domenica 29 dicembre 2019

Amenità.





Pensioni di invalidità e reversibilità, tagli in arrivo nel 2020? Falso, i limiti al cumulo con altri redditi sono gli stessi da 25 anni. - Chiara Brusini

Pensioni di invalidità e reversibilità, tagli in arrivo nel 2020? Falso, i limiti al cumulo con altri redditi sono gli stessi da 25 anni

Sta rimbalzando sui social la notizia di una presunta "scure" sugli assegni, pubblicata in prima pagina dal Giornale che parla di "macelleria sociale". Ma per invalidi e vedovi non cambia nulla: le tabelle con le percentuali di riduzione che si applicano a chi ha redditi superiori a tre, quattro o cinque volte il minimo pensionistico sono identiche dal 1995. La circolare Inps non fa altro che aggiornare il valore delle pensioni minime.
Tagliano le pensioni a vedove e invalidiMacelleria sociale del governo” (Il Giornale, 29 dicembre). La notizia di una presunta “scure” su assegni di invalidità e pensioni ai superstiti, pubblicata in prima pagina dal quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, rimbalza sui social da domenica mattina. Complici i tweet indignati dell’ex ministro alla Famiglia Lorenzo Fontana e della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Ma davvero, come commenta Il Giornale, il governo Conte ha varato “quasi di nascosto, come strenna di capodanno“, un “decreto” che prevede “dal gennaio del 2020 il taglio delle pensioni delle vedove e il taglio delle pensioni agli invalidi, quando superano determinate soglie rispetto alle minime”? No: quel “taglio” è semplicemente un limite al cumulo con redditi superiori a certi tetti. Ma soprattutto è una norma in vigore dal 1996. Al governo c’era Lamberto Dini.
Nessun decreto: è la normale circolare Inps di dicembre – Per prima cosa, il governo non ha varato alcun decreto sulle pensioni di invalidità e quelle a cui hanno diritto vedove e vedovi. La legge di Bilancio ha reintrodotto la piena rivalutazione, finora congelata, per le pensioni tra 1.500 e 2mila euro. Ma questo non ha nulla a che vedere con i trattamenti per invalidi e superstiti. Quella a cui fa riferimento Il Giornale è la usuale circolare di dicembre in cui l’Inps elenca criteri, importi e rivalutazioni di tutti gli assegni che saranno versati l’anno successivo. Il punto di partenza è l’aggiornamento – questo sì basato su un decreto ministeriale, che a sua volta recepisce i dati Istat sull’inflazione – dei trattamenti minimi. Nel 2020 la pensione minima salirà a 515 euro, dai 513 attuali, con la conseguenza che tutte le norme che fanno riferimento a valori multipli del minimo vanno aggiornati.
La riduzione degli assegni per chi ha altri redditi è prevista da 25 anni – L’allegato 2 della circolare dell’11 dicembre contiene come ogni anno le tabelle di dettaglio. Comprese quelle che stabiliscono di quanto viene ridotta la prestazione se il beneficiario percepisce anche altri redditi superiori a determinati valori. Per quanto riguarda superstiti e invalidi, le percentuali di riduzione dell’assegno che si applicano a chi ha redditi superiori a trequattro o cinque volte il minimo pensionistico sono identiche da 25 anni. Cioè dall’entrata in vigore della riforma pensionistica del governo Dini (agosto 1995). Né il governo Conte 2 né gli altri 13 esecutivi che si sono succeduti da allora hanno modificato quella scala. L’unica novità è che, anno dopo anno, le minime aumentano e in parallelo si alza anche l’asticella oltre la quale scattano i limiti al cumulo.

