo arriverebbe la revoca: basta vitalizio. Il sottosegretario calabrese Alberto Sarra, però, fa spallucce. E dopo aver avuto in dono una pensione dieci volte più alta di quella dei disabili non autosufficienti non solo fa il cestista ma corre per entrare in Parlamento.
Riassumiamo? Nei primi giorni del 2010 quando ormai sta per scadere la legislatura e si avvicinano le nuove elezioni che saranno vinte dal suo amico (e antico camerata giovanile) Giuseppe Scopelliti, il deputato regionale Alberto Sarra viene colpito da uno choc emorragico.
Una cosa seria. Per qualche ora l'uomo, che di mestiere fa il legale e si è tirato addosso le critiche di chi gli rinfaccia di difendere personaggi in odore di 'ndrangheta, lotta tra la vita e la morte. Alla quale viene strappato da un delicato intervento chirurgico. Segue una guarigione così rapida che non si vedeva da quando a Cafarnao Gesù disse al paralitico: «alzati, prendi la tua barella e va' a casa». Due settimane e già partecipa alla nascita del «Partito del sud», tre settimane e già detta comunicati, dodici settimane e diventa sottosegretario alla presidenza, poltrona concepita dalla giunta precedente di centrosinistra, conservata da Scopelliti e solo più tardi abolita dalla prossima legislatura.
Quanto sia stata positiva la guarigione lo dice l'archivio dell'Ansa: da momento della nomina ad oggi 189 dispacci d'agenzia. A testimonianza di un'attività frenetica di incontri, convegni, inaugurazioni, trattative che farebbero ansimare di fatica un sano, figurarsi un invalido. Buon per lui: evviva. Quello che non quadra è che parallelamente a questa dimostrazione quotidiana di dinamismo infaticabile, Alberto Sarra avviava l'iter burocratico per farsi riconoscere dalla Regione totalmente invalido al lavoro. Invalidità riconosciuta il 13 giugno scorso da una commissione di cui faceva parte il suo cardiologo di fiducia Enzo Amodeo con una dichiarazione definitiva: «considerata la patologia - aneurismi dei grossi vasi arteriosi del collo e del tronco complicati da dissezioni della aorta torico-addominale - si ritiene l'avvocato Alberto Sarra permanentemente inabile a proficuo lavoro». 
Pochi giorni e, con un'efficienza che sarebbe sensazionale anche a Tokyo o Zurigo, l'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale gli riconosceva l'«inabilità totale e permanente dal lavoro». Il mese dopo, coprendo il suo nome con la scritta «omissis» per nascondere sotto il velo della privacy un provvedimento che avrebbe indignato i cittadini, il Bollettino Ufficiale comunicava la concessione a Sarra di un assegno mensile di 7.490,33 euro «al lordo delle ritenute di legge, a titolo di vitalizio, con decorrenza dal 7 gennaio 2010». Vale a dire un vitalizio dieci volte maggiore di quello concesso ai disabili più gravi (quelli che non possono neppure cibarsi da soli o sono immobilizzati in un polmone d'acciaio) più gli arretrati per un totale di circa 225 mila euro. 
Sconcertante: come poteva una persona ricevere una pensione di invalidità totale e «permanente» e insieme una indennità di altre migliaia di euro per ricoprire l'incarico di sottosegretario sommerso, stando alle agenzie, da mille impegni? Alla domanda del «Corriere della Calabria», Sarra rispose chiedendo alla Regione Calabria che il vitalizio da handicappato al 100% gli fosse temporaneamente sospeso. E la stessa cosa sostenne quando anche noi raccontammo la storia. Come se l'aver chiesto la sospensione di quel vitalizio (non la revoca: solo la momentanea sospensione che in qualunque momento potrebbe annullare chiedendo di tornare allo status di pensionato) cancellasse lo sconcerto sul privilegio.
E non era finita.
Dopo avere scritto a noi («sono schiavo di una protesi che non mi consente neanche di dormire...») lamentandosi di come era stata raccontata la vicenda, il sottosegretario «totalmente e permanentemente disabile» per ogni lavoro, ha deciso di sobbarcarsi di un ulteriore carico di impegni. In questi giorni, infatti, è tutto preso dalla campagna elettorale (e si sa quanto siano faticose le campagne elettorali) come capolista del «Grande Sud». 
Il tocco finale però, come dicevamo, l'hanno dato le foto pubblicate sul sito «soveratiamo.com». Dove Alberto Sarra gioca a basket con Scopelliti e altri amici. Sia chiaro: sarebbe indecente se ogni italiano non si sentisse sollevato nel vedere in quelle immagini la prova che, grazie a Dio, i postumi di quell'accidente fisico sembrano superati. Di più: facciamo tutti il tifo per lui. 
Ma resta la domanda che ponevamo non solo noi ma anche il presidente della federazione italiana delle associazioni di sostegno all'handicap Pietro Barbieri, sconcertato per l'abissale differenza di trattamento: quanti altri disabili totali, al mondo, sono liberi di entrare e uscire a loro piacimento dalla condizione di disabilità totale a seconda delle opportunità di carriera politica? 

