sabato 24 maggio 2014

Elezioni Comunali: come si vota.

Alla vigilia delle elezioni, Termometro Politico ha deciso di dare qualche indicazione sulle modalità di voto per l’elezione del Sindaco e dei Consigli comunali.
Come potete vedere, nella scheda sono presenti una serie di riquadri che possono essere suddivisi in tre colonne.
1. Colonna a sinistra: voto ai candidati Sindaco;
2. Colonna centrale: voto alle liste;
3. Colonna a destra: voto di preferenza.
Come fare a votare?
Immaginiamo di essere in una città dove ci sono due candidati rivali, Giacomo Borlotti e Michele Graziani, sostenuti rispettivamente dal Partito del Fiordaliso e dal Partito del Kiwi.
CASO 1 – VOTARE IL PARTITO (E AUTOMATICAMENTE IL SINDACO)
Se voto una lista, per esempio il Partito del Fiordaliso, il mio voto va automaticamente anche al candidato sindaco appoggiato da quella lista, cioè Giacomo Borlotti.
come si vota

CASO 1B – VOTARE IL PARTITO (E AUTOMATICAMENTE IL SINDACO) ESPRIMENDO UNA PREFERENZA
Poniamo di conoscere il candidato al Consiglio Comunale Luca Palestri, candidato nel Partito del Fiordaliso, che sostiene il candidato Sindaco Giacomo Borlotti, e che vogliamo votarlo.  Al che, ci basta scrivere il cognome del candidato a fianco del simbolo del partito.  Così facendo,votiamo anche il Partito del Fiordaliso, e come candidato Sindaco Giacomo Borlotti.
come si vota
CASO 2 – VOTARE IL PARTITO E ANCHE IL SINDACO
Non è vietato mettere una croce sia sul simbolo della lista, sia sul nome del candidato sindaco sostenuto da quella lista. Se per esempio voglio votare il Partito del Kiwi e Michele Graziani, posso contrassegnare entrambi senza problemi. Per aggiungere una preferenza, basta scrivere il nome del candidato al Consiglio comunale.
come si vota
CASO 3 – VOTARE SOLO IL SINDACO (E NESSUN PARTITO)
Ipotizziamo invece di essere degli elettori scontenti dell’offerta politica a disposizione, che non vogliono votare nessun partito, ma che comunque stimano Giacomo Borlotti, e dunque vogliamo dare loro il nostro appoggio. In questo caso, possiamo limitarci a mettere una croce sul nome del candidato Sindaco, ed in tal caso varrà solo per lui, senza che questo voto venga conteggiato a favore di nessuna lista che lo sostiene.
come si vota
CASO 4 – VOTO DISGIUNTO
Se vogliamo votare il Partito del Fiordaliso, per esempio perché è più vicino ai nostri ideali politici, ma non ci piace Giacomo Borlotti e preferiamo Michele Graziani, possiamo effettuare il cosiddetto voto disgiunto. E’ sufficiente e mettere la croce sul simbolo del Partito del Fiordaliso e anche su Michele Graziani nella colonna sinistra.  In questo caso, viene conteggiato il voto al Partito del Fiordaliso, ma il nostro voto per il Sindaco non andrà a Giacomo Borlotti, bensì a Michele Graziani. Attenzione: questa possibilità esiste solo nei comuni sopra i 15.000 abitanti.