I limiti al cumulo – Gli invalidi prendono l’assegno pieno se hanno altri redditi non superiori a 4 volte il minimo calcolato su 13 mensilità (dal 2020 circa 26.783), mentre ne percepiscono solo il 75% se i redditi da altre fonti sono tra 4 e 5 volte il minimo (tra 26.783 e 33.479 euro l’anno) e solo il 50% se hanno altri redditi superiori a 5 volte il minimo (dal 2020 circa 33.479 euro l’anno). Vedovi e vedove – che in assenza di figli hanno diritto al 60% della pensione che veniva percepita dal coniuge – subiscono invece una riduzione del 25% in caso di redditi superiori a 3 volte il minimo, del 40% se già incassano da altre fonti più di 4 volte il minimo e del 50% se hanno redditi extra pari a oltre 5 volte il trattamento minimo.
Il Giornale commenta il decreto che non c’è: “Governo macellaio, nessuna pietas” – Il Giornale nel pezzo principale riconosce che quelli a pensioni di invalidità e superstiti sono “i tagli di sempre, consistenti e fissi”. Il commento però parte dal presupposto che a calare “il coltello” sugli assegni è stato il “macellaio” governo Conte. E già che c’è chiosa: “Le vedove e i vedovi e gli invalidi se hanno un reddito mensile superiore a 2000 euro, non hanno diritto al rispetto del loro status di persone, che hanno perso una parte di sé medesime: nel proprio corpo o nella propria vita coniugale. La pietas umana di questo governo, fiero dei propri risultati, si ferma a questa soglia pecuniaria”. E ancora: “Il macellaio ha il manico del coltello. Mutatis mutandi (sic, ndr), il governo Conte bis decide di quanto tagliare le pensioni di vedovi e di quanto quelle degli invalidi. Il cittadino elettore, contribuente, non ha voce in capitolo. Ed inoltre non viene neppure informato dei tagli qualche settimana prima che vengano annunciati”. Anche se il taglio risale al 1995.

Progetti urbani per un’aria pulita. - Daan Roosegaarde



Ricordate quelle piccole stelle fosforescenti che avevate sul soffitto quando eravate piccoli? Quella è luce. È pura luce. Ma non c’è nessuna bolletta da pagare, nessuna manutenzione da fare. C’è e basta.

In due anni di laboratorio cercammo di renderla più duratura, più luminescente, con l’aiuto degli esperti. Nello stesso periodo, ricevemmo una richiesta dalla famosa Fondazione Van Gogh, che voleva celebrare il 125° anniversario nei Paesi Bassi. Vennero da me e mi chiesero: “Puoi creare un luogo dove Van Gogh possa vivere nuovamente?”. La domanda mi piacque molto. Il risultato fu una pista ciclabile che si ricarica di giorno con il sole e risplende di sera, fino a otto ore. E ci si può andare ogni sera gratuitamente, senza alcun biglietto. Lì si può provare la bellezza di pedalare nella notte stellata.
In seguito alcuni sceicchi del Qatar mi chiamarono e mi chiesero se potevo fare lo stesso ma per 10 chilometri. É stato davvero molto emozionante dar vita a questi progetti. Ma poi è successo qualcosa che mi ha fatto capire che potevo veramente fare qualcosa rispetto all’inquinamento.
Questa è una fotografia di Pechino scattata tre anni fa dalla mia stanza.
La foto a sinistra è stata scattata un bel sabato. Si possono vedere le auto, le persone, gli uccelli; la vita in un denso centro urbano. Mentre nell’immagine a destra, santo cielo, c’è solo l’inquinamento, completamente stratificato. Non si riesce a distinguere nitidamente quasi nulla. Questa immagine mi rese molto triste. Poco aveva a che fare con il futuro brillante che avevo immaginato, questo era l’orrore. Viviamo cinque o sei anni in meno, i bambini sono colpiti da cancro ai polmoni già a 6 anni. E così, in quel momento, sono stato ispirato dallo smog di Pechino. I governi di tutto il mondo combattono la loro guerra contro lo smog ma io volevo dare il mio contributo.
Così abbiamo deciso di costruire il più grande aspiratore di smog al mondo. Aspira l’aria inquinata, la pulisce e poi la restituisce. Abbiamo costruito il primo. Si chiama Smog Free Tower.
Aspira 30.000 metri cubi d’aria all’ora, li pulisce a livello nano-molecolare, dalle particelle PM2.5, PM10, usando davvero poca elettricità, e poi rilasciando l’aria pulita. In questo modo i parchi, i cortili, saranno tra il 55% e il 75% più puliti rispetto al resto della città. E più o meno ogni mese lo apriamo e possiamo rimuovere gli scarti che ha aspirato. Quello che vedete in foto è ciò che viene trattenuto dal filtro.
Ne produce buste intere. Questo è come è fatto lo smog allo stato solido. È nei nostri polmoni proprio ora. Se vivete vicino a un’autostrada, è come fumare 17 sigarette al giorno. Siamo dei folli? Quando abbiamo detto sì a questo? Ma cosa dovremmo farci con questi scarti? Dovremmo buttarli via? No, gli scarti non dovrebbero esistere. Lo scarto di uno, dovrebbe essere cibo di un altro. Ci siamo resi conto che il 42% è fatto di carbone, e dal carbone, sotto alta pressione, si ottengono diamanti. Ispirati da questo, comprimendolo per 30 minuti otteniamo anelli smog-free.
E così, condividendo un anello, si donano circa 1000 metri cubi di aria pulita alla città in cui si trova la torre. É un piccolo cubo fluttuante. L’abbiamo messo online, cercando finanziamenti su Kickstarter. Le gente ha cominciato a prenotarlo, ma soprattutto ha cominciato a pagarlo in anticipo. I finanziamenti raccolti con i gioielli ci hanno aiutato a realizzare altre torri. Gli scarti erano l’attivatore di questo progetto. Non è incredibile che da qualcosa che dovevamo gettare sia nato tutto?
In questa foto c’è una coppia di futuri sposi indiani, lui le fa la proposta con un anello smog-free come segno di vera bellezza, come segno di speranza. E lei ha detto sì. Amo moltissimo questa immagine per tanti motivi diversi.
Ora il progetto sta viaggiando in Cina, con il sostegno del governo centrale cinese. Il primo obiettivo è creare parchi locali con aria pulita, e questo funziona già abbastanza bene. Allo stesso tempo noi collaboriamo con le ONG, con i governatori, con gli studenti, con i tecnici. Con tutti.
Si tratta del sogno di avere aria pulita, di un mondo diverso, l’unico mondo possibile.

