Il tribunale di Milano: risarcimento di 750 milioni di euroalla Cir di De Benedetti.
GIANLUCA PAOLUCCI
Il tribunale di Milano ha condannato la Fininvest al pagamento di 750 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti, a titolo di risarcimento per la vicenda del Lodo Mondadori.
La sentenza del tribunale civile, depositata ieri, è l’ennesima tappa della vicenda iniziata nel 1989 con il braccio di ferro tra De Benedetti e Silvio Berlusconi per il controllo della casa editrice Mondadori.
La sentenza di ieri, firmata dal giudice Raimondo Mesiano, segue il verdetto penale del 2007, che aveva condannato tra gli altri il giudice romano Vittorio Metta e l’avvocato Cesare Previti e sancito l’obbligo di risarcire anche i danni patrimoniali.
La sentenza di ieri, che «ha carattere esecutivo», stabilisce che Fininvest deve risarcire il danno patrimoniale da «perdita di chance» di un giudizio imparziale, quantificato in 749,955 milioni di euro, più spese e onorari.
Inoltre, Cir ha diritto al risarcimento «anche dei danni non patrimoniali», la cui liquidazione «è riservata ad altro giudizio».
De Benedetti affida il suo commento ad una nota di poche righe.
«Dopo quasi vent’anni dalla condotta fraudolenta messa in atto per sottrarre al nostro Gruppo la legittima proprietà della Mondadori, finalmente la Magistratura, dopo la sentenza che ha confermato definitivamente in sede penale la avvenuta corruzione di un giudice, ci rende giustizia anche sul piano civile.
La sentenza del Tribunale di Milano - ricorda ancora De Benedetti - non mi compensa per non aver potuto realizzare il progetto industriale che avrebbe creato il primo gruppo editoriale italiano, ma stabilisce in modo inequivocabile i comportamenti illeciti che l’hanno impedito».
Fininvest, dal canto suo, «esprime tutta la propria incredulità di fronte alla sentenza del Tribunale Civile di Milano». «Una sentenza profondamente ingiusta - si legge in una nota - In attesa di conoscerne le motivazioni, la Fininvest ribadisce la correttezza del suo operato, la validità delle proprie ragioni e degli elementi che sono stati addotti per sostenerle».
La Fininvest «ricorrerà immediatamente in appello, assolutamente certa che la totale fondatezza delle sue tesi non potrà non essere riconosciuta».
Per il presidente della società, Marina Berlusconi, «si tratta di un verdetto incredibile e sconcertante».
La Fininvest - commenta - «ha sempre operato nella massima correttezza e ha dimostrato in modo limpido e inconfutabile la validità delle proprie ragioni.
Non posso non rilevare che questa sentenza cade in momento politico molto particolare.
Non posso non rilevare che dà ragione ad un Gruppo editoriale la cui linea di durissimo attacco al presidente del Consiglio, per non dire altro, è sotto gli occhi di tutti.
Sbaglia però chi canta vittoria troppo presto.
Sappiamo di essere nel giusto e siamo certi che alla fine questo non potrà non esserci riconosciuto».
Di «sentenza abnorme» parla invece uno dei legali di Fininvest, Romano Vaccarella.
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200910articoli/47916girata.asp
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