venerdì 29 maggio 2015

Scoperto un nuovo 'nonno' dell'uomo.


Era un ominide contemporaneo di Lucy.


La piu' celebre antenata dell'uomo, Lucy, era tutt'altro che sola: dopo la recente scoperta dell'australopiteco chiamato Little foot, il 'ritratto di famiglia' dei nostri progenitori si arricchisce con una nuova specie chiamata Australopithecus deyiremeda. Lo ha scoperto Yohannes Haile-Selassie, del Museo di Storia naturale di Cleveland, che lo ha descritto su Nature. L'ominide viveva, come Lucy, nell'attuale regione degli Afar, in Etiopia, all'incirca 3,5 milioni di anni fa, ossia nello stesso periodo nel quale e' vissuta Lucy.

''E' una nuova conferma che la specie di Lucy, Australopithecus afarensis, non e' l'unica potenziale antenata dell'uomo, tra le molte che popolavano la regione di Afar nel Pliocene'', ha spiegato Haile-Selassie. ''Prove fossili dal sito di Woranso-Mille mostrano chiaramente - ha aggiunto - che ci sono stati almeno due, se non tre, possibili progenitori umani che vivevano nello stesso momento e tutti vicini tra loro''.

Scoperta nel 1974, Lucy e' stata considerata a lungo l'ominide da cui si sarebbe evoluta la specie Homo, ma i recenti ritrovamenti di nuove specie di Austrolopitechi mettono ormai in discussione questa teoria. La famiglia dei possibili 'nonni' dell'uomo continua infatti ad allargarsi.

La nuova specie, di cui sono stati individuati i fossili di denti e mandibola, e' stata chiamata Australopithecus deyiremeda, dal linguaggio utilizzato in questa regione e sta a significare 'il parente piu' vicino'. Il nuovo ominide 'abitava'infatti a soli 35 chilometri da sito in cui viveva Lucy.

giovedì 28 maggio 2015

LA TRAGEDIA GRECA: SENZA ANAGNORISIS NON C'E' CATARSIS. - Charlie Brown




Nessuno può negare che la situazione greca sia una tragedia vera. Quale sia l’entità delle sofferenze del paese lo si intuisce leggendo "The Lost Continent" di Gavin Hewitt, editore della BBC per l’Europa.

Parlo di questo. 

Secondo Aristotele, la sfortuna dell’eroe tragico è da ricondurre alla sua hamartia, ossia ad un suo errore di fondo che lo precipita in una serie di eventi negativi provocandone la rovina. Dalla sua disgrazia l’eroe tragico attiene però una illuminazione circa la realtà vera, l’anagnorisis. Esito del tutto è la catarsi, una purificazione ed un rinnovamento. 
Insomma: vederci chiaro dopo il proprio fondamentale errore, purificandosi e rinnovandosi.

Nulla di ciò è presente nella attuale tragedia greca, che assume quindi i connotati di una sordida disavventura.
L’hamartia, il tragico errore di fondo c’è, eccome. Alberto ha più volte sottolineato che tale errore consiste nell’aver consegnato al mercantilismo ed agli appetiti della finanzia internazionale il “sogno europeo”. L’incarnazione di tale errore, di tale ripugnante e mostruoso accoppiamento tra ideali ed egoistiche mire è l’euro, vincolo assurdo e strumento di sopraffazione. 

L’attuale crisi greca, come le precedenti, non è che la manifestazione pratica di tale voluta ottusità. È una crisi che non ammette soluzione razionale perché è il sintomo di una irrazionalità di fondo.

Tecnicamente si possono confrontare le “ipotesi” e le pie intenzioni dell’ultima lista di "riforme" con l'andamento reale   dell’economia greca la quale, sulla base dei propri flussi finanziari interni, ha già fatto default sull'ultima rata dovuta al FMI .
Chi poi sia responsabile dell’insostenibile debito greco e come l'imbroglio e l'avidità dei grandi interessi economici e finanziari abbiano peggiorato una situazione già in partenza assurda è noto a tutti coloro che si informano un minimo.
È l’anagnorisis, l’apertura degli occhi alla realtà, che manca del tutto.