https://www.beppegrillo.it/progetti-urbani-per-unaria-pulita/?fbclid=IwAR2WpGLgbpwpXnS6pq4EroSTJcPOgB0Bqg6JIh5SV0wwiTy4pwvbUxN7d3k

Scoperta in Etiopia un’intera città del grande Regno di Axum.


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Nell'Etiopia settentrionale gli archeologi hanno scoperto un’intera antica città sepolta che faceva parte del potente Regno di Axum, che rivaleggiò con l’Impero Romano.
Il Regno di Axum fu uno straordinario regno commerciale che si sviluppò a partire dal IV secolo a.C. e che crebbe sfruttando l’ottimale posizone strategica sul Mar Rosso fino a divenire, nei primi secoli della nostra Era, un vero e proprio impero capace di rivaleggiare con Roma, Persia e Cina. Al tempo del suo massimo splendore, intorno alla metà del terzo secolo d.C., quando il Re Ezana si convertì al Cristianesimo, i suoi territori comprendevano quelle che oggi sono l’Etiopia, l’Eritrea, il Sudan settentrionale, Egitto meridionale, Gibuti, parte della Somalia e persino Yemen e parte dell’Arabia Saudita. Arrivò quindi a controllare lo Stretto di Bab el-Mandeb (tra Yemen e Gibuti) e sfruttò a pieno la linea commerciale marittima che collegava il mondo Mediterraneo con l’Oceano Indiano e le grandi potenze orientali.
Axum batteva moneta propria, come pure aveva propria lingua, scrittura, cultura. Adottò il Cristianesimo come religione di Stato, terza, dopo Impero Romano e Armenia.

"Questa è una delle più importanti civiltà antiche, ma la gente non lo sa", queste le parole del primo autore dell'articolo recentemente apparso su tutte le riviste scientifiche, Michael Harrower, della Johns Hopkins University di Baltimora. “Dopo Egitto e Sudan, questo è la civiltà più antica e complessa mai apparsa in Africa", ha aggiunto.

