Ci sono già segnalazioni di sospette reazioni avverse, alcune gravi: ma sarà lo Stato a garantire eventuali indennizzi. Come in altri Paesi
(Ansa)MILANO - Finora sono 374 le persone che, in Italia hanno lamentato sospette reazioni alla vaccinazione anti-influenza A, su un totale di 334 mila dosi somministrate. Per lo più si tratta di reazioni non gravi (nell’84 per cento dei casi), ma, secondo l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, che raccoglie le segnalazioni sul suo sito, nel 10 per cento dei casi la gravità non è stata definita, mentre le rimanenti (che per sottrazione risultano essere il 6 per cento) sono state considerate gravi. Ribadiamo: sono soltanto sospetti e la relazione diretta di causa-effetto fra vaccino (il Focetria, l’unico disponibile in Italia) e disturbi segnalati è tutta da dimostrare. Ma non è escluso che esista. E aggiungiamo: se queste reazioni dovessero essere messe in relazione al vaccino e comportare danni permanenti, chi dovrà risponderne non sarà l’industria produttrice del vaccino.
LE RESPONSABILITÀ - Perché il contratto fra il Ministero della Salute e la multinazionale Novartis, produttrice del vaccino Focetria, prevede l’esonero per quest’ultima da ogni responsabilità per eventuali danni da vaccinazione anche imprevedibili e inattesi. Eccetto ovviamente quelli che potrebbero derivare da omessi controlli sulla sua preparazione. Lo Stato si assume completamente il rischio da vaccini, giustificato dall’emergenza pandemia e l’Italia è allineata con una cinquantina di altri Paesi il cui governi hanno firmato lo stesso tipo di accordo. Anche gli Stati Uniti hanno seguito questa strada con i loro fornitori di vaccini anti-pandemia: dal 15 giugno scorso le industrie farmaceutiche americane godono di un’immunità giuridica contro eventuali cause per danni da parte dei vaccinati contro l’influenza da H1N1. In quella data infatti, il Governo americano ha introdotto un emendamento alla legge sulle urgenze pubbliche (il PREP Act) che , in definitiva, protegge le aziende dalla minaccia di cause legali e da richiesta di indennizzi.
PREP ACT AMERICANO - Lo stesso PREP Act autorizza il Ministero della Sanità a istituire un fondo per indennizzare eventuali vittime degli effetti indesiderati da vaccini. Gli Stati Uniti hanno già dovuto affrontare, in passato, decine di cause in seguito alla vaccinazione di massa, voluta nel 1976 dal Presidente Gerald Ford, per fronteggiare un’epidemia di virus H1N1. All’epoca la minaccia di una nuova influenza spagnola aveva fatto paura e l’amministrazione aveva dato il via libera alla campagna di vaccinazione che non solo era risultata poi inutile (perché l’epidemia non c’è stata) , ma aveva provocato 532 casi di sindrome di Guillain Barrè, una forma di paralisi, reversibile nella maggior parte dei casi se curata adeguatamente e 25 morti da vaccino su 48 milioni di persone cui era stato somministrato. «In Italia – precisa Gaetano Maria Fara igienista all’Università di Roma La Sapienza – esiste una legge sui danni da vaccini. Oggi non esistono più vaccinazioni obbligatorie per legge, ma quando lo Stato fornisce attivamente e gratuitamente la vaccinazione e in qualche modo la incoraggia, garantisce poi, attraverso questa legge, il risarcimento dei danni civili. Non di quelli penali ovviamente, attribuibili, per esempio, a omessi controlli, e che rimangono di competenza dell’azienda produttrice».
CONSENSO INFORMATO - A chi vuole sottoporsi alla vaccinazione viene comunque richiesto un consenso informato: in altre parole il cittadino prende atto anche degli eventuali danni che gli possono derivare dalla vaccinazione e firma, accettando la procedura. «Questo consenso vale soprattutto per i danni minori – aggiunge Fara – ma esiste sempre l’imponderabile. E se è vero che le cure di eventuali danni sono assicurate dal sistema sanitario gratuitamente, rimangono pur sempre eventuali danni biologici o morali che possono costituire motivo di iniziativa legale».
http://www.corriere.it/salute/09_novembre_20/vaccino-danni-paga-stato_2a0b5006-d5eb-11de-a0b4-00144f02aabc.shtml
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