Edipo che continua pervicace nell’incesto perché non vuole capire. Vederci chiaro sulla Grecia è l’ultima cosa che gli Euro geni vogliono. Un po’ per superbia un po’ per paura e per terrore .
Raggiungiamo noi l’anagnorisis dunque: apriamo gli occhi alla fondamentale verità di questa lunghissima crisi:

1) Se la crisi si “risolve” (con un commissariamento ed con nuovi “aiuti” – si mormora ad alta voce di un nuovo bail out se il paese capitola alle condizioni dei creditori) l’euro è fallito politicamente poiché è fallito l’ideale di mettere in comune le proprie istituzioni per progredire insieme ed in pace.
Emerge in tale scenario che, soprattutto a causa dell’Euro, nel continente vale la regola del più forte e del più furbo. “Might is right”.

2) Se la crisi non si risolve (e la Grecia esce dall’eurozona o fa la fine di Cipro) l’euro è fallito tecnicamente. Ma è fallito anche politicamente poiché esso è stato dichiarato chiave d'arco dell’intera costruzione europea.
Il risultato non cambia: l’euro è già ampiamente fallito.
Quale la catarsi?
Molto semplice: la purificazione dalla velenosa menzogna che indentifica l’euro con la convivenza ed il progresso in Europa.
Una menzogna alla quale si vuole continuare a credere e per la quale si vuole continuare a “combattere” ma che resta sempre e solo questo: una bugia.

Fonte: http://goofynomics.blogspot.it
Link: http://goofynomics.blogspot.it/2015/05/la-tragedia-greca-senza-anagnorisis-non.html
http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=4114

L'ITALIA E' IL SECONDO PAESE CAVIA DELL'ESPERIMENTO LIBERISTA DOPO LA GRECIA. - Giorgio Cremaschi



Non votare Pd, unico antidoto al potere assoluto renziano.

Nel 1953 quella che fu allora chiamata legge elettorale truffa non scattò perché la Democrazia Cristiana ed i suoi alleati non raggiunsero il quorum richiesto del 50%+1 dei voti validi. Quella che doveva essere un'alleanza al centro in grado di acchiappare consenso in tutte le direzioni perse invece voti ad ampio raggio, alla sua sinistra prima di tutto, ma anche alla sua destra. Il progetto autoritario allora aveva respinto, invece che attrarre.

Oggi l'Italicum è molto più pericoloso della legge truffa del '53, che comunque assegnava un premio parlamentare consistente a chi già avesse conseguito la maggioranza assoluta dei voti. 

Oggi grazie al trucco del ballottaggio, che aggira la sentenza della Corte Costituzionale, un partito come il PD che, aldilà dell'exploit delle europee si attesta normalmente attorno al 30% dei voti validi, potrà conseguire una maggioranza assoluta priva di contrappesi e controlli. 

Ho detto il PD ma in realtà avrei più correttamente dovuto dire il suo segretario presidente Renzi, che si è costruito un sistema di governo che gli darà un potere praticamente assoluto.

Come ha notato eufemisticamente Eugenio Scalfari siamo a una democrazia che affida il potere all'esecutivo. Che è ciò che normalmente avviene in ogni dittatura. Renzi sarà eletto direttamente dal ballottaggio come un sindaco e godrà di un parlamento esautorato, composto da una netta maggioranza di nominati o fedelissimi. 
Ci sarà una sola camera che decide su tutto sulla base degli ordini del capo del governo. Camera che nominerà gli organismi di controllo senza, scusate il bisticcio, controlli. E se pensiamo che la recente sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni sembra sia stata decisa sei contro sei, con il voto determinante del presidente, possiamo tranquillamente concludere che al nuovo parlamento renziano basterà nominare un solo nuovo giudice costituzionale per cambiare gli orientamenti di tutta la corte.