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Gli archeologi di Stati Uniti, Etiopia, Germania, Gran Bretagna, Canada e Libano avevano iniziato gli scavi nel nord dell'Etiopia, nella regione di Yehi, nel 2009. La gente del posto aveva sempre affermato che nelle profondità della terra fossero nascosti antichi resti, alcuni dei quali erano già stati in parte rinvenuti negli anni ’70 per poi dover essere interrotti per via delle crisi e guerre succedute.
Successivi scavi nel 2011, 2012, 2015 e poi 2016, avevano rivelato frammenti di edifici in pietra a profondità di oltre tre metri dalla superficie. Il più antico datato VIII secolo a.C. I ricercatori hanno chiamato la città Beta Samati, che significa "casa del pubblico" nella lingua Tigrinya locale.
I primi oggetti testimoniano le credenze politeiste degli abitanti di Beta Samati, che furono fortemente influenzate dalle tradizioni del regno di Saba, situato nell'attuale Yemen. Tuttavia, dopo il IV secolo prevalse il simbolismo cristiano.
Infine gli scienziati hanno fatto la scoperta più importante – una vera e propria basilica del IV secolo d.C. Tra i reperti minori gli archeologi hanno rinvenuto anche un anello in stile romano fatto di una lega di rame rivestita con foglia d'oro, con una pietra corniola rossa con l’incisione di una testa di toro della testa di un toro.

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Secondo gli studiosi, Beta Samati era un vivace centro commerciale e religioso situato tra la capitale - la città di Axum - e il Mar Rosso. Qui veniva scambiato il meglio dei due mondi di allora, come testimoniano i ritrovamenti di anfore mediterranee e i preziosi orientali.
La datazione al radiocarbonio degli oggetti trovati va dal 771 a.C. al 645 d.C. Ciò significa che la città fu probabilmente abitata durante l'intero periodo dell'esistenza dell'impero axumita - 1400 anni, e i primi oggetti risalgono al cosiddetto periodo "pre-axumiano".
Proprio questa, secondo gli autori, sarebbe la principale scoperta, che confuta l'opinione che prima dell'avvento della civiltà aksumita, gli antichi insediamenti fossero caduti in rovina. Ora appare invece chiaro che il regno di Aksum fu in realtà un diretto successore di entità statali precedenti e ancora più antiche.
"Il nostro lavoro mostra che Beta Samati era un grande insediamento densamente popolato situato a 6,5 ​​chilometri a nord-est di Yehi, il centro del potere politico del primo Stato (pre-Aksum) complesso dell'Africa sub-sahariana", scrivono gli autori nell'articolo.

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Stele di Axum e chiese rupestri di Lalibela.
Il patrimonio storico archeologico lasicato all’Etiopia dalla cultura Axum è decisamente considerevole – basti ricordare la famosa Stele di Axum portata a Roma durante il periodo fascista e restituita tra le polemiche nel 2008 e le famose chiese rupestri di Lalibela. La prima datata presumibilmente intorno ai primi anni della nostra Era e testimoniante un’usanza ancora più antica del periodo per-Axum (alcuni ritengono che tale pratica di segnalare le tombe degli alti dignitari con tali steli fosse in uso già mille anni prima), le seconde molto più tarde (XII / XIV sec. d.C.) ma a testimonianza di quella cristianità abbracciata già dagli Axum nel III sec. d.C.

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Questa nuova scoperta potrebbe riaccende i riflettori su di un’antica civiltà poco nota ma che durò almeno quanto l’Impero Romano e commerciò con tutti i grandi regni dell’antichità.

https://it.sputniknews.com/mondo/201912258452275-scoperta-in-etiopia-unintera-citta-del-grande-regno-di-axum/?fbclid=IwAR3Kl9ggAgMRXxOzQ2TUC0IaB9lKbQPp1FLeq9HUyTMJQxZNWQh7MlsUJFc

venerdì 27 dicembre 2019

Leggo e rimugino...

