Con una lettera nella bacheca della redazione la giornalista spiega i motivi: "Non mi riconosco più nella testata". Il Cdr: "La redazione è chiamata a una riflessione". Rainews24, sciopero il 31 maggio
ROMA - Maria Luisa Busi rinuncia alla conduzione del Tg1. Lo scrive lei stessa in una lettera 1 affissa stamattina nella bacheca della redazione. Tre cartelle e mezzo per spiegare che non si riconosce più nella testata, e per dire che come un giornalista ha come unico strumento per decidere di difendere le sue prerogative professionali, ovvero togliere la propria firma, un conduttore può solo togliere la sua faccia. Così ha deciso di fare lei, abbandonando la conduzione del Tg1 delle 20. La decisione arriva dopo una serie di scontri con il direttore Augusto Minzolini.
Minzolini: "Nessuna epurazione". Dal canto suo, Minzolini minimizza: "In realtà, nell'ambito della rinnovamento del telegiornale, nei giorni scorsi avevo ragionato con la direzione dell'ufficio del personale sulla mia intenzione di spostare la Busi al Tg delle 13. Del rinnovamento, infatti, oltre alla sigla, allo studio e al nuovo sito, deve far parte anche la scelta di un nuovo volto". Seccata la risposta del direttore del Tg1 alla domanda se sia in atto una 'epurazione' nel Tg della rete ammiraglia: "Ma quale epurazione, ma quale epurator, non sopporto questa storia. Sotto la mia direzione sono stati assunti diciotto precari, ho mantenuto tutti i capiredattori, ma di che parliamo?". A chi gli fa notare cheBusi si 'dimette' perché non condivide la linea della testata, Minzolini replica: "Se ha questa convinzione, è giusto che abbia preso questa decisione. Se non si riconosce, ha fatto bene. Ma sono motivazioni che non condivido".
Il Cdr: "Decisione Busi è spia di disagio". Per la rappresentanza sindacale del Tg1, la decisione di Maria Luisa Busi è una spia di disagio che riguarda una parte della redazione. "Il Comitato di redazione del Tg1 - si legge in una nota - ha ricevuto da Maria Luisa Busi una lettera da lei inviata al direttore Augusto Minzolini e ai vertici aziendali in cui chiede di essere sollevata dalla mansione di conduttrice del Tg delle 20". E ancora: "La lettera chiama la redazione a una riflessione. Quello di Maria Luisa Busi è un gesto mai fatto prima da nessun altro conduttore nella testata che testimonia il suo disagio e quello che attraversa una parte della redazione sull'indirizzo che Augusto Minzolini ha fatto prendere al Tg1. Come la collega Busi siamo preoccupati per la rinuncia del Tg1 alla leadership nella qualità e nella credibilità: anche ieri la clamorosa notizia sulla prima cellula artificiale che ha aperto i siti mondiali, uscita nelle agenzie alle 14 con embargo fino alle 20, nonostante fosse stata segnalata dal servizio competente, è stata ignorata nell'edizione delle 20".
Idv: "Solidarietà fuori dai partiti". "Tutta la nostra solidarietà a Maria Luisa Busi, grande professionista ed ennesima vittima di un abuso di potere esercitato dai soliti noti mercenari che rispondono agli ordini di Palazzo Grazioli". Il presidente dell'Idv, Antonio Di Pietro, in una nota esprime il suo appoggio alla giornalista. "L'Italia dei Valori si batterà con tutte le forze nelle sedi competenti affinché si affronti il caso e chiede a tutti i partiti che hanno occupato un servizio di proprietà dei cittadini di risolvere questa gravissima situazione. La politica faccia un passo indietro, alleati compresi, e lasci la gestione ai valorosi professionisti presenti in azienda... Bisogna mettere in campo, oltre a una riforma della Rai lontana dagli appetiti dei partiti, delle proposte immediate: si parta subito con il ritiro dei propri membri dal Cda e si assegnino quei posti a professionisti dell'azienda che abbiano dimostrato la loro professionalità senza svendersi a questo o a quel partito".
Rizzo Nervo: "Necessario un intervento urgente". "Adesso basta. Il presidente e il direttore generale devono intervenire con urgenza sulla situazione che si è creata al Tg1. Dopo la rimozione ingiustificata dai loro incarichi di Tiziana Ferrario, Massimo De Strobel, Piero Damosso e Paolo Di Gianannatonio, la notizia che Maria Luisa Busi ha chiesto di essere sollevata dalla conduzione del Tg1 delle 20 è la dimostrazione che la misura è ormai colma - afferma il consigliere di amministrazione Rai Nino Rizzo Nervo - Un editore responsabile deve difendere e valorizzare il patrimonio di professionalità dell'azienda e non deve petmettere che quel patrimonio, costruito negli anni, venga devastato. Il Tg1 è la principale testata televisiva italiana, appartiene al pubblico e non al suo direttore pro tempore".
Usigrai: "Un nobile grido". Il patto sul quale si fondava il Tg1 è stato infranto. "Minzolini ha rotto il patto sul quale si fondava un grande giornale come il Tg1, ha spaccato la redazione, e quello della Busi è uno dei tanti esempi, ma è soprattutto un nobile grido che serve ad attrarre ancora una volta l'attenzione degli italiani sulla rete ammiraglia del loro servizio pubblico". Sono parole dure quelle che il segretario dell'Usigrai, Carlo Verna, usa per esprimere il suo parere sulla vicenda. "Maria Luisa Busi - rileva Verna- rinuncia a un suo ruolo rilevante per affermare un diritto che è di tutti, quello di non riconoscersi nel Tg1 di Augusto Minzolini. Prima di lei hanno rinunciato al ruolo di spettatori tantissimi italiani. Dopo di lei non vorremmo che altri rinunciassero. Il Tg1 che Maria Luisa descrive nella sua appassionata lettera non è solo un ricordo perché quei protagonisti non ci sono più, era il telegiornale che 'dava voce a tutte le voci'. Ma in Rai c'è un vertice aziendale?".