Un potere pressoché assoluto, dunque, per fare che?

Quello che sta costruendo Renzi in realtà è un sistema autoritario che non è in proprio, ma è fondato su una sorta di fideiussione bancaria. Il programma fondamentale del governo è sempre quello della lettera del 5 agosto 2011 firmata da Trichet e da Draghi. Che come presidente della BCE continua a vigilare meticolosamente che quel programma stilato assieme al suo predecessore sia scrupolosamente attuato.

Il 28 maggio 2013 la Banca Morgan ha presentato un documento politico che metteva sotto accusa la Costituzione italiana assieme a quelle di tutti i paesi europei "periferici" e in crisi.

Queste costituzioni, secondo quel documento, nate dopo la vittoria sul fascismo, sono segnate dal peso eccessivo della sinistra e del pensiero socialista, e per questo ostacolano le riforme liberali che servono a salvare l'euro.

Con toni più brutali un editoriale de Il Sole 24 Ore, pochi giorni fa, polemizzava con la sentenza della Corte Costituzionale, affermando che con il pareggio di bilancio come vincolo costituzionale, gli obblighi del fiscal compact e il primato dei mercati globali, non ha più senso parlare di diritti indisponibili. Non crediate di avere dei diritti si diceva una volta.

I poteri forti, le grandi multinazionali, la finanza e le banche hanno da tempo deciso che il sistema di diritti sociali europeo è, per i loro concreti interessi, insostenibile. La crisi è stata un grande occasione per realizzare compiutamente un obiettivo cui si lavora da oltre trenta anni, e le riforme politiche autoritarie ne sono lo strumento.

Renzi si è quindi trovato al posto giusto nel momento giusto. Guai a fare nei suoi confronti lo stesso errore di sottovalutazione compiuto dalla sinistra democratica verso Berlusconi; e non solo per il compatto sostegno che riceve dai poteri forti italiani ed europei e da tutto il sistema dei mass media. Anche Monti aveva questo stesso sostegno, per fare sostanzialmente la stessa politica, ma non ce l'ha fatta.

La forza di Renzi sta proprio nella posizione e nella rappresentanza politica assunta. È un errore credere che egli sia un democristiano. No, la sua formazione politica non è tanto rilevante quanto il ruolo che ha deciso di interpretare. È questo ruolo è tutto all'interno della sconfitta e della rassegnazione della sinistra tradizionale. Matteo Renzi ha scalato il PD, che è bene ricordare inizialmente lo aveva respinto, dopo che il vecchio e inconcludente riformismo era stato sconfitto. Egli ha usato spregiudicatezza e populismo con una classe politica disposta a tutto pur di non perdere il potere. Per capire quello che è successo dobbiamo pensare ad altri fenomeni di trasformismo di massa nella storia della sinistra del nostro paese. Crispi alla fine dell'800, Mussolini, Craxi e naturalmente Berlusconi sono tutti predecessori non casuali di Matteo Renzi.

Il nostro è diventato il secondo paese cavia dell'esperimento liberista dopo la Grecia. In quel paese la Troika ha esagerato e ne è consapevole, per questo in Italia il progetto è diverso. Non negli obiettivi, che sono gli stessi, dal lavoro, alla scuola, alla sanità, alle pensioni, a tutti i diritti sociali. Si vuole arrivare alla stessa società di mercato brutalmente imposta alla Grecia, ma evitando la stessa reazione politica. Quindi più furbizia e anche tempo nelle misure da adottare e soprattutto lavoro per costruire un blocco di consenso politico attorno ad esse. A questo serve la mutazione genetica del PD in partito della nazione. Che in realtà è un partito collaborazionista con la Troika e con tutti i poteri economici finanziari internazionali.