Ragazze investite a Roma, il Gip: " La velocità è uno specifico addebito di colpa, le vittime hanno tenuto una condotta vietata e spericolata"

Leggo il titolo di un quotidiano: 
Ragazze investite a Roma, il Gip: " La velocità è uno specifico addebito di colpa, le vittime hanno tenuto una condotta vietata e spericolata." 
Come se volesse dire: "anche le due vittime sarebbero da condannare o punire...."
Mi pare di aver letto che il figlio del regista non abbia visto le due ragazze attraversare la strada perchè c'era un'altra macchina ferma a coprirgli la visuale. Se l'ipotesi è avvalorata il figlio del regista sarebbe maggiormente colpevole, perchè il fatto che un'auto fosse ferma in attesa di ripartire voleva significare che c'era qualcosa che le bloccava il transito o che qualcuno stava attraversando la strada, quindi, si sarebbe dovuto fermare, obbligatoriamente, anche lui.
Ma siamo in Italia, dove non si rispettano i semafori, non ci si ferma davanti alle strisce pedonali, non si inseriscono le frecce di posizione per indicare il senso di marcia che si vuole prendere, si parla al telefono mentre si guida, non si danno le precedenze alle macchine che arrivano dalle rotonde, ...siamo il paese della democrazia a tutto spiano...
Ops! volevo dire dell'anarchia...divenuta prassi, perchè nell'uso comune.
Se poi condisci il tutto con una buona bevuta, qualche annusatina di polvere bianca, il fatto di essere rampollo di un personaggio famoso e danaroso, il gioco è fatto;
ti restituiscono la patente che ti avevano ritirato perchè avevi commesso un'infrazione?E tu che fai? Ti rimetti subito in macchina per festeggiare l'evento! E, naturalmente, a tutta birra, ....tanto la vita è breve........ ma soprattutto per chi ha la sfortuna di incrociarti durante il cammino.
Cetta.

Gioia per gli occhi.





giovedì 26 dicembre 2019

Popolare Bari, dalla rimozione dei dirigenti all’acquisto di Tercas: Visco racconta balle sugli errori della Banca d’Italia. - Giorgio Meletti

Popolare Bari, dalla rimozione dei dirigenti all’acquisto di Tercas: Visco racconta balle sugli errori della Banca d’Italia

