(AGI/AFP/REUTERS) - Washington, 7 apr. -
L’ex numero uno della Fed, Alan Greenspan, sotto accusa per non aver previsto la grande crisi finanziaria iniziata nel 2008, ha riconosciuto di aver compiuto degli errori, ma ha anche difeso la sua politica e il suo ruolo, nel corso di un’audizione tenuta davanti alla commissione d’inchiesta governativa, incaricata dal presidente Barack Obama di esaminare le cause della crisi. “La recente crisi - ha detto - ci consegna alcuni importanti messaggi su quello che si puo’ e non si puo’ fare in termini di supervisione e di valutazione della situazione”. “La storia ci insegna - ha aggiunto - che non si puo’ identificare con esattezza i tempi di una crisi e non si possono anticipare esattamente i suoi confini, o quanto costera’ in termini di perdite e di ricadute”. Greenspan ha poi detto che la questione chiave a cui le autorita’ dovranno dare una risposta per evitare in futuro crisi come quella che si sta faticosamente cercando di superare e’ di decidere l’adeguato livello di capitalizzazione delle banche e delle grandi societa’ finanziarie. “Qual e’ la quota adeguata di capitali? - si e’ domandato, senza dare una risposta in termini di cifre - E’ questa la domanda chiave che si devono porre le autorita’ di controllo”.
A puntare pesantemente il dito contro Greenspan e’ stato il presidente della commissione, Phil Angelides, ex tesoriere democratico della California, il quale ha accusato l’ex numero uno della Fed di non essere riuscito a prevenire un “massiccio ed ingannevole” afflusso di prestiti nel settore dei mutui subprime dal causare il collasso del settore immobiliare. Greenspan pero’ ha difeso la politica dei controlli e dei bassi tassi d’interesse della Fed, sostenendo che non e’ dipeso da cio’ se i risparmiatori hanno assunto dei rischi eccessivi. “La bolla speculativa immobiliare - ha spiegato - la piu’ grande da molte generazioni a questa parte, e’ stata generata dai bassi tassi d’interesse, ma… sono stati i tassi a lungo termine sui mutui e non i tassi interbancari delle banche centrali, a galvanizzare i prezzi”.
Greensapan, un tempo considerato una specie di oracolo infallibile della finanza mondiale, ha ammesso di aver compiuto “un gran numero di terribili errori” nei 21 anni di permanenza alla guida della Fed, ma ha anche aggiunto che il 70% delle sue decisioni si sono rivelete azzeccate. Poi ha ammesso che alcune delle scelte prese nella fase che ha contribuito ad avviare la crisi, potrebbero essere incluse nel 30% di iniziative sbagliate. (AGI) Gaa
http://www.economia-oggi.it/archives/00046421.html
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