Il partito della nazione che collabora costruisce così le sue cordate di consenso, da Marchionne ai sindacati complici, da Farinetti alla nuova Milano da bere, dai presidi a tutto quel mondo politico e sociale proveniente dalla sinistra il cui sentire di fondo può essere così riassunto: abbiamo speso tanto senza risultati, ora si guadagna. Non è vero che Renzi voglia liquidare i corpi intermedi, non è così sciocco sa che sarebbe impossibile. Quello che vuole il segretario del PD è un corpo di organizzazioni addomesticate e funzionali e a questo sta concretamente lavorando, come dopo il Jobs Act e la “Buona scuola”, mostra il progetto di legge Civil Act sul terzo settore.

Renzi è l'espressione di un progetto politico reazionario di adattamento dell'Italia ai più duri vincoli della peggiore globalizzazione, per questo battere lui ed il suo partito della nazione non sarà opera breve, né facile, ma è la condizione perché il paese possa riprendere davvero a progredire. Oggi contro Renzi sta un destra disfatta, nella quale lo stesso sistema mediatico renziano fa emergere il nazista dell'Illinois Matteo Salvini come avversario di comodo. Poi c'è il Movimento 5 stelle che conduce lotte importanti, ma in evidente difficoltà di fronte al populismo anticasta fatto proprio dal renzismo. E infine c'è l'arcipelago delle forze della sinistra politica e sociale. La forza di Renzi è la debolezza di questo fronte, il che permette alla sua politica di destra di contare su un vasto consenso elettorale nel popolo della sinistra.

Gli insegnanti che sfilavano in corteo il 5 maggio gridavano di non votare più PD. È un segnale importante, ma insufficiente. Occorre un rottura più profonda. Occorre che tutto il corpo sociale e politico della sinistra consideri il renzismo non come un gruppo di compagni che sbagliano, ma come il primo e principale avversario. Le ambiguità ed i compromessi di chi si dichiara contro Renzi ma poi si allea con il PD nelle elezioni locali, o dei dirigenti sindacali che lo criticano ma poi lo votano, o degli ambientalisti che sostengono Expo, tutto questo opportunismo porta solo fieno nella cascina del partito della nazione.

Ci vogliono scelte nette per costruire l'alternativa a Renzi e al suo progetto, la prima e in fondo più semplice è non votare in ogni caso ed in ogni situazione per il PD ed i suoi alleati.


Fonte: http://temi.repubblica.it/
Link: http://temi.repubblica.it/micromega-online/non-votare-pd-unico-antidoto-al-potere-assoluto-renziano/?h=0

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=15094

DENUNCIATO UNO DEI MASSIMI SPONSOR SCIENTIFICI DELLA SOMMINISTRAZIONE DI PSICOFARMACI AI BAMBINI.