Autogol - Le bugie del governatore al Corsera: dai poteri di rimuovere i vertici fino alla responsabilità sulla sciagurata fusione con Tercas.
I lettori del Fatto sono stati messi a conoscenza da tempo della curiosa abitudine della Banca d’Italia di reagire ai crac bancari e ai legittimi interrogativi sull’efficacia della vigilanza bancaria con una supercazzola a scelta tra “quei delinquenti ce l’hanno fatta sotto il naso” e “non avevamo poteri sufficienti”. Ma ieri il governatore Ignazio Visco ha battuto ogni record affidando a una solenne intervista al direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana una raffica di affermazioni contrarie al vero, quelle che la libera stampa definita “volgare” a Palazzo Koch definisce balle.
La più clamorosa è questa: “La scelta dei componenti degli organi sociali è di esclusiva responsabilità dell’azienda (…) La vigilanza può ricorrere alla moral suasion, e nel caso della Popolare di Bari ha espresso chiaramente al presidente del consiglio di amministrazione le proprie perplessità sull’opportunità del rientro dell’ingegner De Bustis tre anni dopo che aveva lasciato la banca”. Visco omette di ricordare, e l’intervistatore omette di ricordargli, che Bankitalia ha dal 2015 il potere di disporre il removal (volgarmente la cacciata) di amministratori che possono causare pregiudizio alla sana e prudente gestione delle banche (art. 53 Testo Unico Bancario, comma 1, lettera e). Solo che per la Popolare di Bari, come per altre banche, non lo ha usato. Visco vive sempre in attesa di qualcosa: ora delle “norme attuative da parte del ministero dell’Economia e delle Finanze” che farebbero entrare in vigore la severa direttiva europea sui requisiti di onorabilità e competenza dei banchieri.
La direttiva è stata recepita nel 2015, e da quattro anni e mezzo i vari ministri dell’Economia succedutisi (Pier Carlo Padoan, Giovanni Tria e Roberto Gualtieri) si sono ben guardati dallo scrivere il decreto così scomodo per numerosi potenti banchieri che (essendo sanzionati dalla vigilanza, indagati o addirittura imputati) dovrebbero andare a casa seduta stante. Visco non solo non ha mai protestato pubblicamente contro questo ritardo scandaloso della politica, ma due anni fa fece dire al capo della vigilanza Carmelo Barbagallo, sotto giuramento davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta, che Bankitalia applicava di fatto i nuovi criteri restrittivi e i banchieri esaminati li avevano superati. Colpisce un altro dettaglio. Visco avrebbe detto di non far rientrare De Bustis al presidente della Popolare Marco Jacobini, al quale due anni prima aveva ingiunto di andarsene dopo quasi 40 anni di presidenza. Non ha rimosso Jacobini per le ragioni per le quali gli chiedeva con lettera di dimettersi. E non ha rimosso De Bustis.
Quel che è peggio è che, oggi, cioè a babbo morto, il governatore racconta questa storia: “All’inizio del 2019 emergono forti conflittualità tra presidente dell’organo amministrativo e le componenti a lui riconducibili, da un lato, e l’amministratore delegato, i componenti del Comitato di Controllo Interno e Rischi, il presidente del Collegio sindacale, dall’altro. Si determina un vero e proprio stallo gestionale”. Cioè: appena De Bustis si insedia contro il volere di Visco, inizia a litigare di brutto con Jacobini che per Visco doveva essersene andato da due anni, il governatore sa tutto e che cosa fa? Non li rimuove come sarebbe suo dovere perché, dice, non ne ha il potere.
Che la Popolare di Bari fosse messa male la Banca d’Italia lo sapeva dal 2010, quando l’ispezione si concluse con un giudizio “parzialmente sfavorevole”, espressione che nella filosofia occidentale post-aristotelica ha come unico precedente di assurdità il noto assioma “la ragazza è un po’ incinta”. Anche le ispezioni del 2013 e del 2016 hanno dato esito “parzialmente sfavorevole”, ma sul sito della Banca d’Italia, in una nota beffardamente intitolata “L’intensità dell’azione di vigilanza sulla Banca Popolare di Bari”, sull’esito del 2013 si sorvola. E certo, perché subito dopo quell’ispezione Bankitalia toglie alla Popolare di Bari il divieto di fare acquisizioni per consentirle di acquisire la Tercas.
Non solo tutti i muri della Popolare di Bari, ma anche le colonne di Palazzo Koch sanno che fu la Banca d’Italia a imporre a Jacobini e De Bustis l’acquisizione di Tercas. Oggi Visco riesce a raccontarci che a fine ottobre 2013 “venne considerata la manifestazione di interesse dei vertici della Popolare di Bari, che poi decisero di realizzare l’operazione in base a una autonoma valutazione”.
Visco argomenta che “decisioni come quella di realizzare un’acquisizione sono di esclusiva competenza e responsabilità del vertice delle banche”. Un’affermazione che ieri ha fatto sobbalzare anche numerosi dirigenti della Banca d’Italia, sempre più insofferenti per lo stile suicida della comunicazione del governatore. Qui c’è un punto di fatto e quindi l’ennesima balla di Visco: le acquisizioni sono costantemente vagliate dalla Banca d’Italia che deve poi concedere o negare l’autorizzazione. Specie nel caso Tercas il ruolo della Banca non è stato neutro. Esisteva un divieto di espansione per la Popolare di Bari, che è stato rimosso proprio per consentire l’acquisizione di Tercas.
D’altra parte il governatore argomenta che “la vigilanza non può intervenire nella conduzione della Banca”, dichiarazione falsa in quanto illogica: se la vigilanza non ha poteri d’intervento, che ci sta a fare? Per fare analisi che restano poi lettera morta? Le risposte alla prossima Commissione parlamentare d’inchiesta.