CASO 4B – VOTO DISGIUNTO CON PREFERENZA
Lo stesso discorso vale se vogliamo esprimere una preferenza nel Partito del Fiordaliso, per esempio a Luca Palestri che conosciamo e stimiamo, ma votare come sindaco Michele Graziani. L’unica differenza è che bisogna scrivere il nome del candidato al Consiglio comunale (es. Palestri) nello spazio a destra del simbolo del partito.
COSA NON POSSO FARE? (pena l’annullamento della scheda)
1. esprimere il voto di preferenza al candidato al Consiglio Comunale a fianco del simbolo di un partito cui non appartiene (come, per esempio, scrivere “Palestri” a fianco del simbolo del Partito del Kiwi);
2. esprimere il voto di preferenza al candidato al Consiglio Comunale e poi apporre la croce sul simbolo di un altro partito;
3. storpiare il cognome del candidato al Consiglio Comunale (scrivendo ad esempio “Palestro” al posto di “Palestri”).
Ricordiamo che qualunque tipo di segno al di fuori della croce sul simbolo del partito o sul nome del candidato, o il cognome del candidato al Consiglio Comunale a fianco del simbolo del partito scritto correttamente, pone la scheda a rischio d’invalidamento, dal momento che per legge la presenza di un qualunque segno che possa rendere la scheda riconoscibile rende automaticamente la scheda nulla.  Nel caso si commetta un errore nelle operazioni di voto, infatti, si può sempre uscire dalla cabina elettorale e chiedere agli scrutatori presenti al seggio di farsi consegnare una nuova scheda.
Questo è tutto: buon voto a tutti.
http://www.termometropolitico.it/3688_elezioni-comunali-come-si-vota.html

Il link, però, non fa chiarezza, perchè non specifica se segnare il simbolo del partito del candidato al consiglio comunale è obbligatorio o discrezionale. Io credo che con la nuova legge elettorale molte schede saranno dichiarate nulle o attribuite a convenienza.
Siamo alle solite, invece di semplificare, come detterebbe la logica e l'onestà mentale, si tende a complicare per favorire l'imbroglio.


Potrebbe risultare utile quest'altra indicazione:

VOTO DISGIUNTO SOPRA I 15 MILA ABITANTI. Per i comuni con più di 15 mila abitanti, tuttavia, si può ricorrere anche al voto disgiunto, cioè barrare il nome di un candidato sindaco e contemporaneamente dare il proprio voto anche alla lista avversaria. È inoltre possibile barrare anche solo il nome del candidato sindaco, e non quello della lista. In tal caso la preferenza è solo per il primo cittadino e non per i consiglieri. Sempre per i comuni con più di 15 mila abitanti, se nessun candidato sindaco dovesse raggiungere il 50 per cento più uno dei dei voti, è previsto il ballottaggio.

Tratta da: 

Apperò!



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10152134789266545&set=a.371637426544.160262.56369076544&type=1&theater

Piazza S. Giovanni, dopo il comizio. Segnali di civiltà.



Nonostante la pioggia, lasciamo anche stavolta una piazza pulita e ordinata.
Il tutto grazie agli oltre cento volontari che hanno dedicato il loro tempo alla riuscita dell'evento. Prima, durante e soprattutto dopo.
Grazie al M5S #vinciamotutti
 — presso Piazza San Giovanni.


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10203549680570206&set=a.10201720948733053.1073741841.1460535276&type=1&theater



La piazza è lasciata non pulita, immacolata. Questo è il m5s (Lp)

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=484903221610023&set=a.359991487434531.1073741828.356217484478598&type=1&theater

Inqualificabile.



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1423688687902962&set=a.1386987138239784.1073741833.100007855323060&type=1&theater

giovedì 22 maggio 2014

Palermo, altra vittima della crisi: chiude la gioielleria Fiorentino. - Salvo Ricco