DENUNCIATO UNO DEI MASSIMI SPONSOR SCIENTIFICI DELLA SOMMINISTRAZIONE DI PSICOFARMACI AI BAMBINI: ERA A LIBRO PAGA DELLE MULTINAZIONALI DEL FARMACO
Il principale sostenitore della terapia farmacologica ai minori é a libro paga dei produttori di farmaci!
Un nuovo grave scandalo per conflitto di interesse parte dalla Medical School di Harvard negli Stati Uniti ed investe l’Europa: il Prof. Joseph L. Biederman, professore di psichiatria presso la Harvard Medical School e direttore dell'Istituto di Psicofarmacologia pediatrica presso il Massachusetts General Hospital di Harvard, uno dei più autorevoli sostenitori al mondo della terapia a base di psicofarmaci sui bambini per problemi della Condotta e Deficit di Attenzione ed Iperattività (ADHD), è a libro paga di una multinazionale farmaceutica.
A lui si deve in larga misura se a bambini di due anni è stata fatta diagnosi di "disturbo bipolare" e se sono stati trattati con un potente cocktail di farmaci, molti dei quali mai approvati per tale patologia dalla Food and Drug Administration (FDA) e nessuno dei quali autorizzato per minori di dieci anni.
L’esperto, sui cui lavori scientifici si basano anche nel nostro paese molte strategie terapeutiche sui minori, pubblicava studi clinici in teoria ‘indipendenti’ sull’efficacia dei farmaci, e contemporaneamente incassava denaro per consulenze private da parte dei produttori dei farmaci.
L'autorevole quotidiano americano New York Times ha diffuso la notizia secondo la quale il Dott. Joseph Biederman, uno dei massimi esperti mondiali sul disturbo bipolare, aveva presentato i risultati dei propri trials clinici sull'efficacia del Risperidone a esponenti della Johnson & Johnson, azienda produttrice dell'antipsicotico ‘Risperdal’, prima ancora di iniziarli.
L'esperto, che ha redatto molte delle linee guida a livello internazionale che regolano la somministrazione di antipsicotici ai bambini, utilizzati anche su bambini iperattivi e distratti, citava apertamente e con certezza – in via anticipata - la circostanza che le sperimentazioni di questa molecola sui minori avrebbero dato esito positivo.
Gli inquirenti hanno inoltre esibito email e documenti interni della multinazionale farmaceutica che dimostrano come la società intendesse servirsi del suo rapporto privilegiato con il dottor Biederman per aumentare le vendite degli psicofarmaci, incluso il famoso ‘Concerta’ (metilfenidato, stesso principio attivo del Ritalin), psicofarmaco per la sindrome “ADHD” (Iperattività e Deficit di Attenzione), con studi pilotati atti a ridimensionare i pericoli di effetti collaterali sui piccoli pazienti.
Il medico, che è al centro di una vera e propria bufera mediatica e giudiziaria, anche per non aver saputo spiegare in modo convincente la provenienza di ingenti somme in dollari sui propri conti bancari personali, ha tardivamente redatto una lettera di scuse e di assunzione di responsabilità, firmata con altri due colleghi coinvolti nell’inchiesta, che sta circolando in ambiente medico.
Dal momento che le aziende farmaceutiche non hanno accesso diretto ai pazienti, esse hanno l'esigenza di appoggiare le loro sperimentazioni ad atenei medici, dove i ricercatori ottengono di poter utilizzare, a scopo didattico, pazienti di ospedali e cliniche, o di società private di ricerca (CROs), che attraverso i medici di base arruolano pazienti.
Sebbene le CROs siano di solito più efficienti, i finanziatori preferiscono utilizzare le scuole mediche, sia perché la ricerca condotta da queste è formalmente più quotata, ma soprattutto perché consentono loro di sfruttare la grande influenza di medici ritenuti poter rappresentare l'opinione prevalente o essere considerati "key opinion leaders "(KOLs) ovvero 'leader di opinione'.
Sono queste le persone che scrivono libri e articoli su riviste mediche, redigono le "linee guida", occupano posti importanti nella FDA governativa ed in altri gruppi di consulenza, o in rinomate società professionali, e prendono la parola in innumerevoli riunioni e cene che si svolgono ogni anno per ragguagliare i clinici sui farmaci da prescrivere.
L'avere un "KOLs" come il Dr. Biederman sul libro paga vale ogni centesimo speso.
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Fonte: denuncia del New York Times
"La verità sulle case farmaceutiche"
Marcia Angell, direttrice per oltre vent'anni del New England Journal of Medicine.
Tratto da “The New York Review of Books, vol. 56 n.1, del 15 gennaio 2009.

mercoledì 27 maggio 2015

Il Vitalizio è morto, lunga vita al Vitalizio. - Hieronymus Haller Bosch



Il Vitalizio è Apatia. 
Il Vitalizio è Rassegnazione. 
Il Vitalizio è Fatalismo. 
Il Vitalizio è Corruzione.

Ogni anno i cittadini delle 20 Regioni italiane sono tenuti a pagare spontaneamente e allegramente quasi 3.200 Vitalizi a ex consiglieri regionali del pdlegaselfi (ed affini).

Ogni anno i cittadini della regione Veneto spendono felicemente per 226 ex consiglieri (+45 familiari Reversibili!) di più in vitalizi che per le indennità ai consiglieri.
 “Una regione dove il passato costa più del presente”.