Scelta coraggiosa. Paolo Gentiloni, presidente del forum ICT del Partito Democratico invita l'azienda a interrogarsi sulla gravità della situazione: "La scelta di Maria Luisa Busi di opporsi alla vera e propria mutazione che sta subendo il Tg1 è una scelta coraggiosa e di grande valore professionale - dice Gentiloni -. L'azienda deve interrogarsi sulla gravità dello snaturamento in atto nella sua principale testata giornalistica: quella che era la voce istituzionale dell'informazione Rai, sta diventando una testata militante e di parte".
Rispetto e preoccupazione. Una decisione da rispettare, ma anche un segnale preoccupante lanciato ai vertici dell'azienda. Il presidente della Rai, Paolo Garimberti, commenta la scelta della Busi, riferendo di aver sollevato anche ieri "per l'ennesima volta" in consiglio di amministrazione "la questione della qualità dell'informazione Rai". "L'informazione della Rai - sottolinea Garimberti in una nota - mi sta a cuore, prima ancora che da presidente, da cittadino e da giornalista. Prova ne è, e anche Rizzo Nervo ne è testimone diretto, il mio intervento di ieri in Cda dove ho per l'ennesima volta sollevato la questione della qualità dell'informazione Rai, segnatamente nei telegiornali". E ha aggiunto, dicendosi dispiaciuto del fatto che il Tg1 perda uno dei suoi volti storici, che "la decisione di Maria Luisa Busi di lasciare la conduzione del Tg1 delle 20 è un ulteriore e preoccupante segnale di una situazione che richiede massima attenzione da parte dei vertici dell'azienda, un'attenzione che sollecito da tempo nella sede deputata, cioè il Consiglio di amministrazione, nel pieno rispetto delle responsabilità che fanno capo al direttore generale".
Fnsi: "Gesto che indica un malessere diffuso". A fianco di Maria Luisa Busi si schiera la Federazione della stampa che esprime "massima solidarietà" alla giornalista. "La sua rinuncia alla conduzione del Tg1 è la spia del grande disagio di una professionista seria e credibile che, nella sua funzione, ha concorso fino ad ora a rendere affidabile un telegiornale che, da qualche tempo va cambiando connotati", affermano in una nota congiunta il segretario generale e il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, Franco Siddi e Roberto Natale. "Il suo non dev'essere considerato un gesto solitario - si legge ancora nella nota-, ma l'espressione di un disagio di tanti che vedono la loro professionalità mortificata. Il contributo creativo sui temi che, nella dialettica naturale di una redazione, giorno dopo giorno, portano alla creazione di un giornale deve essere considerato sempre una ricchezza non un problema". I vertici aggiungono che "nelle parole della Busi c'è amarezza e rigore; c'è la ferma rivendicazione dell'identità professionale, della sua qualificazione, dell'adesione a un giornalismo che sta dentro i fatti che contano per la vita di tutta la comunità, testimone prima che protagonista".
Capezzone: "Dalla Busi surreale predica". "Esprimo la mia solidarietà al direttore Minzolini e alla stragrande maggioranza dei redattori del Tg1, che oggi devono subire una surreale predica da Maria Luisa Busi". Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, si schiera al fianco del direttore del Tg1. "Né la Busi né altri sono proprietari del Tg1 - aggiunge -. E il divismo di chi si ritiene intoccabile (o addirittura detentore di una moralità civile superiore) è qualcosa di inaccettabile per i milioni di italiani che pagano il canone, e che hanno subito per anni un'informazione faziosa a favore della sinistra (senza che le Busi se ne dolesse). Il Tg1 è oggi premiato dagli ascolti. A qualcuno, forse, dispiace?".
Gesto coerente, ma ragioni non condivisibili. Quello di Maria Luisa Busi è stato un gesto di "grande coerenza" rispetto a quanto ha sempre affermato sul Tg1, ma le ragioni che l'hanno spinta ad abbandonare la conduzione del Tg delle 20 "non sono condivisibili". Il consigliere di amministrazione della Rai, Antonio Verro auspica che la scelta della giornalista della Rai non sia stata condizionata dalle parole che lui pronunciò in un'intervista di qualche tempo fa. "Prendo atto - premette in una nota il rappresentante della maggioranza nel Cda di Viale Mazzini - della decisione di Maria Luisa Busi di voler rinunciare alla conduzione del Tg1 e spero che l'intervista da me rilasciata qualche tempo fa su alcune sue dichiarazioni non abbia in alcun modo condizionato tale scelta. Le spiegazioni e le motivazioni addotte dalla giornalista non sono comunque condivisibili e mi auguro vivamente che non siano strumentali a qualche altro ragionamento di tipo politico".
Rainews24 conferma lo sciopero. La redazione di Rainews24 conferma lo sciopero del 31 maggio. Lo ha comunicato il Cdr dopo un incontro infruttuoso durante il quale Viale Mazzini ha dato risposte "insufficienti" sull'oscuramente di fatto del canale 2 di informazione 24 ore su 24. "Intanto - aggiunge la rappresentanza sindacale - il disservizio prosegue in molte parti d'Italia e all'estero, sia sul digitale terrestre che sul satellite. Migliaia di persone continuano a segnalarcelo attraverso il nostro sito 3 internet".
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