L’azienda ha comunicato la decisione ai sindacati. Fra pochi giorni la liquidazione di tutta la merce e il licenziamento per i 23 impiegati.
PALERMO. Chiude la gioielleria Fiorentino. L'azienda ha comunicato ai sindacati la decisione di liquidare la società e di cessare l'attività commerciale nei punti vendita di via Libertà e via Roma, mentre il negozio di Trapani era stato chiuso in precedenza. Fra pochi giorni l'azienda comincerà una campagna di liquidazione di tutta la merce e avvierà le procedure di licenziamento collettivo per 23 impiegati, cioé di tutto il personale in organico, compreso l'amministratore delegato.  
Il liquidatore sarà Alfredo Fiorentino e la procedura si dovrà concludere in 45 giorni. Ciò significa che da luglio potrebbe scattare la chiusura dei negozi. I soci hanno scelto di liquidare la società in bonis. Determinante è stata la crisi del mercato del lusso. «Ci siamo guardati attorno - dice Alfredo Fiorentino, oggi liquidatore della società - e abbiamo preso atto che il mercato, ormai da anni, sta attraversando un periodo di estrema sofferenza. La liquidazione ci è sembrata la strada più giusta, fermo restando che il nostro intento è quello di produrre la massima attenzione nei confronti dei dipendenti e dei fornitori, da sempre preziosi collaboratori».
Lo scenario che si aprirà è ancora un'incognita. Nel senso che, tra le ipotesi al vaglio ci potrà essere il mantenimento di una piccolissima quota delle azioni Fiorentino dentro una nuova compagine societaria o, l'alternativa più accreditata, ci sarà la cessione definitiva delle quote. Si parla di una immobiliare disposta a immettere capitali freschi per rilevare le azioni. Il ruolo della nuova società, con o senza i Fiorentino, sarà anche quello di far sbarcare una importante griffe del mondo del lusso, proprio nei quattro piani di via Libertà. L'importante patrimonio immobiliare dei Fiorentino, e soprattutto la licenza commerciale per media struttura - quando a Palermo, nel centro storico non possono aprire nuove medie strutture di vendita - che sarà sicuramente ceduta alla nuova attività commerciale in arrivo, rappresentano un grosso business. Le trattative sarebbero in corso di definizione. 
Di certo c'è che, almeno per il momento, Fiorentino uscirà di scena. 
Ci sarà anche da stabilire il futuro dei lavoratori. Con la procedura di licenziamento collettivo si aprirà una vertenza. 
Si cercherà di attingere agli ammortizzatori sociali, con la speranza che una parte venga assorbita dal nuovo marchio del lusso che sta per arrivare. I sindacati avvisano che «già ieri - dicono dalla Filcams Cgil - i lavoratori sono stati messi al corrente della liquidazione ed è stato chiesto il loro curriculum, da poter girare a chi aprirà una nuova attività». Questo perché al momento non si tratterebbe di una cessione di ramo d'azienda, modalità che imporrebbe all'impresa il passaggio automatico dei lavoratori al nuovo soggetto imprenditoriale».
Al di la degli aspetti tecnici, e quelli molto importanti legati all'occupazione, la notizia della chiusura dell'ennesimo marchio storico palermitano non fa certo piacere. Anche se al suo posto arriverà un brand con dietro una multinazionale. La Emanuele Fiorentino spa significa tradizione che si tramanda dal 1890, con il capostipite Emanuele Fiorentino, che aprì l'omonima gioielleria nel cuore della città. Un punto di riferimento per tanti palermitani. In questi ultimi anni, tra voci di chiusura e riprese, il marchio cittadino del lusso ha cercato di rimanere sul mercato, ricorrendo alla cassa integrazione per i lavoratori e ai licenziamenti.
Con l'annuncio della liquidazione, i sindacati hanno drizzato le orecchie. «Questa vicenda è zeppa di incognite - dice Monja Caiolo, segretario provinciale della Filcams Cgil - che l'aziende deve chiarire. Per questo motivo, abbiamo chiesto una convocazione per domani, perché abbiamo fretta di capire se c'è un passaggio di licenza a un nuovo marchio. Questo garantirebbe i lavoratori. Auspichiamo in tempi celeri - continua Caiolo - un incontro anche con il nuovo soggetto imprenditoriale, al quale chiederemo la garanzia dei livelli occupazionali». 

Appunto....



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=675336782533490&set=a.505183769548793.1073741828.505176192882884&type=1&theater