Ogni anno i cittadini della regione Liguria offrono con fiducia quasi 5 milioni di euro per 131 vitalizi erogati a ex statisti regionali. Con una legislatura alle spalle 1.755 euro. Con due legislature, 3.511 euro. Con tre legislature Vitalizio da 5.266 botte.

Ogni anno i cittadini della regione Umbria donano a 93 ex consiglieri regionali,4 milioni di Vitalizi che costano più del doppio (1,9 milioni) del trasporto scolastico. 

Ogni anno i cittadini della regione Puglia, sono lieti di pagare 134 vitalizi diretti agli ex consiglieri e 39 assegni di reversibilità che costano 13 milioni di pappine. 
Per i nuovi consiglieri/statisti regionali, invece, visto che per ciascuna legislatura verseranno 40.000 euro, alla fine se ne ritroveranno accreditati dai cittadini 140.000 euro. 

Ogni anno i cittadini della regione Marche, sperperano spensieratamente 4 milioni in Vitalizi, in media 340 mila euro al mese per 127 consiglieri regionali in pensione o loro eredi aventi diritto, il doppio  del costo del Trasporto Pubblico Locale.

Ogni anno i cittadini della regione Campania, regalano 31 milioni di pappine per i Vitalizi regionali che vanno da un minimo di 2.504 a un massimo di 5.258 euro al mese con un regalo rispetto ai contributi versati che per molti consiglieri/statisti ha superato i 600 mila bruscolini. 

Ogni anno i cittadini della regione Toscana, pagano sorridendo circa 4,6 milioni di euro per i vitalizi di ex consiglieri regionali, ex assessori o relativi familiari. Circa 382mila euro al mese per157 beneficiari di cui 46 di loro sono eredi (Conti, Marchesi, Principi!). 

Il Vitalizio è il simbolo del Partito degli Astenuti che
“Vince sempre ma non festeggia mai”. 

Metteteci alla prova.
Vivi non Votare il Vitalizio, l'indennità di fine mandato ed i rimborsi forfettari. 
Vota la Vita Vota Il Reddito di Cittadinanza :-))


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Pd, la legge sui partiti che fa fuori il M5s. Firmata dai big, voluta da Renzi: se passa, i 5 stelle non si potranno candidare. - Pietro Salvatori