Rimasti orfani di qualcosa di importante.... - Ugo Piazza



Orfani di mare e di cielo, di origini e di storia, siamo rimasti orfani delle storie degli anziani, di una ribelle traiettoria. Legati al cordone ombelicale di una madre che è andata via, orfani di tempo e silenzio, del racconto di un buon maestro. Arresi al compromesso, ostaggi di cibi sani e di valide discussioni, orfani di uno slancio vero che ci porti verso l'alto, di ogni giornata che non ci viene restituita. Abbandonate le voci nei cortili, le lavagne nere sporche di gesso, i panni stesi sui balconi, la misura e la sobrietà, ci siamo derubate tutte le valide occasioni, orfani delle ali che hanno le buone idee, orfani di una terra su cui ormai calpestiamo con passo distratto. Orfani nel chiedersi perchè, ostaggi del rancore, tesi nell'andare avanti ma con le spalle girate indietro, di spartiti senza musicisti. 
Siamo rimasti orfani delle occasioni degli altri, che possono valere più delle nostre ma è duro riconoscerselo, orfani degli amori mai sciolti, dei sentimenti dietro l'amicizia, orfani perfino delle bugie, quelle vere infinitamente innocenti e fragili, degli agi del torto, degli occhi di una sconosciuta alla fermata del tram. Indipendenti gli uni dagli altri, senza chiedersi mai il perchè.
Forse basterebbe chiudere gli occhi ascoltare il respiro di chi ci sta accanto e crederci... perchè alla fine come per la nascita anche per la morte l'unica cosa che ci è concesso fare ed esserne testimoni e così come si accoglie... accompagnare, perchè quando resteremo orfani della morte non avremo più alcun motivo per vivere.
E come dice un bravo cantautore Italiano.... " mi basterebbe essere padre di una buona idea".

Mia madre.



Ricordi di mia madre, quella naturale, non ne ho, per quanto mi sforzi, non riesco a ricordarla. Eppure avevo già due/tre anni quando morì di tubercolosi aggravata da un aborto provocato dalla malattia.

Ricordo il mio pianto quando mia nonna (gran donna della quale mi dilungherò a raccontare in seguito) non volle mettermi un vestitino, al quale tenevo tantissimo, perchè non mi veniva più: io crescevo, infatti, il vestitino no. 
In seguito mi spiegarono che il vestitino, di seta color panna e pieno di volants, lo aveva confezionato mia madre - era il 1949, tempi di ristrettezza economica - utilizzando il telo di una tenda.
L'altro ricordo risale a qualche tempo dopo. Avevo all'incirca sei/sette anni. 
Dietro i vetri della finestra guardavo la neve che scendeva a grandi fiocchi. 
Sotto casa, un giorno della settimana, non ricordo quale, allestivano il mercatino della frutta. 
C'era un brulicare di gente che transitava, mi divertivo a guardarla, era la mia televisione.

Ad un certo punto, vidi passare una signora con un turbante in testa, d'istitnto corsi da mia nonna per dirle che la mamma era ritornata (mi avevano detto che mia madre era partita e l'unico riferimento che avevo era una foto di mia madre che tiene per mano mia sorella e indossa un turbante). 
Mia nonna scoppiò a piangere e mi abbracciò.
Fu allora che cominciai a capire e sospettare che mia madre fosse partita si, ma per sempre.



Mia madre e mia sorella.


Io con mia madre ed il vestitino al quale tenevo tantissimo.