RENZI GRILLO

Se passa questa legge il Movimento 5 stelle non potrà più candidarsi alle elezioni. Non ci sono scappatoie, non ci sono questioni interpretative. E "questa legge" non è una legge qualsiasi, ma un testo presentato ufficialmente da tutta la filiera direttiva del Partito democratico.
Tre articoletti snelli, illustrati oggi a via del Nazareno da Matteo Orfini (presidente del partito), Lorenzo Guerini (vicesegretario) insieme a Nico Stumpo e Andrea Di Maria. il testo disciplina "La democrazia interna dei partiti". E spiega che, per potersi candidare alle elezioni, è necessario che qualunque movimento politico acquisisca personalità giuridica, con tanto di statuto e regolamenti che rispondano a determinati canoni.
Esattamente quello che Beppe Grillo ha sempre rifiutato di fare. Anzi, il "Non Statuto" e la forma liquida dell'organizzazione interna sono sempre stati vanto e fiore all'occhiello di tutti i 5 stelle. "Noi non siamo come tutti gli altri, noi siamo una comunità di cittadini che si auto-organizzano liberamente". Tutto questo non sarebbe possibile se la legge sui partiti passasse. In quel caso o il M5s dovrebbe rinnegare uno dei suoi cardini costitutivi, accettando di assumere una forma partito, o sarebbe irrimediabilmente fuori dalle prossime elezioni.
Il Pd fa sul serio. "Ci sono state tante proposte da parte di singoli parlamentari - ha spiegato - Ma tengo a sottolineare che questa è la proposta del Pd, di tutto il Pd". Plastica la presenza al suo fianco di Orfini, presidente e leader dei Giovani Turchi, del cuperliano De Maria e del bersaniano Stumpo. E in calce alla proposta si legge anche la firma di Gennaro Migliore, ex Sel. Il testo, depositato stamattina a Montecitorio, è stato presentato al Senato da due pezzi da novanta come Luigi Zanda e Anna Finocchiaro. "Il testo dà attuazione all'articolo 49 della Costituzione - spiega Guerini - ed è un naturale completamento all'Italicum".
L'intento è quello di rendere più trasparente e controllabile la vita democratica dei partiti. Gli estensori parlando del "rispetto di puntuali standard di democrazia interna". Quali? È presto detto: "La disciplina delle procedure di ammissione e di espulsione, l'ambito di applicazione della regola maggioritaria, gli strumenti posti a tutela delle minoranze, le modalità di selezione delle candidature alle cariche pubbliche e le procedure per la scelta del leader".
Ovvio che il respiro sia generale, che parli a tutti gli attori in campo. Così come è ovvio che con una formulazione del genere agli uomini di Grillo possano fischiare le orecchie. Orfini è secco: "La nostra è una norma a favore della trasparenza e della democrazia: se Grillo è contrario alla trasparenza e alla democrazia è un problema di Grillo, non di questa proposta di legge, né tantomeno del Pd.
"Oggi dimostriamo la capacita' del Pd di costruire unità - prosegue il presidente Dem - e sfidiamo anche le altre forze politiche a dimostrare coerenza con i loro proclami. Verificheremo in Parlamento chi ha davvero voglia di rendere il nostro sistema più trasparente e democratico".
Fine del discorso. Se il M5s ci vorrà stare, bene, altrimenti ne trarrà le conseguenze. Nessuna scappatoia possibile. Viene scritto infatti nero su bianco che "l'acquisizione della personalità giuridica costituisce condizione per la presentazione delle candidature e delle liste di candidati per l'elezione della Camera dei deputati".
Il primo tassello di un trittico che comprenderà un intervento anche sulle primarie e sulla regolamentazione delle fondazioni. In occasione dell'inchiesta che ha coinvolto quella di Massimo D'Alema, si parlò proprio della legge sui partiti come risposta alla forte richiesta di Raffaele Cantone di studiare una legge ad hoc. Non sarà così. "Ma stiamo facendo un lavoro di coordinamento per studiare una proposta specifica", spiega De Maria. "Noi condividiamo le preoccupazioni di Cantone - aggiunge Orfini - sull'utilizzo delle fondazioni come strumento parallelo alla politica. Oggi l'opacità è permessa dalla legge. Serve una maggiore trasparenza, anche e soprattutto su come vengono reperite e spese le risorse".
Si vedrà nelle prossime settimane. Intanto il Pd fa sul serio sulla legge sui partiti. Manca solo la firma di Matteo Renzi. Ma solo perché non è in Parlamento. Tutto il gotha del partito ha apposto la propria firma ed è intenzionato ad andare avanti. Che al M5s piaccia o meno.

http://www.huffingtonpost.it/2015/05/26/pd-legge-sui-partiti-che-fa-fuori-il-m5s_n_7441746.html?ir=Italy

Questo fanno Renzi e il suo PD...con metodi discutibili e niente affatto democratici.
Quindi, per il PD "l'acquisizione della personalità giuridica costituisce condizione per la presentazione delle candidature e delle liste di candidati per l'elezione della Camera dei deputati" vale più della fedina penale pulita, dell'etica personale. 
Non hanno mai fatto una legge che evitasse a Berlusconi, condannato in via definitiva per truffa allo Stato,di entrare in Parlamento a legiferare pro domo sua!
Hanno una paura fottuta del m5s che sta rendendo pubbliche tutte le loro magagne, i loro sotterfugi, per non parlare della loro corruzione.
Affermano, inoltre, che con questa legge stanno attuando l'art. 49 della Costituzione che recita: 

"Articolo 49

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale."

Che c'entra lo statuto?

Cetta.